Comparsa di risposta con cui si eccepisce in mancato esperimento della negoziazione assistita per danni da rc autoInquadramentoLa disciplina strettamente processuale relativa al contratto di assicurazioni non è contemplata in unico complesso di norme, ma va ricostruita a seconda del singolo istituto invocato e della tipologia di assicurazione che l'istante intende far valere. Nel caso oggetto del presente atto (comparsa di risposta della compagnia assicurativa ad una domanda di indennizzo diretto: art. 149 cod. ass.) la convenuta formula eccezioni tipiche del contratto di assicurazione per la responsabilità civile automobilistica: mancato esperimento della negoziazione assistita, improcedibilità dell'azione per mancato corretto invio della messa in mora e mancato decorso del termine di 60 giorni (cd. spatium deliberandi), inoperatività della polizza. FormulaTRIBUNALE DI .... [1] COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA La società .... [2] (C.F. ....), con sede legale in .... alla via ...., in persona del legale rapp.te p.t., Sig. ...., nato a .... il .... /.... / ...., residente in .... alla via .... n. ...., rappresentata e difesa dall'Avv. .... (C.F. ....) [3], con domicilio eletto in .... alla via .... n. .... presso lo studio dell'Avv. ...., giusta procura in calce al presente atto e reso su foglio separato, dichiarando di voler ricevere tutte le comunicazioni e gli avvisi di cui agli artt. 133, comma 3, 134 comma 3, 170 comma 4 e 176 comma 2 c.p.c., anche al seguente numero di fax .... [4], ovvero al seguente indirizzo di PEC: .... @ .... [5]. -convenuta- CONTRO il Sig. ...., nato a .... il .... C.F. ....esidente in .... alla Via .... n. .... rappresentato e difeso dall'Avv. .... -attore- FATTO 1. Con atto di citazione, notificato in data ...., il Sig. .... conveniva in giudizio la ...., chiedendone la condanna al pagamento dell'indennizzo, in forza di polizza n. ...., stipulata in data .... per tutti i danni subiti dal proprio veicolo nel sinistro stradale avvenuto in ...., in data ....e quantificati in Euro .... Esponeva l'attore che la ...., a fronte di perizia redatta dal proprio incaricato, non aveva inteso offrire alcuna somma al Sig. .... 2. Con il presente atto, si costituisce in giudizio la convenuta che impugna tutto quanto ex adverso dedotto e rilevato e insiste per il rigetto della domanda attorea per i seguenti motivi in DIRITTO 1) Sull'improcedibilita' della domanda ex art. 145 d.lgs. n. 209 del 2005 - cod. ass. In via preliminare occorre rilevare che la domanda di risarcimento formulata da parte attrice non risulta rispettosa delle condizioni di procedibilità analiticamente descritte dall'art. 145 del Codice delle assicurazioni private. Tale norma disciplina le condizioni di procedibilità dell'azione di risarcimento distinguendo al comma 1 le condizioni per l'azione di risarcimento esercitata nei confronti dell'assicurazione del danneggiante (art. 148), e al comma 2 le condizioni per la procedura per indennizzo diretto (art. 149). In entrambi i casi l'azione diviene proponibile solo allo scadere dei sessanta giorni in caso di danno alle cose, ovvero di novanta giorni in caso di danno alla persona. Detti termini, di sessanta ovvero di novanta giorni, decorrono dalla data in cui il danneggiato abbia chiesto all'impresa di assicurazione il risarcimento del danno, a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento, anche se inviata per conoscenza, avendo osservato le modalità e i contenuti previsti dall'art. 148. Nel caso di specie, l'attore ha richiesto il risarcimento del danno all'impresa di assicurazione con raccomandata a.r. del ...., ed ha notificato alla stessa la citazione in data ...., cioè prima del decorso del termine indicato. 