Azione risarcitoria per condotte illecite concorrenziali: la competenza è del Tribunale delle imprese
31 Agosto 2017
Il fatto. La vicenda posta al vaglio della Corte di Cassazione è originata da un'ordinanza con cui il Tribunale, sezione specializzata in materia d'impresa, si riteneva competente a decidere la controversia. Il provvedimento era impugnato con regolamento di competenza da alcuni convenuti che ritenevano invece sussistere la competenza funzionale del Giudice del Lavoro presso altri Tribunali territoriali.
Le contestazioni nel convenuto non vulnerano la competenza implicando un esame nel merito e probatori della questione. Il ricorso per il regolamento di competenza era dichiarato infondato. La Cassazione argomentava che l'indagine sulla competenza debba essere eseguita sulla scorta di quelle che sono le allegazioni dell'attore, contenute nella domanda introduttiva del giudizio, senza che possano essere vagliate le contestazioni della parte convenuta finalizzate a vulnerare il radicamento della competenza. In tale prospettiva la domanda proposta dall'attrice si qualificava come di risarcimento dei danni a seguito di atti di concorrenza sleale e di abuso di informazioni segrete.
Gli atti di concorrenza sleale e la violazione extracontrattuale. Erano ritenute prive di fondamento giuridico, ai fini del radicamento della competenza, anche le argomentazioni svolte da uno dei convenuti in merito all'esistenza di un patto di non concorrenza della durata di 12 mesi dalla cessazione del rapporto di collaborazione. I Giudici di legittimità specificavano che gli atti di concorrenza addotti dall'attrice erano sleali e non leciti, quindi differenti rispetto a quelli invocati ex contratto.
Nessuna relazione di accessorietà tra le domande risarcitorie proposte. La Cassazione statuiva anche l'infondatezza dell'argomento difensivo teso a contestare la forza attrattiva esercitata dalla materie devolute alle sezioni specializzate in materia d'imprese, restando esclusa l'applicazione dell'art. 40 c.p.c. trattandosi di connessione oggettiva che da luogo a cumulo soggettivo e che risulta estranea alla norma processuale che regola le cause connesse.
(FONTE: www.dirittoegiustizia.it)
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