Le novità in materia civile e processuale introdotte dal d.l. n. 83/2015

Redazione Scientifica
10 Luglio 2015

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 147/2015 il d.l. n. 83/2015 recante «Misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell'amministrazione giudiziaria». Alcune modifiche, in particolare, interessano anche il diritto di famiglia.

Tra le diverse novità introdotte dal d.l. n. 83/2015, alcune particolari modifiche al codice civile, al codice di procedura civile e al d.l. n. 179/2012 interessano anche alcuni aspetti del diritto di famiglia come la tutela della casa familiare, il pignoramento per il recupero degli assegni di mantenimento e le modalità di deposito e di attestazione di conformità degli atti introduttivi nel processo telematico.

Espropriazione beni oggetto di vincoli di indisponibilità o di alienazioni a titolo gratuito. Nel codice civile, dopo l'art. 2929 c.c. viene inserito (art. 12 d.l. n. 83/2015) l'art. 2929-bis c.c. secondo cui il creditore che ritiene di essere pregiudicato da un'alienazione, donazione, trust o da un vincolo di destinazione, trascritti successivamente al sorgere del credito, ha la facoltà di procedere a esecuzione forzata, ancorché non abbia preventivamente ottenuto sentenza dichiarativa di inefficacia, se trascrive il pignoramento nel termine di un anno dalla data in cui l'atto è stato trascritto. Questa disposizione si applica anche al creditore anteriore che entro un anno dalla trascrizione dell'atto pregiudizievole interviene nell'esecuzione promossa da altri.

La tutela riconosciuta dalla norma al debitore, al terzo assoggettato a espropriazione e ad ogni altro interessato alla conservazione del vincolo è quella di proporre opposizione all'esecuzione quando contestino la sussistenza dei presupposti previsti al comma 1 e la conoscenza da parte del debitore del pregiudizio che l'atto arrecava alle ragioni del creditore.

Pignoramento di stipendi e pensioni. L'art. 13 del nuovo decreto aggiunge all'art. 545 c.p.c. nuovi commi in base ai quali «le somme dovute a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza, non possono essere pignorate per un ammontare corrispondente alla misura massima mensile dell'assegno sociale, aumentato della metà. La parte eccedente tale ammontare è pignorabile nei limiti previsti dal terzo, quarto e quinto comma nonché dalle speciali disposizioni di legge». Inoltre le somme dovute a titolo di stipendio, salario, altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento o a titolo di pensione, di indennità che tengono luogo di pensione o assegni di quiescenza, in caso di accredito su conto bancario o postale intestato al debitore, possono essere pignorate per importo eccedente il triplo dell'assegno sociale, quando l'accredito è avvenuto anteriormente al pignoramento. Se l'accredito è avvenuto alla data del pignoramento o successivamente, tali somme possono essere pignorate nei limiti previsti dalla legge.

Disposizioni in materia di processo civile telematico. Con l'inserimento del comma 1-bis nell'art. 16-bis d.l. n. 179/2012 si ammette il deposito telematico dell'atto introduttivo o del primo atto difensivo e dei documenti che si offrono in comunicazione, da parte del difensore o del dipendente di cui si avvale la p.a. per stare in giudizio personalmente «nel rispetto della normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. In tal caso il deposito si perfeziona esclusivamente con tali modalità». Questo comma si applica già a partire dal 28 giugno 2015 ai procedimenti civili, contenziosi e di volontaria giurisdizione di fronte al Tribunale ordinario, mentre per le Corti d'appello è operativo dal 30 giugno 2015.

L'art. 19 d.l. n. 83/2015, infine, introduce anche:

  • l'art. 16-decies d.l. n. 179/2012 disciplinante i poteri di certificazione di conformità delle copie degli atti notificati. Quando i soggetti individuati da tale nuova norma «depositano con modalità telematiche la copia informatica, anche per immagine, di un atto formato su supporto analogico e notificato, con modalità non telematiche, dall'ufficiale giudiziario ovvero ex l. 21 gennaio 1994, n. 53 attestano la conformità del predetto atto. La copia munita dell'attestazione di conformità equivale all'originale dell'atto notificato». Le presenti disposizioni si applicano anche all'atto consegnato all'ufficiale giudiziario o all'ufficio postale per la notificazione.
  • l'art. 16-undecies d.l. n. 179/2012 attenente alle modalità di attestazione di conformità. Se si riferisce ad una copia analogica, l'attestazione è posta in calce o a margine della copia o su un foglio separato che sia però alla medesima congiunto. Se si riferisce ad una copia informatica deve essere apposta nel medesimo documento informatico. Nel caso previsto dal comma 2 può alternativamente essere apposta su documento informatico separato, contenente l'indicazione dei dati essenziali per individuare univocamente la copia cui si riferisce. Tale documento è allegato al messaggio di posta elettronica certificata mediante il quale la copia stessa è depositata telematicamente. «Se la copia informatica è destinata alla notifica, l'attestazione di conformità è inserita nella relazione di notificazione».

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.