Codice di Procedura Penale art. 75 - Rapporti tra azione civile e azione penale.Rapporti tra azione civile e azione penale. 1. L'azione civile proposta davanti al giudice civile può essere trasferita nel processo penale fino a quando in sede civile non sia stata pronunciata sentenza di merito anche non passata in giudicato [324 c.p.c.]. L'esercizio di tale facoltà comporta rinuncia agli atti del giudizio [306 c.p.c.]; il giudice penale provvede anche sulle spese del procedimento civile [541]. 2. L'azione civile prosegue in sede civile [652; 211 coord.] se non è trasferita nel processo penale o è stata iniziata quando non è più ammessa la costituzione di parte civile [79]. 3. Se l'azione è proposta in sede civile nei confronti dell'imputato dopo la costituzione di parte civile nel processo penale [76, 82 2] o dopo la sentenza penale di primo grado, il processo civile è sospeso fino alla pronuncia della sentenza penale non più soggetta a impugnazione, salve le eccezioni previste dalla legge [71 6, 88 3, 441 4, 444 2] (1) (2). (1) La Corte cost., con sentenza 22 ottobre 1996, n. 354 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente comma «nella parte in cui non prevede che la disciplina ivi contenuta non trovi applicazione nel caso di accertato impedimento fisico permanente che non permetta all'imputato di comparire all'udienza, ove questi non consenta che il dibattimento prosegua in sua assenza». (2) In deroga al presente comma, , v. art. 2-ter, comma 5, d.l. 23 maggio 2008, n. 92, conv., con modif., in l. 24 luglio 2008, n. 125, in tema di misure atte ad assicurare la rapida definizione dei processi relativi a reati per i quali è prevista la trattazione prioritaria. In tema di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato, v. art. 1 l. 23 luglio 2008, n. 124: tale articolo è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo con C. cost. 9 ottobre 2009, n. 262. Inquadramento.Per il commento, v. sub art. 654 c.p.p. |