Comparsa di costituzione avverso atto di citazione sulla improponibilità della domanda risarcitoria proposta in violazione del principio di infrazionabilità dei danni risarcibili derivati da un unico fatto illecito

Andrea Penta
aggiornata da Francesco Agnino

Inquadramento

Con comparsa di costituzione la compagnia di assicurazione del responsabile civile eccepisce la improponibilità della domanda di risarcimento dei danni al motoveicolo proposta dal danneggiato che ha subito altresì lesioni alla persona.

Formula

GIUDICE DI PACE / TRIBUNALE DI ....

COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA [1]

Nell'interesse di:

Società ...., P.I. .... [2] , in persona dell'Amministratore Unico Sig. ...., nato a ....il .... C.F. .... con sede legale in ....alla via ....n. .....

elettivamente domiciliato in ....,alla via .... n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. ...., che lo rappresenta e difende, giusta procura a margine/in calce al presente atto, con dichiarazione di voler ricevere le comunicazioni, ai sensi dell' art. 125, comma 1, c.p.c. e dell'art. 136, comma 3, c.p.c., al seguente numero di fax ...., oppure tramite PEC .... [3] ;

-convenuta-

CONTRO

Sig. ...., nato a .... il ...., C.F. ...., con sede legale in ....,alla via ....n. ...., elettivamente domiciliato in ...., alla via ....n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., che lo rappresenta e difende, in virtù di procura in calce/a margine dell'atto di citazione;

-attore-

* * *

PREMESSO CHE

— con atto di citazione notificato il ...., il Sig. ....ha convenuto in giudizio ...., nonché la compagnia assicuratrice ...., per sentir accogliere le seguenti conclusioni: affermare la responsabilità del convenuto nella causazione dell'evento dannoso e, per l'effetto, condannarlo, in solido con la compagnia, al risarcimento dei danni subiti, nella misura di Euro ....o in quella maggiore o minore determinata in corso di causa, oltre interessi legali;

— l'attore in domanda ha esposto che: il giorno ...., alle ore ....circa, in ...., alla guida della moto di sua proprietà ...., percorreva ....diretto verso il ponte ....in posizione leggermente arretrata rispetto all'auto ....condotta e di proprietà del Sig. ...., che procedeva aderente al margine destro della carreggiata; giunto all'altezza del civico ...., era stato attinto sul lato sx dalla parte laterale destra dell'auto .... tg. .... condotta e di proprietà del convenuto .... il quale, proveniente da tergo sulla sinistra, si era improvvisamente spostato a destra; che, in seguito all'impatto, la sua moto si era sbilanciata ed egli era caduto sulla destra rovinando sul fianco sinistro posteriore della predetta ....; il motoveicolo aveva riportato danni, per la cui riparazione era stata preventivata una spesa pari ad Euro ...., oltre fermo tecnico; ogni tentativo di addivenire ad una soluzione transattiva con la compagnia convenuta aveva sortito esito negativo;

— l'attore chiede, nella presente sede, il risarcimento dei danni materiali subiti dal motoveicolo di sua proprietà nel sinistro del ....;

— l'attore, oltre ai danni materiali alla moto, ha riportato nel suddetto sinistro anche lesioni, rivolgendo alla stessa compagnia richiesta di risarcimento con note del ....e del ...., ipotizzando per l'accaduto la sussistenza di postumi invalidanti;

— in tal modo operando, ha violato il principio ormai consolidato della unitarietà del diritto al risarcimento dei danni;

Tanto premesso ed esposto, ...., come in epigrafe rappresentata e difesa, rassegna le seguenti:

CONCLUSIONI

Voglia l'Ill.mo Giudice adito dichiarare improponibile e, comunque, rigettare la domanda attrice.

Con vittoria di spese, diritti e compensi del giudizio.

In via istruttoria chiede ammettersi prova testimoniale sui seguenti capitoli:

1) Vero che ....;

Indica a testi i Sigg.: ....

Offre in comunicazione e deposita in Cancelleria i seguenti documenti:

1) ....;

2) ....;

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

PROCURA ALLE LITI

(se non apposta a margine)

Il convenuto deve costituirsi a mezzo del procuratore, o personalmente nei casi consentiti dalla legge, almeno settanta giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione, depositando in cancelleria il proprio fascicolo contenente la comparsa di cui all'articolo 167 con la copia della citazione notificata, la procura e i documenti che offre in comunicazione. Per la disciplina transitoria v.  art. 35 d.lgs. n. 149/2022,  come sostituito dall' art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197 ,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti" . In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio ( art. 23, comma 50, d.l. 6 luglio 2011, n. 98, conv., con modif., dalla l. 15 luglio 2011, n. 111).

