Comparsa di costituzione e risposta del terzo responsabile versus richiesta di surroga dell'assicurazioneInquadramentoIl diritto di surrogazione dell'assicuratore che ha pagato un'indennità all'assicurato danneggiato ex art. 1916 c.c. si risolve in una peculiare forma di successione nel diritto di credito dell'assicurato verso il terzo responsabile, nei limiti dell'indennizzo versato, che non incide sull'identità oggettiva del credito. Ne consegue che in tema di prescrizione rimane applicabile il termine previsto dalla legge in relazione all'originaria natura del credito, e l'assicuratore può giovarsi degli atti interruttivi posti in essere dal danneggiato prima del verificarsi della surrogazione, così come il suo diritto può risultare pregiudicato dalla prescrizione anteriormente maturatasi per l'inerzia del medesimo danneggiato. Nell'atto qui si seguito redatto, il terzo responsabile nei cui confronti è stata formulata la domanda di surroga da parte della compagnia che ha provveduto al pagamento dell'indennizzo, eccepisce, infatti, da un lato, il maturarsi della prescrizione biennale in capo al danneggiato/assicurato prima dell'esercizio dell'azione, e dall'altro, l'inesistenza dei presupposti della imputabilità del danno (esclusiva colpa del danneggiato/assicurato). FormulaTRIBUNALE DI .... [1] COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA PER Il Sig. ...., nato a ...., il ...., C.F. ...., residente in .... alla via .... n. ...., rappresentato e difeso dall'Avv. .... [2] C.F. .... [3] ed elettivamente domiciliato presso il suo studio in .... alla via .... n. ...., giusta procura in calce al presente atto. L'Avv. dichiara di voler ricevere le comunicazioni al numero fax .... e all'indirizzo di posta elettronica certificata .... [4] già comunicato al Consiglio dell'ordine .... -convenuto- CONTRO La Società di assicurazioni .... [5] in persona del rappresentante legale p.t. ...., con sede sociale in .... P.I. .... rappresentata e difesa come in atti dall'Avv. ...._ -attore- FATTO E DIRITTO 1. Con atto di citazione notificato in data .... la compagnia di assicurazioni ...., citava in giudizio il Sig. ...., in qualità di terzo responsabile del danno cagionato ai beni dell'assicurato, al fine di sentirlo condannare al rimborso della somma di euro ...., pagata dall'istante a titolo di indennità derivante dalla polizza n. ....avente ad oggetto .... 2. Con il presente atto, si costituisce in giudizio .... che impugna tutto quanto ex adverso dedotto e rilevato, in quanto infondato in fatto e in diritto, e insiste per il rigetto della domanda attorea. 3. In via preliminare, potendo il terzo responsabile opporre all'assicuratore surrogante le medesime eccezioni opponibili all'assicurato, il convenuto solleva eccezione di prescrizione ex art. 2952, comma 2, c.c. del diritto di credito derivante dal contratto di assicurazione. In tema di assicurazione contro i danni, la prescrizione biennale prevista dall'art. 2952, comma 2, c.c. del diritto dell'assicurato all'indennizzo decorre dalla data in cui il diritto medesimo può essere esercitato e cioè dal momento del verificarsi del fatto cui esso si ricollega. Occorre, pertanto, ai fini dell'interruzione del suddetto termine, che il danneggiato eserciti il suo diritto avanzando formale richiesta di indennizzo [6]. Con riferimento all'eccezione di prescrizione sollevata dal terzo responsabile nei confronti dell'assicuratore surrogante, ove l'inerzia del danneggiato protrattasi fino alla scadenza del termine prescrizionale sia anteriore all'esercizio dell'azione di surrogazione, tale inerzia integra causa estintiva del diritto [7]. Nel caso di specie, il danneggiato in data .... inoltrava lettera racc. a.r. con la quale denunciava il sinistro ma non formulava alcuna espressa richiesta di pagamento, con la conseguenza che l'unica attività esercitata dal danneggiato prima del decorso del termine prescrizionale, non risulta idonea alla costituzione in mora e quindi all'interruzione della prescrizione [8]. 