Atto di citazione di risarcimento del danno cd. morale in presenza di una invalidità micropermanente

Andrea Penta
aggiornata da Francesco Agnino

Inquadramento

Con atto di citazione il danneggiato all'esito di un incidente stradale che ha riportato invalidità nei limiti della percentuale del 9% invoca il risarcimento, oltre che del danno cd. biologico, della sofferenza morale, deducendo (in consapevole contrasto con quanto statuito da Corte cost. n. 235/2014) che, in tema di risarcimento del danno non patrimoniale conseguente a sinistro stradale, per le lesioni di non lieve entità l'aumento personalizzato (del 20%) del danno biologico è circoscritto agli aspetti dinamico-relazionali della vita del soggetto, del tutto a prescindere dalla considerazione del danno morale.

Formula

GIUDICE DI PACE / TRIBUNALE ORDINARIO DI .... 1

ATTO DI CITAZIONE 2

Sig. ...., nata a .... il ...(C.F. 3 n. ....), Sig. ...., nata a .... il ...( C.F. n. ....), e sig. ...., nata a .... il ...( C.F. n. ....), residenti tutte in ...., alla via .... n. ...., ed elettivamente domiciliate in ...., alla via .... n. ...., presso lo studio dell'avvocato .... (C.F.... - fax .... - PEC .... 4), che le rappresenta e difende, in forza di procura speciale in calce (oppure a margine) del presente atto;

PREMESSO CHE

- in data ...., sulla s.s. .... in territorio del Comune di ...., restava vittima di un sinistro stradale, in qualità di trasportata sulla vettura Fiat Punto condotta dalla proprietaria ...., che veniva contravvenzionata per l'accaduto dai Carabinieri intervenuti sul posto, ai sensi dell'art. 145, commi 1 e 10 cod. strada;

- la .... era assicurata per la r.c. auto presso la ....;

- a seguito del sinistro, subiva un leggero colpo di frusta, un trauma contusivo all'emitorace sinistro ed una contusione cranica con ferita lacero-contusa del cuoio capelluto;

- dopo le cure del caso al pronto soccorso dell'Ospedale di ...., veniva inviata a casa con prescrizione di collare di Schantz;

- nei giorni successivi le sue condizioni di salute peggioravano progressivamente senza regredire a seguito delle terapie intraprese, tanto che il .... veniva ricoverata presso l'Ospedale di .... sino al ....;

- alle dimissioni, con diagnosi di ...., venivano prescritti .... giorni di riposo a letto;

- dalla perizia medico legale a firma del dott. .... emerge un'inabilità temporanea di .... giorni, di cui .... di totale, .... di parziale al 50% e .... di parziale al 25%, nonché un'invalidità permanente nella misura del 6-7%;

- all'attrice spetta, pertanto, il ristoro del danno biologico, del danno morale nella misura del 50% di quello biologico, oltre che del danno patrimoniale, consistito nel danno emergente di euro .... per spese mediche e negli esborsi per assistenza offerta da .... nella fase stragiudiziale, così come saranno quantificati in corso di causa, e nel lucro cessante per lesione alla capacità lavorativa specifica di casalinga, in relazione al periodo di inabilità temporanea, parziale e totale;

- in tema di risarcimento del danno non patrimoniale conseguente a sinistro stradale, per le lesioni di non lieve entità l'aumento personalizzato (del 20%) del danno biologico è circoscritto agli aspetti dinamico-relazionali della vita del soggetto, del tutto a prescindere dalla considerazione del danno morale (Cass. n. 7766/2016);

- nella fase stragiudiziale veniva richiesto il risarcimento integrale del danno, ma la .... lo liquidava nella somma, assolutamente insufficiente, di euro ...., dalla quale pretendeva di decurtare il 30%, in ragione di una pretesa responsabilità concorsuale del veicolo antagonista, del tutto ingiustificata, in fatto ed in diritto;

- in data .... è stato esperito con esito negativo il procedimento di negoziazione assistita di cui all'art. 3 del d.l. 12 settembre 2014, n. 132, convertito in l. 10 novembre 2014, n. 162, come risulta dalla diffida inviata in data .... con raccomandata a/r n. ...., in cui l'attore ha espressamente invitato la controparte a stipulare una convenzione di negoziazione con le seguenti modalità ... 5;

- tale invito non è stato seguito da adesione (oppure) è stato seguito da rifiuto entro trenta giorni dalla sua ricezione (oppure) è decorso il periodo di tempo di cui all'articolo 2, comma 2, lettera a) del d.l. n. 132/2014 citato, come risulta da ....