[2] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall' art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv. con modif. dalla legge n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall' art. 4, comma 8, d.l. 193/2009 conv. con modif. dalla legge n. 24/2010.

[3] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3 bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall' art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., dalla legge n. 114/2014.

L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall' art. 125 c.p.c. e dall'art. 13, comma 3 bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall' art. 45-bis d.l. n. 90/2014, conv. con modif., dalla legge n. 114/2014. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. cit., «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà».

Commento

Nell'ipotesi di frazionamento del credito risarcitorio uno stesso rapporto obbligatorio viene disarticolato, perché il creditore mette in esecuzione distinte porzioni del credito, con comportamenti distinti. Detta ipotesi, definita di parcellizzazione del credito unitario, è generalmente vietata. In altre parole, in tema di risarcimento dei danni da responsabilità civile, non è consentito al danneggiato, a fronte di un unitario fatto illecito, lesivo di cose e persone, frazionare la tutela giudiziaria, agendo separatamente innanzi al giudice di pace e al tribunale in ragione delle rispettive competenze per valore, neppure mediante riserva di far valere ulteriori e diverse voci di danno in altro procedimento, trattandosi di condotta che aggrava la posizione del danneggiante-debitore, ponendosi in contrasto al generale dovere di correttezza e buona fede e risolvendosi in un abuso dello strumento processuale (in applicazione dell'enunciato principio, Cass. VI, n. 21318/2015, ha confermato la sentenza di merito, che aveva ritenuto improponibile la domanda di risarcimento dei danni alla persona subiti dall'attore in occasione di un sinistro stradale, nel quale lo stesso aveva subito altresì danni materiali, oggetto di separato giudizio innanzi al giudice di pace; in senso conforme Cass. III, n. 28286/2011; v. anche Cass. VI, n. 4702/2015).

Pertanto, il frazionamento della richiesta risarcitoria (per danni fisici e danni materiali) scaturenti dal medesimo sinistro stradale, con consequenziale notifica di due distinti atti di citazione, viola i principi costituzionali di correttezza e buona fede e comporta la declaratoria di improponibilità della domanda giudiziale. È irrilevante, all'uopo, che il secondo giudizio non sia stato iscritto a ruolo, essendo, invece, predominante la circostanza che, al momento della proposizione della prima domanda, sussista la possibilità di ulteriori, inutili, processi sia contestuali che successivi.

Tuttavia, in caso di azione del creditore/danneggiato che, a fronte di un medesimo fatto illecito generatore di danno, richieda, quanto al pregiudizio patrimoniale, la sentenza di accertamento e condanna e, quanto al nocumento non patrimoniale, la condanna generica per avere la liquidazione in separato giudizio, su detto divieto non sarà possibile emettere pronuncia - nonostante il principio della non frazionabilità dei danni risarcibili derivati da un unico fatto illecito -, quando con motivazione espressa sia stata rigettata l'eccezione relativa a detta non frazionabilità e si sia formato giudicato positivo dei giudici dell'an ( Trib. Milano X, 10 luglio 2015, n. 8537). In passato, secondo una parte della giurisprudenza di merito, il principio di non frazionabilità dei danni risarcibili derivati da un unico fatto illecito (che, di regola, devono essere richiesti e liquidati nello stesso giudizio) incontrava delle eccezioni, che venivano identificate, essenzialmente, nell'ipotesi in cui fin dall'atto di citazione l'attore avesse proposto domanda di accertamento di uno dei danni risarcibili solo sull'an, riservandone ad altro giudizio la quantificazione ( Trib. Milano X, 3 ottobre 2009, n. 11786).