4. In subordine, il convenuto eccepisce l'assenza di qualsivoglia propria responsabilità nella causazione del sinistro, il quale è piuttosto da imputarsi alla condotta colposa dello stesso danneggiato, che assumeva efficacia determinante nel perpetrarsi dell'illecito [9]. Sul punto, l'orientamento giurisprudenziale ormai pacifico afferma che, ove il fatto del danneggiato costituisca causa esclusiva dell'evento dannoso, esso integra gli estremi del caso fortuito (ex multis Cass. III, n. 11264/1995), come nel caso di specie è accaduto. Tanto premesso e considerato, ...., rappresentato e difeso come in epigrafe, rassegna le seguenti CONCLUSIONI Voglia l'On.le Tribunale adito, disattesa ogni contraria istanza, eccezione, richiesta e conclusione: — in via preliminare, accertare e dichiarare l'estinzione del diritto esercitato dalla compagnia attrice surrogante per intervenuta prescrizione del credito; — rigettare la domanda di condanna al pagamento della somma di Euro .... a titolo di rimborso di quanto anticipato dall'attrice; — In ogni caso, con vittoria di spese e compensi. Si offrono in comunicazione, mediante deposito, in fedele copia: 1. atto di citazione notificato 2. copia contratto di assicurazione 4. copia lettera racc. a/r di denuncia sinistro 5 .... PROCURA Io sottoscritto ...., nato a ...., il ...., conferisco procura all'Avv. ...., affiché mi rappresenti e difenda nel giudizio di imputazione di cui al presente atto. Dichiaro altresì di avere ricevuto informativa ex d.lgs. n. 28/2010, così come novellato a seguito della conversione del d.l. n. 69/2013, relativamente ai procedimenti per i quali è obbligatorio esperire il tentativo di mediazione e relativamente ai benefici fiscali connessi con tale procedimento, nonché di aver ricevuto l'informativa ai sensi degli artt. 2 e ss. del d.l. 13 settembre 2014, n. 132, convertito con modifiche dalla l. 10 novembre 2014 n. 162, della possibilità di ricorrere alla convenzione di negoziazione assistita da uno o più avvocati disciplinata dagli art. 2 e ss. del suddetto d.l. Eleggo domicilio, ai fini del presente giudizio, presso il suo studio professionale in .... alla via ...., e gli conferisco, altresì, ogni più ampia facoltà di legge. Acconsento, infine, al trattamento dei dati personali per l'espletamento del mandato conferito, ai sensi del d.lgs. 196/2003. Luogo e data .... Firma .... È vera ed autentica la firma del Sig. .... Firma Avv. .... [1] In materia assicurativa la competenza per territorio segue i criteri ordinari dettati dagli artt. 18, 19, 20 e 28 c.p.c. con la concorrenza- salvo diversi accordi tra le parti - del foro del convenuto (sede della persona giuridica), della conclusione del contratto o della esecuzione della prestazione. Nel caso in cui, però, la controversia venga instaurata o sia diretta verso una persona fisica che rivesta la qualità di consumatore, prevale il foro individuato sulla scorta della residenza di quest'ultimo, di natura inderogabile (c.f.r. Cass. III, n. 9922/2010 per cui “Nelle controversie tra consumatore e assicurazione, la competenza è del giudice del luogo in cui il cittadino risiede o ha eletto domicilio nelle controversie. È vessatoria, quindi, la clausola che prevede una diversa località come sede del foro competente, anche se coincidente con uno di quelli individuabili sulla base del funzionamento dei vari criteri di collegamento stabiliti dal codice di procedura civile per le controversie che hanno origine da un contratto”). [2] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata. [3] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione citata sub nota 2. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. 115/2002, come modificato dalla disposizione testè ricordata, «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà». [4] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., dalla legge n. 114/2014. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. e dall'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014, conv. con modif., dalla legge n. 114/2014. [5] Quando attore o convenuto sia “una persona giuridica, un'associazione non riconosciuta o un comitato, la citazione deve contenere la denominazione o la ditta, con l'indicazione dell'organo o ufficio che ne ha la rappresentanza in giudizio”: art. 163, comma 3, n. 2. [6] Cfr. Cass. III, n. 24733/2007; Cass. III, n. 6296/2013. [7] Cfr. Cass. III, n. 11457/2007). [8] Cfr. in questo senso Cass. n. 16717/2003. [9] Sul punto, l'orientamento giurisprudenziale ormai pacifico afferma che, ove il fatto del danneggiato costituisca causa esclusiva dell'evento dannoso, esso integra gli estremi del caso fortuito (ex multis Cass. III, n. 11264/1995), come nel caso di specie è accaduto. CommentoPremessa La surroga dell'assicuratore nei diritti dell'assicurato verso il responsabile comporta l'acquisto a titolo derivativo di tali diritti nel medesimo stato, con lo stesso contenuto e gli stessi limiti in cui essi si trovano al momento della surrogazione, venendo a subentrare nell'identica posizione sostanziale e processuale dei danneggiati verso il terzo autore del fatto dannoso. In altri termini, l'assicuratore per recuperare quanto versato può avvalersi degli stessi mezzi spettanti all'assicurato verso i terzi responsabili. La norma per espressa previsione si applica anche alle assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro e contro le disgrazie accidentali, mentre per opinione dominante essa non si applica alle assicurazioni sulla vita (Trib. Reggio Emilia II, 2 marzo 2016, n. 315 per cui «Nel caso di polizza infortuni che preveda il caso morte, qualora si verifichi l'infortunio mortale si applica la disciplina propria delle assicurazioni sulla vita che non incontra il limite del principio indennitario con conseguente non applicabilità dell'art. 1916 c.c.»). Natura e presupposti della surrogazione. Onere della prova dell'assicuratore La natura del diritto di surrogazione è controversa. In dottrina essa è intesa da alcuni come un'ipotesi speciale di surrogazione ex lege non rientrante espressamente tra le ipotesi dell'art. 1203 c.c., dal altri, invece, come riferibile al n. 5 della medesima norma. In giurisprudenza, poi, si è chiarito che «Il diritto di surroga nelle ragioni dell'assicurato, previsto dall'art. 1916 c.c., non sorge in modo automatico, per effetto del pagamento dell'indennità assicurativa, ma solo quando l'assicuratore chiede al danneggiante il rimborso dell'indennità. Pertanto, ove non risulti che l'assicuratore abbia esercitato tale facoltà, il danneggiato, anche se ha riscosso l'indennizzo, può agire per il risarcimento totale, senza che il responsabile possa opporgli l'avvenuta riscossione» (Cass. I, n. 5165/1994; Cass. III n. 4211/2002). Si parla anche comunemente in materia di successione a titolo particolare nel credito (Cass. 17517/2002), come pure si sostiene che «Per effetto della surrogazione, l'originario rapporto obbligatorio avente ad oggetto il risarcimento del danno si scinde in due diversi rapporti che hanno sorte propria e rimangono reciprocamente indifferenti: l'uno, avente la stessa natura del rapporto originario, riguarda il dovere del terzo responsabile di corrispondere il risarcimento del danno all'assicurato o al beneficiario nella misura eccedente le indennità a costoro già corrisposte dall'assicuratore, l'altro riguarda il dovere del terzo responsabile di rivalere l'assicuratore delle indennità corrisposte in forza del contratto di assicurazione» (App. Roma II, 7 febbraio 2008, n. 500). L'efficacia della surrogazione è subordinata all'esistenza dei seguenti presupposti: 1) l'esistenza di un rapporto di assicurazione; 2) il pagamento dell'indennità all'assicurato;3) la comunicazione da parte dell'assicuratore al terzo responsabile dell'intenzione di surrogarsi nel diritto dell'assicurato (cfr. Cass. I, n. 2137/2008; Cass. I, n. 3277/1981). Si tratta di condizioni e presupposti di efficacia che essendo qualificabili come condizioni dell'azione possono intervenire anche in corso di giudizio (Trib. Trieste del 19 gennaio 2011). Dall'inquadramento ermeneutico prevalente dell'istituto (successione particolare nel diritto di credito del danneggiato), discende che l'assicuratore