Tutto ciò premesso, il sig. ...., come sopra rappresentato e difeso,

CITA

Il Sig.... residente in ...., alla via .... n. .... (codice fiscale n. ....), e la .... Ass.ni s.p.a., con sede in ...., alla via .... n. .... (C.F. n. ...) a comparire innanzi il Tribunale ordinario di ...., Sezione e Giudice Istruttore a designarsi ai sensi dell'art. 168-bis c.p.c., all'udienza del ....  , ora di rito, con invito alla parte convenuta a costituirsi nel termine di settanta giorni prima dell'udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite dall'articolo 166 e a comparire, nell'udienza indicata, dinanzi al giudice designato ai sensi dell'articolo 168-bis,

AVVERTE

il convenuto che:

  • la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui agli articoli 38 e 167 c.p.c.,
  • la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'articolo 86 c.p.c. o da leggi speciali,
  • la parte, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato;

per ivi sentire accogliere le seguenti

CONCLUSIONI

Voglia il Giudice di Pace o l'Ill.mo Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza, deduzione o eccezione:

previo accertamento della responsabilità esclusiva a carico di .... nella verificazione dell'incidente, condannare i convenuti, in solido tra loro, al risarcimento dei danni tutti conseguenti al sinistro, stimati complessivamente nella misura di euro ...., oltre rivalutazione ed interessi, o nella misura, maggiore o minore che risulterà di giustizia;

con vittoria di spese e compensi professionali di avvocato, oltre IVA e CPA come per legge.

Si articola prova per testi sui seguenti capitoli: 1) Vero che ....; 2) .... Si indicano quali testimoni i signori ....

Si depositano i seguenti documenti: 1) ....; 2) ....; 3) ....; 4) ....; 5) ....; 6) ....

Si riserva di produrre altri documenti e di articolare ulteriori mezzi istruttori con le memorie di cui all'art. 183, co. 6, c.p.c., la concessione dei cui termini sin da ora viene richiesta.

Ai sensi dell'art. 14 d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro .... e, pertanto, il contributo unificato è dovuto nella misura di Euro ....

Luogo e data....

Firma Avv....

PROCURA SPECIALE SE NON APPOSTA A MARGINE

[1] La competenza per valore spetta al Giudice di Pace ove la somma richiesta sia inferiore ad euro venticinquemila e la relativa domanda si propone con ricorso chiedendo la fissazione, ai sensi dell'art. 2814 undecies comma 2 c.p.c., con decreto emesso entro cinque giorni dalla designazione del Giudice, l'udienza di comparizione delle parti, con concessione del termine per la notificazione del ricorso e del decreto di fissazione di udienza e assegnazione del termine per la costituzione dei convenuti che dovrà avvenire non oltre dieci giorni prima dell'udienza, con avvertimento che la mancata costituzione o la costituzione oltre i termini comporterà le decadenze di cui agli artt. 38,167 e 281 undecies, comma 3 e 4 c.p.c., che la difesa tecnica mediante avvocato è obbligatoria in tutti i giudizi davanti al tribunale, fatta eccezione per i casi previsti dall'articolo 86 o da leggi speciali, e che esso convenuto, sussistendone i presupposti di legge, può presentare istanza per l'ammissione al patrocinio a spese dello Stato, che in caso di mancata costituzione si procederà in sua legittima e dichiaranda contumacia. Il foro stabilito dall'art. 20 c.p.c., per le cause relative a diritti di obbligazione concorre con i fori generali di cui agli art. 18 e 19 c.p.c. e l'attore può liberamente scegliere di adire uno dei due fori generali, oppure il foro facoltativo dell'art. 20 c.p.c. La norma - infatti - stabilisce che per le cause relative a diritti di obbligazione (tra le quali rientrano anche le obbligazioni scaturenti da responsabilità extracontrattuale) è anche competente il giudice del luogo in cui è sorta o deve eseguirsi la obbligazione. In particolare, in tema di obbligazioni nascenti da fatto illecito, l'azione di risarcimento sorge nel luogo in cui l'agente ha posto in essere l'azione produttiva del danno (forum commissi delicti) e in relazione a tale luogo deve essere determinata la competenza territoriale ex art. 20 c.p.c. (Cass. II, n. 13223/2014).

