La competenza sulla domanda di regresso del Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada spetta al Giudice di Pace

24 Febbraio 2017

La controversia avente ad oggetto la domanda di regresso proposta, ai sensi dell'art. 292 e 283, lett. a), b), d), d bis) e d ter), d. lg. n. 209 del 2005, dall'impresa designata dal Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada contro il responsabile del danno da circolazione dei veicoli, si deve ritenere compresa nella previsione di competenza del giudice di pace per materia, con il limite di valore relativo alle cause di risarcimento del danno da circolazione stradale (art. 7 c.p.c.).
Qualificazione giuridica dell'azione esercitata dal Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada per il recupero dell'indennizzo pagato

L'impresa designata dal Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada è un garante ex lege del debito altrui, la cui obbligazione, avente natura pacificamente risarcitoria e non indennitaria (per tutte, Cass. civ. sez. III, 19 dicembre 1990, n. 12036), si sostituisce a quella del responsabile del danno, salva la possibilità di rivalersi su quest'ultimo per quanto corrisposto al danneggiato.

Ad essa infatti, una volta pagato l'indennizzo, la legge accorda la facoltà di recuperare il relativo importo nei confronti del soggetto che, in mancanza dell'intervento dell'impresa designata, sarebbe stato tenuto a sopportarne il relativo onere.

Dottrina e giurisprudenza sono divise sulla corretta qualificazione giuridica della "sostituzione" sopra menzionata.

L'art. 292, comma 1, d.lg. n. 209 del 2005 (che ha sostituito l'art. 29 l. n. 990/1969) prevede, testualmente, che il recupero possa avvenire mediante un'azione, denominata di regresso, esperibile nei confronti del responsabile del sinistro causato da veicoli non identificati (nell'eventualità che il responsabile sia stato successivamente identificato), privi di assicurazione o circolanti prohibente domino.

Secondo alcuni interpreti, con la predetta azione di regressol'impresa designata esercita un diritto di ripetizione nuovo e proprio, conferitole dal legislatore per il fatto di gestire pubblico denaro con destinazione mutualistica, mentre con quella di surrogazione di cui al secondo comma del medesimo art. 292 esercita (nei confronti dell'impresa, in liquidazione coatta, presso la quale risulti assicurato il veicolo danneggiante) un diritto derivato da quello del danneggiato.

Secondo altri interpreti, sia il comma 1 che il comma 2 dell'art. 292 citato regolano fattispecie di surrogazione riconducibili alla previsione normativa dell'art. 1203, n. 5 c.c.: anche con l'azione di cui al comma 1, pertanto, l'impresa designata subentra nella stessa posizione sostanziale e processuale del danneggiato, in quanto non adempie un debito proprio, ma è tenuta per legge a pagare un debito altrui.

Le illustrate discordanze interpretative emergono anche nella giurisprudenza di legittimità e di merito.

La qualificazione dell'azione come regresso o come surrogazione rileva sul piano della prescrizione e sul piano delle prerogative che l'impresa designata ha nei confronti dei vari responsabili.

Anzitutto diversi sono i termini di decorrenza della prescrizione del diritto: dal momento in cui poteva essere fatta valere per la surrogazione e dal giorno del pagamento per il regresso.

Orientamenti a confronto

Diritto fondato su di un'azione autonoma e specifica prevista dalla legge: azione di regresso

  • Il diritto di recupero è un diritto non derivante da quello del danneggiato al risarcimento dei danni, ma fondato su di un'azione autonoma e specifica prevista dalla legge (Cass. civ., sez. III, 11 maggio 2007, n. 10827; Cass. civ., sez. III, 19 giugno 2013, n. 15303; Trib. Firenze, sez. II, 27 gennaio 2015, n. 207; App. Firenze, sent. N. 1934/2016; Cass. civ., sez. III, sent., 17 gennaio 2017, n. 930)
  • Quanto alla durata del termine di prescrizione, la giurisprudenza che qualifica l'azione ex art. 292 comma 1, d.lg. n. 209 del 2005 quale azione autonoma e indipendente dal diritto del danneggiato ritiene che essa non sia soggetta al termine di prescrizione biennale, applicabile all'azione risarcitoria spettante al danneggiato dalla circolazione stradale, poiché il diritto cui si ricollega non è condizionato e non deriva dal diritto del danneggiato al risarcimento dei danni, ma trova il suo fondamento nella suddetta azione specifica, concessa dalla legge e soggetta all'ordinario termine di prescrizione decennale (per tutte, Cass. civ., sez. III, 19 giugno 2013, n. 15303).
  • all'azione dell'impresa designata si possono applicare gli artt. 1299 e 2055 c.c. con la conseguenza che, nel caso di sinistro imputabile a più responsabili (come nel caso di sinistro causato da conducente diverso dal proprietario del veicolo), l'impresa designata potrà pretendere solo la quota su questi gravante (Cass. civ., sez. III, 1 febbraio 2011, n. 2347, in Arch. circolaz., 2011, 819).

