Decreto legislativo - 2/07/2010 - n. 104 art. 7 - Rilascio di copieRilascio di copie 1. Il segretario rilascia copia delle decisioni e di ogni altro provvedimento del giudice a richiesta degli interessati e a loro spese. InquadramentoL' art. 7 delle disp. att. c.p.a. regola il tradizionale regime del rilascio di copie cartacee da parte della segreteria dell'ufficio giudiziario, depositario e responsabile della custodia del fascicolo d'ufficio. La disposizione costituisce l'altra faccia della medaglia dell' art. 76 disp. att. c.p.c. (Potere delle parti sui fascicoli) secondo cui le parti o i loro difensori regolarmente costituiti possono esaminare gli atti e i documenti inseriti nel fascicolo d'ufficio e in quelli delle altre parti e farsene rilasciare copia dal cancelliere, osservate le leggi sul bollo (applicabile anche nel processo amministrativo in considerazione del c.d. rinvio esterno di cui all' art. 39, comma 1, c.p.a.). La disciplina in questione si applica, infatti, solo alle parti processuali, tenute al pagamento del contributo unificato, che non sono tenute al pagamento dell'imposta di bollo ( art. 18, d.P.R. n.115/2002). La disciplina sull'imposta di bollo e, invece, invariata sia per le istanze e domande sotto qualsiasi forma presentate da terzi, sia per gli atti non giurisdizionali compiuti dagli uffici, compreso il rilascio di certificati, sempre che non siano atti antecedenti, necessari o funzionali ai processi di cui al comma 1. Per quanto riguarda i ricorsi depositati dopo il 1° gennaio 2017, l'art. 7 disp. att. c.p.a. va tuttavia integrato sia con quanto previsto dall' art. 136, comma 2-ter c.p.a., che prevede la possibilità per i difensori di estrarre direttamente copia autentica di atti, provvedimenti e documenti dal fascicolo informatico oltre, naturalmente, a duplicati informatici (art. 1, lett. i-quinquies e art. 23-bis, comma 1, d.lgs. n. 82/2005), cioè documenti informatici ottenuti mediante la memorizzazione, sullo stesso dispositivo o su dispositivi diversi, della medesima sequenza di valori binari del documento originario che, proprio in quanto duplicati dell'originale, non necessitano di attestazione di conformità); sia con le disposizioni attuative in materia di copie richieste e rilasciate con modalità telematiche, oggi specificatamente dettate dal d.P.C.M. 28 luglio 2021. La disposizione in parola presuppone infatti che la copia sia rilasciata «a richiesta» degli interessati, che normalmente avveniva per iscritto, utilizzando gli appositi modelli cartacei resi ancora disponibili sul sito web della GA e può riguardare una copia semplice, una copia autentica, una copia munita di titolo esecutivo o anche solo l'estratto. Il pagamento è dovuto per il fatto stesso della richiesta, a prescindere dal ritiro delle copie. Tale richiesta, come precisato dall'art. 2 del decreto n. 42/14 del 21 marzo 2014 del Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa, può essere sia effettuata che evasa dall'ufficio competente al rilascio tramite servizio postale, con posta raccomandata o ordinaria nei casi previsti. Il medesimo articolo precisa, al comma 6, che ove la trasmissione avvenga con modalità telematica a mezzo PEC, in formato non modificabile, nulla è dovuto. Qualora invece sia necessaria la scansione di documenti cartacei, i costi sono determinati in base ad un rimborso fisso pari a euro 0,20 a pagina, da corrispondersi con le modalità di cui al comma 1. Per i ricorsi depositati successivamente alla data di avvio del Pat, invece, anche la richiesta di copie deve avvenire con modalità telematiche, disciplinate dal d.P.C.S. del 28 luglio 2021 . A tal fine deve compilarsi e inviare l’apposito Modulo «Richieste», scaricabile dall’apposita sezione del Pat del sito istituzionale della G.A., nel quale va selezionata la tipologie «copia fascicolo» o «copia provvedimento giurisdizionale», specificando il numero di protocollo degli atti, documenti e provvedimenti informatici di cui si richiede il duplicato o la copia. Come di norma, il Modulo di richiesta deve essere inoltrato al sistema informativo della G.A. inviandolo a mezzo PEC all’indirizzo ivi indicato (o, eccezionalmente nei casi previsti caricandolo con upload). Il rilascio delle copie richieste, tuttavia, malgrado la diversa disposizione delle regole tecniche è attualmente previsto solo con modalità cartacee ed è eseguito dalla Segreteria dell’ufficio giudiziario previo pagamento dei relativi diritti, secondo quanto previsto dal d.P.R. n. 115/2002. Il comma 6 dell'art. 16 prevede che il S.I.G.A. comunichi all'interessato in apposita sezione del Sito istituzionale l'importo da versare per i diritti di copia, calcolato in base alle vigenti disposizioni normative, secondo le indicazioni fornite dall'interessato al momento dell'individuazione dei documenti di cui ha chiesto copia. Insieme all'importo dei diritti e degli oneri viene comunicato all'interessato anche l'identificativo univoco associato al flusso di gestione della richiesta di rilascio della