Rassegna di giurisprudenza di legittimità - febbraio 2016

La Redazione
14 Marzo 2016

Dalla redazione de IlTributario.it una selezione delle pronunce della Cassazione di maggior interesse depositate nel mese di febbraio 2016.

GIUDIZIO DI APPELLO

RICORSO

Cass. civ., sez. VI-T, 22 febbraio 2016, n. 3442

Qualora il ricorso non sia stato notificato per il tramite di ufficiale giudiziario, il deposito in copia presso la segreteria della Commissione che ha emesso sentenza deve aver luogo, a pena di inammissibilità ex art. 53, comma 2, D.Lgs. 546/92, entro il termine perentorio di trenta giorni, trattandosi di attività finalizzata al perfezionamento del gravame. Tale principio si applica per tutti gli appelli notificati fino al 12 dicembre 2014 (per effetto dell'art. 36 D.Lgs. n. 175/2014 che ha abrogato il comma 2, art. 53 cit.).

SPESE DI LITE

Cass. civ., sez. VI-T, 22 febbraio 2016, n. 3454

In tema di spese processuali, il giudice, nel pronunciare la condanna dalla parte soccombente al rimborso delle spese e degli onorari in favore della controparte, deve liquidarne l'ammontare separatamente, distinguendo diritti e onorari. Non sono conformi alla legge liquidazioni generiche ed omnicomprensive, in quanto non consentono il controllo sulla correttezza della liquidazione.

CESSIONI ALL'ESPORTAZIONE CESSIONI DI BENI INTRACOMUNITARIE

Cass. civ., sez. trib., 17 febbraio 2016, n. 3099

La cessione di beni esistenti sul territorio nazionale eseguita dal cedente residente nello Stato nei confronti di cessionario extracomunitario, privo di codice identificativo IVA, non soltanto non costituisce una cessione alla esportazione (D.P.R. n. 633 del 1972, art. 8, comma 1), non essendo usciti i beni dal territorio comunitario, ma neppure integra una cessione intracomunitaria non imponibile (art. 41, comma 1, lett. a), D.L. n. 331 del 1993) non, essendo residente il soggetto cessionario in alcun Paese membro e dunque non essendo soggetto passivo IVA.

Ne consegue che venendo ad essere perfezionata una comune cessione di beni sul territorio nazionale il cedente italiano è tenuto ad emettere fattura nei confronti della cessionaria extracomunitaria con applicazione dell'aliquota IVA italiana che graverà interamente sul prezzo di vendita del bene corrisposto dall'acquirente (non essendo la cessionaria extracomunitaria - in quanto priva della qualità di soggetto passivo nel territorio della Comunità - titolare del diritto alla detrazione d'imposta).

Per poter recuperare l'imposta, esercitando i diritti ed adempiendo gli obblighi connessi alla effettuazione di operazioni nel territorio dello Stato, la società extracomunitaria dovrebbe disporre di una stabile organizzazione in Italia (D.P.R. n. 633 del 1972, art. 17, u.c.) ovvero in altro Paese comunitario, o ancora - in quanto soggetto non residente e privo di stabile organizzazione - dovrebbe effettuare l'operazione tramite un rappresentante fiscale, derivando peraltro conseguenze giuridiche distinte a seconda del Paese membro in cui il rappresentante fiscale risultava residente.

GIURISDIZIONE E COMPETENZA CATASTO

Cass. civ., sez. un., 16 febbraio 2016, n. 2950


Appartiene al giudice ordinario la giurisdizione sulle controversie tra privati, o tra privati e P.A., aventi ad oggetto l'esistenza ed estensione del diritto di proprietà, controversie nelle quali le risultanze catastali possono essere utilizzate a fini probatori; tuttavia, qualora tali risultanze siano contestate per ottenerne la variazione, anche al fine di adeguarle all'esito di un'azione di rivendica o regolamento di confini, la giurisdizione spetta al giudice tributario, ai sensi dell'art. 2, comma 2, del D.Lgs. n. 546/1992 e in ragione della diretta incidenza degli atti catastali sulla determinazione dei tributi.

IRAP LITISCONSORZIO NECESSARIO

Cass. civ., sez. VI-T, 12 febbraio 2016, n. 2867

In materia tributaria, l'unitarietà dell'accertamento che è alla base della rettifica delle dichiarazioni dei redditi delle società di persone e delle associazioni di cui all'art. 5 D.P.R. n. 917/1986, e dei soci delle stesse, e la conseguente automatica imputazione dei redditi a ciascun socio, proporzionalmente alla quota di partecipazione agli utili ed indipendentemente dalla percezione degli stessi, comporta che il ricorso tributario proposto, anche avverso un solo avviso di rettifica, da uno dei soci o dalla società riguarda inscindibilmente sia la società che tutti i soci - salvo il caso in cui questi prospettino questioni personali.

