Espropriazione: tassazione per tutti i pagamenti che realizzano una plusvalenza
05 Maggio 2017
Tutti i pagamenti che realizzino una plusvalenza in caso di procedimenti espropriativi e siano conseguiti dopo l'entrata in vigore della norma citata sono assoggettati a tassazione, anche se il decreto di esproprio è stato emesso prima dell'entrata in vigore della norma. Lo ricorda la Cassazione con l'ordinanza del 3 maggio 2017, n. 10761.
La vicenda in esame valutava il ricorso presentato dalle Entrate, che impugnavano la sentenza di appello favorevole ad un contribuente. Questi aveva a sua volta impugnato il silenzio-rifiuto opposto dall'amministrazione ad un'istanza di rimborso della ritenuta del 20% operata da un Comune sulla somma liquidata a titolo di indennità di esproprio per pubblica utilità per l'acquisizione di un terreno. Secondo la CTR, trattandosi di somma erogata a titolo di risarcimento danno e non di indennizzo per pubblica utilità, tale somma non era soggetta a tassazione per plusvalenza.
«Costituisce ormai principio consolidato di questa Corte che, in tema di imposte sui redditi, ai sensi dell'art. 11, Legge n. 413/1991, ogni pagamento che realizzi una plusvalenza in dipendenza di procedimenti espropriativi e sia conseguito dopo l'entrata in vigore della norma citata è assoggettato a tassazione, ancorché il decreto di esproprio o la cessione volontaria o l'occupazione acquisitiva siano intervenuti in epoca anteriore al 1° gennaio 1989. L'art. 11, difatti, qualifica plusvalenze, che costituiscono reddito imponibile e che, pertanto, concorrono alla formazione dei redditi di versi […] non solo le indennità di espropriazione, ma anche le “somme comunque dovute per effetto di acquisizione coattiva conseguente ad occupazioni di urgenza divenute illegittime relativamente a terreni destinati ad opere pubbliche”. La Cassazione ricorda che gli enti eroganti devono operare una ritenuta a titolo di imposta del 20% all'atto della corresponsione delle somme per “risarcimento danni da occupazione acquisitiva”». Nel caso in esame, il credito risarcitorio della contribuente era stato riconosciuto e liquidato. Per tutti questi motivi, la Cassazione ha accolto il ricorso delle Entrate ed ha cassato la sentenza impugnata.
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