L'oscuramento dei canali RAI non basta ad evitare il pagamento del canone
04 Febbraio 2016
Il Canone RAI è legato alla possibilità di fruire del servizio televisivo; ma, anche se il contribuente richiede l'oscuramento dei canali TV, non può esimersi dal pagamento: infatti, il Canone non rappresenta un contratto tra il contribuente e l'Ente fornitore del servizio. Dunque, non ci sono vie di fuga: si deve pagare. A questa conclusione sono giunti i Giudici della Cassazione, con la recente ordinanza depositata il 2 febbraio 2016, n. 1922. In essa, i Giudici hanno accolto il ricorso presentato dall'Agenzia delle Entrate, con il quale l'ente impositore aveva impugnato la sentenza della CTR, che aveva dato ragione al contribuente. Questi, infatti, aveva richiesto l'oscuramento dei canali televisivi, sostenendo oltretutto che il suo televisore era guasto.
Ma, per le Entrate, l'oscuramento dei canali RAI non poteva, da solo, essere motivo sufficiente per evitare il pagamento del Canone. Infatti, la sentenza del Giudice di merito si poneva in contrasto con il R.D.L. n. 246/1938, che istituiva il pagamento del Canone: esso non trova la sua ragione “nell'esistenza di uno specifico rapporto contrattuale che leghi il contribuente all'Ente, la Rai, che gestisce il servizio pubblico televisivo, ma costituisce una prestazione tributaria fondata sulla legge e non commisurata alla possibilità effettiva di usufruire del servizio”. Ciò è stato anche ribadito dalle Sezioni Unite, nella sentenza n. 24010/2007.
In questo senso, il Canone diventa dunque un obbligo al quale nemmeno chi richiede la “piombatura” dell'apparecchio può sottrarsi. E infatti i Giudici hanno accolto il ricorso delle Entrate rinviando ad un'altra sezione della CTR. |