copia. Quanto al rilascio di copie con modalità telematiche- quindi, senza ritiro della copia cartacea in segreteria- l' art. 16 del d.P.C.M. n. 40/2016 precisa che la parte interessata può procedere alla richiesta sia di copie cartacee che di copia informatica, anche per immagine, degli atti contenuti nel fascicolo informatico, oltre che di duplicato informatico. In tal caso il rilascio di copia conforme di atti e documenti del processo avviene di norma a mezzo PEC con invio all'indirizzo del richiedente, secondo le specifiche tecniche di cui all'articolo 19, previo pagamento dei diritti secondo quanto disciplinato dalla stessa norma. Come precisa l' art. 16, comma 6 del d.P.C.M. n. 40/2016, in tali casi la conformità dell'atto all'originale digitale o analogico contenuto nel fascicolo processuale è attestata dalla sottoscrizione della PEC da parte del Segretario, con apposizione della propria firma digitale, o, nel caso di rilascio cartaceo, con firma autografa. Qualora siano richieste più copie del medesimo atto o documento, la conformità deve essere attestata separatamente per ciascuna di esse anche se inoltrate via Pec. Le copie analogiche e le copie informaticheLa necessità di richiedere il rilascio di tradizionali copie cartacee (dette anche, secondo le definizioni del d.lgs. n. 82/2005, copie analogiche), non può ritenersi venuta meno neppure dopo l'avvio del Pat, sia con riferimento alle copie dei tradizionali fascicoli cartacei, che con riferimento a copie analogiche di documenti originali informatici contenuti nel fascicolo informatico (ad esempio, la copia autentica cartacea del provvedimento digitale del Giudice). La normativa vigente consente, pur se si tratta di ipotesi allo stato non ancora molto praticate, il rilascio da parte della segreteria di copia informatica di documento analogico (che, secondo la definizione di cui all' art. 1, lett. i-bis e art. 22 d.lgs. n. 82/2005 costituisce documento informatico avente contenuto identico a quello del documento analogico da cui è tratto), eventualmente tratta anche per immagine su supporto informatico(art. 1, lett.i-ter e 22 d.lgs. n. 82/2005) nonché di copia informatica di documento informatico ( art. 1, lett. i-quater e art. 23-bis, comma 2, d.lgs. n. 82/2005: il documento informatico avente contenuto identico a quello del documento da cui è tratto su supporto informatico con diversa sequenza di valori binari), possibilità pure espressamente previste dall’art. 16 All.1 d.P.C.S. 28 luglio 2021. I diritti di copiaI diritti di copia nel processo amministrativo sono soggetti a una disciplina in parte derogatoria, disciplinata dalla Parte VIII, Titolo I del d.P.R. n. 115/2002, che reca «Disposizioni speciali per il processo amministrativo, contabile e tributario». Innanzitutto, l'art. 250 prevede che nel processo amministrativo (..) non si applica la disciplina del presente testo unico relativa al diritto di certificato; inoltre, l'art. 252 prevede che nel caso di appello con richiesta di sospensione della sentenza impugnata ovvero di impugnazione del provvedimento cautelare, per il rilascio di copia conforme dei documenti e degli atti prodotti la parte è obbligata al pagamento solo del costo materiale di riproduzione. In tali casi, l'importo del costo e le modalità di pagamento sono determinati dal Segretario generale della giustizia amministrativa, nell'ambito di eventuali direttive del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, in modo che l'importo sia più basso di quello previsto per il rilascio di copie autentiche e le modalità di pagamento siano conformi a quelle utilizzate per i diritti di copia (art. 253). A parte tali regole specifiche, nelle more dell'adozione del Regolamento di cui all' art. 40 del d.P.R. n. 115/2002 (che disciplinerà in modo organico, anche con riferimento a nuovi mezzi tecnologici, la specifica materia), le norme di riferimento sono gli articoli da 266 a 269 e 274 (che prevede l'adeguamento Istat triennale dei diritti di copia) del d.P.R. n. 115/2002, l'art. 136, comma 2-ter, l' art. 16 del d.P.C.M. n. 40/2016 e l' art. 16, All. A, d.P.C.S. 28 luglio 2021. Dalla lettura in combinato disposto delle predette disposizioni normative, è possibile dedurre che il diritto di copia: a ) non è mai dovuto qualora venga estratta dal sito istituzionale copia uso studio di un provvedimento giurisdizionale privo di firma digitale (art. 16, comma 9, All. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021e art. 17, comma 3, All. 1, d.P.C.S. 28 luglio 2021) in quanto, peraltro, si tratta di mere copie prive di valore giuridico; b) non è dovuto se la copia di un documento informatico è estratta dal fascicolo informatico dai soggetti abilitati ad accedervi (articoli 40, comma 1-quater e 269, comma 1-bis d.P.R. n. 115/2002, art. 136, comma 2-ter, c.p.a., art. 16, comma 7, d.P.C.S. 28 luglio 2021); c) il diritto di copia è dovuto e deve essere versato secondo le modalità previste dal d.P.R. n. 115/2202, nel caso in cui la parte interessata richieda alla Segreteria dell'ufficio giudiziario il rilascio di duplicati informatici e di copie analogiche o informatiche (anche per immagine), semplici o autentiche, di atti e documenti del fascicolo processuale. Più problematico e il problema della quantificazione dei diritti di copia con riferimento a copie che vengano richieste e rilasciate come documenti informatici, sia con riferimento ad atti, provvedimenti e documenti originali cartacei che ad atti, documenti e provvedimenti originali informatici. Infatti, il d.P.R. n. 115/2002 ha regolato la disciplina delle copie, il cui costo era commisurato al «costo del servizio» con riferimento alla tradizionale possibilità di computare il numero di pagine, che potrebbe rivelarsi ardua per i documenti informatici. A tal fine, è intervenuto l' art. 269 del d.P.R. n. 115/2002 che, con riferimento al diritto di copia su supporto diverso da quello cartaceo, ha previsto il pagamento del diritto forfettizzato nella misura stabilita dalla tabella, contenuta nell'allegato n. 8. Deve tuttavia evidenziarsi un netto sfavore per il rilascio di copie in forma cartacea: infatti, è previsto che con l'emanazione del regolamento di cui all'art. 40 del d.P.R. n. 112/2002, l'importo del diritto di copia rilasciata su supporto cartaceo sia fissato in misura superiore di almeno il cinquanta per cento di quello previsto per il rilascio di copia in formato elettronico. Con circolare del segretariato generale della G.A., pubblicata nel sito web istituzionale, n. 14456 del 13 luglio 2015 sono erano stati indicati i nuovi importi del diritto di copia, anche con riferimento alle copie informatiche. Nella stessa sezione del sito è pubblicata tutta la documentazione relativa alle spese di giustizia oltre ai moduli per effettuare le richieste di copia al Consiglio di Stato, al Consiglio di Giustizia amministrativa per la regione siciliana. Tale circolare è stata recentemente integrata e in parte modificata con la circolare n. 5 del 21 settembre 2017. In essa si evidenzia che, con riferimento alle c.d. “copie semplici” il diritto di copia non è dovuto quando tale copia è direttamente estratta dal fascicolo informatico dai soggetti abilitati ad accedervi, mentre qualora la richiesta di copia, anche semplice, sia effettuata agli uffici della G.A., da chiunque effettuata tale copia sarà soggetta al pagamento dei relativi diritti. La circolare specifica che tali disposizioni valgono anche con riferimento alle copie analogiche di documenti informatici, di cui all' art.23 del d.lgs. n.82/2005 (CAD). Per quanto attiene, inece, alle c.d. “copie autentiche”, la circolare ribadisce che resta escluso dal potere del difensore di estrarre la copia autentica dal fascicolo informatico il rilascio di copia autentica in forma esecutiva ai sensi dell' art. 475 c.p.c., che rimane di competenza delle sole segreterie degli uffici giudiziari (citato art. 136, comma 2 ter). Conseguentemente, l'estrazione di copia munita di formula esecutiva è sempre soggetta al pagamento del diritto di copia. Per il rilascio di copia autentica a favore di soggetti diversi dagli avvocati delle parti, inoltre, è sempre dovuto il pagamento del diritto di copia. Si prevede, in ogni caso, che il rilascio di c.d. “copia autentica” sia soggetto a specifica richiesta: solo in presenza di un'esplicita richiesta in tal senso. In mancanza, le segreterie si limiteranno a rilasciare copia semplice del documento estraendola dal portale e stampandola, senza necessità di timbri e firma dell'addetto. La circolare evidenzia, infine, che tale disciplina dei diritti di copia si applica disciplina si applica esclusivamente con riguardo ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal primo gennaio 2017. Per i ricorsi depositati anteriormente a tale data continuano invece ad applicarsi — fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa, e comunque non oltre il primo gennaio 2018 — le norme vigenti alla data di entrata in vigore del medesimo d.l. n.168/2016, conv., con modif., in l. n. 197/2016. Per quanto riguarda il Pct, una circolare del ministero della Giustizia del 23 aprile 2014 ha chiarito che la triplicazione del diritto di copia in caso di urgenza prevista dall' art. 270 d.P.R. n. 115/2002 è applicabile solo alle copie cartacee. Per quanto riguarda la modalità di pagamento del diritto di copia, a differenza del Pct, il sistema informativo della G.A. non è stato ancora adeguato al fine di consentirne il pagamento con modalità telematiche, come espressamente richiesto dall' art. 5 del d.lgs. n. 82/2005 che impone anche agli uffici giudiziari l'accettazione dei pagamenti con modalità informatiche. Esso, quindi, ai sensi dell' art. 264 d.P.R. n. 115/2002, è effettuato con la tradizionale l'applicazione di marche da bollo sull'originale, che vengono annullate mediante timbro a secco dell'ufficio. BibliografiaChieppa, Il processo amministrativo dopo il correttivo al codice, Milano, 2012; Pisano, Il processo amministrativo telematico, Roma, 2017, 21, 22. |