2) Sulla negoziazione assistita obbligatoria [6] Inoltre, giova evidenziare che la domanda di parte attrice è chiaramente improcedibile, in quanto non è stata preceduta dalla fase stragiudiziale della controversia consistente nella negoziazione assistita. Il decreto legge n. 132/2014, convertito nella l. n. 162/2014 - in vigore dal 9 febbraio 2015 - ha introdotto l'obbligo di tentare una conciliazione (negoziazione) prima di iniziare una causa con cui si intende chiedere il pagamento - a qualsiasi titolo - di somme inferiori a 50.000 Euro, nonché per tutte le cause, indipendentemente dal valore, per il risarcimento del danno derivante da circolazione di veicoli e natanti. Pertanto, la negoziazione assistita obbligatoria è richiesta dalla legge come condizione di procedibilità per l'eventuale giudizio civile riguardante il risarcimento del danno da circolazione di veicoli e natanti. Nel caso di specie, essendo stata omessa tale fase stragiudiziale necessaria, la domanda non può che essere dichiarata improcedibile. 3) Sulla inoperativita' della polizza. Per mera completezza, giova infine precisare che nel caso di specie la polizza in questione risulta inoperante, in quanto l'evento posto alla base della richiesta di risarcimento formulata dall'attore risulta del tutto estraneo rispetto al rischio contemplato nel contratto di assicurazione. La polizza in questione, infatti, conteneva una clausola che prevedeva l'inoperatività della garanzia nel caso in cui il veicolo assicurato fosse condotto al momento del sinistro da persona non munita della prescritta patente di guida, circostanza verificatasi nel sinistro intervenuto in data .... Secondo il costante orientamento della giurisprudenza di legittimità, del resto, l'inoperatività della polizza rappresenta una mera argomentazione difensiva dell'assicuratore, in quanto tale perfettamente tempestiva anche se svincolata dal rispetto dell'anticipata costituzione in giudizio [7]. In subordine, si insiste, comunque, per il rigetto della domanda nel merito, in quanto infondata in fatto e in diritto. Tanto premesso e considerato, ...., rappresentato e difeso come in epigrafe, rassegna le seguenti CONCLUSIONI Voglia l'On.le Tribunale adito, disattesa ogni contraria istanza, eccezione, richiesta e conclusione, rigettare la domanda attorea perché improcedibile, nonché infondata in fatto e in diritto, con vittoria di spese e compensi. Si offrono in comunicazione, mediante deposito, i seguenti documenti: 1. lettera raccomandata a.r. ricevuta il ....; 2. atto di citazione notificato il ....; 3. contratto di assicurazione n. ....; PROCURA Il sottoscritto Sig. .... (C.F. ....), nato a ...., il .... e residente in .... alla via ...., nella qualità di amministratore unico e legale rapp.te della società .... (C.F. ....) con sede legale in .... alla via ...., informato ai sensi dell'art. 4, comma 3, del d.lgs. n. 28/2010 della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20 del medesimo decreto, con la presente conferisco incarico all'Avv. .... (C.F. ....) a rappresentarmi e difendermi nel giudizio da promuovere dinanzi al Tribunale di .... ivi comprese le fasi esecutive di impugnazione che da questo conseguono, con ogni più ampia facoltà di legge; a tal uopo conferisco, altresì, al nominato procuratore ogni facoltà di legge, comprese quelle di conciliare, incassare, quietanzare, rinunziare e transigere, con promessa di rato e fermo del suo operato; lo autorizzo, infine, al trattamento dei miei dati personali, conformemente alle norme del d.lgs. n. 196/2003 e limitatamente alle finalità connesse all'esecuzione del presente mandato. Eleggo domicilio presso il suo studio in ....alla via ...., n. .... Luogo e data .... Firma .... E autentica Firma Avv. .... [1] In materia assicurativa la competenza per territorio segue i criteri ordinari dettati dagli artt. 18, 19, 20 e 28 del codice di procedura civile con la concorrenza- salvo diversi accordi tra le parti - del foro del convenuto (sede della persona giuridica), della conclusione del contratto o della esecuzione della prestazione. Nel caso in cui, però, la controversia venga instaurata o sia diretta verso una persona fisica che rivesta la qualità di consumatore, prevale il foro individuato sulla scorta della residenza di quest'ultimo, di natura inderogabile (c.f.r. Cass. III, n. 9922/2010 per cui «Nelle controversie tra consumatore e assicurazione, la competenza è del giudice del