Il contribuente infortunato non sfugge ai controlli delle Entrate

La Redazione
06 Luglio 2016

Con l'ordinanza n. 13605/2016 la Corte di Cassazione ha ritenuto che la causa di infortunio di un contribuente non risulta determinante se viene addotta come scusa con l'Agenzia delle Entrate.

La salute non conta; almeno, non risulta determinante se viene addotta come scusa con l'Agenzia delle Entrate. Il contribuente che patisce un infortunio non sfugge alle mani del Fisco, soprattutto se il reddito dichiarato e i coefficienti degli studi di settore risultano palesemente discordanti. Il caso è quello messo nero su bianco dalla Corte di Cassazione con la recente ordinanza del 4 luglio 2016 n. 13605: il ricorso presentato da un contribuente, che impugnava un avviso di accertamento relativo a vari tributi, è stato rigettato; l'uomo aveva già perso nel giudizio di secondo grado, e in Cassazione rimarcava il suo aggravamento delle condizioni di salute, particolare a suo dire non preso precedentemente in considerazione dalla Commissione Tributaria Regionale.

Il suo ricorso è tuttavia parso infondato. “Diversamente da quanto ha ritenuto la parte ricorrente – osservano i giudici della Suprema Corte nell'ordinanza – la CTR ha esaminato i fatti dedotti a sostegno dell'incongruità degli studi di settore, ritenendo che al giugno 2003 le condizioni del contribuente fossero buone, in quanto accertate dall'INPS, inoltre considerando che l'infortunio del luglio 2003, pur cagionando un'inabilità lavorativa di 22 giorni, non poteva giustificare il rilevante scostamento (pari al 287 per cento) fra il reddito dichiarato e i coefficienti presuntivi”. Dunque, il non indifferente scostamento è stato determinante per orientare il giudizio della Cassazione, che ha rigettato il ricorso in ogni sua parte.

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