Il fondo svalutazione crediti: aspetti civilistici, fiscali e contabili
29 Novembre 2013
Il fondo rischi su crediti: aspetti civilistici
Il rischio derivante dal mancato pagamento da parte dei clienti merita non solo attenzione sotto il profilo del recupero del credito (per la quale resta una procedura spesso inevitabile), ma anche sotto quello contabile. Quantificare tale rischio vuol dire eseguire una stima di ciò che si presume di perdere dalla clientela in termini di incassi su un credito documentato. Le prime istruzioni operative in merito vengono disposte dal Codice civile ed in particolare da una serie di norme. In primo luogo, l'art. 2423-bis (introdotto dal D.Lgs. del 17 gennaio 2003, n. 6, recante la “Riforma organica della disciplina delle società di capitali e società cooperative, in attuazione della legge 3 ottobre 2001, n. 366”), intitolato dei “Principi di redazione del bilancio”, al comma 1 sancisce che la valutazione delle voci deve essere eseguita seguendo il principio della prudenza, tenendo conto del fatto che l'attività economica deve essere vista – contabilmente - in una prospettiva di continuità nel tempo, in più, occorre tener conto della “funzione economica dell'elemento dell'attivo o del passivo considerato”.
Nell'art. 2424 (intitolato del “Contenuto dello stato patrimoniale”) si evince che nell'attivo dello Stato patrimoniale devono essere riportati i crediti verso clienti al netto di eventuale fondo rischi su crediti. In più, nel successivo art. 2424-bis, intitolato delle “disposizioni relative a singole voci dello stato patrimoniale”, al co. 5, viene disposto che le operazioni cosiddette “pronti contro termine” devono essere iscritte nello Stato patrimoniale del venditore poiché si ritiene che il fondamento economico dell'operazione non sia tanto la transazione in titoli quanto la raccolta temporanea di liquidità.
In buona sostanza, in questo caso, ci si riferisce a contratti nei quali un venditore, normalmente un istituto bancario, vende una certa quantità di titoli ad un acquirente e, si impegna, nel contempo, a riacquistarli dal medesimo acquirente e ad una data prestabilita. Continuando, la rassegna delle norme interessate del Codice civile, giungiamo ad un altro importante riferimento: l'art. 2425, intitolato del “contenuto del conto economico”. Nel menzionato articolo possiamo rilevare due riferimenti ben precisi in tema:
Da ciò si evince, quindi, che:
In ultima analisi, ma non di grado inferiore in termini di importanza rispetto alle altre norme, l'art. 2426 fornisce importanti indicazioni in termini di “criteri di valutazione” dei crediti. Profili fiscali
Sotto il profilo della normativa fiscale, la svalutazione dei crediti e le annesse operazioni relative alle perdite ed accantonamenti, trovano, nel loro complesso, espressa disciplina nella seguente normativa primaria:
A tale normativa, inoltre, si aggiunge la Circolare n. 26/E del 1° agosto 2013, emessa dall'Agenzia delle Entrate, con la quale si forniscono chiarimenti in materia di trattamento fiscale applicabile alle nuove ipotesi di deducibilità fiscale delle perdite su crediti. Nuove ipotesi, che sorgono, anche per effetto delle modifiche intercorse al comma 5 dell'art. 101 T.U.I.R. ovvero con il D.L. n. 83/2012 (art. 33, comma 5) convertito con modificazioni in Legge 7 agosto 2012, n. 134. Nello specifico, l'attenzione viene posta in riferimento a:
Ritornando ai riferimenti specifici sanciti nel T.U.I.R., e con riferimento ai sopra menzionati articoli, da essi si evincono sia le regole che i criteri utili per la gestione e trattamento dei crediti ai fini della determinazione del reddito d'impresa sotto il profilo fiscale. Il fondo svalutazione crediti
Il fondo svalutazione crediti, pertanto, interviene alla fine dell'esercizio amministrativo a fronte di ricavi (per vendite di beni o prestazioni di servizi) già rilevati in contabilità ma il cui relativo credito non è ancora stato incassato e, quindi, non è certo il buon esito dell'obbligo del cliente dell'impresa. Quindi, quando si parla di rischio sul credito ci si riferisce a diversi eventi, quali:
Per procedere alla determinazione della somma da imputare al conto “Fondo svalutazione crediti” occorre, in linea generale, tenere in considerazione alcuni fattori determinanti:
In definitiva, occorre tener presente che proprio perché un credito è incerto in termini di riscossione non lo si può automaticamente stralciare. FONDO SVALUTAZIONE CREDITI oppure FONDO RISCHI SU CREDITI Il “Fondo svalutazione crediti”, accoglie nella sezione dell'avere gli importi che si riferiscono a parti di crediti riferibili a clienti specifici e che si presume di non poter incassare. D'altro canto, può essere utile per imputare, nella sezione dell'avere, quella parte di crediti che si presume di non poter riscuotere e che si riferisce a clienti non esattamente individuabili. Scritture contabili
In sede di scritture contabili ci si può trovare in presenza di diverse situazioni:
Nel primo caso saremo in presenza di un fondo svalutazione crediti tassato; nel secondo caso, invece, di un fondo a fronte del quale si potranno rilevare solo delle imposte differite. 1° Esempio - Accantonamento ed imputazione al conto fondo svalutazione
2° Esempio - Riscossione di parte del credito mediante l'utilizzo del fondo di svalutazione
3° Esempio - Credito non riscosso ed utilizzo del fondo svalutazione
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