Il Tar Veneto sulla funzione del Correttivo

Redazione Scientifica
30 Ottobre 2017

Tar Veneto ribadisce un consolidato principio giurisprudenziale secondo cui la stazione appaltante può applicare esclusivamente le cause di esclusione previste dalla legge...

Il Tar Veneto ribadisce un consolidato principio giurisprudenziale secondo cui la stazione appaltante può applicare esclusivamente le cause di esclusione previste dalla legge. Ha inoltre chiarito che il correttivo al d. lgs. N. 50 del 2016 non ha valore di norma di interpretazione autentica, dotata di efficacia retroattiva. Al contrario il Tar Veneto ha fatto proprio l'orientamento espresso dal Consiglio di Stato nel proprio parere sul correttivo al nuovo codice degli appalti pubblici, ribadendo che «la funzione propria del “decreto correttivo” è quella di apportare al decreto legislativo di attuazione della delega – già emanato – tutte le modifiche necessarie per un miglior funzionamento, in sede applicativa, delle norme originariamente introdotte, oltre che per eliminare refusi o errori materiali e migliorare il coordinamento esterno con altri testi normativi (cfr. il parag. 3 del parere 30 marzo 2017, n. 782)». (Nel caso oggetto della sentenza l'inserimento al comma 4 dell'art. 30 del d.lgs. n. 50 cit., dopo le parole «nei lavori», delle parole «servizi e forniture», è stato ritenuto norma provvista di portata innovativa e che integra il precetto preesistente e, perciò, non ha natura di norma di interpretazione autentica).

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