[2] [2] In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. 6 luglio 2011, n. 98, conv., con modif., dalla l. 15 luglio 2011, n. 111).

[3] [3] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. 98/2011, conv. con modif. dalla legge 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8, d.l. 193/2009 conv. con modif. dalla legge 24/2010.

[4] [4] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3 bis, d.P.R. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. 90/2014 conv., con modif., dalla legge 114/2014.

L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. e dall'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. 90/2014, conv. con modif., dalla legge 114/2014. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. cit., «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà».

[5] [5] E' obbligatorio il ricorso alla procedura di negoziazione assistita (che costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale) nelle ipotesi in cui la somma pretesa non superi l'importo di 50.000 euro (art. 3 d.l. 132/2014, conv. con modif. in l. 162/2014) e dovrà essere prodotta la relativa documentazione. Va, in proposito, ricordato che la negoziazione è prescritta, quando si intende proporre in giudizio una domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti 50.000 euro, ad eccezione delle controversie assoggettate alla disciplina della c.d. mediazione obbligatoria (in altri termini, la procedura di negoziazione assistita non opera quando è prevista la mediazione obbligatoria). Ebbene, quest'ultima non è prescritta in subiecta materia, se si fa eccezione per il risarcimento del danno derivante da responsabilità medica..

Commento

Il danno biologico è definito per legge dagli artt. 138 e 139 del Codice delle Assicurazioni modificati nel 2017 dalla l. n. 124/2017. Per “danno biologico” si intende la lesione temporanea o permanente all'integrità psico-fisica alla persona suscettibile di accertamento medico legale che esplichi un'incidenza negativa sulle attività quotidiane e sugli aspetti dinamico-relazionali della vita del danneggiato. Ciò significa che, sul piano valutativo, occorre comprendere in che misura è ridotta, in conseguenza dell'evento di danno, la vita vissuta prima dal soggetto. Pertanto, ad una determinata percentuale, dovrebbe corrispondere un'eguale riduzione delle attività attualmente possibili, sia in misura temporanea, sia in misura permanente.

È evidente che il ruolo dello stato anteriore sarà tanto maggiore quanto maggiori saranno le menomazioni preesistenti al momento dell'evento e quanto maggiori saranno le menomazioni conseguenti all'evento stesso, atteso che il danno c.d. “micropermanente” ha caratteristiche più “disfunzionali” che di menomazione.

Allo stato, la limitazione alla misura non superiore ad 1/5 del danno biologico di cui all'art. 139, co. 3, cod. ass. priv. (d.lgs. 7 settembre 2005, n. 209), va riferita unicamente alla personalizzazione inerente all'aspetto dinamico-relazionale (Trib. Bologna 29 gennaio 2009), con la conseguenza che la stessa (20%) non può considerarsi omnicomprensiva, nel senso di estendersi anche alla sofferenza soggettiva (in relazione alla quale dovrebbe applicarsi, caso per caso, il criterio equitativo in sede di personalizzazione del danno biologico).

A conforto della tesi secondo cui le limitazioni introdotte dal Cod. Ass. non sono estensibili al di fuori del loro campo elettivo di applicazione (vale a dire, quello dei sinistri stradali), si pone il rilievo per cui i parametri esigui introdotti per le micropermanenti sin dalla l. n. 57/2001 erano accompagnati da una serie di soluzioni ed obblighi per le compagnie di assicurazione diretti a garantire l'effettiva concorrenza tra le stesse (consentendo, ad es., procedure più semplici per cambiare assicurazione, ricevere l'attestato del rischio, ottenere un preventivo di spese).

Del resto, la nozione di danno biologico di cui agli artt. 138 e 139 cod. ass. − lesione dell'integrità psico-fisica della persona che esplica un'incidenza negativa sulle attività quotidiane e sugli aspetti dinamico-relazionali della vita del danneggiato − è stata espressamente congegnata dal legislatore esclusivamente “agli effetti della tabella” (settore r.c. auto), la quale ultima è costruita sul concetto base del danno anatomo-funzionale, non toccando considerazioni relative a pregiudizi morali (dolori, sofferenze, disagi, patimenti d'animo).