luogo in cui il cittadino risiede o ha eletto domicilio nelle controversie. È vessatoria, quindi, la clausola che prevede una diversa località come sede del foro competente, anche se coincidente con uno di quelli individuabili sulla base del funzionamento dei vari criteri di collegamento stabiliti dal codice di procedura civile per le controversie che hanno origine da un contratto»). [2] Quando attore o convenuto sia “una persona giuridica, un'associazione non riconosciuta o un comitato, la citazione deve contenere la denominazione o la ditta, con l'indicazione dell'organo o ufficio che ne ha la rappresentanza in giudizio”: art. 163, comma 3, n. 2. [3] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. [4] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, come modificato dalla disposizione testè ricordata, «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà». [5] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., dalla legge n. 114/2014. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. e dall'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014, conv. con modif., dalla legge n. 114/2014. [6] È obbligatorio il ricorso alla procedura di negoziazione assistita (che costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale) nelle ipotesi in cui la somma pretesa non superi l'importo di 50.000 Euro (art. 3 d.l. n. 132/2014, conv. con modif. in l. n. 162/2014) e dovrà essere prodotta la relativa documentazione. Va, in proposito, ricordato che la negoziazione è prescritta, quando si intende proporre in giudizio una domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti 50.000 Euro, ad eccezione delle controversie assoggettate alla disciplina della c.d. mediazione obbligatoria (in altri termini, la procedura di negoziazione assistita non opera quando è prevista la mediazione obbligatoria). Ebbene, quest'ultima non è prescritta in subiecta materia, se si fa eccezione per il risarcimento del danno derivante da responsabilità medica. In ogni caso, la negoziazione non è condizione di procedibilità della domanda giudiziale (e, quindi, è sempre e solo volontaria) per le controversie concernenti obbligazioni contrattuali derivanti da contratti conclusi tra professionisti e consumatori (art. 3 legge n. 162/2014). [7] La Cass. III, n. 1967/2000, ha chiaramente riconosciuto che la cd. eccezione di inoperatività della polizza assicurativa non costituisce un'eccezione in senso proprio ma semplice difesa, una mera argomentazione giuridica, formulata in base a un'interpretazione di parte volta a contestare il fondamento della domanda con l'assumere l'estraneità dell'evento ai rischi contemplati nel contratto; e come tale non potrebbe costituire oggetto di abbandono o rinuncia tacita nemmeno se non fosse espressamente riproposta nelle conclusioni definitive specificamente riformulate. Correttamente perciò la Corte ha escluso ogni rinuncia e affermato, sia pur per implicito, la permanenza del potere dovere del giudice di pronunciarsi anche sull'operatività della polizza. CommentoNegoziazione assistita e mediazione L'art. 3 del d.l. n. 132/2014 (in vigore dal 9 febbraio 2015) dispone che “l'esperimento del procedimento di negoziazione assistita è condizione di procedibilità della domanda giudiziale” per le azioni riguardanti il risarcimento del danno da circolazione di veicoli e natanti e per le domande di pagamento a qualsiasi titolo di somme, purché non eccedenti 50.000 Euro e non riguardanti controversie assoggettate alla disciplina della c.d. “mediazione obbligatoria”. L'improcedibilità deve essere eccepita, non oltre la prima udienza, dal convenuto, a pena di decadenza, o rilevata d'ufficio dal giudice. Qualora, la negoziazione assistita sia già iniziata ma non conclusa, il giudice provvederà a fissare l'udienza successiva dopo la scadenza del termine fissato dalle parti per la durata della procedura di negoziazione e indicato nella convenzione stessa. Qualora, invece, la negoziazione non sia ancora stata esperita, il giudice, oltre a provvedere alla fissazione dell'udienza successiva, assegna contestualmente alle