Voucher
24 Marzo 2017
Abrogazione
L'art. 1, Decreto Legge 17 marzo 2017, n. 25, già in vigore dalla data di pubblicazione in G.U. 17 marzo 2017, dispone l'abrogazione degli articoli 48, 49 e 50, D.Lgs. n. 81/2015, tra cui la disciplina del lavoro accessorio.
Il Ministero del Lavoro, con un comunicato del 21 marzo 2017, precisa che il Decreto Legge 17 marzo 2017, n. 25, "Disposizioni urgenti per l'abrogazione delle disposizioni in materia di lavoro accessorio nonché per la modifica delle disposizioni sulla responsabilità solidale in materia di appalti", dispone, al primo comma dell'articolo 1, l'abrogazione degli articoli 48, 49 e 50, Decreto Legislativo n. 81/2015 relativi alla disciplina del lavoro accessorio.
Secondo quanto stabilito al comma 2, art. 1, Decreto Legge n. 25/2017, possono essere utilizzati fino al 31 dicembre 2017 i buoni per prestazioni di lavoro accessorio richiesti alla data di entrata in vigore dello stesso decreto.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali chiarisce che l'utilizzo dei buoni per prestazioni di lavoro accessorio, dovrà essere effettuato nel rispetto delle disposizioni in materia di lavoro accessorio previste nelle norme oggetto di abrogazione da parte del Decreto, per esempio la comunicazione preventiva obbligatoria i limiti di retribuzione e procedura di attivazione ecc.
Dal 1 gennaio 2018 non sarà possibile utilizzare voucher richiesti fino alla data di entrata in vigore Decreto Legge 17 marzo 2017, n. 25, in quanto il periodo transitorio di utilizzo termina il 31.12.2017. Inquadramento
Ante D.L. 17 marzo 2017, n. 25
La regolamentazione delle prestazioni di lavoro di tipo accessorio, è stata modificata con la Riforma del mercato del lavoro L. n. 92/2012 che ha confermato all'INPS, il ruolo di concessionario del servizio ed esteso, l'ambito di utilizzo di questa modalità di lavoro. Le prestazioni di lavoro accessorio, possono essere rese, nella generalità dei settori produttivi, ma entro il limite di compensi stabiliti dalla legge. La disciplina negli anni ha avuto numerose modifiche, per ultimo il D.Lgs. n. 81 del 15 giugno 2015, che conferma il divieto di impiego nell'ambito di contratti di appalto o in somministrazione, innalza il limite annuale dei compensi, disciplina l'acquisto dei buoni da parte dei committenti imprenditori e professionisti esclusivamente con modalità telematiche. Il pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, avviene, attraverso il meccanismo dei buoni, il cui valore nominare può essere da 10€, 20€ 50€. Definizione
I buoni lavoro o voucher rappresentano un sistema di pagamento di prestazioni lavorative di tipo accessorio e occasionali richieste da un soggetto denominato committente/utilizzatore, il quale, impegna un prestatore di lavoro, a svolgere determinate attività lavorative. Le prestazioni di lavoro accessorio, non costituiscono un rapporto di lavoro, in quanto effettuate in modo saltuario. La riforma Fornero L. n. 92/2012, ha modificato il campo di applicazione del lavoro accessorio, consentendo di ricorrere a tale istituto per tutti i tipi di attività. La Legge 99/2013, invece, ha modificato la natura del contratto di lavoro accessorio, considerandolo, l'insieme di prestazioni lavorative, che non danno luogo con riferimento alla totalità dei committenti, a compensi superiori netti nel corso di un anno solare a €. 5.060, elevati dal D.Lgs. 15 giugno 2015, n. 81 a €. 7.000. Il valore netto di un voucher da 10 euro nominali, in favore del lavoratore, è di 7,50 euro e corrisponde al compenso minimo di un'ora di prestazione, salvo che per il settore agricolo, nel quale, si considera il contratto di riferimento.