AGEVOLAZIONE PRIMA CASA FORZA MAGGIORE

Cass. civ., sez. trib., 11 febbraio 2016, n. 2616

Qualora sia riconosciuta all'acquirente l'agevolazione prima casa, a condizione che egli stabilisca la propria residenza nel territorio del Comune dove si trova l'immobile acquistato nei diciotto mesi successivi all'acquisto, il trasferimento è onere che conforma un potere dell'acquirente e che va esercitato nel suindicato termine a pena di decadenza, sul decorso della quale nessuna rilevanza va riconosciuta ad impedimenti sopravvenuti, anche se non imputabili all'acquirente. Il fisco non è titolare di una corrispondente e correlata situazione di diritto soggettivo, bensì è il contribuente ad essere titolare di una situazione giuridica attiva: l'attività di richiesta del trasferimento è un onere, un potere e l'Amministrazione può solo subirne l'esercizio.

IMPOSTA DI REGISTRO TERRENI

Cass. civ., sez. trib., 3 febbraio 2016, n. 2086

In tema di imposta di registo la disposizione di cui all'art. 52, co. 4, D.P.R. n. 131/1986, esclude l'applicabilità del criterio automatico di valutazione ai terreni per i quali gli strumenti urbanistici prevedono la destinazione edificatoria. La norma si riferisce in particolare alle aree che in base ai piani urbanistici sono destinate a fini residenziali, e quindi, non può essere interpretata estensivamente anche per i terreni aventi una destinazione diversa, che nel caso di specie risulta essere rurale con ridotta possibilità di edificazione.

IVA SOCIETA' DI PERSONE

SOCIETA' CONTROLLATE E COLLEGATE

Cass. civ., sez. un., 2 febbraio 2016, n. 1915

Il più favorevole regime di liquidazione dell' "IVA di gruppo" di cui all'art. 73, comma 3, del D.P.R. n. 633 del 1972, nel testo "ratione temporis" vigente, in base al quale l'IVA a credito di una società può essere compensata con gli importi dovuti a debito, per la medesima imposta, da altra società appartenente allo stesso gruppo, si applica anche se la società controllante sia una società di persone, senza che rilevi, in senso contrario, quanto indicato dal D.M. n. 11065/1979 del Ministero delle Finanze, gerarchicamente subordinato alla legge, né, tantomeno, la successiva circolare dello stesso Ministero n. 16/360711, dovendosi ritenere una diversa interpretazione lesiva del principio di parità di trattamento rispetto a soggetti che operano nel medesimo mercato.

ACCISE – RIPETIZIONE DELL'INDEBITO – GIURISDIZIONE E COMPETENZA

Cass. civ., sez. un., 1 febbraio 2016, n. 1837

L'imposta di consumo per il gas metano è dovuta dai soggetti che forniscono direttamente il prodotto ai consumatori, sui quali poi, in virtù di un fenomeno eminentemente economico, viene traslato il relativo onere. Il rapporto tributario inerente al pagamento dell'imposta coinvolge pertanto solo il fornitore e l'amministrazione finanziaria. Ne discende che l'azione di ripetizione di parte di prezzo corrispondente al suddetto tributo non rappresenta un'azione di rimborso, bensì un'azione per la ripetizione di una parte del prezzo indebitamente corrisposta ed è esclusa dalla giurisdizione del giudice tributario (cfr.Cass. civ., sez. un., n. 19289/2012).

ACCISE – ALIQUOTA RIDOTTA SUL GAS METANO

Cass. civ., sez.un., 1 febbraio 2016, n. 1837

La domanda di ripetizione di indebito tra consumatore e il fornitore di quanto indebitamente pagato per la mancata applicazione del beneficio dell'aliquota ridotta sul gas metano utilizzato per usi industriali, previsto dall'art. 10, D.L. 15/1977, e dall'art. 26, D.Lgs. 504/1995, come modificato dall'art. 12, co. 5, lett. c) della L. 23 dicembre 1999, n. 488, può essere accolta con effetti decorrenti dalla data di presentazione della relativa istanza all'autorità finanziaria e non da un momento anteriore, posto che il godimento del relativo beneficio è subordinato alla dimostrazione della sussistenza dei relativi presupposti da parte del contribuente e alla verifica dei medesimi da parte dell'autorità competente.

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