Condono: definizione agevolata ed effetti della dichiarazione integrativa

La Redazione
28 Febbraio 2017

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4967/2017, si è pronunciata in tema di condono fiscale, stabilendo che non può escludersi la presenza di una lite pendente (es. avente ad oggetto la contestazione di una cartella esattoriale) in cui si discuta dell'applicazione della normativa riguardante il condono, dovendosi ritenere di essere in presenza di una lite fiscale, ai sensi della L. n. 289/2002.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 4967/2017, si è pronunciata in tema di condono fiscale, stabilendo che non può escludersi la presenza di una lite pendente (es. avente ad oggetto la contestazione di una cartella esattoriale) in cui si discuta dell'applicazione della normativa riguardante il condono, dovendosi ritenere di essere in presenza di una lite fiscale, ai sensi della L. n. 289/2002.

In particolare veniva emessa una cartella di pagamento verso la società contribuente, per omessi versamenti; la questione dapprima affrontata dai giudici di merito considerava validamente perfezionato il condono fiscale, di cui la contribuente aveva chiesto di avvalersi ai sensi dell'art. 9-bis della Legge 27 dicembre 2002, n. 289. Il contribuente chiedeva la definizione agevolata della lite, ai sensi dell'art. 39 del D.L. n. 98/2011.

Le Entrate con il ricorso proposto hanno ritenuto che la definizione agevolata prevista dall'art. 9-bis della L. citata si perfeziona con la presentazione della dichiarazione integrativa e il pagamento di tutto il dovuto, venendo meno la conservazione di efficacia della dichiarazione integrativa del pagamento della sola prima rata, espressamente prevista solo per le ipotesi disciplinate dagli artt. 7, 8, 9, 15 e 16 L. n. 289/2002.

La questione giunge ai Supremi Giudici i quali ritengono che la motivazione di diniego al condono posta dalle Entrate non può ritenersi conforme a diritto. Di seguito la disamina.

Nei precedenti filoni giurisprudenziali è stato più volte affermato che "il condono fiscale, essendo un accertamento straordinario o eccezionale, in deroga alle norme generali ed ordinarie, di un rapporto giuridico tributario, non è ammissibile, in mancanza di un'esplicita disposizione legislativa, relativamente a un altro condono: consentire un ulteriore accertamento straordinario, derivante da una legge successiva, di un rapporto già accertato in via straordinaria, equivarrebbe ad ammettere un'eccezione di secondo grado".

Ulteriore specifica che giunge dai giudici di legittimità è che non può precludersi la sussistenza di una lite pendente in relazione a controversia (effettiva e non apparente) concernente una cartella esattoriale, in cui si discuta dell'applicazione della normativa di condono (in tale caso si è in presenza di una lite fiscale definibile ai sensi della L. 289/2002).

Alla luce di siffata disamina la Corte ha ritenuto erroneo il percorso argomentativo dedotto dalla Agenzia ricorrente, poichè ha escluso la pendenza della lite effettiva, suscettibile di definizione agevolata, ai sensi del condono di cui all'art. 39 del D.L. 98/2011.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.