Se nel corso del giudizio il minore non viene assistito da un avvocato il procedimento viene dichiarato nullo

Rosa Villani
13 Giugno 2016

Il procedimento volto all'accertamento dello stato di adottabilità deve svolgersi sin dalla sua apertura con l'assistenza legale del minore, il quale è parte a tutti gli effetti del procedimento e, in mancanza di una disposizione specifica, sta in giudizio a mezzo di un rappresentante secondo le regole generali, e quindi a mezzo del rappresentante legale ovvero in caso di conflitto d'interessi, di un curatore speciale, soggetti cui compete la nomina del difensore tecnico. Ne consegue, in mancanza dell'assistenza legale del minore, la nullità del relativo procedimento

Il caso. Il Tribunale minorile territorialmente competente dichiarava con sentenza lo stato di adottabilità di un minore dopo aver accertato lo stato di grave deficit cognitivo della madre e la sua comprovata incapacità e mancanza di volontà rispetto al compito genitoriale. Il Tribunale, pur avendo rilevato che gli zii del minore avevano manifestato la propria disponibilità ad occuparsi del nipote, dimostrando reale attaccamento ed affetto nei suoi confronti, non li riteneva idonei a supplire alla mancanza della figura genitoriale per una serie di fattori che ne limitavano la disponibilità di tempo e che non consentivano di esprimere un giudizio positivo sulla corretta assunzione di tale ruolo di supplenza della figura materna e paterna. Gli zii del minore proponevano reclamo contro la decisione del Tribunale minorile eccependo la nullità del procedimento di primo grado per violazione di norme di legge e contestando nel merito la sussistenza dello stato di abbandono del minore.
La Corte distrettuale disponeva CTU che valutava positivamente la capacità degli zii di prendersi cura del nipotino. Veniva pertanto, revocata la dichiarazione di adottabilità, dichiarata la decadenza della madre dalla responsabilità genitoriale e disposto l'affidamento del minore in favore del Comune di residenza al fine di consentire il suo collocamento presso l'abitazione degli zii da attuarsi entro un mese dalla sentenza, previa presa in carico del minore e degli zii per la ripresa dei rapporti e la strutturazione di un progetto di supporto domiciliare e psicologico descritto in sentenza. Veniva affidato, infine, al Comune il compito di regolamentare gli incontri con la madre.
L'ente territoriale proponeva ricorso per Cassazione avverso la sentenza resa in grado di appello.
Gli Ermellini hanno ritenuto fondato il primo motivo di ricorso proposto da Comune incentrato sulla violazione di norme di legge per mancato rispetto del principio del contraddittorio e del correlato diritto di difesa.

Nomina di un curatore speciale? I giudici di legittimità, disattendendo la pronuncia resa in grado di appello, sostengono nella specie, la necessità della nomina, in mancanza del rappresentante legale per conflitto di interessi tra questi e il minore, di un curatore speciale. Detto conflitto d'interessi è ravvisabile in re ipsa nel rapporto con i genitori, portatori di un interesse personale ad un esito della lite che può essere diverso da quello vantaggioso per il minore mentre nel caso in cui a quest'ultimo sia stato nominato un tutore il conflitto deve essere specificatamente dedotto e provato in relazione a circostanze concrete, in mancanza delle quali il tutore non solo è contraddittore necessario, ma ha una legittimazione autonoma e non condizionata, che può liberamente esercitare in relazione alla valutazione degli interessi del minore.
La legge speciale in materia considera necessaria la partecipazione al giudizio del minore e dei genitori e garantisce loro un'assistenza legale finalizzata all'esplicazione di un'effettiva difesa nel processo. In particolare, l'art. 10 della legge n. 184/1983 prevedendo che all'atto dell'apertura del procedimento davanti al Tribunale minorile i genitori del minore siano avvertiti e invitati a nominare un difensore, induce a ritenere che al minore deve accordarsi una tutela che consenta la partecipazione del minore al procedimento di cui è la parte principale, attraverso la nomina da parte del tutore di un difensore tecnico.

Concludendo. Nella specie, il Comune, tutore provvisorio del minore, non ha provveduto alla nomina di alcun legale e il Tribunale per minorenni non ha disposto la nomina di un difensore di ufficio né di un curatore speciale. Ne deriva la lesione del diritto di difesa del minore che non è stato assistito e non ha potuto esercitare alcun contraddittorio su tutti gli atti processuali che hanno costituito il presupposto per le decisioni dei giudici di merito. Ciò ha come conseguenza la nullità del procedimento per l'accertamento dello stato di adottabilità svoltosi senza l'assistenza del legale del minore.

Tratto da "www.dirittoegiustizia.it"

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