Decreto legislativo - 2/07/2010 - n. 104 art. 115 - Iscrizione di ipoteca 1

Roberto Chieppa

Iscrizione di ipoteca1

 

[ 1. Le pronunce del giudice amministrativo che costituiscono titolo esecutivo sono spedite, su richiesta di parte, in forma esecutiva. ]2

2. I provvedimenti emessi dal giudice amministrativo che dispongono il pagamento di somme di denaro costituiscono titolo anche per l'esecuzione nelle forme disciplinate dal Libro III del codice di procedura civile e per l'iscrizione di ipoteca.

[3. Ai fini del giudizio di ottemperanza di cui al presente Titolo non è necessaria l'apposizione della formula esecutiva.]3

[1] Rubrica sostituita dall'articolo 26, comma 2, lettera a) punto 2) del D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 con effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023, come stabilito dall'articolo 35, comma 1, del D.Lgs. 149/2022 medesimo, come modificato dall'articolo 1, comma 380, lettera a), della Legge 29 dicembre 2022, n. 197.

[2] Comma abrogato dall'articolo 26, comma 2, lettera a) punto 1) del D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 con effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023, come stabilito dall'articolo 35, comma 1, del D.Lgs. 149/2022 medesimo, come modificato dall'articolo 1, comma 380, lettera a), della Legge 29 dicembre 2022, n. 197.

[3] Comma abrogato dall'articolo 26, comma 2, lettera a) punto 1) del D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 , con effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023, come stabilito dall'articolo 35, comma 1, del D.Lgs. 149/2022 medesimo, come modificato dall'articolo 1, comma 380, lettera a), della Legge 29 dicembre 2022, n. 197.

Inquadramento

La formula esecutiva e l'esecuzione nelle forme del c.p.c. è possibile, in via alternativa all'ottemperanza, solo per i provvedimenti emessi dal giudice amministrativo che dispongono il pagamento di somme di denaro.

Con la riforma del processo civile attuata con il d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (entrata in vigore il 28 febbraio 2023) è stata eliminata la necessità della apposizione della formula esecutiva sul titolo ed è stato conseguentemente modificato l'art. 115 c.p.a.

L'esecuzione davanti al giudice ordinario  e le modifiche apportate dal d. lgs. n. 149/2022 in ordine alla eliminazione della necessità di apporre la formula esecutiva sul titolo

L'art. 115 del Codice disciplina(va) il formarsi del titolo esecutivo e il rilascio di estratto del provvedimento giurisdizionale con formula esecutiva.

Era stabilito che le pronunce del giudice amministrativo che costituiscono titolo esecutivo fossero spedite, su richiesta di parte, in forma esecutiva e che i provvedimenti emessi dal giudice amministrativo che dispongono il pagamento di somme di denaro costituissero titolo anche per l'esecuzione nelle forme disciplinate dal Libro III del codice di procedura civile e per l'iscrizione di ipoteca.

L'esecuzione nelle forme del c.p.c. era, quindi, prevista come alternativa rispetto al ricorso in ottemperanza, ma era limitata al pagamento di somme, e non ad altri obblighi, anche di fare, derivanti dal giudicato.

L'apposizione della formula esecutiva non era tuttavia necessari ai fini del giudizio di ottemperanza.

  Si ricorda che ai sensi dell' articolo 474 c.p.c. l'esecuzione forzata può riguardare soltanto i titoli esecutivi, relativi a un diritto certo, liquido ed esigibile (si pensi, in particolare, alle sentenze di condanna). L' art. 7 della l. n. 205/2000 ha definito titoli esecutivi le sentenze del giudice amministrativo rese in sede di giurisdizione esclusiva con cui è disposto il risarcimento del danno ingiusto. Pertanto, questi provvedimenti (sentenze di condanna al risarcimento del danno e che dispongono la reintegrazione in forma specifica) potevano essere, su richiesta di parte, muniti della formula esecutiva affinché se ne potesse, eventualmente, richiedere l'esecuzione forzata al giudice ordinario. Il comma 2 dello stesso articolo prevede che « i provvedimenti emessi dal giudice amministrativo che dispongono il pagamento di somme di denaro costituiscono titolo anche per l'esecuzione nelle forme disciplinate dal Libro III del codice procedura civile e per l'iscrizione di ipoteca ». (Daidone – Patroni Griffi, 1049).

Con la riforma del processo civile attuata con il d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (entrata in vigore il 28 febbraio 2023) il nuovo art. 475 c.p.c. prevede che “le sentenze, i provvedimenti e gli altri atti dell'autorità giudiziaria, nonché gli atti ricevuti da notaio o da altro pubblico ufficiale, per valere come titolo per l'esecuzione forzata, ai sensi dell'articolo 474, per la parte a favore della quale fu pronunciato il provvedimento o stipulata l'obbligazione, o per i suoi successori, devono essere rilasciati in copia attestata conforme all'originale, salvo che la legge disponga altrimenti”.

All'art. 474 c.p.c. è stato aggiunto il seguente comma “il titolo è messo in esecuzione da tutti gli ufficiali giudiziari che ne siano richiesti e da chiunque spetti, con l'assistenza del pubblico ministero e il concorso di tutti gli ufficiali della forza pubblica, quando ne siano legalmente richiesti”. L'art. 476 c.p.c. è stato abrogato.

Tali modifiche, che hanno eliminato quindi la necessità della apposizione della formula esecutiva sul titolo, hanno comportato la conseguente modifica dell'art. 115 c.p.a. con l'abrogazione dei commi 1 e 3 e la modifica della rubrica, limitata alla sola iscrizione di ipoteca disciplinata dal comma 2, tuttora vigente.

Ai sensi dell'art. 35 del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 le modifiche hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.

