Compenso dell’amministratore-socio e danno da revoca ingiusta

La Redazione
23 Agosto 2016

Se lo statuto di una s.r.l. prevede che il compenso annuale dell'amministratore (che sia anche socio) possa essere stabilito dall'assemblea dei soci, ma l'amministratore interessato non si adopera per spronare l'approvazione di tale delibera nell'inerzia dell'assemblea, si può ritenere che il suo atteggiamento integri un comportamento concludente tramite il quale rinuncia tacitamente all'assegnazione di compensi per l'attività svolta.

Se lo statuto di una s.r.l. prevede che il compenso annuale dell'amministratore - che sia anche socio - possa essere stabilito dall'assemblea dei soci, ma l'amministratore interessato non si adopera per spronare l'approvazione di tale delibera nell'inerzia dell'assemblea, si può ritenere che il suo atteggiamento integri un comportamento concludente tramite il quale rinuncia tacitamente all'assegnazione di compensi per l'attività svolta. In tal caso, proprio poiché l'amministratore aveva tacitamente accettato di svolgere gratuitamente la propria attività, non è configurabile alcun danno a seguito di revoca dalla carica senza giusta causa.

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