La Suprema Corte definisce i principi della valutazione frazionata

Redazione Scientifica
10 Settembre 2015

I giudici di legittimità della quinta sezione penale della Corte di cassazione, chiamati a pronunciarsi su un ricorso relativo ad un pronuncia di condanna per un duplice omicidio, affermano alcune importanti regole per la c.d. valutazione frazionata delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia (gli omicidi si inserivano nel contesto della malavita calabrese).

I giudici di legittimità della quinta sezione penale della Corte di cassazione, chiamati a pronunciarsi su un ricorso relativo ad una condanna per un duplice omicidio, affermano alcune importanti regole per la c.d. valutazione frazionata delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia (gli omicidi si inserivano nel contesto della malavita calabrese).

Anzitutto, la Suprema Corte ricorda che l'attendibilità della dichiarazione deve valutarsi secondo il metodo a tre tempi (Sez. Un. 1653/1993; più recentemente 20804/2013), il quale richiede:

  • in primo luogo di sciogliere il problema della credibilità del dichiarante;
  • in secondo luogo di verificare l'intrinseca consistenza e le caratteristiche delle dichiarazioni del dichiarante;
  • infine esaminare i c.d. riscontri esterni

Tale valutazione, si precisa nella sentenza, non deve muoversi attraverso passaggi separati, in quanto la credibilità soggettiva del dichiarante e quella oggettiva del contenuto della dichiarazione devono essere vagliati unitariamente.

La Suprema Corte inoltre, coglie l'occasione per affermare due importanti principi in merito alla valutazione frazionata:

  • In tema di valutazione della chiamata in reità, la verifica dell'intrinseca attendibilità delle dichiarazioni può portare anche ad esiti differenziati, purché la riconosciuta inattendibilità di alcune di esse non dipenda dall'accettata falsità delle medesime, giacché, in tal caso, il giudice di regola è tenuto ad escludere la stessa generale credibilità soggettiva del dichiarante.
  • Laddove sia accertata la falsità di parte del narrato del chiamante in reità, la valutazione frazionata dell'attendibilità delle dichiarazioni sarà ancora possibile solo laddove le false propalazioni riguardino altro soggetto oppure altro reato, sempre che esista una provata ragione specifica che abbia indotto il dichiarante a mentire; in questa ultima ipotesi l'onere motivazionale del giudice sarà rafforzato, non potendo egli omettere di affrontare la questione e spiegare le ragioni per cui l'inattendibilità parziale delle dichiarazioni, processualmente smentite, non incide sull'attendibilità del dichiarante.

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