Con riferimento all'esatta durata del regime transitorio, è stato rilevato che alla soluzione per cui si dovrebbe guardare alla data di introduzione del giudizio all'esito del quale si è formato il titolo esecutivo, appare preferibile quella per cui si debba guardare al procedimento, di natura amministrativa, avviato per il rilascio della formula esecutiva. Dunque, le Segreterie del Consiglio di Stato e dei Tribunali Amministrativi Regionali dovrebbero continuare a spedire in formula esecutiva i provvedimenti del giudice amministrativo solo se la richiesta venga formulata entro il 28 febbraio 2023 (Durante, 38).

Ovviamente la possibilità di proporre il giudizio di ottemperanza contestualmente alla notifica di un atto di precetto ex art. 480 c.p.c. non potrà determinare il pagamento per due volte delle somme richieste.

Lo stesso meccanismo è estendibile anche alle sentenze del giudice ordinario con cui l'amministrazione è condannata al pagamento di somme di denaro – sempre che si tratti di un credito liquido, certo ed esigibile. In questo senso, i due rimedi – civile e amministrativo – possono funzionare in modo alternativo, salvo che non sia necessario lo svolgimento di un'apposita fase cognitiva atta a definire la quantità e i caratteri del credito, per la quelle è necessario adire il giudice amministrativo (Daidone – Patroni Griffi, 1049).

Va ricordato che, ai sensi dell'art. 14 l. n. 669/1996, le amministrazioni dello Stato e gli enti pubblici non economici completano le procedure per l'esecuzione dei provvedimenti giurisdizionali e dei lodi arbitrali aventi efficacia esecutiva e comportanti l'obbligo di pagamento di somme di danaro entro il termine di centoventi giorni dalla notificazione del titolo esecutivo. Prima di tale termine il creditore non può procedere ad esecuzione forzata né alla notifica di atto di precetto.

 Il termine dilatorio di centoventi giorni dalla notificazione del titolo esecutivo (previsto dall' art. 14 d.l. n. 669/1996, convertito nella l. n. 30/1997e successive modificazioni, ai fini dell'ammissibilità delle azioni esecutive nei confronti della P.A.) si applica anche nel giudizio di ottemperanza avanti al giudice amministrativo, integrando una condizione dell'azione esecutiva intentata nei confronti della p.a., a ciò non ostando la previsione di cui all'art. 115 comma 3, trattandosi quest'ultima di previsione di carattere generale, che recede dinanzi alla specifica situazione di cui all'art. 14 comma 1 cit., che è norma speciale di contabilità pubblica, riguardante l'esecuzione dei provvedimenti giurisdizionali comportanti l'obbligo di pagamento di somme di denaro- T.A.R. Lombardia (Milano) III 2 luglio 2012 n. 1873.

Inoltre, l'art. 159 del Testo unico enti locali ( d.lgs. n. 267/2000) ha stabilito che:

— non sono ammesse procedure di esecuzione e di espropriazione forzata nei confronti degli enti locali presso soggetti diversi dai rispettivi tesorieri. Gli atti esecutivi eventualmente intrapresi non determinano vincoli sui beni oggetto della procedura espropriativi;

— non sono soggette ad esecuzione forzata, a pena di nullità rilevabile anche d'ufficio dal giudice, le somme di competenza degli enti locali destinate a: a) pagamento delle retribuzioni al personale dipendente e dei conseguenti oneri previdenziali per i tre mesi successivi; b) pagamento delle rate di mutui e di prestiti obbligazionari scadenti nel semestre in corso; c) espletamento dei servizi locali indispensabili;

— per l'operatività dei limiti all'esecuzione forzata di cui al comma 2 occorre che l'organo esecutivo, con deliberazione da adottarsi per ogni semestre e notificata al tesoriere, quantifichi preventivamente gli importi delle somme destinate alle suddette finalità;

— le procedure esecutive eventualmente intraprese in violazione del comma 2 non determinano vincoli sulle somme né limitazioni all'attività del tesoriere;

— i provvedimenti adottati dai commissari nominati a seguito dell'esperimento delle procedure di cui all' articolo 37 della l. n. 1034/1971, e di cui all'articolo 27, comma 1, numero 4, del testo unico delle leggi sul Consiglio di Stato, emanato con r.d. n. 1054/1924, devono essere muniti dell'attestazione di copertura finanziaria prevista dall'articolo 151, comma 4, e non possono avere ad oggetto le somme di cui alle lettere a), b) e c) del comma 2, quantificate ai sensi del comma 3.

La Corte cost. n. 211/2003 ha dichiarato, tra l'altro, l'illegittimità dell'art. 159, commi 2, 3 e 4, nella parte in cui non prevede che la impignorabilità delle somme destinate ai fini indicati alle lettere a), b) e c) del comma 2 non operi qualora, dopo la adozione da parte dell'organo esecutivo della deliberazione semestrale di preventiva quantificazione degli importi delle somme destinate alle suddette finalità e la notificazione di essa al soggetto tesoriere dell'ente locale, siano emessi mandati a titoli diversi da quelli vincolati, senza seguire l'ordine cronologico delle fatture così come pervenute per il pagamento o, se non è prescritta fattura, delle deliberazioni di impegno da parte dell'ente stesso

Bibliografia

Daidone – Patroni Griffi, Il giudizio di ottemperanza, in Morbidelli (a cura di), Codice della giustizia amministrativa, Milano, 2015, 1019; Durante, Relazione sugli effetti diretti e sulle implicazioni sistematiche che la riforma del processo civile, apprestata dal D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, reca al processo amministrativo – Ufficio Studi e formazione della Giustizia Amministrativa, in www.giustizia-amministrativa.it, 2022

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