parti un termine di quindici giorni per la comunicazione dell'invito. Va da sé che se l'invito è seguito da un rifiuto o da una mancata risposta entro trenta giorni dalla ricezione, ovvero quando è decorso il termine per la durata della negoziazione concordato dalle parti, la condizione di procedibilità può considerarsi avverata. Per gli aspetti relativi al rapporto con l'art. 145 Codice delle Assicurazioni, cfr. infra. Quanto ai procedimenti aventi ad oggetto contratti assicurativi, condizione di procedibilità per l'inizio dell'azione è la mediazione obbligatoria - originariamente introdotta dal d.lgs. n. 28/2010, dichiarato incostituzionale per eccesso di delega - che è stata reintrodotta dalla legge 9 agosto 2013, n. 98 che ha convertito con modifiche il d.l. n. 69/2013, con il quale sono stati “corretti” i profili d'incostituzionalità della normativa originaria - in vigore dal 20 settembre 2013. La norma è riferibile alle sole controversie che si instaurano direttamente tra assicurato ed assicuratore in ordine all'operatività della garanzia assicurativa, mentre restano escluse dall'obbligo tutte le liti in cui l'Assicurato è citato in giudizio dal danneggiato e la compagnia viene chiamata in garanzia, con l'eccezione delle controversie in materia sanitaria. Messa in mora e decorso dello spatium deliberandi. Rapporti con la negoziazione assistita Rinvio alla formula sulla messa in mora alla compagnia assicuratrice (art. 145 t.u. assicurazioni) Come è noto condizione di procedibilità per l'esercizio dell'azione volta al risarcimento dei danni derivanti dalla circolazione stradale è il decorso del termine di giorni 60 o 90 (a seconda che si tratti di danni a cose o a persone) tra la notifica dell'atto di citazione e la notifica della cd. messa in mora regolata dagli artt. 145 e 148 T.U. sulle Assicurazioni Private, cd. spatium deliberandi. A parte gli aspetti che saranno trattati più diffusamente nella formula dedicata all'argomento, meritano di essere fatte alcune considerazioni circa le interrelazioni tra tale condizione di procedibilità e quella prevista dall'art. 3 della l. n. 132/2014. Dal punto di vista temporale, si ritiene da evitare l'ipotesi di invio in contemporanea della messa in mora e dell'invito alla negoziazione assistita, in quanto l'intento di accelerazione potrebbe comportare, viceversa delle inutili duplicazioni. Invero, le tempistiche per l'avveramento delle due condizioni di procedibilità non coincidono affatto (60 o 90 giorni per la messa in mora; 30 giorni dal rifiuto o non adesione alla negoziazione assistita oppure medesimo termine di decadenza 90 giorni - decorrente dal rifiuto, dalla mancata accettazione o dalla dichiarazione di mancato accordo certificata dagli avvocati), ciò anche in considerazione del fatto che l'impresa di assicurazioni ben potrebbe richiedere documentazione aggiuntiva («In caso di richiesta incompleta l'impresa di assicurazione richiede al danneggiato entro trenta giorni dalla ricezione della stessa le necessarie integrazioni; in tal caso i termini di cui ai commi 1 e 2 decorrono nuovamente dalla data di ricezione dei dati o dei documenti integrativi» Art. 148 comma 5 cod. ass.), evenienza che dilaterebbe ancor di più i termini per l'eventuale avvio dell'azione giudiziaria. Appare, allora, opportuno dapprima inviare la richiesta di risarcimento dei danni, aspettare lo spirare del termine di cui all'art. 148 e, quindi, in caso di diniego dell'offerta risarcitoria ovvero di liquidazione ritenuta non soddisfacente, solo allora avviare la procedura per la negoziazione assistita, attendendo l'ulteriore decorso dei trenta giorni, previsto dall'art. 3 d.l. n. 132/2014, per l'avvio dell'azione giudiziaria. In alternativa, in caso di ragioni di particolare urgenza, dopo l'inutile spirare del termine dettato dall'art. 148 (60 o 90 giorni), si potrebbe comunque predisporre e notificare l'atto di citazione e, quindi, nelle more del decorso dei “termini liberi” tra la notificazione e l'udienza fissata per la comparizione delle parti (ex art. 163-bis c.p.c.), inviare l'invito alla