Diritto ricondotto all'ambito della surrogazione legale ex art. 1203, n. 5, c.c.

  • Al testuale distinguo normativo non corrisponde una sostanziale differenza tra le due azioni, sicché l'azione recuperatoria dell'indennizzo nei confronti del responsabile civile viene ricondotta all'ambito della surrogazione legale ex art. 1203, n. 5, c.c., sul presupposto che essa attribuisca all'impresa designata il medesimo diritto vantato dal danneggiato (Cass. civ., sez. Un., 11 novembre 1991, n. 12014; Cass. civ., sez. III, 13 ottobre 1997, n. 9956; Cass. civ., 15 gennaio 2002, n. 366; Cass. civ, 17 settembre 2005, n. 18446; Cass. civ., 6 luglio 2006, n. 15357; in un obiter dictum, Cass. civ., Sez. Un., 02 aprile 2007, n. 8085; Trib. Trieste, 15 dicembre 2011; Cass. civ., sez. III, sent., 6 ottobre 2016, n. 20026).
  • Quanto alla durata del termine di prescrizione, la giurisprudenza che qualifica l'azione ex art. 292, comma 1, d.lg. n. 209/2005 quale fattispecie di surrogazione legale di cui all'art. 1203, n. 5, c.c. ritiene che il diritto dell'impresa sia soggetto alla prescrizione biennale, con decorrenza dall'esecuzione del pagamento al danneggiato (in quanto l'impresa designata subentra nella medesima posizione sostanziale e processuale del danneggiato).
  • è escluso che all'azione dell'impresa designata si possano applicare gli artt. 1299 e 2055 c.c. (dettati per l'azione di regresso), con la conseguenza che, nel caso di sinistro imputabile a più responsabili (come nel caso di sinistro causato da conducente diverso dal proprietario del veicolo), l'impresa designata potrà pretendere da uno qualsiasi dei due responsabili l'intero importo pagato e non solo la quota su questi gravante e, nel caso di insolvenza di uno dei corresponsabili, l'altro sarà tenuto per l'intero (Cass. civ., sez. III, 1 febbraio 2011, n. 2347, in Arch. circolaz., 2011, 819).
L'oggetto dell'accertamento compiuto dal giudice investito della cognizione sull'azione recuperatoria

Quale che sia la qualificazione dell'azione recuperatoria prevista dall'art. 292, comma 1, d.lg. n. 209 del 2005 - la si qualifichi cioè quale ipotesi di surrogazione o di regresso - il suo accoglimento o rigetto (così come accade per le azioni di rivalsa dell'assicuratore verso l'assicurato nella misura in cui avrebbe avuto contrattualmente diritto di rifiutare o ridurre la propria prestazione) è imprescindibilmente legato non già solo alla mancata copertura assicurativa del veicolo responsabile del sinistro e all'avvenuto pagamento del danno da parte dell'impresa designata, ma anzitutto al concreto accertamento della responsabilità per il sinistro stradale, responsabilità che, infatti, il convenuto in regresso (o rivalsa) può contestare formulando le medesime eccezioni opponibili al danneggiato (Cass. civ., sez. VI, 28 agosto 2012, n. 14681).