Di ciò è consapevole, ad es., Trib. Milano 19 febbraio 2009, n. 2334, il quale procede (operando una lettura costituzionalmente orientata) ad una “adeguata personalizzazione” del danno non patrimoniale, liquidando, congiuntamente ai valori monetari di legge, una somma ulteriore (anziché in termini di una percentuale del danno biologico) finalizzata a ristorare integralmente il pregiudizio subìto dalla vittima (conf. App. Perugia 24 novembre 2008, Trib. Torino 27 novembre 2008, n. 7876, e Trib. Novara 16 febbraio 2009, n. 23). Trib. Catanzaro 15 marzo 2009, avendo rilevato che il Codice delle Assicurazioni è entrato in vigore allorchè i giudici cumulavano morale e biologico, ritiene che, almeno per il settore dei sinistri, occorra tuttora distinguere tra danno alla integrità morale e danno alla integrità psico-fisica, operando le soglie di sbarramento solo per la seconda posta. Per Trib. Varese 8 aprile 2010, il rischio di vuoto causato dalle Sezioni Unite del 2008 non può essere colmato inserendo il danno morale nell'aumento limitato di personalizzazione previsto dalla legge (art. 139, co. 3, cod. ass.), ma considerando fuori dall'articolato la voce di pregiudizio in esame. Per Trib. Bari 27 febbraio 2014, n. 1060, i limiti posti dagli artt. 138 e 139 Cod. Ass. (id est, 20% per le micropermanenti e 30% per le macro) devono essere unicamente riferiti alla personalizzazione inerente all'aspetto dinamico-relazionale del danno biologico, se non altro perché, all'epoca dell'emanazione della norma, era pacifica l'autonoma risarcibilità del danno morale. Il Tribunale di Milano ritiene che il legislatore non abbia affatto inteso liquidare in quegli importi anche il danno da sofferenza psichico-fisica (ex danno morale), per cui liquida a parte tale danno, aumentando quei valori monetari di circa un terzo per dare compiuto ristoro al danno da sofferenza psico-fisica (Trib. Milano n. 2334/2009, cit.).

Tuttavia, la Corte costituzionale, nel considerare non fondata la q.l.c. dell'art. 139, nella parte in cui introduce un meccanismo tabellare di risarcimento del danno biologico (permanente o temporaneo) da lesioni di lieve entità derivanti da sinistro stradale, ancorato a livelli pecuniari ex ante riconosciuti come equi, ha statuito che la denunciata non liquidabilità del danno morale e, quindi, l'esistenza di un limite alla integrale risarcibilità del danno biologico è fondata su una erronea premessa interpretativa, atteso che il c.d. danno morale rientra nell'area del danno biologico, del quale ogni sofferenza, fisica o psichica, per sua natura intrinseca costituisce componente e, ricorrendone in concreto i presupposti, può essere riconosciuto mediante incremento dell'ammontare del danno biologico (Corte cost. n. 235/2014).

Peraltro, in considerazione dell'autonomia, anche ontologica, dei valori costituzionali rispettivamente tutelati (integrità psico-fisica e integrità morale), la voce «sofferenza morale» non dovrebbe essere ricompresa in quella del danno biologico. D'altra parte, nella diversa ipotesi di interpretazione restrittiva si determinerebbe una incomprensibile differenziazione tra i danni di lieve entità derivanti da causa diversa da sinistro stradale − liquidati pacificamente col sistema tabellare equitativo − e i danni conseguenti da sinistro stradale, che vedrebbero una minore tutela del danneggiato. Non ha inteso condividere l'impostazione prospettata dalla Consulta Cass. 20 aprile 2016, n. 7766, la quale ha affermato che, in tema di risarcimento del danno non patrimoniale conseguente a sinistro stradale, per le lesioni di non lieve entità l'aumento personalizzato del danno biologico è circoscritto agli aspetti dinamico-relazionali della vita del soggetto, del tutto a prescindere dalla considerazione del danno morale. Altra e diversa indagine andrà, pertanto, compiuta in relazione alla patita sofferenza interiore (Cass. n. 23918/2006).

