Dalle Entrate chiarimenti sulla riforma del contenzioso tributario

La Redazione
04 Gennaio 2016

La riforma del contenzioso tributario è oggetto dell'ultima voluminosa Circolare n. 38/E pubblicata il 29 dicembre dall'Agenzia delle Entrate. Reclamo e mediazione i punti più toccati.

È un reclamo a tutto tondo, quello che emerge dalla riforma del contenzioso tributario (D.Lgs. 156/2015), oggetto dell'ultima, voluminosa Circolare n. 38/E (di oltre cento pagine) pubblicata il 29 dicembre dall'Agenzia delle Entrate. In essa, tra i vari punti toccati, c'è anche quello della riforma degli istituti del reclamo e della mediazione. Tale istituto, che permette una verifica circa la possibilità di evitare, anche mediante il raggiungimento di un accordo di mediazione, che la controversia prosegua davanti al giudice, viene profondamente riformato. In particolare, viene esteso l'ambito di applicazione dell'istituto a tutti gli enti impositori ed alle controversie in materia catastale. Il procedimento, reso più semplice e funzionale, viene rivisto anche per quanto concerne la quantificazione delle sanzioni (rese più favorevoli al contribuente) e il pagamento delle somme dovute a seguito di mediazione.

Nella norma previgente, il reclamo/mediazione trovava la sua applicazione nelle controversie non superiori al valore di 20mila euro, ma in merito ai soli atti emessi dalle Entrate; tale specificazione è stata abrogata, e pertanto si deve intendere indifferente la specificazione dell'ente impositore (Entrate, Dogane, Equitalia…) ai fini dell'applicazione dell'istituto. “La scelta del legislatore di ampliare la platea degli enti coinvolti nel procedimento di reclamo – afferma a tal proposito la prassi – si giustifica in base al principio di economicità dell'azione amministrativa, preso atto dell'efficacia deflattiva riscontrata in relazione al contenzioso sugli atti emessi dall'Agenzia delle Entrate e dell'elevato numero di controversie di modesto valore che caratterizza in generale il contenzioso tributario”.

Il procedimento viene poi notevolmente semplificato. Il ricorso produrrà infatti gli effetti di un reclamo, e potrà contenere una proposta di mediazione (opzionale) con rideterminazione dell'ammontare della pretesa. In sostanza, il procedimento di reclamo/mediazione è introdotto automaticamente in presenza del ricorso, senza più l'istanza di reclamo che era prevista dalla disciplina previgente.

Con la presentazione del ricorso, si apre una fase amministrativa di 90 giorni (dalla data del ricorso all'ente impositore). Durante questo periodo, il ricorso non sarà procedibile: “Ciò significa - commenta ancora la circolare – che l'azione giudiziaria può essere proseguita, attraverso la costituzione in giudizio del ricorrente, solo una volta scaduto il termine per lo svolgimento dell'istruttoria”. Vengono inoltre sospesi ex lege la riscossione e il pagamento delle somme dovute in base all'atto oggetto di contestazione. Per quanto concerne la fase istruttoria, la nuova norma ha confermato il vecchio impianto.

Specificando che le nuove disposizioni sul processo tributario si applicano a decorrere dal 1° gennaio 2016, la circolare aggiunge che a riguardo delle liti concernenti atti dell'Agenzia delle Entrate di valore non superiore a 20mila euro, già incluse nell'ambito della vecchia disciplina, si applicano ai giudizi pendenti a tale data. Se al 1° gennaio 2016 il reclamo o la mediazione risultasse già perfezionato con il pagamento di una unica soluzione o delle prima rata, tutto quanto concerne la riduzione delle sanzioni e le modalità di pagamento deve far riferimento alla norma previgente.

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