Riforma Orlando: il Senato approva. Il testo modificato torna ora alla Camera

Redazione Scientifica
15 Marzo 2017

Il 15 marzo 2017 il Senato ha approvato il d.d.l. 2067 recante Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché all'ordinamento penitenziario per l'effettività rieducativa della pena. Il d.d.l. dovrà ora essere nuovamente votato dalla Camera dei deputati.

Il 15 marzo 2017 il Senato ha approvato il d.d.l. 2067 recante Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché all'ordinamento penitenziario per l'effettività rieducativa della pena.

Il d.d.l. dovrà ora essere nuovamente votato dalla Camera dei deputati.

Si segnalano alcune delle maggiori novità introdotte rispetto al testo precedentemente licenziato dalla Camera.

Estinzione del reato per condotte riparatorie.
L'introduzione dell'art. 162-ter c.p. subisce alcune modifiche:

Il risarcimento del danno può essere riconosciuto anche in seguito ad offerta reale ai sensi degli articoli 1208 e ss. del codice civile, formulata dall'imputato e non accettata dalla persona offesa, ove il giudice riconosca la congruità della somma offerta a tale titolo.

Il termine entro cui l'imputato deve “riparare” può essere prorogato non più fino a 1 anno ma solo per altri 6 mesi e la sospensione del processo non può superare i 90 giorni.

In caso di proroga del termine deve disporsi la confisca obbligatoria ex art. 240 c.p.p.

Nel testo approvato al Senato l'estinzione del reato per condotte riparatorie è riferita ai soli reati procedibili a querela della persona offesa; è quindi eliminata l'introduzione dell'art. 649-bis c.p., che prevedeva la possibilità di applicare tale causa di estinzione del reato anche per alcuni reati procedibili d'ufficio.

Confisca.

Il nuovo testo non prevede più la parte relativa alle ipotesi particolari di confisca di cui all'art. 12-sexies d.l. 306/1992.

Aumenti di pena.
Eliminato l'aumento di pena che era stato previsto per il delitto di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio di cui all'art. 319 c.p.
Rispetto al testo già votato alla Camera, sono invece introdotti aumenti di pena per altri reati. In particolare:

Art. 416-ter – Scambio elettorale politico mafioso

reclusione da 4 a 10 anni

reclusione da 6 a 12 anni

Art. 624-bis – Furto in abitazione e furto con strappo

reclusione da 1 a 6 anni e multa da euro 309 a euro 1032

aggravato: reclusione da 3 a 10 anni e multa da euro 206 a euro 1549

reclusione da 3 a 6 anni e multa da euro 927 a euro 1500

aggravato: reclusione da 4 a 10 anni e multa da euro 927 a euro 2000

è inserito il comma 4: Le circostanze attenuanti, diverse da quelle previste dagli articoli 98 e 625-bis, concorrenti con una o più delle circostanze aggravanti di cui all'art. 625, non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti rispetto a questa e le diminuzioni di pena si operano sulla quantità della stessa risultante dall'aumento conseguente alle predette circostanze aggravanti.

Art. 625 – Circostanze aggravanti

reclusione da 1 a 6 anni e multa da euro 103 a euro 1032

reclusione da 2 a 6 anni e multa da euro 927 a euro 1500

Art. 628 - Rapina

reclusione da 3 a 10 anni e multa da euro 516 a euro 2065

aggravato: reclusione da 4 anni e 6 mesi a 20 anni e multa da euro 1032 a euro 3098

reclusione da 4 a 10 anni e multa da euro 927 a euro 2500

aggravato: reclusione da 5 a 20 anni e multa da euro 1290 a euro 3098

è inserito il comma 4: Se concorrono due o più delle circostanze di cui al terzo comma del presente articolo, ovvero se una di tali circostanze concorre con altra fra quelle indicate nell'art. 61, la pena è della reclusione da sei a venti anni e della multa da euro 1538 a 3098

Art. 629 - Estorsione

aggravato: reclusione da 6 a 20 anni e multa da euro 5.000 a euro 15.000

aggravato: reclusione da 7 a 20 anni e multa da euro 5.000 a euro 15.000

Prescrizione.