negoziazione assistita con la conseguenza che, all'udienza all'uopo fissata, la condizione di procedibilità risulterebbe debitamente assolta. Quanto al soggetto cui inviare l'invito alla negoziazione assistita in materia di responsabilità civile automobilistica, mentre nel caso di azione diretta del trasportato esso va rivolto esclusivamente alla compagnia assicurativa del veicolo a bordo del quale viaggiava ex art. 141 cod. ass. («... Per ottenere il risarcimento il terzo trasportato promuove nei confronti dell'impresa di assicurazione del veicolo sul quale era a bordo al momento del sinistro la procedura di risarcimento prevista dall'articolo 148”»), nel caso di azione ordinaria del terzo trasportato o di azione di altro soggetto danneggiato, l'invito alla negoziazione assistita dovrà essere rivolto sia alla persona fisica (o giuridica) proprietaria del veicolo, sia alla compagnia di assicurazioni che garantisce la RCA del veicolo ritenuto responsabile. Al pari nell' azione diretta del danneggiato ai sensi dell'art. 149 T.U. Assicurazioni («... i danneggiati devono rivolgere la richiesta di risarcimento all'impresa di assicurazione che ha stipulato il contratto relativo al veicolo utilizzato»), l'invito dovrà essere rivolto alla sola compagnia assicurativa del veicolo del danneggiato. Laddove, invece, ove il danneggiato per ragioni di strategia processuale (ad esempio danno che superi il massimale) intendesse rivalersi personalmente sul danneggiante - conducente non proprietario, nei cui confronti non vi è un litisconsorzio necessario, ma solo eventuale, l'invito alla negoziazione assistita, oltre al proprietario del veicolo antagonista e alla compagnia di assicurazioni del predetto veicolo, andrà esteso necessariamente anche al conducente non proprietario, in caso contrario, non potrà essere convenuto in giudizio, mancando la condizione di procedibilità nei suoi confronti. Competenza Il contratto di assicurazione stipulato con un soggetto per finalità non connesse alla sua attività imprenditoriale è soggetto al foro esclusivo ed inderogabile del cd. consumatore, corrispondente al suo luogo di residenza. Invero, «Nelle controversie tra consumatore e assicurazione, la competenza è del giudice del luogo in cui il cittadino risiede o ha eletto domicilio nelle controversie. È vessatoria, quindi, la clausola che prevede una diversa località come sede del foro competente, anche se coincidente con uno di quelli individuabili sulla base del funzionamento dei vari criteri di collegamento stabiliti dal codice di procedura civile per le controversie che hanno origine da un contratto» (Cass. III, n. 9922/2010). Tale principio non trova applicazione nelle controversie tra il terzo trasportato su un veicolo a motore e l'assicuratore del vettore, promosse ai sensi dell'art. 141 del codice delle assicurazioni, in quanto il trasportato è un terzo estraneo al rapporto assicurativo, e a nulla rilevando che il trasportato possa nel caso concreto rivestire anche la qualità di proprietario del veicolo (Cass. III, n. 29276/2008). Merita di essere rammentato, come precisa un' inedita decisione della Corte di Cassazione del 2012, che all'assicurazione per conto altrui contro gli infortuni, stipulata da un soggetto privo della qualità di consumatore è inapplicabile la disciplina di tutela del consumatore posta dal d.lgs. 6 settembre 2005 n. 206, a nulla rilevando che tale qualità sia rivestita dal beneficiario (Cass. VI, n. 21070/2012). La vicenda giudiziaria traeva origine dalla stipulazione di una polizza infortuni tra la Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti ed una impresa assicuratrice, rispondente, quindi, allo schema dell'assicurazione per conto di cui all'art. 1891 c.c. Ebbene, il soggetto assicurato, seppur non contraente, rimasto vittima di un infortunio, con istanza di regolamento di competenza, intendeva far valere la normativa di protezione del consumatore a prescindere dalla clausola derogativa della competenza per territorio contenuta nella polizza inter alios stipulata, che stabiliva unicamente la competenza del