Decreto legislativo - 2/07/2010 - n. 104 art. 93 - Luogo di notificazione dell'impugnazione

Roberto Chieppa

Luogo di notificazione dell'impugnazione

 

1. L'impugnazione deve essere notificata nella residenza dichiarata o nel domicilio eletto dalla parte nell'atto di notificazione della sentenza o, in difetto, presso il difensore o nella residenza dichiarata o nel domicilio eletto per il giudizio e risultante dalla sentenza.

2. Qualora la notificazione abbia avuto esito negativo perché il domiciliatario si è trasferito senza notificare una formale comunicazione alle altre parti, la parte che intende proporre l'impugnazione può presentare al presidente del tribunale amministrativo regionale o al presidente del Consiglio di Stato, secondo il giudice adito con l'impugnazione, un'istanza, corredata dall'attestazione dell'omessa notificazione, per la fissazione di un termine perentorio per il completamento della notificazione o per la rinnovazione dell'impugnazione.

Inquadramento

L'art. 93 disciplina l'individuazione del luogo di notificazione delle impugnazioni, che è quello della residenza dichiarata o del domicilio eletto dalla parte nell'atto di notificazione della sentenza o, in difetto, presso il difensore o della residenza dichiarata o del domicilio eletto per il giudizio e risultante dalla sentenza.

Il secondo comma riguarda, invece, il caso del trasferimento del domiciliatario in assenza della notificazione di una formale comunicazione alle altre parti.

Il luogo della notificazione dell'impugnazione

Ai sensi dell'art. 93, l'individuazione del luogo di notificazione dell'appello si compie sulla base delle dichiarazioni rese dalla controparte nell'atto di notificazione della sentenza ovvero, in assenza di queste, risalenti al giudizio di primo grado rimanendo a carico di detta controparte l'onere di portare a conoscenza dell'altra parte ogni variazione di tale luogo.

Pertanto, la prima regola è quella secondo cui se la parte che ha notificato la sentenza ha anche indicato, all'atto della notificazione la propria residenza o ha eletto il domicilio, la notificazione dell'impugnazione deve essere eseguita alla parte personalmente in via esclusiva nella residenza dichiarata o nel domicilio eletto.

Il primo dei luoghi di notificazione dell'impugnazione indicato dalla norma in commento (presso la residenza dichiarata o il domicilio eletto nella circoscrizione del giudice che ha pronunciato la sentenza) ha carattere esclusivo (Di Marzio).

La dichiarazione di residenza e l'elezione di domicilio, che impongono di notificare l'atto di impugnazione alla parte personalmente, a norma dell'art. 330, prima ipotesi del comma 1, c.p.c., sono quelle che consentono di identificare con esattezza il luogo dove la notificazione deve essere eseguita e quindi deve contenere l'indicazione del Comune di residenza, quella della strada e anche quella del numero civico, con la conseguenza che — salvo che si tratti di un piccolo Comune — ove difetti una di tali indicazioni, detta dichiarazione è priva di validità e non produce gli effetti stabiliti dall'indicato art. 330, senza che sia necessaria la certificazione dell'ufficiale giudiziario circa l'impossibilità di identificazione del luogo della residenza e del domicilio, e, quindi, la notificazione deve essere fatta presso il procuratore costituito o nella residenza dichiarata o nel domicilio eletto per il giudizio in cui è stata pronunziata la sentenza da impugnare, ai sensi della seconda ipotesi del citato comma 1 dell' art. 330 c.p.c. (Cass. n. 8845/1990).

In difetto delle comunicazioni in parola la notifica dell'impugnazione nel domicilio del procuratore, eletto per il giudizio di primo grado, anche se non andata ad effetto per trasferimento del domiciliatario, impedisce la decadenza dell'impugnazione stessa per decorrenza del relativo termine purché sia rinnovata nel nuovo domicilio del procuratore.

La notifica dell'appello avverso una decisione non notificata va effettuata presso il procuratore costituito alternativamente nella residenza dichiarata o nel domicilio eletto per il giudizio; altrimenti, l'appellante deve notificare il gravame al vincitore presso il domicilio eletto nella notificazione della sentenza contestata ove diverso da quello indicato in occasione della costituzione nel giudizio di primo grado.