La Suprema Corte, nell'arresto giurisprudenziale da ultimo citato, dà chiaramente conto di ciò, articolando il seguente ragionamento logico:

  • la violazione dell'obbligo di assicurare il proprio veicolo o natante configura illecito amministrativo (art. 317 d.lg. n. 209 del 2005) e costituisce il presupposto della legittimazione passiva del F.G.V.S. (art. 283, d.lg. n. 209 del 2005) per l'azione risarcitoria in sostituzione dell'assicurazione;
  • a norma dell'art. 292, d.lg. n. 209 del 2005, l'impresa designata che, anche in via di transazione, abbia risarcito il danno nei casi previsti dall'art. 283, comma 1, lett. a), b) e d), d-bis) e d-ter), ha azione di regresso nei confronti dei responsabili del sinistro per il recupero dell'indennizzo pagato nonché dei relativi interessi e spese;
  • questa norma è omologa al diritto di rivalsa dell'assicuratore nei confronti dell'assicurato (l'art. 144 d.lg. n. 209 del 2005 conferisce al danneggiato l'azione risarcitoria direttamente nei confronti dell'assicurazione che, tuttavia, ha il diritto di rivalsa verso l'assicurato nella misura in cui avrebbe avuto contrattualmente diritto di rifiutare o ridurre la propria prestazione, secondo le norme sulla responsabilità civile);
  • ne consegue che il giudizio instaurato, nei confronti dei responsabili del sinistro, dal danneggiato per ottenere il risarcimento del danno e dall'impresa designata a fini di recupero dell'indennizzo si fondano sullo stesso fatto illecito prodotto dalla circolazione del veicolo e sull'accertamento di responsabilità in ordine ad esso: tanto è vero che, se la sentenza esclude la responsabilità del proprietario del veicolo (perché, ad esempio, è provato che la circolazione del veicolo è avvenuta contro la sua volontà: art. 2054, comma 3, c.c.), non può accogliere l'azione di regresso nei suoi confronti, che quell'accertamento di responsabilità postula.

L'azione di regresso del Fondo di garanzia verso il responsabile civile è correlata «al concreto accertamento della responsabilità per il sinistro stradale che il convenuto (…) può contestare formulando le medesime eccezioni opponibili al danneggiato», e tale accertamento è sempre coperto dal giudicato.

Lo è anzitutto nel caso in cui si ritenga che il diritto che la legge attribuisce al Fondo è lo stesso che spetta al danneggiato (surrogazione): se, infatti, l'attribuzione patrimoniale spettante al Fondo coincide con quella che spetterebbe al danneggiato e la cognizione dei fatti relativi al sinistro stradale è identica a quella del giudizio promosso da quest'ultimo, l'effettiva responsabilità del convenuto non può essere oggetto di un accertamento in via meramente incidentale.

Di accertamento incidentale potrebbe parlarsi se l'accoglimento della pretesa oggetto del giudizio promosso dal Fondo dipendesse da altra situazione sostanziale, cosicché la decisione incidentale su quest'ultima non sarebbe coperta dal giudicato. Ma nella fattispecie in esame la situazione sostanziale da accertare (l'illecito) è la medesima, sicché l'accertamento di quest'ultima, indispensabile per riconoscere o meno il diritto ad essa collegato, fa stato tra le parti. Non c'è dipendenza sotto nessun profilo, ma vera e propria coincidenza. Dunque non può farsi questione di accertamento incidentale.

E ancora. Nel caso in cui si propenda per il riconoscimento dell'autonomia del diritto dedotto in giudizio dal Fondo (regresso), e dunque ragionando in termini di pregiudizialità, si tratta pur sempre di pregiudizialità meramente logica, non certo tecnica. Non vi sono, infatti, due distinti ed autonomi rapporti giuridici legati dal nesso di pregiudizialità-dipendenza in senso tecnico, cosicché sull'accertamento incidentale del primo non si forma il giudicato. Vi è un singolo diritto che si riallaccia al rapporto fondamentale, sicché sull'accertamento di quest'ultimo, indispensabile per riconoscere o meno il diritto ad esso collegato, si forma il giudicato. Il principio trova continui riscontri in giurisprudenza, osservandosi che l'autorità del giudicato relativamente a una certa fattispecie investe implicitamente la soluzione di qualunque questione, di fatto o di diritto, che ne abbia costituito l'indispensabile premessa logica, ovvero il necessario antecedente logico-giuridico (per tutte, Cass. civ., sez. lav., 9 dicembre 2016, n. 25269).

La competenza del Giudice di Pace nelle cause di valore compreso entro € 20.000,00

Nel 2010 la Cassazione, nell'ambito di un regolamento d'ufficio di competenza, si è pronunciata sulla questione di diritto se la controversia avente ad oggetto la domanda di regresso proposta dall'impresa designata dal Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada contro il responsabile del danno da circolazione dei veicoli debba, o meno, ritenersi compresa nella previsione di competenza per materia e per valore del Giudice di Pace, al quale l'art. 7, comma 2, c.p.c. devolve la cognizione sulle cause di risarcimento del danno da circolazione stradale, allorquando il relativo valore sia compreso nel limite fissato da tale norma.

