Disparità di trattamento per i Ragionieri: il TAR pone rimedio

La Redazione
06 Novembre 2015

I ragionieri facenti parte della sezione A dell'albo dei commercialisti possono iscriversi agli organismi di composizione delle crisi da sovraindebitamento. È quanto sancito dal TAR Lazio con la sentenza n. 12457/2015.

Gli organismi di composizione della crisi aprono le porte ai trentacinquemila ragionieri facenti parte della sezione A dell'albo dei Commercialisti.

A stabilirlo è stato il TAR Lazio (sentenza n. 12457/2015 depositata il 4 novembre), accogliendo il ricorso presentato dal CNDCEC contro i Ministeri della Giustizia, dello Sviluppo economico e dell'Economia. Oggetto della lite l'ingiusta esclusione operata dal D.M. 24 settembre 2014, n. 202 che, prevedendo la laurea tra i requisiti di iscrizione negli elenchi degli organismi di composizione, impedisce di far parte degli organismi a decine di migliaia di ragionieri, sprovvisti di laurea ma pienamente abilitati alla funzione di gestore delle crisi in quanto iscritti alla sezione A dell'Albo dei commercialisti.

Il comunicato stampa emesso ieri dal CNDCEC, raccoglie la soddisfazione espressa da Gerardo Longobardi,Il TAR del Lazio – spiega il Presidente della categoria – fa chiarezza su una norma di cui avevamo da subito denunciato con forza la contraddittorietà. Il decreto – prosegue Longobardi - ha una formulazione erronea nella parte in cui prevede un generalizzato obbligo di possesso della laurea specialistica quale requisito di accesso all'elenco dei soggetti ammessi a ricoprire la qualifica di gestore della crisi da sovraindebitamento, senza prevedere però una deroga per i ragionieri. Cosa che generava un'irragionevole e ingiustificata disparità di trattamento a loro danno cui il TAR pone ora rimedio”.

Anche i Consiglieri Nazionali delegati alla materia, Felice Ruscetta e Maria Rachele Vigani, hanno sottolineato i limiti della normativa sotto accusaparadossalmente le disposizioni transitorie del D.M. n. 202/2014, stabiliscono che per i tre anni successivi alla sua entrata in vigore, i professionisti appartenenti agli Ordini professionali dei notai, degli avvocati e dei commercialisti sono esentati dall'attività di formazione obbligatoria, purché documentino di essere stati nominati, in almeno quattro procedure, curatori fallimentari, commissari giudiziali, delegati alle operazioni di vendita nelle procedure esecutive immobiliari ovvero per svolgere i compiti e le funzioni dell'organismo o del liquidatore. Incarichi per i quali i ragionieri hanno l'abilitazione. Il nostro ricorso, dunque - concludono Ruscetta e Vigani - denunciava anche il fatto che il Decreto nelle norme transitorie considera abilitati alla funzione di compositore delle crisi quegli stessi ragionieri che di fatto esclude nel momento in cui ne fissa i requisiti”.

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