È infedele la dichiarazione del concorrente che non menzioni una sua precedente condanna al risarcimento dei danni causati ad una diversa stazione appaltante

Anton Giulio Pietrosanti
23 Gennaio 2017

La sentenza afferma che, in sede di dichiarazione del possesso dei requisiti generali, il concorrente deve dichiarare una precedente condanna risarcitoria dei danni causati ad una diversa stazione appaltante, risultando altrimenti “infedele” la dichiarazione secondo cui il concorrente medesimo afferma di «non trovarsi in alcuna delle condizioni ostative previste dall'art. 38, comma 1, lett. […] f) […]».

La ricorrente contesta l'aggiudicazione di una gara per l'affidamento di un appalto di servizi di gestione rifiuti a favore di un concorrente che non ha dichiarato una condanna al risarcimento dei danni, provocati ad un'altra stazione appaltante, in occasione dell'esecuzione di un precedente e analogo appalto. Il Collegio accoglie la censura rilevando che – a fronte dei fatti giudizialmente accertati sottesi a tale condanna – l'omissione di quest'ultima da parte del concorrente costituisce una dichiarazione “infedele” la quale impedisce alla stazione appaltante di verificare la rilevanza dei fatti stessi ai fini espulsivi ex art. 38. Né – aggiunge il medesimo Collegio – l'obbligo di dichiarare la predetta condanna può venir meno in considerazione del fatto che il dichiarante non è stato definitivamente condannato in sede penale (per prescrizione del reato contestatogli in merito alle condotte tenute con riferimento al precedente appalto). Sebbene, quindi, in sede penale il reato si sia prescritto, l'istruttoria che ha portato alla condanna risarcitoria dei danni risulta confermata nei tre gradi del giudizio civile, cosicché «la gravità delle condotte e delle inadempienze« dell'operatore «…costituisce un fatto accertato« da dichiarare.

La sentenza affronta anche il profilo del risarcimento del danno derivante dalla mancata aggiudicazione della gara per il cui esame si rinvia a Casi e sentenze.

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