Novità importanti riguardano gli articoli da 158 a 161 c.p., che sono modificati nel modo seguente:

Art. 158 - Decorrenza del termine della prescrizione

Il termine della prescrizione decorre, per il reato consumato, dal giorno della consumazione; per il reato tentato, dal giorno in cui è cessata l'attività del colpevole; per il reato permanente, dal giorno in cui è cessata la permanenza.

Quando la legge fa dipendere la punibilità del reato dal verificarsi di una condizione, il termine della prescrizione decorre dal giorno in cui la condizione si è verificata. Nondimeno, nei reati punibili a querela, istanza o richiesta, il termine della prescrizione decorre dal giorno del commesso reato.

Per i reati previsti dall'articolo 392, comma 1-bis, del codice di procedura penale, se commessi nei confronti di minore, il termine della prescrizione decorre dal compimento del diciottesimo anno di età della persona offesa, salvo che l'azione penale sia stata esercitata precedentemente. In quest'ultimo caso il termine di prescrizione decorre dall'acquisizione della notizia di reato.

Art. 159 - Sospensione del corso della prescrizione

Il corso della prescrizione rimane sospeso in ogni caso in cui la sospensione del procedimento o del processo penale o dei termini di custodia cautelare è imposta da una particolare disposizione di legge, oltre che nei casi di:

1) autorizzazione a procedere, dalla data del provvedimento con cui il pubblico ministero presenta la richiesta sino al giorno in cui l'autorità competente la accoglie;

2) deferimento della questione ad altro giudizio, sino al giorno in cui viene decisa la questione;

3) sospensione del procedimento o del processo penale per ragioni di impedimento delle parti e dei difensori ovvero su richiesta dell'imputato o del suo difensore. In caso di sospensione del processo per impedimento delle parti o dei difensori, l'udienza non può essere differita oltre il sessantesimo giorno successivo alla prevedibile cessazione dell'impedimento, dovendosi avere riguardo in caso contrario al tempo dell'impedimento aumentato di sessanta giorni. Sono fatte salve le facoltà previste dall'articolo 71, commi 1 e 5, del codice di procedura penale;

3-bis) sospensione del procedimento penale ai sensi dell'articolo 420-quater del codice di procedura penale;

3-ter) rogatorie all'estero, dalla data del provvedimento che dispone una rogatoria sino al giorno in cui l'autorità richiedente riceve la documentazione richiesta, o comunque decorsi sei mesi dal provvedimento che dispone la rogatoria.

Il corso della prescrizione rimane altresì sospeso nei seguenti casi:

1) dal termine previsto dall'articolo 544 del codice di procedura penale per il deposito della motivazione della sentenza di condanna di primo grado, anche se emessa in sede di rinvio, sino alla pronuncia del dispositivo della sentenza che definisce il grado successivo di giudizio, per un tempo comunque non superiore ad un anno e sei mesi;

2) dal termine previsto dall'articolo 544 del codice di procedura penale per il deposito della motivazione della sentenza di condanna di secondo grado, anche se emessa in sede di rinvio, sino alla pronuncia del dispositivo della sentenza definitiva, per un tempo comunque non superiore ad un anno e sei mesi.

I periodi di sospensione di cui al secondo comma sono computati ai fini della determinazione del tempo necessario a prescrivere dopo che la sentenza del grado successivo ha assolto l'imputato ovvero ha annullato la sentenza di condanna nella parte relativa all'accertamento della responsabilità o ne ha dichiarato la nullità ai sensi dell'articolo 604, commi 1, 4 e 5-bis, del codice di procedura penale.

Se durante i termini di sospensione di cui al secondo comma si verifica un'ulteriore causa di sospensione di cui al primo comma, i termini sono prolungati per il periodo corrispondente.

La prescrizione riprende il suo corso dal giorno in cui è cessata la causa della sospensione.