acquista il medesimo diritto dell'assicurato e nel medesimo stato in cui esso si trova al momento della surroga, con lo stesso contenuto e gli stessi limiti, come se ad agire fosse lo stesso assicurato. Pertanto, l'assicuratore che agisca contro il terzo a norma dell'art. 1916 c.c. deve provare non solo il titolo della surrogazione, cioè il pagamento della indennità, ma anche i fatti costitutivi del diritto fatto valere in surrogazione, soggiacendo, quindi, allo stesso onere che avrebbe fatto carico all'originario titolare del diritto (cfr. Cass. III n. 909/1988; Trib. Roma XII, n. 22814/2016). Per questo «Ai fini della surroga ex art. 1916 c.c., l'assicuratore può adempiere all'onere di provare la sua qualità di assicuratore ed il danno risarcito con la produzione della quietanza, se essa contiene la prova del contratto d'assicurazione e l'individuazione del danno risarcito. In tal caso è necessario che l'assicuratore esibisca la polizza, ovvero provi in altra forma documentale il contenuto del contratto, non essendo sufficiente il solo richiamo al numero di polizza contenuto nella quietanza rilasciata dal terzo danneggiato» (Cass. III, n. 20901/2013). Il credito vantato dall'assicuratore contro i danni che si sia surrogato al proprio assicurato nei diritti di quest'ultimo verso il terzo responsabile ha natura di obbligazione di valore, costituendo la surrogazione una successione a titolo particolare nel diritto del danneggiato verso il responsabile, che non ne muta la natura. Da ciò consegue che all'assicuratore il quale agisca in surrogazione spetta la rivalutazione monetaria del credito maturata tra il pagamento dell'indennizzo e la sentenza (Cass. S.U., n. 2639/1987; Trib. Busto Arsizio, 10 gennaio 2012, n. 9; Cass. III, n. 1336/2009;Trib. Bergamo IV, n.979/2019). vedi a conferma del principio anche Tribunale Roma sez. XVII, 02/03/2020, n.4545 per cui “Nell'assicurazione contro i danni, all'assicuratore il quale, dopo aver pagato l'indennizzo all'assicurato, esercita la facoltà di surrogazione nei suoi diritti verso il terzo responsabile dell'evento del fatto illecito, ai sensi e nei limiti dell'art 1916 c.c. deve essere riconosciuta la svalutazione monetaria sopravvenuta dopo detto versamento, considerato che quella surrogazione integra una successione a titolo particolare nel credito dell'assicurato verso il responsabile avente natura di credito di valore, e che su tale natura non può interferire l'avvenuto pagamento dell'indennizzo assicurativo, il quale opera nel diverso ambito del rapporto di assicurazione, senza trasformare l'obbligazione risarcitoria in debito di valuta”) Nei casi di concorso di colpa della vittima nella produzione dell'evento, «la riduzione per il concorso di colpa dell'assicurato va defalcata dal risarcimento globalmente dovuto dal responsabile, e non dall'indennità corrisposta dall'assicuratore e per il cui recupero l'assicuratore medesimo agisca in surrogazione; e tanto con l'effetto che l'assicuratore può pretendere dal responsabile, a titolo di surrogazione, la minor somma tra l'entità dell'indennizzo concretamente corrisposto all'assicurato e l'entità del risarcimento concretamente dovuto dal responsabile, già al netto della riduzione ascritta al concorso di colpa del danneggiato (Cass., n. 1834/2018)». Ciò in quanto il risarcimento «non può creare in favore del danneggiato una situazione migliore di quella in cui si sarebbe trovato se il fatto dannoso non fosse avvenuto, immettendo nel suo patrimonio un valore economico maggiore della differenza patrimoniale negativa indotta dall'illecito». Pertanto, «il diritto dell'assicuratore che agisca in surrogazione nei confronti del terzo responsabile è sottoposto al duplice limite del danno effettivamente da questi causato all'assicurato, da una parte, e dell'ammontare dell'indennizzo pagato dall'assicuratore, dall'altro» Così Cass. III, n. 9002/2022. Effetti della surrogazione anche ai fini della prescrizione. Limiti di operatività del diritto Se il diritto dell'assicuratore perviene a questi in via derivativa ovvero con la