Committenti
Le prestazioni di lavoro accessorio possono essere richieste da qualsiasi committente pubblico e privato tra cui:
Prestatori di lavoro accessorio
I prestatori che possono effettuare attività di lavoro accessorio sono:
Vantaggi
Utilizzando il lavoro accessorio beneficiano di vantaggi sia il committente che il prestatore.
Acquisto Buoni lavoro
L'acquisto dei buoni lavoro può avvenire con le seguenti modalità e per tipo di committente:
I committenti imprenditori o professionisti acquistano esclusivamente attraverso modalità telematiche uno o più carnet di buoni orari, numerati progressivamente e datati, per prestazioni di lavoro accessorio il cui valore nominale è fissato con decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, tenendo conto della media delle retribuzioni rilevate per le diverse attività lavorative e delle risultanze istruttorie del confronto con le parti sociali.
I committenti non imprenditori possono acquistare i buoni:
Dal 2 maggio 2016 le modalità di acquisto dei voucher telematici avviene tramite:
1) F24 Versamenti con elementi identificativi compilando il modello come nello schema sotto indicato
2) F24 EP per gli Enti e le Amministrazioni Pubbliche autorizzate secondo le consuete modalità
3) Versamento sul conto corrente postale 89778229 intestato ad INPS DG LAVORO ACCESSORIO, il cui importo deve necessariamente essere un multiplo di 10 tramite pagamento on line collegandosi al sito www.inps.it, nella sezione Servizi OnLine/Portale dei pagamenti.
Riscossione dei buoni
La riscossione dei buoni cartacei, distribuiti presso le Sedi INPS da parte dei prestatori può avvenire presso tutti gli uffici postali sul territorio nazionale, entro 24 mesi dal giorno dell'emissione.
Per permettere la riscuotibilità del voucher presso gli uffici postali e il corretto accredito dei contributi previdenziali e assistenziali, è consigliabile compilare in ogni sua parte, i campi presenti nel buono lavoro inserendo i seguenti dati obbligatori:
La riscossione dei voucher "telematici" può avvenire tramite l'INPSCard o tramite bonifico domiciliato, riscuotibile presso gli uffici postali. I voucher acquistati presso i rivenditori di generi di monopolio autorizzati – individuabili tramite un'apposita vetrofania – possono essere riscossi nella relativa rete tabaccai dal secondo giorno successivo alla fine della prestazione di lavoro accessorio ed entro 1 anno dal giorno dell'emissione. I voucher acquistati presso gli sportelli bancari abilitati sono pagabili dopo 24 ore dal termine della prestazione di lavoro accessorio ed entro 1 anno dal giorno dell'emissione - esclusivamente dal medesimo circuito bancario. I voucher acquistati presso gli Uffici Postali sono pagabili dal secondo giorno successivo alla fine della prestazione di lavoro ed entro 2 anni dal giorno dell'emissione, presso tutti gli Uffici Postali del territorio nazionale.
Comunicazione preventiva
Per gli imprenditori non agricoli e per i professionisti la comunicazione della prestazione di lavoro accessorio, deve essere effettuata almeno 60 minuti prima dell'inizio della prestazione mediante sms o posta elettronica, e deve riguardare ogni singolo lavoratore che sarà impegnato in prestazioni di lavoro accessorio, nella comunicazione il committente deve indicare:
Per gli imprenditori agricoli la comunicazione deve essere effettuata entro lo stesso termine di 60 minuti prima della prestazione ma con contenuti diversi. Infatti deve indicare:
Il decreto correttivo, D.Lgs. n. 185/2016, rinvia per le modalità applicative della disposizione e delle ulteriori modalità di comunicazione in funzione dello sviluppo delle tecnologie, ad apposito decreto del Ministero del Lavoro. L'Ispettorato Nazionale del Lavoro in attesa del decreto, ha emanato la circolare n. 1 del 17/10/2016 fornendo le prime linee guida, che sono state condivise con il Ministero del Lavoro, sulle modalità da seguire per applicare i nuovi obblighi di legge.
