Deduzione possibile per le penalità contrattuali

La Redazione
07 Luglio 2017

È la Cassazione, con l'ordinanza 16561/2017, a stabilire che le penalità contrattuali per ritardata consegna alla clientela non hanno finalità sanzionatorie o punitive.

La Corte di Cassazione, con l'ordinanza depositata il 5 luglio 2017 n. 16561, ha ricordato che è possibile la deduzione per le penalità contrattuali. Respinto così il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, sostenendo che le penalità non hanno finalità sanzionatorie, restando quindi nell'inerenza dell'attività d'impresa.

Il Fisco aveva negato il beneficio fiscale ad una società, che era ricorsa ottenendo l'accoglimento della sua doglianza in sede di Appello.


I giudici della Corte, esaminando il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, hanno affermato che «non può dubitarsi della loro deducibilità, ancorché non formalmente imputate al conto dei profitti e delle perdite relativo all'esercizio di competenza». Infatti, «le spese e gli oneri specificamente afferenti i ricavi e altri proventi, che pur non risultando imputati al conto dei profitti e delle perdite concorrono a formare il reddito, sono ammessi in deduzione se e nella misura in cui risultano da elementi certi e precisi». Quindi, la Cassazione ha ricordato che le penalità contrattuali per ritardata consegna alla clientela «non hanno finalità sanzionatorie o punitive ma, assolvendo la funzione di rafforzare il vincolo negoziale e predeterminare la misura del risarcimento in caso d'inadempimento, sono inerenti all'attività d'impresa». Affermando ciò, la Suprema Corte ha respinto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate, condannando il Fisco al pagamento delle spese.

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