Tribunale di Roma. La Suprema Corte di Cassazione, nell'enunciare il precedente assunto, sancisce la validità della clausola derogatrice della competenza per territorio, che in concreto impedisce ai singoli assicurati, beneficiari della polizza, in quanto iscritti all'ente contraente, di radicare l'eventuale controversia nel foro del proprio domicilio, affermando apertamente di non condividere l'impostazione contraria (ed invocata dall'istante in quel giudizio) assunta dalla prima sezione con la sentenza n. 369/2007 (Cass. I, n. 369/2007). In tutti gli altri casi diversi dall'azione del cd. consumatore, la competenza- salvo clausole derogatorie pattizie - della controversia avente ad oggetto un contratto di assicurazione, si radica nel luogo in cui è stato concluso il contratto (cfr. App. Napoli, II, 22 gennaio 2008 «In tema di assicurazione contro i danni l'obbligo dell'assicuratore di pagare l'indennizzo trova titolo costitutivo nel contratto di assicurazione. Pertanto, al fine della determinazione della competenza territoriale in una controversia vertente sulla spettanza di detto indennizzo, il luogo in cui è sorta l'obbligazione dedotta in giudizio, secondo la previsione dell'art. 20 c.p.c., è il luogo della stipulazione del contratto»). Eccezioni in senso stretto, in senso lato, mere difese Nell'ambito del contratto di assicurazione e per le varie tipologie ad esso riconducibili, costituiscono le più comuni eccezioni in senso stretto (e, pertanto, non rilevabili d'Ufficio e da formularsi entro i termini di decadenza previsti dall'art. 167 c.p.c.): 1) L'eccezione di prescrizione (cfr. Cass. I n. 2938/2004; Cass. I n. 9498/2003; Cass. I, n. 11474/1993); 2) L'eccezione di improponibilità della domanda per rinuncia temporanea alla giurisdizione, in considerazione della clausola contrattuale con la quale le parti del contratto assicurativo hanno previsto, per la risoluzione delle controversie inerenti alla valutazione dell'entità del danno, il ricorso a una procedura arbitrale nelle forme della perizia collegiale (cfr. Trib. Milano XII, 8 maggio 2010, n. 5941); 3) L'eccezione di sospensione della garanzia assicurativa per mancato pagamento del premio ai sensi dell'art. 1901 comma 2 c.c. (al pari di ogni eccezione di inadempimento: Cass. III, n. 27132/2006). Costituiscono, invece, comuni eccezioni in senso lato (e, pertanto, rilevabili d'Ufficio): 1) L'eccezione di improcedibilità per mancato decorso del cd. spatium deliberandi (cfr. Cass. I, n. 5601/1978; Cass. III, n. 23913/2013), rilevabile in ogni stato e grado del giudizio; 2) Il superamento del massimale (cfr. Cass. III, n. 7247/2006 per cui «Il diritto del danneggiato al risarcimento nasce, per volontà di legge, limitato, con la conseguenza che il relativo limite del massimale, entro il quale è tenuta la compagnia designata, non rappresentando un mero elemento impeditivo od estintivo, ma valendo per l'appunto a configurare ed a delimitare normativamente il suddetto diritto, è rilevabile, anche d'ufficio, dal giudice e deve essere riferito alla tabella vigente al momento in cui il danno si è verificato»; ma vedi anche Cass. III, n. 13537/2014); 3) L'eccezione di inoperatività della polizza (cfr. Trib. Milano X, 10 aprile 2008, n. 4954; Trib. Bari, 8 giugno 2012; cfr. da ultimo Cass. III, n. 15228/2014 per cui «In tema di assicurazione della responsabilità civile, l'eccezione di inoperatività della polizza assicurativa non costituisce un'eccezione in senso proprio, ma una semplice difesa, una mera argomentazione giuridica, volta a contestare il fondamento della domanda, assumendo l'estraneità dell'evento ai rischi contemplati nel contratto. Essa, pertanto, è deducibile per la prima volta in appello»; 4) Ai sensi dell'art. 1901, comma 3, c.c., l'avvenuta verificazione della risoluzione, quale fatto impeditivo del diritto dell'assicuratore alla corresponsione dei premi per i detti periodi successivi (Cass. III, n. 494/2007) Vengono qualificate mere difese, dunque: 1) In caso di sinistro causato da veicolo con targa straniera risultata rubata, l'eccezione di difetto di