C'era una volta lo stagnino … il Dap detta le regole lessicali per il carcere

Redazione Scientifica
10 Aprile 2017

Con circolare datata 31 marzo 2017 il Dap ha espresso la necessità di interrompere nelle strutture penitenziarie e da parte di tutto il personale, l'uso, sia verbale che scritto, di alcune locuzioni, ormai istituzionalizzate, utilizzate ne gergo carcerario.

Con circolare datata 31 marzo 2017 il Dap ha espresso la necessità di interrompere nelle strutture penitenziarie e da parte di tutto il personale, l'uso, sia verbale che scritto, di alcune locuzioni, ormai istituzionalizzate, utilizzate ne gergo carcerario.

I termini attualmente utilizzati nelle carceri riferiti ai detenuti, si legge nella circolare, sono causa di una progressiva e deprecabile infantilizzazione, di un isolamento del detenuto dal mondo esterno che crea ulteriori difficoltà per il possibile reinserimento, oltre ad assumere in alcuni casi una connotazione negativa. Prassi errate e terminologie persistenti per talune locuzioni […] non sono rispettose delle persone detenute, determinando delle errate considerazioni, oltre ad essere utilizzate con accezione negativa.

Nella circolare vengono elencati le terminologie per le quali si deve procedere alla modifica:

denominazione attuale

modifica

cella

camera di pernottamento

dama di compagnia

compagno di socialità

domandina

modulo di richiesta

scopino

addetto alle pulizie

piantone

assistente alla persona

spesino

addetto alla spesa detenuti

portavitto/portapane/portapranzi

addetto alla distrubuzione pasti

cuciniere

addetto alla cucina

casario

casaro

stagnino

idraulico

pascolante

pastore

lavorante

lavoratore

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