Presunzione pro quota valida anche in presenza di domanda di condono
20 Gennaio 2016
In un avviso di accertamento, la presunzione di attribuzione pro quota ai soci è legittima e non viene meno nemmeno se la società presenta domanda di condono. Lo dicono i giudici della Cassazione nella sentenza del 13 gennaio 2016, n. 386.
L'Agenzia delle Entrate aveva inviato un avviso di accertamento ad un contribuente, socio al 96% di una società, il quale era ricorso ottenendone l'annullamento. Secondo il giudice di secondo grado, non poteva essere imputato al singolo socio un reddito da partecipazione in assenza di un avviso di accertamento a carico della società. L'Agenzia delle Entrate, avverso la decisione del giudice di appello, ha proposto ricorso, affermando che la CTR aveva erroneamente invalidato un legittimo avviso di accertamento emesso nei confronti di un socio di maggioranza di una società a responsabilità limitata: tale avviso era sortito da una verifica fiscale a carico della società, dalla quale era emerso un suo maggior reddito deducendo un correlativo maggior reddito del socio, “in forza della presunzione di distribuzione degli utili non dichiarati”.
Tale motivazione è parsa fondata ai giudici della Corte. Infatti, in tema di accertamento sulle imposte sui redditi, “è senz'altro legittima la presunzione di attribuzione pro quota ai soci”, e detta presunzione non viene meno nemmeno nell'ipotesi di presentazione di domanda di condono da parte della società, “essendo questa e il socio titolari di posizioni fiscali distinte ed indipendenti”; ciò è valido anche qualora la società abbia presentato, come nel caso, domanda di condono.
A detta della Corte, tra l'accertamento a carico del socio e quello a carico della società non esiste rapporto di pregiudizialità, anche nel caso di condono tombale, poiché i suoi effetti “preclusivi” non si estendono ai soci. “Le risultanze della verifica nei confronti della società – affermano dalla Suprema Corte, in accoglimento del ricorso dell'Agenzia delle Entrate – potranno dunque ben essere poste a fondamento dell'accertamento nei confronti dei soci, in relazione alla rideterminazione del relativo reddito da partecipazione”. |