Nell'ipotesi in cui la parte si sia costituita nel giudizio a quo a mezzo di due procuratori con uguali poteri di rappresentanza ed uno solo di essi sia stato designato come domiciliatario, la notifica della impugnazione è valida ancorché eseguita presso il procuratore non domiciliatario (Cass. n. 9689/2009).

L'apposizione di un timbro sulla copia della sentenza notificata, da cui risulti un diverso recapito del difensore domiciliatario in assenza della relativa sottoscrizione, non manifesta un'univoca volontà di modificare l'elezione di domicilio già effettuata ( Cons. St.Ad. plen., n. 13/1999).

La notifica dell'appello effettuata alla parte personalmente è nulla in quanto è priva di ogni collegamento con il procuratore domiciliatario costituito nel giudizio di primo grado, vero destinatario della notifica medesima sulla base dei poteri conferitigli con la procura alle liti per il giudizio a quo.

Parimenti nulla è la notificazione dell'appello eseguita al procuratore costituito nel giudizio di primo grado ma in luogo diverso dal domicilio eletto per quel grado di giudizio.

La notificazione dell'impugnazione alla parte non costituita nel giudizio di primo grado deve ovviamente essere eseguita alla parte personalmente.

Costituzione in giudizio e sanatoria della nullità della notificazione

In armonia col principio che non può essere dichiarata la nullità di un atto processuale che ha raggiunto il proprio scopo, la nullità per inosservanza del luogo di notifica del ricorso è sanata se la parte si costituisce in giudizio, anche al solo scopo di dedurre il vizio e dopo la scadenza del termine per proporre appello.

In applicazione della regola ritraibile dal combinato disposto degli artt. 156, comma ultimo, 160 e 330 c.p.c., la notificazione del ricorso in appello, in luogo diverso da quello prescritto non è affetta da giuridica inesistenza, ma da nullità, pertanto essa è sanabile retroattivamente: a) a seguito della costituzione in giudizio dell'appellato perché dimostra che si è verificato l'evento previsto dalla legge come fine tipico; b) nel caso di notificazione effettuata a mani proprie della parte personalmente, purché nell'ambito di competenza dell'ufficiale giudiziario (Cons. St. IV, n. 2555/2001).

La costituzione, però, deve avvenire in funzione del grado di giudizio cui la notificazione si riferisce, sicché non ha effetto sanante l'introduzione dell'appello con il quale il destinatario della notificazione, rimasto contumace in primo grado, faccia valere il vizio originario della medesima.

Notificazione dell'impugnazione all'Avvocatura dello Stato

Ai sensi dell' art. 1 l. 25 marzo 1958, n. 260, espressamente richiamato per i giudizi amministrativi dall' art. 10 comma 3 l. 3 aprile 1979, n. 103, tutti gli atti costituitivi di una fase processuale, e non solo quelli introduttivi del giudizio, vanno notificati all'Amministrazione resistente presso l'ufficio dell'Avvocatura dello Stato nel cui distretto ha sede l'Autorità giudiziaria dinanzi alla quale è stata portata la causa; pertanto, è viziata la notificazione del ricorso dinanzi al Cons. Stato effettuata presso l'Avvocatura distrettuale della città sede dell'Amministrazione intimata, anziché presso l'Avvocatura generale.

Il trasferimento del domiciliatario

L'art. 93, comma 2 disciplina l'ipotesi del trasferimento del domiciliatario abbia trasferito il proprio domicilio senza avviso formale alle altre parti, che deve avvenire attraverso una notificazione; quando tale notificazione sia mancata e la notificazione dell'impugnazione abbia avuto esito negativo, la parte può chiedere al presidente dell'ufficio giudiziario adito per l'impugnazione la concessione del termine per rinnovare la notificazione presso il nuovo domicilio.

