Legge europea 2015 – 2016: in G.U. la disciplina per l’indennizzo in favore delle vittime di reati intenzionali violenti

Redazione Scientifica
18 Luglio 2016

Nella Gazzetta Ufficiale n. 158 dell'8 luglio 2016 è stata pubblicata la L. 7 luglio 2016, n. 122, «Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2015-2016». Entrerà in vigore dal 23 luglio.

Il diritto all'indennizzo. Il corpo della legge si sviluppa in 37 articoli suddivisi in 9 capi, riferiti a specifiche materie.

Ciò che rileva in questa sede è il Capo III (artt. da 7 a 16) «disposizioni in materia di giustizia e sicurezza». In particolare alla sez. II, gli artt. 11 e ss si occupano del «Diritto all'indennizzo per le vittime di reati violenti intenzionali» (v. in Ridare: Vittime di reati violenti: l'intervista all'avvocato Marco Bona; Vittime di reati violenti fanno causa alla Presidenza del consiglio per mancata attuazione di direttiva europea; La Commissione Europea deferisce l'Italia alla Corte UE per normativa insufficiente sull'indennizzo delle vittime di reato; Vittime di reati violenti intenzionali: la Cassazione rimane in attesa della Cgue; Vittime di reati violenti intenzionali: depositate le conclusioni dell'avvocato generale della Cgue).

I titolari. La legge – all'art. 11 - specifica che il diritto in esame spetta alla vittima di un reato doloso commesso con violenza alla persona e comunque del reato ex art. 603-bis c.p.. L'indennizzo è posto a carico della Stato ed è «elargito per la rifusione delle spese mediche e assistenziali». Per i fatti di violenza sessuale e di omicidio invece l'indennizzo è sempre elargito anche in assenza di spese mediche e assistenziali.

I prerequisiti. L'art. 12 della legge indica le condizioni per l'accesso all'indennizzo, quali:

  1. il reddito annuo della vittima non deve essere superiore a quello previsto per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato;
  2. l'infruttuoso esito dell'azione esecutiva da parte della vittima nei confronti dell'autore del reato per ottenere il risarcimento del danno dal soggetto obbligato in forza di sentenza;
  3. la vittima non deve aver concorso, anche colposamente, alla commissione del reato;
  4. la vittima non deve essere stata condannata o non deve essere sottoposta a procedimento penale;
  5. la vittima non deve aver percepito, per lo stesso fatto, somme erogate da soggetti pubblici o privati.

La domanda, i termini e gli allegati. La domanda di indennizzo, ex art. 13, deve essere presentata - nel termine di 60 giorni dalla decisione che ha definito il giudizio o dall'ultimo atto dell'azione esecutiva infruttuosamente esperita - dall'interessato o, in caso di morte, dagli aventi diritto, allegando:

  1. copia della sentenza di condanna;
  2. documentazione circa l'infruttuoso esperimento dell'azione esecutiva per il risarcimento dei danni nei confronti dell'autore del reato;
  3. dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà;
  4. certificazione medica attestante le spese sostenute per prestazioni sanitarie o il certificato di morte della vittima del reato.

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