Le Sezioni unite sul rifiuto di sottoporsi all'alcooltest: non si raddoppia la sospensione della patente in caso di guida di veicolo altrui

10 Dicembre 2015

Il raddoppio della durata della sanzione accessoria della sospensione della patente di guida, previsto in relazione alla fattispecie di guida in stato di ebbrezza, nell'ipotesi di cui all'art. 186, comma 2, lett. c), cod. strada, quando il veicolo appartenga a persona estranea al reato, non si applica nel caso di rifiuto di sottoporsi all'accertamento del tasso di alcool di cui all'art. 186, comma 7, cod. strada.
Massima

Il raddoppio della durata della sanzione accessoria della sospensione della patente di guida, previsto in relazione alla fattispecie di guida in stato di ebbrezza, nell'ipotesi di cui all'art. 186, comma 2, lett. c), cod. strada, quando il veicolo appartenga a persona estranea al reato, non si applica nel caso di rifiuto di sottoporsi all'accertamento del tasso di alcool di cui all'art. 186, comma 7, cod. strada.

Il caso

Il tribunale di Treviso ha applicato la pena concordata tra le parti in ordine al reato di cui all'art. 186, commi2, 2-sexies e 7 cod. strada nella misura di mesi sei di arresto ed € 3.000,00 di ammenda, con sostituzione della stessa, ex art. 186, comma 9-bis,cod. strada, con il lavoro di pubblica utilità, disponendo la sospensione della patente di guida per 4 anni.

L'imputato è ricorso per cassazione denunciando violazione di legge con riferimento alla disposizione di cui al comma 7 dell'art. 186 cod. strada, a cui è stata estesa quella prevista dal terzo periodo del comma 2 della lett. c) dello stesso articolo, ovverossia il raddoppio della durata della sospensione della patente di guida nel caso in cui il veicolo appartenga ad un terzo.

Secondo il ricorrente, infatti, il richiamo operato dall'art. 186, comma 7,cod. strada, relativo al rifiuto di sottoporsi dagli accertamenti del tasso di alcool nel sangue, alla lettera c) del comma 2 del medesimo articolo, andrebbe interpretato come riferito alla sola misura delle sanzioni penali, dovendosi ritenere che la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida sia sottoposta ad un regime autonomo rispetto a quello previsto dal precedente comma 2.

La questione

La questione in esame è la seguente: il raddoppio della durata della sanzione accessoria della sospensione della patente di guida, previsto in relazione alla fattispecie di guida in stato di ebbrezza, nell'ipotesi di cui all'art. 186, comma 2, lett. c),cod. strada, quando il veicolo appartenga a persona estranea al reato, si applica anche nel caso di rifiuto di sottoporsi all'accertamento del tasso di alcool di cui all'art. 186, comma 7,cod. strada?

Le soluzioni giuridiche

La giurisprudenza è divisa in ordine alla possibilità di estendere alla fattispecie di cui al comma 7 dell'art. 186 cod. strada (rifiuto di sottoporsi all'accertamento del tasso di alcool) il raddoppio della durata della sospensione della patente di guida prevista dalla lettera c) del capoverso dello stesso articolo, nel caso in cui il veicolo appartenga ad un terzo.

Un primo orientamento (Cass. pen., Sez. IV, 10 luglio 2014-28 agosto 2014, n. 36396; Cass. pen., Sez. IV, 24 marzo 2015-13 aprile 2015, n. 15184; Cass. pen., Sez. IV, 16 dicembre 2014-29 aprile 2015, n. 18111) esclude che al reato di rifiuto di sottoporsi all'accertamento dello stato di ebbrezza si applichi la previsione secondo cui la durata della sospensione della patente di guida è raddoppiata allorquando il veicolo condotto dall'imputato appartenga a persona estranea al reato. Si osserva infatti, che la disposizione incriminatrice di cui all'art. 186, comma 7,cod. strada, per quanto riguarda l'individuazione delle pene principali, richiama quelle previste per la fattispecie di guida in stato di ebbrezza dalla lettera c) del comma 2 dello stesso articolo, mentre in relazione alle sanzioni amministrative accessorie il legislatore ha individuato un'autonoma cornice edittale (tra un minimo di sei mesi ed un massimo di due anni), rinviando ad altra disposizione di legge, con esclusivo riferimento alle stesse modalità e procedure previste dal comma 2, lett. c), salvo che il veicolo appartenga a persona estranea alla violazione.