Con riferimento al luogo di notificazione dell'impugnazione, il caso, che aveva generato oscillazioni giurisprudenziali, è quello in cui in cui la notificazione ha esito negativo a causa del trasferimento del domiciliatario di cui l'impugnante non abbia avuto conoscenza legale.

Prima dell'entrata in vigore del Codice, Cons. St.Ad. plen., n. 13/1999 aveva affermato che l'esito negativo della notificazione non può ricadere sulla parte che abbia diligentemente cercato di effettuarla nel luogo risultante dalla formale dichiarazione della controparte.

In questo caso, la notificazione dell'impugnazione può aver luogo entro il termine perentorio fissato dal giudice per il suo completamento o per la rinnovazione.

Tale regola viene codificata dall'art. 93, che prevede appunto che la parte che intende proporre l'impugnazione può presentare al presidente dell'ufficio giudiziario adito con l'impugnazione, un'istanza, corredata dall'attestazione dell'omessa notificazione, per la fissazione di un termine perentorio per il completamento della notificazione o per la rinnovazione dell'impugnazione.

Tuttavia, nel codice di procedura civile non vi è una analoga regola e la Cassazione richiede al notificante di effettuare un riscontro presso l'albo professionale per verificare il mutamento del domicilio del difensore (Cass.S.U., n. 3960/2009). Solo qualora la notificazione non si perfezioni per circostanze non imputabili al richiedente, questi ha l'onere — anche alla luce del principio della ragionevole durata del processo, atteso che la richiesta di un provvedimento giudiziale comporterebbe un allungamento dei tempi del giudizio — di chiedere all'ufficiale giudiziario la ripresa del procedimento notificatorio e, ai fini del rispetto del termine perentorio, la conseguente notificazione avrà effetto dalla data iniziale di attivazione del procedimento, sempreché la ripresa del medesimo sia intervenuta entro un termine ragionevolmente contenuto, tenuti presenti i tempi necessari, secondo la comune diligenza, per conoscere l'esito negativo della notificazione e assumere le informazioni del caso. (Cass. n. 20830/2013).

È stato evidenziato come la norma in commento disciplini solo il trasferimento del domicilio eletto e non anche quello della residenza dichiarata: sicché, ove questa muti, è onere dell'impugnante verificare dove sia stata trasferita la residenza (Luiso, 896).

Ai sensi dell'art. 93 comma 2, la rimessione in termini per la proposizione del ricorso in appello è ammissibile nel solo caso di omessa notifica dovuta a mutamento del domicilio non comunicato da parte del domiciliatario e, più in generale, in quanto l'omessa notificazione risulta manifestamente dovuta a errore imputabile alla parte appellata (Cons. St. IV n. 3388/2012).

Impugnazioni e termine di efficacia dell'elezione di domicilio

L' art. 330. comma 3, c.p.c. prevede che quando manca la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio e, in ogni caso, dopo un anno dalla pubblicazione della sentenza, l'impugnazione, se è ancora ammessa dalla legge, si notifica personalmente a norma degli articoli 137 e seguenti.

L'efficacia dell'elezione di domicilio dura quindi un anno e il termine annuale era legato al termine lungo previsto per le impugnazioni e la disposizione non è stata poi adeguata alla riduzione a sei mesi di tale termine.

In ogni caso manca nel codice del processo amministrativo una disposizione analoga a quella contenuta nel terzo comma dell' art. 330 c.p.c.

Nonostante tale assenza è stato ritenuto che anche nel processo amministrativo le impugnazioni straordinarie debbano essere notificate alla parte personalmente, se proposte oltre il termine di decadenza di sei mesi di cui all'art. 92, comma terzo, tenendo conto peraltro che tale termine può essere maggiorato ove trovi applicazione la normativa sulla sospensione dei termini feriali (Luiso, 896).

Morte o cancellazione del procuratore

Ai sensi dell' art. 141, comma 4, c.p.c., la notificazione non può essere fatta nel domicilio eletto se è chiesta dal domiciliatario o questi è morto o si è trasferito fuori della sede indicata nell'elezione di domicilio o è cessato l'ufficio.