stessa consistenza di quello maturato in capo all'assicurato, sono a lui opponibili le eccezioni che il terzo avrebbe potuto rivolgere a quest'ultimo, ma non quelle relative al rapporto di assicurazione. Il terzo responsabile, infatti, mentre non può far valere ragioni di annullabilità, rescissione o risoluzione del contratto, deducibili soltanto dall'altro contraente, è legittimato a contrastare, in via d'eccezione, i presupposti della surrogazione medesima, e, quindi, può opporre la nullità del contratto stesso, inclusa quella per inesistenza del rischio o per carenza di interesse, oppure l'avvenuto pagamento dell'indennizzo a persona diversa dal titolare del relativo diritto (cfr. Cass. III n. 919/1999), nonché eccepire la prescrizione del diritto dell'assicurato. Invero, come chiarito anche dall'atto in commento, «Poiché il diritto di surrogazione dell'assicuratore previsto dall'art. 1916 c.c. si risolve in una peculiare forma di successione nel diritto di credito dell'assicurato verso il terzo responsabile, che non incide sull'identità oggettiva del credito, in tema di prescrizione, rimane applicabile il termine previsto dalla legge in relazione all'originaria natura del credito e l'assicuratore può giovarsi degli atti interruttivi posti in essere dal danneggiato prima del verificarsi della surrogazione, così come il suo diritto può risultare per converso pregiudicato dalla prescrizione anteriormente maturatasi per l'inerzia del medesimo danneggiato» (cfr. Cass. III n. 17157/2002; Trib. Padova II, 12 luglio 2005, n. 1837). Dunque, con riguardo alla prescrizione, deve ritenersi che l'inerzia del danneggiato, protrattasi fino alla scadenza del termine prescrizionale, può essere fatta valere dal terzo responsabile nei confronti dell'assicuratore, in surrogazione, quale causa estintiva del diritto, solo se tale scadenza sia anteriore all'esercizio della surrogazione, mentre, in caso contrario, essendosi la titolarità del credito trasferita in capo all'assicuratore prima della maturazione della prescrizione, e valendo la menzionata comunicazione altresì quale atto interruttivo, l'estinzione per prescrizione del credito trasferito può discendere esclusivamente da successiva inattività dell'assicuratore medesimo (Cass. III, n. 9469/2004). Naturalmente l'assicuratore può avvalersi degli atti interruttivi della prescrizione eseguiti dall'assicurato. Quanto, invece, alla prescrizione del diritto dell'assicuratore, essa per pacifica giurisprudenza, è decennale (cfr. App. Milano IV, 10 aprile 2008, n. 970 per cui “in tema di prescrizione è applicabile il termine previsto dalla legge in relazione all'originaria natura del credito. Non appare, quindi, condivisibile l'assunto secondo il quale dovrebbe trovare applicazione la disciplina della prescrizione ordinaria in quanto l'assicuratore non si surrogherebbe in tutti i diritti del danneggiato, ma solo in parte di essi”; ma contra cfr. Cass. III n. 15243/2002 per cui “All'azione di surrogazione dell'assicuratore nei confronti del terzo responsabile ai sensi dell'art. 1916 c.c. si applica il medesimo termine di prescrizione proprio del diritto dell'assicurato, termine decorrente dal giorno in cui si è verificato il fatto e non dal giorno dell'avvenuto pagamento”; di recente in questo senso cfr. Cass. III, n.13600/2019 “In ipotesi di azione di rivalsa a norma della legge n. 990 del 1969, art. 18, comma 2 (sostituito dall'art. 144, comma 2 c. assicur.), il termine di prescrizione è quello di cui all'art. 2952 c.c., comma 2 e decorre dal giorno in cui l'assicuratore abbia provveduto al pagamento dell'indennizzo a favore del terzo danneggiato, con la precisazione che il diritto di rivalsa decorre da quando tale diritto può essere fatto valere e perciò, nel caso di pluralità di pagamenti parziali in tempi diversi, il predetto termine inizia a decorrere dalla data di corresponsione di ciascuno di essi, e non invece dall'ultimo pagamento, pur se con questo si realizza il globale depauperamento dell'assicuratore”. Il diritto decorre dalla data di esecuzione del pagamento al