Decreto legislativo - 2/07/2010 - n. 104 art. 78 - Deposito della sentenza resa sulla querela di falsoDeposito della sentenza resa sulla querela di falso
1. Definito il giudizio di falso, la parte che ha dedotto la falsità deposita copia autentica della sentenza in segreteria. 2. Il ricorso è dichiarato estinto se nessuna parte deposita la copia della sentenza nel termine di novanta giorni dal suo passaggio in giudicato. Note operative
InquadramentoL'art. 78 disciplina la definizione del giudizio sospeso a seguito della proposizione della querela di falso. La prosecuzione del giudizio è condizionata al tempestivo deposito della sentenza che ha deciso sulla querela e il giudizio amministrativo si estingue se nessuna parte deposita la copia della sentenza che definisce il giudizio di falso nel termine di novanta giorni dal suo passaggio in giudicato. Il deposito della sentenza che definisce la querela di falsoDefinito il giudizio di falso, la prosecuzione del processo amministrativo necessita del deposito della sentenza resa dal giudice ordinario. L'onere del deposito grava sulla parte che ha dedotto la falsità del documento, anche se l'effetto di estinzione del giudizio deriva dal mancato deposito della sentenza a cura di tutte le parti nel termine novanta giorni dal passaggio in giudicato. Di fatto, per evitare l'estinzione del giudizio, l'onere del deposito finisce per gravare anche sul soggetto resistente rispetto alla proposizione della querela di falso (Menchini – Renzi, 758). Prima dell'entrata in vigore del Codice il termine per il deposito della sentenza era di 30 giorni e decorreva dalla pubblicazione della sentenza e la giurisprudenza aveva affermato che nel caso di proposizione di querela di falso, la parte che ha dedotto la falsità doveva depositare nella segreteria del giudice copia della sentenza che definisce il relativo giudizio entro trenta giorni dalla sua pubblicazione, a pena, se si tratta della parte ricorrente, di decadenza del ricorso. Cons. St. Ad. plen., n. 3/2010. Il termine è stato aumentato a novanta giorni che decorrono però dal passaggio in giudicato della sentenza e l'effetto della violazione del termine non è più la decadenza del ricorso, ma l'estinzione del giudizio (v. art. 35). Ai sensi dell'art. 78, comma 2, il mancato deposito presso la Segreteria del Tribunale di copia della sentenza nel termine di novanta giorni dal suo passaggio in giudicato costituisce ragione di estinzione del giudizio. A tal fine non è rilevante che il deposito della sentenza sia avvenuto solo con il deposito della istanza di fissazione dell'udienza di merito, quando ormai il suddetto termine era decorso (T.A.R.Campania (Salerno), n. 1615/2014) La disposizione introduce un regime speciale della prosecuzione del giudizio che si differenzia dalle altre ipotesi di cui all'art. 80, le quali prevedono come dies a quo la comunicazione dell'atto che determina la cessazione della causa di sospensione. Nella norma in esame, infatti, l'onere della parte decorre dal «passaggio in giudicato». Tale ultima locuzione, che sostituisce quella in precedenza contenuta nell' art. 43 del r.d. n. 642/1907 che si riferiva invece alla sola «pubblicazione della sentenza», è diretta a evitare che il processo amministrativo potesse proseguire sulla base di un dato, cioè la falsità di un atto pubblico, non ancora definitivamente accertato L'Adunanza Plenaria ha osservato che, nella sua formulazione, l'art. 78 ha correlato la sanzione endoprocessuale dell'estinzione del processo al mancato deposito della copia autenticata della sentenza entro un termine (perentorio) determinato in modo autonomo rispetto all' art. 297 c.p.c. (seppure in maniera coerente con la nuova versione di quest'ultima disposizione). La disposizione è applicabile per rinvio interno anche al processo di appello (ex art. 38) e i termini ivi previsti sono soggetti a dimezzamento nel caso di riti connotati dalla abbreviazione dei termini (ad es. quello elettorale), (Cons. St. Ad. plen. n. 39/2010). Vertendosi in un caso di sospensione, si ritiene applicabile l'art. 80, comma 1, secondo cui entro il termine stabilito deve essere presentata istanza di fissazione dell'udienza (e quindi non sarebbe sufficiente il mero deposito della sentenza definitiva sulla questione di falso) (De Nictolis,Proc. amm.vo, 1354). A seguito dell'istanza di fissazione dell'udienza, la parte dovrà, nei termini di cui all'art. 73, anche documentare l'avvenuto passaggio in giudicato della sentenza sulla questione di falso, ritenuto presupposto necessario per la rituale prosecuzione o la riassunzione del giudizio sospeso, ai sensi degli artt. 78 e 80, e quindi per la sua definizione. In difetto, il collegio potrà rinviare a nuova udienza (Cons. giust. amm., ord. n. 137/2017).. BibliografiaApicella, L'incidente di falso nel processo amministrativo, in Dir. proc. amm., 2011, 776 ss.; Apicella, Articoli 77,78,79,80 c.p.a., in Quaranta, Lopilato (a cura di), Il processo amministrativo. Commentario al D.lgs. 104/2010, Milano, 2011; 627 ss.; Apicella, Sospensione del processo amministrativo e concentrazione delle tutele, in Dir. proc. amm., 2012, 873 ss.; Carpentieri, Le questioni incidentali, in Caranta (a cura di), Il nuovo processo amministrativo, 2011, 469 ss.; Gallo, Osservazioni in tema di incidente di falso nel processo amministrativo, in Giur. mer., 1984, 1302 ss.; Graziosi, Querela di falso e verificazione della scrittura privata, in Enc. giur., 2007, 12, 568 ss.; Menchini-Renzi, Incidenti nel processo, in Morbidelli (a cura di), Codice della giustizia amministrativa, Milano, 2015, 740 ss; Saitta, Sistema di giustizia amministrativa, Milano, 2012, 149 ss.; Scoca, Considerazioni sul nuovo processo amministrativo, in giustamm.it, 2/2011; Vanzetti, Querela di falso e sospensione del processo, in Riv. dir. proc., 2012, 1502 ss. |