La risposta al quesito è stata affermativa, sul presupposto che l'oggetto dell'accertamento da compiersi da parte del giudice investito della domanda non è in alcun modo differente da quello che sarebbe stato se il danneggiato avesse agito direttamente nei confronti del responsabile (Cass. civ., sez. VI, 23 luglio 2010 n. 17467).

La pronuncia si colloca nel filone interpretativo che riconduce l'azione di regresso ex art. 292, comma 1,d. lg. n. 209 del 2005 nell'ambito della surrogazione legale ex art. 1203 n. 5 c.c.

Ma la conclusione non avrebbe potuto essere diversa quand'anche si fosse collocata nell'ambito dell'orientamento interpretativo di segno contrario, dal momento che ai fini della determinazione della competenza ciò che rileva non è la qualificazione dell'azione, ma solo il petitum e, con esso, l'oggetto dell'accertamento.

L'introduzione del Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada nel nostro ordinamento risponde ad una scelta di politica legislativa volta ad assicurare che il soggetto rimasto danneggiato nell'ambito di un sinistro cagionato da un veicolo sprovvisto di assicurazione sia risarcito "sempre e comunque". La previsione di tale strumento di tutela non incide, peraltro, sul criterio di determinazione della responsabilità dei soggetti coinvolti in sinistri stradali, così come definito dall'art. 2054 c.c.

Sostenere che l'azione di “regresso” non sorgerebbe dal fatto illecito in sé e per sé, ma solo dalla mancata copertura assicurativa e dall'avvenuto pagamento dell'indennizzo da parte del FVGS, appare non condivisibile, perché è pur sempre richiesto l'accertamento concernente la responsabilità del veicolo non assicurato nella causazione del sinistro ed è pur sempre da tale responsabilità che si origina l'obbligazione risarcitoria.

Il presupposto per l'esperimento dell'azione recuperatoria da parte dell'impresa designata dal Fondo di garanzia è la responsabilità del soggetto che ha causato l'incidente e del quale il Fondo ha assunto l'obbligazione risarcitoria.

Vi sono dunque una fase risarcitoria, in cui il Fondo si sostituisce al soggetto responsabile del sinistro, ed una fase recuperatoria, in cui l'impresa designata ripete dal responsabile quanto versato in sua vece.

Quale che sia la fase nella quale ci si trova, la competenza a conoscere della responsabilità del veicolo non assicurato e della sussistenza del diritto restitutorio apparterrà, entro il limite di valore dell'art. 7, comma 2, c.p.c., al Giudice di Pace.

In conclusione

Il presupposto per l'esperimento dell'azione recuperatoria da parte dell'impresa designata dal Fondo di garanzia è la responsabilità del soggetto che ha causato l'incidente e del quale il Fondo ha assunto l'obbligazione risarcitoria.

Quale che sia la qualificazione data all'azione prevista dal primo comma dell'art. 292 d.lg. n. 209 del 2005, tale responsabilità è oggetto di accertamento in via principale, coperto dal giudicato.

Ne consegue che, in ogni caso, la competenza a conoscere della responsabilità del veicolo non assicurato e della sussistenza del diritto restitutorio appartiene, entro il limite di valore dell'art. 7, comma 2, c.p.c., al Giudice di Pace.

Guida all'approfondimento

G. BONILINI-U. CARNEVALI-M. CONFORTINI (a cura di), Codice Ipertestuale della Responsabilità Civile. La R.C. Auto, Torino, II ed., 2008, 466;

M. CRISCUOLO, Rivalse, regressi, surroghe e manleve in materia di r.c.a., Danno e Responsabilità,1998, 972 ss.;

G. GRASSELLI, Fondo di garanzia per le vittime della strada: la rivalsa dell'impresa designata, in Danno e Resp., 2013, 10, 963.

M. HAZAN, S. TAURINI, Assicurazioni private 2015, Parte VI, Cap. II, Milano, 2015;

M. ROSSETTI, Il diritto delle assicurazioni, Vol. III, Cap. I, par. 31.18, pag. 575 e ss., Padova, 2013;

C. TRECCANI, Qualificazione dell'azione spettante all'impresa designata nei confronti del responsabile del sinistro – il commento, in Danno e Resp., 2014, 6, 610.

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