danneggiato (per l'analogo istituto previsto nell'ambito dell'assicurazione della responsabilità civile automobilistica previsto dall'art. 29 comma 1 della l. n. 990/1969 cfr. Cass. III n. 18446/2005). Quanto ai limiti oggettivi della surrogazione, l'assicuratore che agisce in surroga, ai sensi dell'art. 1916 c.c., nei diritti dell'assicurato - danneggiato, ha diritto di ottenere l'intero ammontare delle prestazioni erogate, non decurtato, cioè, della quota riferibile al concorso di colpa, il quale opera, invece, come limite della rivalsa, nel senso che questa non può mai superare la somma complessivamente dovuta dall'autore del danno per effetto del concorso di colpa del danneggiato (cfr. Cass. III, n. 4020/2006; in senso conforme cfr.: Cass. III n. 604/2003; Cass. III n. 15243/2002; Cass. III n. 7086/2015). Dunque, l'unico limite alla surrogazione dell'assicuratore è dato dall'ammontare dell'importo che il terzo deve all'assicurato. L’assicuratore può in virtù del principio di economia processuale, “agire, nella medesima sede, a tutela del proprio diritto di surrogazione anche in difetto del previo pagamento di detta indennità, chiamando in causa il terzo responsabile del danno, al fine di ottenere una sentenza condizionale di condanna alla rivalsa nei confronti del detto terzo, di quanto sarà condannato a pagare all'assicurato a titolo di indennità”( Corte appello Napoli sez. I, 17/01/2020, n.196). Esclusioni ed inclusioni. Gli interventi della Corte Costituzionale sull'ambito di operatività della norma Il comma secondo della norma non sussiste nei confronti dei figli, affiliati, ascendenti o altri parenti ed affini dell'assicurato stabilmente con lui conviventi o, ancora, da domestici, quando essi abbiano causato il danno colposamente vale a dire per non avere agito con la necessaria diligenza o con noncuranza e trascuratezza. Se, invece, il danno è stato cagionato dolosamente da tali soggetti l'assicuratore può esercitare il diritto alla surrogazione anche nei loro confronti. La Corte Costituzionale ha ampliato la portata soggettiva dello specifico disposto estendendo il divieto di surrogazione anche nei confronti del coniuge dell'assicurato (Corte cost. n. 117/1995). La norma è stata dichiarata incostituzionale anche nella parte in cui consente all'assicuratore di avvalersi nell'esercizio del diritto di surrogazione nei confronti del terzo responsabile anche delle somme da questi dovute anche a titolo di risarcimento del danno biologico (Corte cost. n. 356/1991). Viceversa, “Al danneggiante e al proprietario del veicolo assicurato non può essere negato o compresso il diritto di far valere l'obbligo solidale dell'assicuratore di indennizzare il terzo, indipendentemente dall'esercizio dell'azione di regresso nei confronti dell'assicuratore o della richiesta di manleva dell'assicurato. E così anche l'interesse processuale dei responsabili civili ad ottenere la condanna in via solidale dell'assicurazione a risarcire il danno non può essere soggetto ad alcuna limitazione, qualora la domanda contro l'assicuratore sia stata inequivocabilmente proposta dal danneggiato anche nei confronti dell'assicuratore con l'azione diretta ai sensi della l. n. 990 del 1969, art. 18 e ss., trasfusa negli artt. 140 e 141 cod. ass .” (cfr. Cass. III, 24/09/2019, n.23621; nello stesso tempo, Cass. III, 17/10/2019, n.26300 per cui “in tema di risarcimento del danno del terzo trasportato derivante da sinistro stradale, laddove sussiste la responsabilità dell'assicurato, sussiste anche quella dell'assicuratore ed è, pertanto, possibile che questi sia sottoposto all'esercizio del diritto di surroga. La solidarietà tra assicuratore per la r.c.a. ed assicurato, infatti, è una solidarietà c.d. sbilanciata o imperfetta, a tutela della finalità sociale che essa è chiamata ad assolvere”). Risarcibilità del pregiudizio dell'assicuratore L'assicurato è responsabile verso l'assicuratore del pregiudizio arrecato al diritto di surrogazione ovvero della condotta inerte od ostruzionistica dell'assicurato, nel senso che questi rimane obbligato al