In ipotesi di improponibilità della domanda, conseguente al frazionamento in separati giudizi del risarcimento dei danni subiti in occasione di un sinistro stradale, non è ravvisabile un'esigenza di tutela dell'affidamento riposto dall'attore in relazione ad intervenuto mutamento dell'orientamento giurisprudenziale in materia, atteso che il principio del giusto processo, espresso dall' art. 111, comma 1, Cost., non consente più di utilizzare, per l'accesso alla tutela giudiziaria, metodi divenuti incompatibili con valori avvertiti come preminenti ai fini di un efficace ed equo funzionamento del servizio della giustizia, ed impedisce, perciò, di accordare protezione ad una pretesa priva di meritorietà e caratterizzata per l'uso strumentale del processo ( Cass. n. 28286/2011, citata).

Da non confondere con la questione analizzata nella presente sede è quella concernente la frazionabilità delle varie voci di pregiudizio non patrimoniale. L'orientamento che, sul punto, sembra ormai essere prevalso è nel senso che la domanda di risarcimento del danno non patrimoniale è una domanda di carattere onnicomprensivo, non potendosi, per l'effetto, considerare domanda nuova, ad esempio, quella di risarcimento del danno esistenziale, quando sia stata già proposta domanda di risarcimento del danno non patrimoniale. Del resto, in tema di risarcimento dei danni da responsabilità civile, la unitarietà del diritto al risarcimento e la normale non frazionabilità del giudizio di liquidazione comportano che, quando un soggetto agisca in giudizio per chiedere il risarcimento dei danni a lui cagionati da un dato comportamento del convenuto, la domanda si riferisca a tutte le possibili voci di danno originate da quella condotta. Deriva da quanto precede, pertanto, che, laddove nell'atto introduttivo siano indicate specifiche voci di danno, a tale specificazione deve darsi valore meramente esemplificativo dei vari profili di pregiudizio, dei quali si intenda ottenere il ristoro, a meno che non si possa ragionevolmente ricavarne la volontà di escludere dal petitum le voci non menzionate ( Cass. III, n. 22514/2014; Cass. III, n. 17879/2011).

Pertanto, l'unitarietà del diritto al risarcimento ed il suo riflesso processuale dell'ordinaria infrazionabilità del giudizio di liquidazione (scaturente dal rispetto dei canoni della concentrazione e della correttezza processuale) comportano che, quando un soggetto agisce in giudizio per chiedere il risarcimento dei danni a lui cagionati da un dato comportamento del convenuto, la domanda si riferisce a tutte le possibili voci di danno originate da quella condotta.

Non è, peraltro, reputato ammissibile che taluno agisca in giudizio per il risarcimento del danno esponendo in proposito determinate voci e, poi, definito il giudizio con il giudicato, chieda ex novo il risarcimento di altri danni derivanti dallo stesso fatto, ma in relazione a nuove voci, diverse da quelle prima esposte (cfr. Cass. S.U., n. 23726/2007; Cass. III, n. 17873/2007, la quale, in una fattispecie in cui, avendo l'attore con la domanda iniziale richiesto il risarcimento di tutti i danni fisici conseguenti al sinistro stradale in cui era rimasto coinvolto, ha affermato che tale domanda si riferiva non solo ai danni già manifestatisi, ma anche a quelli che si sarebbero potuti manifestare nel corso del giudizio, quali il danno ischemico comparso nel corso del giudizio di primo grado). Tuttavia, un indirizzo passato riteneva che andasse fatta salva l'ipotesi (espressione del principio dispositivo della domanda di cui agli artt. 99 e 112 c.p.c.) che la limitazione soltanto ad alcune voci, risolvendosi sostanzialmente nell'abbandono del relativo diritto, potesse desumersi da una volontà inequivoca della parte ( Cass. III, n. 15138/2000).

L'adesione a questo orientamento rigoroso che si è venuto formando negli ultimi anni comporterebbe l'improponibilità di ciascuna delle singole domande, contestuali o scaglionate nel tempo (e, quindi, in ciascuna delle relative cause), in cui venga frazionata la domanda concernente l'intera somma oggetto del credito azionato (in questi termini si è espressa Cass. III, n. 15476/2008).

Per il principio dell'inscindibilità dell'azione di condanna al risarcimento del danno, poi, è precluso al danneggiato agire una seconda volta in giudizio per conseguire il ristoro di una singola componente del danno derivante da un fatto illecito, dopo che in un precedente processo lo stesso danneggiato aveva ottenuto una sentenza, passata in giudicato, che aveva liquidato, senza distinzioni, l'intero ammontare del danno derivante da quel medesimo illecito ( Cass. III, n. 7275/1997).

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