Viceversa, nel caso di lesioni di non lieve entità e, dunque, al di fuori dell'àmbito applicativo delle lesioni c.d. micropermanenti di cui all'art. 139 del menzionato d.lgs. del 2005, non vi è dubbio che il danno morale costituisca una voce di pregiudizio non patrimoniale, ricollegabile alla violazione di un interesse costituzionalmente tutelato, da tenere distinta dal danno biologico e dal danno nei suoi aspetti dinamico-relazionali presi in considerazione dall'art. 138, con la conseguenza che, ove provato, vada risarcito autonomamente, senza che ciò comporti alcuna duplicazione risarcitoria (Cass. n. 11851/2015; cfr. altresì, in precedenza, Cass. n. 19816/2010).

Con specifico riferimento al danno morale, Cass. III, n. 24075/2017, ha chiarito che, al di fuori dell'ambito applicativo delle lesioni cd. micropermanenti di cui all'art. 139 del d.lgs. 7 settembre 2005 n. 209, tale tipo di danno costituisce una voce di pregiudizio non patrimoniale, ricollegabile alla violazione di un interesse costituzionalmente tutelato, da tenere distinta dal danno biologico e dal danno nei suoi aspetti dinamico-relazionali, e che è risarcibile autonomamente, ove provato, senza che ciò comporti alcuna duplicazione risarcitoria. Peraltro, prosegue la sentenza citata, il giudice di merito non può limitarsi a liquidare la componente "sofferenza soggettiva" mediante applicazione automatica di una quota proporzionale del valore del danno biologico, né procedere alla riduzione, anche questa automatica, dell'importo corrispondente a quella del danno biologico commisurato alla durata della vita effettiva del danneggiato, ma deve preliminarmente verificare se e come tale specifica componente sia stata allegata e provata dal soggetto che ha azionato la pretesa risarcitoria, provvedendo successivamente – in caso di esito positivo della verifica – ad adeguare la misura della reintegrazione del danno non patrimoniale, indicando il criterio di "personalizzazione" adottato, che dovrà risultare coerente logicamente con gli elementi circostanziali ritenuti rilevanti a esprimere l'intensità e la durata della sofferenza psichica.

Nel solco di questa nuova impostazione, Cass. III, 19 luglio 2018, n. 19151, in una visione ancora più allargata, ha affermato che il giudice di merito, dopo aver identificato la situazione soggettiva protetta a livello costituzionale, deve rigorosamente valutare, sul piano della prova, tanto l'aspetto interiore del danno (c.d. danno morale), quanto il suo impatto modificativo in pejus sulla vita quotidiana (c.d. danno dinamico-relazionale), atteso che oggetto dell'accertamento e della quantificazione del danno risarcibile è il pregiudizio che può incidere, in concreto, su entrambi tali aspetti essenziali della persona, costituenti danni diversi e, perciò, autonomamente risarcibili, ma solo se provati nella loro consistenza e nella loro derivazione causale dalla condotta umana colpevole.

Cass. VI-3, ord. 1 luglio 2020, n. 13292, ha ribadito che il solo esame obiettivo (che, nel caso di specie, aveva rilevato l'assenza di dolore ed accasciamento completo) non può comportare, di per sé, l'insussistenza di postumi invalidanti permanenti, in contrasto con le risultanze della CTU e della documentazione medico-legale (dalla quale si evinceva una "frattura branca ischio pubica di dx"). Come già precisato dalla giurisprudenza di legittimità, in tema di risarcimento del danno da cd. micropermanente, la disposizione contenuta nell'art. 32, comma 3-ter, d.l. n. 1/2012, conv., con modif., dalla l. n. 27/2012, costituisce non già una norma di tipo precettivo, ma una "norma in senso lato", a cui può esser data un'interpretazione compatibile con l'art. 32 Cost., dovendo essa esser intesa nel senso che l'accertamento del danno alla persona deve essere condotto secondo una rigorosa criteriologia medico-legale, nel cui ambito, tuttavia, non sono precluse fonti di prova diverse dai referti di esami strumentali, i quali non sono l'unico mezzo utilizzabile ma si pongono in una posizione di fungibilità ed alternatività rispetto all'esame obiettivo (criterio visivo) e all'esame clinico..

Al riguardo va, inoltre, evidenziato che la stessa tabella delle menomazioni alla integrità psicofisica comprese tra 1 e 9 punti di invalidità di cui al d.m. 3 luglio 2003 comporta un danno biologico permanente da 3 a 5% per "esiti attendibilmente dolorosi di frattura extra articolare di bacino ben consolidata e in assenza o con sfumata ripercussione funzionale".

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