L'interpello non è la sede adatta per verificare l'autonoma organizzazione

La Redazione
29 Settembre 2016

L'Agenzia delle Entrate ha chiarito con la Risoluzione n. 82/E che la sola documentazione fornita in sede di interpello non basta per verificare la sussistenza di un'autonoma organizzazione.

La sola documentazione fornita in sede di interpello non basta, all'Agenzia, per verificare la sussistenza di un'autonoma organizzazione. È una non-risposta, quella fornita dall'Agenzia delle Entrate con la Risoluzione 82/E, che in tal modo perde una possibilità di far chiarezza sull'annosa questione dell'autonoma organizzazione, requisito necessario per l'imposizione a fini IRAP e cruccio per tanti professionisti visti i suoi confini ancora assai nebulosi.

L'istanza era quella di un medico convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale; come spesso accade in questi casi, riteneva che la propria attività venisse svolta senza elementi organizzativi, senza personale dipendente e con beni strumentali assai modesti. Insomma, sarebbe stato escluso dall'imposizione.

Le Entrate, però, hanno risposto che la documentazione prodotta in sede di interpello non è idonea a dimostrare la sussistenza dell'autonoma organizzazione. Si legge nella Risoluzione: “La verifica della sussistenza di un'autonoma organizzazione ai fini dell'IRAP, come nel caso prospettato dall'istante, non può essere effettuata mediante la mera valutazione della documentazione prodotta in sede di interpello essendo, invece, necessario appurare le concrete modalità di esercizio dell'attività svolta attraverso un esame fattuale, non esperibile nell'ambito dell'istituto dell'interpello di cui all'art. 11 della Legge n. 212/2000”.

Dunque, tutto rimandato alla fase di accertamento. L'interpello non è sede adatta per una verifica di tal genere.

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