Sull’insussistenza dell’obbligo di rendere la dichiarazione ex art. 38, d.lgs. n. 163 del 2006

Redazione Scientifica
06 Aprile 2017

Né il commissario giudiziale né il liquidatore giudiziale possono considerarsi amministratori in senso tecnico della società cessata e...

Insussistenza di un obbligo di rendere la dichiarazione ex art. 38 comma 1, lett. c), d.lgs. n. 163 del 2006 in capo al commissario giudiziale e al liquidatore giudiziale.


Né il commissario giudiziale né il liquidatore giudiziale possono considerarsi amministratori in senso tecnico della società cessata e, pertanto, nessun obbligo di dichiarazione ex art. 38, comma 1, lett. c), d.lgs. n. 163 del 2006 può ravvisarsi in capo ad essi. Il commissario giudiziale svolge infatti un'attività di vigilanza, in quanto, a differenza di quanto avviene nel caso di fallimento, nel concordato preventivo l'imprenditore conserva l'amministrazione dei propri beni e l'esercizio dell'impresa, sotto la sorveglianza del commissario giudiziale (art. 167, comma 1, L.F.). Egli ha soltanto il potere di gestione per quanto riguarda il deposito delle spese di procedura, in relazione al quale è tenuto a rendere conto al Tribunale e ai creditori. Si tratta, dunque, di un ausiliario del giudice, che non può essere qualificato come amministratore della società. Parimenti, il liquidatore giudiziale non assume alcun ruolo all'interno della società debitrice per la quale rimane legale rappresentante il precedente liquidatore sociale o il precedente amministratore, qualora la stessa non abbia deliberato la messa in liquidazione. In questo quadro normativo, la figura del liquidatore giudiziale non può assimilarsi a quella dell'amministratore della società ai fini delle dichiarazioni relative agli amministratori cessati.

Insussistenza dell'obbligo di rendere la dichiarazione ex art. 38, d.lgs. n. 163 del 2006 in caso di cessione di azienda per il tramite di una procedura di concordato preventivo.

L'obbligo di rendere la dichiarazione prevista dall'art. 38 d.lgs. n. 163 del 2006, in caso di cessione di azienda, è escluso se la cessione avvenga per il tramite di una procedura di concordato preventivo, e salvo che non sia desumibile da ulteriori elementi un intento elusivo della prescrizione ivi contenuta. Ciò in quanto la cessione dell'azienda o del ramo d'azienda a seguito del concordato preventivo determina una cesura nella gestione dei beni dell'impresa, tale da escludere un'influenza dei comportamenti degli amministratori e dei direttori tecnici della cedente.

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