Dichiarazione fraudolenta per l'impresa citata in fattura ma che non ha eseguito i lavori

La Redazione
03 Maggio 2017

La Corte di Cassazione ha affermato che si configura il reato di dichiarazione fraudolenta qualora le imprese citate in fattura esistono ma non sono quelle che hanno effettivamente svolto i lavori.

Che succede se le imprese citate in fattura esistono ma non sono quelle che hanno effettivamente svolto i lavori? Si configura il reato di dichiarazione fraudolenta. Lo conferma la Corte di Cassazione, III Sezione Penale, con la sentenza del 2 maggio 2017, n. 20875, con la quale la Corte ha respinto il ricorso del legale rappresentate di una ditta di autotrasporti. L'azienda, dopo l'esame del Fisco, si era vista sequestrare i beni: l'accusa era quella di aver emesso fatture per operazioni inesistenti. Stando al parere della Corte di Appello – condiviso dalla Suprema Corte – la società delegava i trasporti ad imprese sub-vettori (società operanti nel settore dei trasporti, con propria autonomia patrimoniale) che mantenevano alle proprie dipendenze, senza provvedere al pagamento dei contributi previdenziali, autisti che lavoravano alle dipendenze dell'imprenditore indagato.

I Supremi Giudici hanno affermato che «le fatture inesistenti integranti il reato previsto dall'art. 2 D.Lgs. n. 74/2000 sono solo quelle la cui componente di falsità è presente sin dall'origine, ossia dalla relativa emissione che si considera perfezionata sulla scorta delle previsioni tributarie al momento della fuoriuscita del documento dalla sfera giuridica del soggetto che lo ha originato e che pertanto o attestano operazioni mai avvenute oppure documentano un prezzo maggiore o minore rispetto a quello reale (fatture oggettivamente inesistenti), ipotesi esclusa dallo stesso provvedimento impugnato quando afferma che le operazioni di trasporto venivano effettuate di fatto [dall'indagato] o quelle attestanti un'operazione effettivamente avvenuta ma non fra i soggetti indicati nel documento (fatture soggettivamente inesistenti)».

In pratica, i soggetti che non hanno preso parte all'operazione e sono indicati nel documento non devono essere necessariamente inesistenti, «cioè corrispondenti a nomi di fantasia o società fantasma essendo sufficiente che si tratti di soggetti diversi sotto il profilo dell'identità da quelli effettivi».

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.