Seduta pubblica, apertura delle buste contenenti le offerte e mancata convocazione dei concorrenti

02 Febbraio 2017

La sentenza afferma che la mancata convocazione di anche uno solo dei concorrenti alla seduta pubblica in cui si svolgano le operazioni di apertura delle buste contenenti le offerte economiche e tecniche costituisce vizio insanabile della procedura e, di conseguenza, dell'aggiudicazione.

La sentenza afferma che il carattere di pubblicità della seduta per l'apertura delle buste contenenti le offerte economiche si perfeziona in modo compiuto soltanto con la comunicazione ai concorrenti del giorno e ora della seduta della commissione di gara deputata a tale adempimento, salvo che tali notizie non fossero già indicate nel bando di gara o lettera di invito (cfr. nello stesso senso, Cons. St., Sez. V, 28 maggio 2004, n. 3471; Cons. St., Sez. V, 20 settembre 2016, n. 3911).

Poiché le operazioni di apertura delle buste contenenti le offerte economiche (nonché di quelle recanti le offerte tecniche) debbono svolgersi in seduta pubblica, la mancata convocazione di anche uno solo dei concorrenti costituisce vizio insanabile della procedura che si ripercuote sul provvedimento finale di aggiudicazione, invalidandolo, anche ove non sia comprovata l'effettiva lesione sofferta dai concorrenti: si tratta, infatti, di adempimento posto a tutela non solo della parità di trattamento tra gli stessi, ma anche dell'interesse pubblico alla trasparenza e all'imparzialità dell'azione amministrativa, le cui conseguenze negative sono difficilmente apprezzabili in un secondo momento (in questo stesso senso, TAR L'Aquila, 20 dicembre 2014, n. 953).

Il TAR sottolinea inoltre che le predette invalidità sussistono anche in mancanza di alterazioni della documentazione di gara o in assenza di incongruità e/o irregolarità delle offerte in quanto il principio di trasparenza in materia di contratti pubblici ha portata fondamentale e informa «profondamente le procedure di gara, sicché la rilevanza della sua violazione prescinde dalla prova concreta delle conseguenze negative derivanti dalla sua violazione, rappresentando un valore in sé, di cui la normativa nazionale e comunitaria predica la salvaguardia a tutela non solo degli interessi degli operatori, ma anche di quelli della stazione appaltante» (Cons. St., Sez. V, 20 luglio 2016, n. 3266).

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.