risarcimento del danno. Il pregiudizio in parola può aversi con transazioni, rinunce o con comportamenti omissivi (ad esempio lasciando decorrere termini di decadenza o prescrizione) da parte dell'assicurato: non si ha però responsabilità dell'assicurato se l'assicuratore è stato avvertito in tempo ed era perciò in grado di tutelare i propri interessi. In particolare è stato precisato che “La norma di cui all'art. 1916, comma 3, c.c., col disporre che l'assicurato è responsabile verso l'assicuratore del pregiudizio arrecato al diritto di surrogazione, comporta che l'obbligo dell'assicurato di non pregiudicare i diritti dell'assicuratore verso il terzo responsabile permane anche dopo la successione dell'assicuratore nel diritto dell'assicurato nei confronti del terzo e sino a che il diritto di surrogazione stesso non possa essere più pregiudicato. Pertanto, il pagamento dell'indennità da parte dell'assicuratore, che questi non è tenuto a comunicare al terzo responsabile immediatamente, non vale a liberare l'assicurato dalla responsabilità ex art. 1916, comma 3, c.c. per l'omesso compimento di atti interruttivi della prescrizione del diritto al risarcimento del danno, anche quando il periodo di prescrizione è maturato dopo l'anzidetto pagamento” (cfr. Cass. I, n. 7057/1992). Perché sorga il pregiudizio non è necessario che la surroga si sia perfezionata (cfr. Cass. I n. 2595/1966). Profili processuali La surrogazione dell'assicuratore nei diritti dell'assicurato verso il terzo responsabile, incide sulla legittimazione ad agire e sugli ulteriori diritti dell'assicurato danneggiato. Invero, ai sensi dell'art. 1916 c.c. e fino a concorrenza dell'indennità pagata, comporta, entro tale limite, l'estromissione dal rapporto dell'assicurato ed il trasferimento della legittimazione attiva, con la conseguenza che, nella controversia promossa dall'assicuratore medesimo contro detto terzo in forza di quella surrogazione, non insorge necessità di integrazione del contraddittorio nei confronti dell'assicurato, ferma restando la facoltà del convenuto di opporre tutte le eccezioni inerenti al rapporto di danneggiamento che avrebbe potuto far valere nei riguardi di esso assicurato-danneggiato, nonché la facoltà di quest'ultimo di esperire autonoma azione risarcitoria per il danno eccedente l'indennità riscossa (cfr. Cass. S.U., n. 2639/1987; Cass. III n. 9357/2002). Diversamente, nel caso in cui l'assicuratore della r.c.a., indennizzato il passeggero trasportato sul veicolo antagonista rispetto a quello assicurato, convenga in giudizio il conducente del veicolo antagonista al fine di ottenere la ripetizione dell'indennizzo, la questione relativa alla ammissibilità della domanda di surrogazione nei confronti di persona diversa dall'assicurato attiene non al difetto di legittimazione passiva, ma alla mancanza di titolarità, dal lato passivo, del rapporto dedotto in giudizio. Tale questione, attinente al merito, va pertanto eccepita dalla parte, e non può essere rilevata d'ufficio (Cass. III, n. 13467/1999). In tema di prova, nell'azione di surrogazione proposta dall'assicuratore il contratto di assicurazione ed il rapporto da esso nascente hanno, nei confronti dell'autore del danno, rilevanza non quali negozi giuridici ma come meri fatti, con la conseguenza che la loro data può essere provata in tutti i modi previsti dall'ordinamento e, quindi, anche con la prova testimoniale, senza che possano ostarlo le limitazioni ex art. 2724 e 2725 c.c. con le presunzioni e con la confessione (Cass. I, n. 6300/1987). Le ipotesi di surroga dell'INAIL e dell'INPS. Rivalsa nei confronti della impresa di assicurazione del responsabile-vettore. Rinvio Di particolare interesse è il tema della surrogazione nelle assicurazioni sociali (INPS, INAIL), cui sono dedicate norme ad hoc nel Codice delle Assicurazioni Private, e quella in tema di responsabilità civile automobilistica e per la cui trattazione si rimanda alle relative formule (“Rivalsa nelle assicurazioni sociali”; “Rivalsa nei confronti della impresa di assicurazione del responsabile-vettore”). |