Il riferimento alle modalità e procedure deve intendersi limitato alla sola confisca, non essendo presenti nella norma alla quale viene fatto rinvio modalità e procedure attinenti alla sospensione della patente di guida. Tale riferimento impone di escludere che il regime sanzionatorio concernente le sanzioni amministrative accessorie possa mutuarsi dall'art.186, comma 2, lett.c),cod. strada, essendo prevista un'autonoma disciplina che rinvia a quest'ultima norma con esclusivo riferimento alle modalità e procedure previste a proposito della confisca. Inoltre, al momento in cui la condotta di rifiuto ha acquisito di nuovo natura di reato, l'art.186, comma 2, lett.c),cod. strada non prevedeva il raddoppio della sospensione della patente di guida in caso di appartenenza del veicolo a persona estranea al reato, introdotto solo successivamente con la l. 29 luglio 2010, n. 120, recante «Disposizioni in materia di sicurezza stradale».

L'opposto orientamento giurisprudenziale (Cass. pen., Sez. IV, 16 ottobre 2014-10 novembre 2014, n. 46390; Cass. pen., Sez. IV, 16 ottobre 2014-8 aprile 2014, n. 14169) ritiene che quelli inseriti nel primo e secondo periodo del comma 7 dell'art. 186 cod. strada siano rinvii di natura formale, atteso che il legislatore, nel reintrodurre la rilevanza penale della condotta di rifiuto, ha richiamato la disciplina sanzionatoria prevista dalla più grave ipotesi di guida in stato di ebbrezza, sia con riferimento alla pena principale, sia con riguardo alle modalità e procedure afferenti alla sospensione della patente di guida ed alla confisca del veicolo. Ne consegue che la disposizione normativa richiamata non risulta "cristallizzata" nel corpo della fattispecie di rifiuto nei termini testuali vigenti al momento di entrata in vigore del d.lgs. 285/1992 (con il quale il legislatore ha inserito nel secondo periodo del comma 7 dell'art. 186cod. strada il rinvio di cui si tratta), ma le modifiche che hanno interessato le modalità e le procedure previste dalla lettera c) del comma 2 dell'art. 186 cod. strada intervenute successivamente risultano a loro volta oggetto del richiamo operato dalla norma di rinvio e concorrono a delinearne il portato normativo. Si deve allora ritenere che la disposizione oggetto del rinvio sia quella attualmente vigente a seguito delle modifiche apportate dalla l. 120/2010, compresa la previsione relativa al raddoppio della durata della sospensione della patente di guida, nel caso in cui il veicolo appartenga a persona estranea al reato.

Le Sezioni Unite, con la pronuncia in commento, hanno aderito al primo orientamento. Osserva il Collegio che non convince la soluzione secondo la quale i rinvii, inseriti nel primo e nel secondo periodo del comma 7 dell'art. 186 cod. strada, alle pene di cui alla lettera c) del capoverso dello stesso articolo, rientrerebbero nell'ambito del rinvio c.d. formale (o dinamico), cioè aperto alle evoluzioni della norma richiamata. Infatti, il comma 7 dell'art. 186 cod. strada tiene distinti i due rinvii (rispettivamente, alle pene di cui al comma 2, lettera c) e alle modalità e procedure previste dal comma 2, lettera c)), di talché non è possibile ritenere che il regime sanzionatorio concernente la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida possa mutuarsi dall'art. 186, comma 2, lett. c),cod. strada, essendo prevista un'autonoma disciplina che rinvia a quest'ultima norma con esclusivo riferimento alle modalità e procedure previste a proposito della confisca. In altri termini, poiché il legislatore ha disciplinato la suddetta sanzione accessoria con un'autonoma cornice edittale, il rinvio all'art. 186, comma 2, lett. c) cod. strada non opera una cristallizzazione della disposizione normativa richiamata, comprensiva delle sue evoluzioni normative, con la conseguenza che non è applicabile al reato ex art. 186, comma 7,cod. strada (ma neppure a quello ex art. 187, comma 8,cod. strada, che rinvia al primo per le sanzioni), il raddoppio della durata della sospensione della patente di guida introdotto dalla l. 94/2009.

Osservazioni

La giurisprudenza è divisa in ordine alla possibilità di estendere alla fattispecie di cui al comma 7 dell'art. 186 cod. strada (rifiuto di sottoporsi all'accertamento del tasso di alcool) il raddoppio della durata della sospensione della patente di guida prevista dalla lettera c) del capoverso dello stesso articolo, nel caso in cui il veicolo appartenga ad un terzo.

Un primo orientamento (Cass. pen., Sez. IV, 10 luglio 2014-28 agosto 2014, n. 36396; Cass. pen., Sez. IV, 24 marzo 2015-13 aprile 2015, n. 15184; Cass. pen., Sez. IV, 16 dicembre 2014-29 aprile 2015, n. 18111) esclude che al reato di rifiuto di sottoporsi all'accertamento dello stato di ebbrezza si applichi la previsione secondo cui la durata della sospensione della patente di guida è raddoppiata allorquando il veicolo condotto dall'imputato appartenga a persona estranea al reato. Si osserva infatti, che la disposizione incriminatrice di cui all'art. 186, comma 7,cod. strada, per quanto riguarda l'individuazione delle pene principali, richiama quelle previste per la fattispecie di guida in stato di ebbrezza dalla lettera c) del comma 2 dello stesso articolo, mentre in relazione alle sanzioni amministrative accessorie il legislatore ha individuato un'autonoma cornice edittale (tra un minimo di sei mesi ed un massimo di due anni), rinviando ad altra disposizione di legge, con esclusivo riferimento alle stesse modalità e procedure previste dal comma 2, lett. c), salvo che il veicolo appartenga a persona estranea alla violazione.

