“Quella sulla morte di Giuliani è stata una pseudo-indagine”, frase diffamatoria verso il P.M. titolare del procedimento

Redazione Scientifica
10 Ottobre 2016

Confermata in Cassazione la condanna per i reati di cui all'art. 595, commi 1 e 2, c.p. emessa nei confronti del legale difensore della famiglia Giuliani perché nel corso ...

Confermata in Cassazione la condanna per i reati di cui all'art. 595, commi 1 e 2, c.p. emessa nei confronti del legale difensore della famiglia Giuliani perché nel corso dell'incontro pubblico tenutasi in occasione del decennali del G8 di Genova, offendeva l'onore ed il decoro dl sostituto procuratore della Repubblica di Genova, titolare del procedimento relativo al decesso di Carlo Giuliani, rilasciando le seguenti dichiarazioni “F. voleva chiudere l'indagine in un sol modo, prima ancora di cominciarla. Infatti quella sulla morte di Carlo Giuliani è stata una pseudo-indagine”, nonché riferendo falsamente che non era stata fatta l'autopsia sul corpo di Carlo Giuliani, così ingenerando l'idea nel pubblico che il P.M. avesse svolto le funzioni inquirenti contrariamente ai suoi doveri d'ufficio, non con il fine di accertare la verità, ma di archiviare il caso; con l'aggravante dell'attribuzione di un fatto determinato.

I giudici di legittimità hanno ritenuto assolutamente incompatibili con il diritto di critica le affermazioni dell'imputato in quanto la condotta diffamatoria ascritta al ricorrente non consiste in una semplice alle modalità di conduzione delle indagini ma egli contesta alla persona offesa il proprio ruolo professionale.

L'esercizio di critica giudiziaria non può concretizzarsi in una critica che venga esercitata in maniera lesiva della reputazione professionale e della intangibilità della sfera di onorabilità del magistrato del pubblico ministero.

Pur potendo ogni provvedimento giudiziario essere oggetto di critica, anche aspra, questa, tuttavia, non deve risolversi in un attacco alla stima di cui gode il soggetto criticato.

Nel caso di specie, precisano i giudici di legittimità, proprio il ruolo professionale del ricorrente rende evidente la sua consapevolezza sulla portata fortemente lesiva delle affermazioni da lui fatte in relazione all'operato del P.M. titolare delle indagini sulla morte di Carlo Giuliani, nonché della inesattezza della affermazioni stesse, la cui valenza risulta ben al di là di quella che avrebbe potuta essere una legittima critica di insufficienza delle indagini.

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