L'errore formale in dichiarazione è sanabile anche in sede contenziosa

La Redazione
09 Novembre 2015

I Giudici della Cassazione hanno affermato, con l'ordinanza n. 22443/2015, che la dichiarazione dei redditi errata (per meri errori formali) è emendabile anche in sede contenziosa.

La dichiarazione dei redditi errata si può correggere anche in sede di contenzioso: presenta dei risvolti certamente interessanti l'ordinanza del 3 novembre 2015, n. 22443, con la quale la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di un contribuente che aveva impugnato la precedente sentenza della CTR, che confermava la legittimità di una cartella di pagamento. Ora, secondo la Commissione Regionale, la questione relativa all'utilizzazione degli studi di settore nei confronti della cooperativa contribuente costituiva un fatto nuovo, non esaminabile in appello; inoltre, aggiungevano i Giudici, “la dichiarazione integrativa […] tesa ad emendare eventuali errori commessi nella compilazione del modello Unico, per produrre effetti in favore del contribuente, doveva intervenire entro il termine di presentazione della dichiarazione per il periodo di imposta successivo”.

Secondo i Giudici della Cassazione, però, la ragione era dalla parte della contribuente. Infatti, l'art. 2, comma 8, D.P.R. n. 322/1998 dispone che le dichiarazioni dei redditi, dell'imposta regionale sulle attività produttive e dei sostituti di imposta possano essere integrate, per la correzione di errori od omissioni, con una dichiarazione successiva. Ed ecco, i Giudici della Cassazione hanno puntualizzato che “la dichiarazione dei redditi del contribuente, affetta da errore sia esso di fatto che di diritto commesso dal dichiarante nella sua redazione, è emendabile e ritrattabile anche in sede contenziosa, quando dalla medesima possa derivare l'assoggettamento del dichiarante ad oneri contributivi diversi e più gravosi di quelli che, sulla base della legge, devono restare a suo carico”.

Si tratta di una posizione che poggia su due fattori: il primo, che la dichiarazione dei redditi non ha natura di atto negoziale e dispositivo, recando semplicemente una “esternazione di scienza e di giudizio”, modificabile, quindi, laddove emergano nuovi elementi di conoscenza sui dati riferiti; e il secondo, in quanto un sistema legislativo che non consentisse la rettificabilità della dichiarazione darebbe origine ad un “prelievo fiscale indebito, incompatibile con i principi costituzionali”. E non è finita: la stessa Cassazione, recentemente, ha in più casi affermato che il contribuente ha anche la possibilità di emendare la dichiarazione oltre il termine previsto per l'integrazione della dichiarazione, laddove si tratta di correzioni di carattere meramente formale. Insomma, le premesse c'erano tutte per giungere alla cassazione della precedente sentenza della CTR, in accoglimento del ricorso della cooperativa.

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