Il riferimento alle modalità e procedure deve intendersi limitato alla sola confisca, non essendo presenti nella norma alla quale viene fatto rinvio modalità e procedure attinenti alla sospensione della patente di guida. Tale riferimento impone di escludere che il regime sanzionatorio concernente le sanzioni amministrative accessorie possa mutuarsi dall'art.186, comma 2, lett.c),cod. strada, essendo prevista un'autonoma disciplina che rinvia a quest'ultima norma con esclusivo riferimento alle modalità e procedure previste a proposito della confisca. Inoltre, al momento in cui la condotta di rifiuto ha acquisito di nuovo natura di reato, l'art.186, comma 2, lett.c),cod. strada non prevedeva il raddoppio della sospensione della patente di guida in caso di appartenenza del veicolo a persona estranea al reato, introdotto solo successivamente con la l. 29 luglio 2010, n. 120, recante «Disposizioni in materia di sicurezza stradale».

L'opposto orientamento giurisprudenziale (Cass. pen., Sez. IV, 16 ottobre 2014-10 novembre 2014, n. 46390; Cass. pen., Sez. IV, 16 ottobre 2014-8 aprile 2014, n. 14169) ritiene che quelli inseriti nel primo e secondo periodo del comma 7 dell'art. 186 cod. strada siano rinvii di natura formale, atteso che il legislatore, nel reintrodurre la rilevanza penale della condotta di rifiuto, ha richiamato la disciplina sanzionatoria prevista dalla più grave ipotesi di guida in stato di ebbrezza, sia con riferimento alla pena principale, sia con riguardo alle modalità e procedure afferenti alla sospensione della patente di guida ed alla confisca del veicolo. Ne consegue che la disposizione normativa richiamata non risulta "cristallizzata" nel corpo della fattispecie di rifiuto nei termini testuali vigenti al momento di entrata in vigore del d.lgs. 285/1992 (con il quale il legislatore ha inserito nel secondo periodo del comma 7 dell'art. 186cod. strada il rinvio di cui si tratta), ma le modifiche che hanno interessato le modalità e le procedure previste dalla lettera c) del comma 2 dell'art. 186 cod. strada intervenute successivamente risultano a loro volta oggetto del richiamo operato dalla norma di rinvio e concorrono a delinearne il portato normativo. Si deve allora ritenere che la disposizione oggetto del rinvio sia quella attualmente vigente a seguito delle modifiche apportate dalla l. 120/2010, compresa la previsione relativa al raddoppio della durata della sospensione della patente di guida, nel caso in cui il veicolo appartenga a persona estranea al reato.

Le Sezioni Unite, con la pronuncia in commento, hanno aderito al primo orientamento. Osserva il Collegio che non convince la soluzione secondo la quale i rinvii, inseriti nel primo e nel secondo periodo del comma 7 dell'art. 186 cod. strada, alle pene di cui alla lettera c) del capoverso dello stesso articolo, rientrerebbero nell'ambito del rinvio c.d. formale (o dinamico), cioè aperto alle evoluzioni della norma richiamata. Infatti, il comma 7 dell'art. 186 cod. strada tiene distinti i due rinvii (rispettivamente, alle pene di cui al comma 2, lettera c) e alle modalità e procedure previste dal comma 2, lettera c)), di talché non è possibile ritenere che il regime sanzionatorio concernente la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida possa mutuarsi dall'art. 186, comma 2, lett. c),cod. strada, essendo prevista un'autonoma disciplina che rinvia a quest'ultima norma con esclusivo riferimento alle modalità e procedure previste a proposito della confisca. In altri termini, poiché il legislatore ha disciplinato la suddetta sanzione accessoria con un'autonoma cornice edittale, il rinvio all'art. 186, comma 2, lett. c) cod. strada non opera una cristallizzazione della disposizione normativa richiamata, comprensiva delle sue evoluzioni normative, con la conseguenza che non è applicabile al reato ex art. 186, comma 7,cod. strada (ma neppure a quello ex art. 187, comma 8,cod. strada, che rinvia al primo per le sanzioni), il raddoppio della durata della sospensione della patente di guida introdotto dalla l. 94/2009.

Guida all'approfondimento

BELLAGAMBA-CARITI, Il nuovo codice della strada, Milano, 2013
CIRILLO, Guida in stato di alterazione da alcool o sostanze stupefacenti, Milano, 2012

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