legittimazione passiva sostanziale sollevata dal convenuto Fondo di Garanzia delle Vittime della Strada, ai sensi del d.lgs. n. 209 del 2005, nel testo anteriore alle modifiche apportate dal d.lgs. n. 198/2007 (Cass. III, n. 12729/2016); 2) Nell'assicurazione dei danni alle cose trasportate, la contestazione circa l'inesistenza del lucro cessante subito dal destinatario della merce nell'azione di surrogazione esercitata da parte dell'assicuratore nei confronti del vettore responsabile della perdita (cfr. Cass. III, n. 1336/2009); In tema, poi, di potere del Giudice di rilievo d'Ufficio in materia assicurativa «Il potere del giudice di rilevare d'ufficio le nullità del contratto di assicurazione (nella specie, per la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti) o delle singole clausole di esso va coordinato necessariamente con il principio dispositivo e con quello della corrispondenza tra chiesto e pronunciato. Ne consegue che il contraente, laddove deduca la nullità di una clausola di delimitazione del rischio, è tenuto ad allegare ritualmente i fatti costitutivi dell'eccezione (ovvero l'esistenza della clausola, la sua inconoscibilità, il suo contenuto in tesi vessatorio) nella comparsa di risposta o con le memorie di cui all'art. 183 c.p.c.» (Cass. III, n. 5952/2014; Cass. S.U. n. 27920/2013; Cass. S.U. n. 21905/2004). Legittimazione ad agire Quanto alla legittimazione ad agire in materia assicurativa merita, poi, di essere rammentato che: 1. Nel caso di contratto di assicurazione stipulato dal condominio, l'amministratore condominiale è legittimato ad agire giudizialmente per il conseguimento dell'indennizzo, ai sensi degli artt. 1130, comma 1, n. 4, e 1131 c.c., senza necessità di preventiva autorizzazione da parte dell'assemblea dei condomini (cfr. Cass. VI, n. 5832/2017); 2. L'unico soggetto legittimato all'azione di pagamento delle spese è l'assicurato, il quale, peraltro, può chiedere il rimborso all'assicuratore, ex art. 1917 c.c. comma 3, laddove le stesse siano state sostenute solo per attività di resistenza alle pretese del terzo e non per attività complementari ad essa (Trib. Salerno, II, 17 maggio 2016, n. 2188); 3. La cosiddetta “surrogazione reale” dell'indennità alla cosa assicurata, prevista dall'art. 2742 c.c., ha l'effetto di imporre all'indennizzo assicurativo un vincolo di destinazione a favore del creditore dell'assicurato titolare di un diritto di prelazione sulla cosa distrutta, ma non legittima affatto il suddetto creditore ad agire direttamente nei confronti dell'assicuratore per il pagamento dell'indennizzo (Cass. III, n. 3655/2013); 4. Nell'assicurazione per la responsabilità civile, l'azione diretta del danneggiato nei confronti dell'assicuratore è ammessa soltanto nei casi espressamente previsti dalla legge (ovvero nell'ipotesi di assicurazione obbligatoria per la circolazione di veicoli e natanti, disciplinata oggi dal d.lgs. 7 settembre 2005 n. 209, e nell'ipotesi disciplinata dalla legge in tema di esercizio della caccia), mentre in tutti gli altri casi l'assicuratore è obbligato solo nei confronti dell'assicurato a tenerlo indenne da quanto questi debba pagare ad un terzo cui ha provocato un danno, sicché, al di fuori delle eccezioni sopra indicate, soltanto l'assicurato è legittimato ad agire nei confronti dell'assicuratore, e non anche il terzo, nei confronti del quale l'assicuratore non è tenuto per vincolo contrattuale né ex lege (cfr. Cass. III, n. 26019/2011); 5. Poiché a norma dell'art. 1903 comma 2 c.c. l'agente di assicurazione ha la rappresentanza processuale dell'assicuratore rispetto ai contratti conclusi in nome e per conto dello stesso in forza di poteri di rappresentanza sostanziali a lui conferiti, il giudizio per il pagamento delle obbligazioni derivati dai contratti stessi deve essere proposto nei confronti del detto agente, non rilevando che la pronuncia giudiziale sia destinata a produrre i suoi effetti nei confronti dell'assicuratore da lui rappresentato, a carico del quale sono sorte le obbligazioni derivanti da quei contratti (Cass. III, n. 11781/2006). |