Nel caso di sospensione del procedimento ai sensi dell'articolo 420-quater del codice di procedura penale, la durata della sospensione della prescrizione del reato non può superare i termini previsti dal secondo comma dell'articolo 161 del presente codice.

Art. 160 - Interruzione del corso della prescrizione

Il corso della prescrizione è interrotto dalla sentenza di condanna o dal decreto di condanna.

Interrompono pure la prescrizione l'ordinanza che applica le misure cautelari personali e quella di convalida del fermo o dell'arresto, l'interrogatorio reso davanti al pubblico ministero o alla polizia giudiziaria, su delega del pubblico ministero, o al giudice, l'invito a presentarsi al pubblico ministero per rendere l'interrogatorio, il provvedimento del giudice di fissazione dell'udienza in camera di consiglio per la decisione sulla richiesta di archiviazione, la richiesta di rinvio a giudizio, il decreto di fissazione della udienza preliminare, l'ordinanza che dispone il giudizio abbreviato, il decreto di fissazione della udienza per la decisione sulla richiesta di applicazione della pena, la presentazione o la citazione per il giudizio direttissimo, il decreto che dispone il giudizio immediato, il decreto che dispone il giudizio e il decreto di citazione a giudizio.

La prescrizione interrotta comincia nuovamente a decorrere dal giorno della interruzione. Se più sono gli atti interruttivi, la prescrizione decorre dall'ultimo di essi; ma in nessun caso i termini stabiliti nell'articolo 157 possono essere prolungati oltre i termini di cui all'articolo 161, secondo comma, fatta eccezione per i reati di cui all'articolo 51, commi 3-bis e 3-quater, del codice di procedura penale.

Art. 161 - Effetti della sospensione e della interruzione

L'interruzione della prescrizione ha effetto per tutti coloro che hanno commesso il reato. La sospensione della prescrizione ha effetto limitatamente agli imputati nei cui confronti si sta procedendo.

Salvo che si proceda per i reati di cui all'articolo 51, commi 3-bis e 3-quater, del codice di procedura penale, in nessun caso l'interruzione della prescrizione può comportare l'aumento di più di un quarto del tempo necessario a prescrivere, della metà per i reati di cui agli articoli 318, 319, 319-ter, 319-quater, 320, 321, 322-bis, limitatamente ai delitti richiamati dal presente comma, e 640-bis, nonché nei casi di cui all'articolo 99, secondo comma, di due terzi nel caso di cui all'articolo 99, quarto comma, e del doppio nei casi di cui agli articoli 102, 103 e 105.

Impugnazioni.

Si segnala che con il testo votato al Senato si modificano gli artt. 546 e 581 c.p.p. operando un ridimensionamento dell' impugnazione, in particolare l'art. 581 c.p.p., Forma dell'impugnazione prevede che il mancato rispetto delle indicazioni ivi contenute per la proposizione dell'impugnazione rende inammissibile la stessa.

Delega al Governo in materia di intercettazione di conversazioni o comunicazioni.

Il termine per l'adozione dei decreti legislativi è ridotto a tre mesi (il testo precedente prevedeva un anno). Le novità più rilevanti riguardano la previsione come delitto, punibile con la reclusione non superiore a quattro anni, della diffusione, al solo fine di recare danno alla reputazione o all'immagine altrui, di riprese audiovisive o registrazioni di conversazioni, anche telefoniche, svolte in sua presenza ed effettuate fraudolentemente; l'introduzione di una disciplina per le intercettazioni mediante captatore informatico; oltreché la previsione di maggiori cautele in tema di riservatezza degli atti contenenti registrazioni inutilizzabili ovvero contenenti dati sensibili o comunque che non siano pertinenti all'accertamento della responsabilità per i reati per cui si sta procedendo.

Delega al Governo in materia di ordinamento penitenziario.

Rimane invece di un anno in termine per attuare i decreti legislativi per la riforma dell'ordinamento penitenziario. Nel nuovo testo viene data maggiore rilevanza al perseguimento della funzione rieducativa della pena attraverso la responsabilizzazione del detenuto.

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