La morte del procuratore domiciliatario produce l'inefficacia della dichiarazione di elezione di domicilio e la conseguente necessità che l'atto di impugnazione sia notificato, ai sensi dell' art. 330, comma 3, c.p.c., presso la parte personalmente. Tuttavia, ove alla morte del difensore abbia fatto seguito la nomina di altro difensore domiciliatario, che abbia lo stesso studio del primo, la notifica presso lo studio del domiciliatario deceduto è nulla e non inesistente — e, come tale, sanabile grazie alla costituzione della parte — dovendosi in questo caso considerare lo studio dell'avvocato alla stregua di un ufficio e l'elezione di domicilio effettuata con riferimento ad un'organizzazione professionale che continua ad operare dopo la morte del primo difensore (Cass. n. 9543/2010).

In ipotesi di cancellazione dall'albo professionale del difensore domiciliatario, l'estinzione ex lege del rapporto professionale comporta anche il venir meno dell'elezione di domicilio, con conseguente ritualità della notifica dell'impugnazione fatta alla parte personalmente (Cass. n. 19225/2011). Tuttavia la notificazione dell'impugnazione al procuratore domiciliatario nel precedente grado del giudizio ma nelle more cancellato dall'albo, in quanto eseguita nei confronti di persona collegabile al destinatario, è da ritenere affetta non da giuridica inesistenza bensì da nullità sanabile ex tunc per effetto della sua rinnovazione (Cass. n. 12478/2013).

Morte o perdita di capacità della parte costituita

L'atto di impugnazione della sentenza, nel caso di morte della parte vittoriosa, deve essere rivolto e notificato agli eredi, indipendentemente sia dal momento in cui il decesso è avvenuto, sia dalla eventuale ignoranza dell'evento, anche se incolpevole, da parte del soccombente; ove l'impugnazione sia proposta invece nei confronti del defunto, non vi è luogo all'applicazione dell' art. 291 c.p.c. (Cass.S.U.,n. 26279/2009).

In caso di morte o perdita di capacità della parte costituita a mezzo di procuratore, l'omessa dichiarazione o notificazione del relativo evento ad opera di quest'ultimo comporta, giusta la regola dell'ultrattività del mandato alla lite, che il difensore continui a rappresentare la parte come se l'evento stesso non si fosse verificato, risultando così stabilizzata la posizione giuridica della parte rappresentata (rispetto alle altre parti ed al giudice) nella fase attiva del rapporto processuale, nonché in quelle successive di sua quiescenza od eventuale riattivazione dovuta alla proposizione dell'impugnazione. Tale posizione è suscettibile di modificazione qualora, nella fase di impugnazione, si costituiscano gli eredi della parte defunta o il rappresentante legale di quella divenuta incapace, ovvero se il suo procuratore, già munito di procura alla lite valida anche per gli ulteriori gradi del processo, dichiari in udienza, o notifichi alle altre parti, l'evento, o se, rimasta la medesima parte contumace, esso sia documentato dall'altra parte o notificato o certificato dall'ufficiale giudiziario ex art. 300, quarto comma, c.p.c. ( Cass.S.U., n. 15295/2014). Qualora la parte non abbia dichiarato la residenza o eletto domicilio per il giudizio, essendo rimasta contumace o essendosi costituita personalmente senza dichiarare la residenza o eleggere domicilio, la notificazione dell'impugnazione va effettuata personalmente, ai sensi dell'art. 330, u.c., e quindi, in caso di decesso, la notifica agli eredi non può essere effettuata collettivamente ed impersonalmente, ma va eseguita nominatim, ai sensi degli artt. 137 ss., indipendentemente dall'avvenuta notifica della sentenza e dalla circostanza che la morte della parte si sia verificata prima o dopo tale notifica (Cass. n. 11315/2009).

Bibliografia

Di Marzio, Art. 330 c.p.c., in Di Marzio (a cura di) Codice di procedura civile, Milano, 2016; Luiso, Impugnazioni in generale, in Morbidelli (a cura di), Codice della giustizia amministrativa, Milano, 2015, 889.

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