In aggiunta alla dichiarazione di inizio attività già prevista nei confronti dell'INPS, il committente deve entro 60 minuti prima dell'inizio della prestazione di lavoro, inviare una e-mail alla competente Direzione Territoriale del Lavoro, tramite l'indirizzo corrispondente alla sede territoriale, indicato nella circolare n. 1/2016 dell' Ispettorato Nazionale del Lavoro. Le comunicazioni a mezzo e-mail devono:
Eventuali modifiche o integrazioni già trasmesse dovranno essere comunicate. In tal caso, tali comunicazioni dovranno essere inviate non oltre i 60 minuti prima delle attività cui si riferiscono. Compenso massimo
Il compenso massimo che il lavoratore accessorio può percepire, nel corso dell'anno solare, indipendentemente dal numero dei committenti viene aumentato, dal D.Lgs. 15 giugno 2015, n. 81, ad 7.000,00 euro (9.333 euro lordi) (annualmente rivalutati), 2.020 euro netti annui (2.693 euro lordi), con riferimento al singolo committente, se le prestazioni sono svolte a favore di imprenditori commerciali o di professionisti. Nessuna variazione è intervenuta per i compensi percepiti dai percettori di ammortizzatori sociali di sostegno al reddito (disoccupazione, mobilità ecc.) che rimangono confermati ad 3.000 euro annui.
Con il messaggio n. 1668 del 15 aprile 2016 l'INPS ha introdotto nuove funzionalità che consentono di monitorare in maniera efficiente i limiti economici contro ogni possibile elusione della norma.
Le nuove funzionalità riguardano:
Infatti committenti, Persone Giuridiche, potranno accedere direttamente alle procedure tramite il Legale Rappresentante che dotato di PIN, entrerà come committente e dovrà indicare se vuole operare in qualità di cittadino o di azienda. In quest'ultimo caso deve obbligatoriamente inserire la partita IVA dell'azienda per la quale vuole operare e facoltativamente la matricola azienda.
Il legale rappresentante che accede a nome dell'azienda è l'unico soggetto che può inserire deleghe dirette senza necessità di compilare il modulo SC53 presso la sede.
Effettuato l'accesso, la Persona Giuridica si troverà davanti una schermata nella quale potrà autocertificare di essere:
La distinzione tra imprenditore e professionista serve solo ai fini statistici, in quanto vengono analizzate allo stesso modo ai fini del controllo dei 2.020 euro. Se un committente non compila l'autocertificazione non è “bloccante” ma lo assoggetta automaticamente al controllo dei 2.020 euro. Comunque, ad ogni successivo accesso, il committente potrà autocertificare il proprio status soggettivo.
Il legale rappresentante che acceda con PIN potrà inserire ogni tipo di autocertificazione o rimandarla ad un momento successivo. Nel caso di accesso senza PIN di una persona giuridica, è consentito al committente di dichiarare di essere imprenditore o professionista. Se il committente dichiara di non essere imprenditore o professionista, viene avvisato di rivolgersi alla sede oppure di accedere con PIN.
Il personale della sede INPS potrà inserire ogni tipo di autocertificazione, una volta accertatosi che il cittadino che è allo sportello sia effettivamente il legale rappresentante. Resta ferma la possibilità per il delegato, per il quale sia stata acquisita la delega con le consuete modalità, di operare in nome e per conto del committente.
Nel momento in cui il committente Persona Giuridica inserisce una dichiarazione (Dichiarazione Rapporti telematica, Prestazione PEA, Attivazione voucher INPS o Postali), l'applicazione verifica che l'importo erogato dal committente al prestatore nell'anno sommato all'importo presunto non superi i 2.020 euro, in caso di superamento impedisce l'inserimento della dichiarazione di inizio attività. Allo stesso modo se inserisce una consuntivazione (Consuntivazione Rapporti telematica), la procedura verifica che l'importo corrisposto dal committente al prestatore nell'anno sommato all'importo della consuntivazione non superi i 2.020 euro e in caso di superamento impedisce la consuntivazione.
Il committente ha l'obbligo di verificare il non superamento del limite economico da parte del prestatore, per questo motivo dovrà richiedere al prestatore, prima dell'utilizzo, una dichiarazione in ordine al non superamento degli importi massimi previsti, riferita sia ai voucher riscossi nell'anno solare che a quelli ricevuti dallo stesso o da altri committenti e non ancora riscossi.
