La Corte di Strasburgo condanna l’Italia per violazione dei diritti delle coppie omosessuali

22 Luglio 2015

Il 21 luglio 2015 la Corte europea dei diritti dell'uomo, decidendo con riferimento all'Affaire Oliari et autres c. Italia (ric. 18766/11 e 36030/11), ha condannato l'Italia, rilevando la violazione dell'art. 8 della CEDU, ossia del diritto al rispetto della vita familiare, per il mancato riconoscimento dei diritti delle coppie same-sex.

Il 21 luglio 2015 la Corte europea dei diritti dell'uomo, decidendo con riferimento all'Affaire Oliari et autres c. Italia (ric. 18766/11 e 36030/11), ha condannato l'Italia, rilevando la violazione dell'art. 8 CEDU, ossia del diritto al rispetto della vita familiare, per il mancato riconoscimento dei diritti delle coppie same-sex.

I ricorrenti, tre coppie omosessuali, hanno proposto ricorso lamentandosi della impossibilità, secondo la legislazione italiana, di sposarsi o di sottoscrivere una unione civile legalmente riconosciuta, sostenendo di essere oggetto di discriminazione a causa del proprio orientamento sessuale. La Chambre ha considerato che una unione civile, o un partenariato registrato, rappresentano uno strumento per consentire alle coppie omosessuali di vivere la propria vita familiare, e quindi di vedere legalmente riconosciuta la propria unione affettiva.

La Corte di Strasburgo ha rilevato, inoltre, che molti Stati membri del Consiglio d'Europa sono favorevoli al riconoscimento del matrimonio same-sex, invitando lo Stato italiano a colmare il vuoto normativo e a provvedere al riconoscimento dei diritti delle unioni dello stesso sesso.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.