Decreto legislativo - 2/07/2010 - n. 104 art. 36 - Pronunce interlocutoriePronunce interlocutorie
1. Salvo che il presente codice disponga diversamente, il giudice provvede con ordinanza in tutti i casi in cui non definisce nemmeno in parte il giudizio. 2. Il giudice pronuncia sentenza non definitiva quando decide solo su alcune delle questioni, anche se adotta provvedimenti istruttori per l'ulteriore trattazione della causa. InquadramentoSono pronunce interlocutorie quelle con cui il giudizio non viene compiutamente definito e necessita di proseguire nello stesso grado. Il giudizio può essere non definito in relazione a tutte le questioni e in questo caso il giudice amministrativo deve necessariamente pronunciare una ordinanza, salvo che non sia diversamente previsto da apposita disposizione del Codice. Viene, invece, pronunciata una sentenza non definitiva (o parziale) quando il giudice decide solo alcune delle questione controverse e dispone istruttoria per l'ulteriore trattazione della causa. Pronunce interlocutorieIl giudice amministrativo pronuncia una ordinanza interlocutoria quando non decide nemmeno in parte il giudizio e dispone adempimenti istruttori o, ad esempio, relativi alla rinnovazione delle notificazioni o all'integrazione del contraddittorio. L'inciso «salvo che il presente codice non disponga diversamente» significa che sono possibili eccezioni a tale principio e una eccezione è costituita dall'art. 116, comma 2, che prevede la possibilità di decidere con ordinanza la richiesta di accesso proposta in via incidentale in un giudizio principale avente altro oggetto. Altrimenti, in caso di definizione di sole alcune questioni della controversia il giudice amministrativo pronuncia una sentenza non definitiva o parziale, che può determinare un diverso andamento temporale del giudizio. Infatti, avverso le sentenze non definitive è ammissibile la riserva di appello con atto notificato entro il termine per l'appello e depositato nei successivi trenta giorni presso la segreteria del T.A.R. (e, quindi non con semplice dichiarazione resa all'udienza successiva), ma è anche possibile l'impugnazione immediata della sentenza parziale e in questo caso il giudizio di appello potrebbe anche essere definito prima del proseguo di quello di primo grado (si rinvia al commento all'art. 103). In applicazione del generale principio processuale della prevalenza della sostanza sulla forma, al fine di stabilire se un provvedimento ha natura di sentenza o di ordinanza, è decisiva non la forma adottata, ma il suo contenuto sostanziale, purché il provvedimento abbia il minimo di requisiti formali per rientrare nel tipo che sarebbe congruo in relazione al suo contenuto; pertanto, allorquando il giudice, ancorché con provvedimento avente veste formale di ordinanza, abbia, senza definire il giudizio, deciso una o più questioni pregiudiziali attinenti al processo, oppure una o più questioni preliminari di merito, che siano astrattamente idonee a definire il processo ma in concreto non lo siano per la soluzione (di segno reiettivo) adottata, a tale provvedimento, di natura decisoria, va riconosciuta natura di sentenza non definitiva ex art. 36 c.p.a. ( Cons. St.Ad. plen., n. 22/2012). BibliografiaBove, Sentenze non definitive e riserva di impugnazione, in Riv. trim. dir. proc. civ. 1998, 423; Carbone, Definitività e non definitività della sentenza, in Corr. giur. 1990, 705; Di Marzio, Art. 340 c.p.c., in Di Marzo (a cura di) Codice di procedura civile, Milano, 2016; Paolantonio, Pronunce giurisdizionali, in Morbidelli (a cura di), Codice della giustizia amministrativa, Milano, 2015, 534; Saitta, La riserva di appello nel processo amministrativo, Dir. proc. amm. 2000, 363; Torchia, Le nuove pronunce nel Codice del processo amministrativo, Relazione al 56° Convegno di Studi Amministrativi, Varenna, 23-25 settembre 2010, in giustizia-amministrativa.it. |