Profili sanzionatori
La violazione dell'obbligo di comunicazione, 60 minuti prima dell'inizio della prestazione di lavoro, comporta l'applicazione della sanzione amministrativa da euro 400 ad euro 2.400 in relazione a ciascun lavoratore per cui è stata omessa la comunicazione art. 49, comma 3, D.Lgs. n. 81/2015, considerando che comunque, in tale ipotesi, non è ammessa la procedura di diffida. L'assenza di tale comunicazione, oltre a quella della dichiarazione di inizio attività all'INPS, comporterà l'applicazione della maxisanzione per lavoro nero, di cui all'art. 4, comma 1, lett. a) della Legge n. 183/2010 come specificato nella Circolare INPS n. 157 del 7/12/2010 . L'Ispettorato segnala che il personale ispettivo considererà, in relazione alla attività di vigilanza sul rispetto dei nuovi obblighi, l'assenza di indicazioni operative nel periodo intercorso tra l'entrata in vigore del D.Lgs. n. 185/2016 e la circolare n. 1/2016.
Esenzione fiscale
I buoni percepiti dal prestatore di lavoro accessorio sono esenti da ogni imposizione fiscale ai fini Irpef e non incidono sullo stato di disoccupato. Questo significa che i compensi percepiti attraverso i Voucher del lavoro accessorio non devono essere indicati nella Dichiarazione dei redditi. Trattamento previdenziale assicurativo
Il valore nominale del buono è comprensivo della contribuzione pari al:
Il valore netto del voucher da 10 euro nominali, cioè il corrispettivo netto della prestazione, in favore del prestatore, è quindi pari a 7,50 euro e corrisponde al compenso minimo di un'ora di prestazione, salvo che per il settore agricolo, dove, in ragione della sua specificità, si considera il contratto di riferimento. Il valore netto del buono "multiplo" da 50 euro, cioè il corrispettivo netto della prestazione, in favore del lavoratore, è quindi pari a 37,50 euro; quello del buono da 20 euro è pari a 15 euro. Le prestazioni dell'assicurazione Inail sono: - indennità giornaliera per l'inabilità temporanea; - rendita per l'inabilità permanente; - assegno per l'assistenza personale continuativa; - rendita ai superstiti e un assegno una volta tanto in caso di morte; - cure mediche e chirurgiche, compresi gli accertamenti clinici; - fornitura degli apparecchi di protesi; - prestazioni per il ristoro del danno biologico.
L'assicurazione dell'Inail esonera il beneficiario delle prestazioni occasionali di tipo accessorio dalla responsabilità civile per gli infortuni sul lavoro subiti dal prestatore di lavoro accessorio e non costituisce motivo di esonero per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni in ambito domestico.
Divieti e sicurezza sul lavoro
È vietato il ricorso a prestazioni di lavoro accessorio nell'ambito dell'esecuzione di appalti di opere o servizi, fatte salve le specifiche ipotesi individuate con decreto del Ministero del Lavoro. Non è possibile ricorrere al lavoro accessorio tramite intermediari o contratti di somministrazione, ad eccezione del servizio di steward delle società calcistiche, come disciplinato dal Decreto del Ministro dell'Interno dell'8 agosto 2007, modificato dal Decreto del Ministro dell'Interno del 24 febbraio 2010. Il ricorso a prestazioni di lavoro accessorio da parte di un committente pubblico è consentito nel rispetto dei vincoli previsti dalla vigente disciplina in materia di contenimento delle spese di personale e, ove previsto, dal patto di stabilità interno. Sicurezza sul lavoro - Come previsto dall'art. 3 comma 8 del D.Lgs. 81/2008 nei confronti dei lavoratori occasionali, andranno ottemperati tutti gli obblighi previsti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, con le stesse modalità previste per la generalità dei lavoratori con rapporto di lavoro subordinato.
Riferimenti
Normativa
Prassi
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