Amministratori privi di deleghe e dovere di agire informati
01 Settembre 2016
Con la sentenza n. 17441/2016 la Suprema Corte ribadisce che, a seguito del D.Lgs. n. 6/2003, la responsabilità degli amministratori di s.p.a. privi di delega non può ad oggi fondarsi su una generale omissione di vigilanza, tale da tramutarsi nei fatti in una responsabilità oggettiva, ma deve necessariamente «riconnettersi alla violazione del dovere di agire informati, sia sulla base delle informazioni che a detti amministratori devono essere somministrate, sia sulla base di quelle che essi possono acquisire di propria iniziativa».
La vicenda. Il curatore fallimentare di una s.p.a. fallita aveva convenuto in giudizio tutti gli amministratori esercitando nei loro riguardi azione di responsabilità ex art. 146 l. fall. A seguito della condanna, gli amministratori privi di specifiche deleghe all'interno della società impugnavano la decisione, prima in appello e poi in cassazione, lamentando la violazione di legge da parte del tribunale in riferimento all'applicazione dell'art. 2392 c.c.
Il dovere di agire informati post riforma del 2006. Nel suo intervento, il Collegio ritiene fondati i ricorsi e fa il punto sulla disciplina applicabile al caso di specie. È noto che gli amministratori possono essere chiamati a rispondere verso la società amministrata laddove vengano meno ai loro doveri, individuati dall'art. 2392 c.c. In riferimento all'amministratore privo di delega, il testo dell'art. 2392 c.c. è stato profondamente modificato dall'intervento riformato del D.Lgs. n. 3/2006 che ha espunto il generale obbligo di adempiere ai propri doveri secondo il parametro della diligenza del mandatario. Il testo del citato articolo richiama oggi quanto previsto nell'art. 2381 c.c., che dispone in capo agli amministratori in questione il compito di valutare l'adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile sulla base delle informazioni ricevute, tratteggiando quello che viene definito come il cd. dovere di agire informati.
I presupposti della responsabilità. In conclusione, gli amministratori non operativi di una s.p.a. rispondono per l'omesso controllo solo se si trovano aconoscenza di dati tali da richiedere un loro intervento e non siano intervenuti in alcun modo, ovvero non si siano attivati per procurarsi gli elementi necessari per rispondere al loro dovere di agire informati. Infine, la Corte precisa che la semplice facoltà di «chiedere agli organi delegati di fornire informazioni relative alla gestione della società» si trasforma in un obbligo positivo di condotta solo qualora sorgano elementi tali da dover avvertire agli amministratori delegati al fine di adottare comportamenti parametrati alla «diligenza richiesta dalla natura dell'incarico e dalle specifiche competenze». |