Atto di citazione per rimborso del premio non goduto della polizza vita in caso di estinzione anticipata del mutuoInquadramentoNella prassi commerciale e internazionale si è da tempo consolidato l'utilizzo di contratti di assicurazione dei rami “tradizionali” in funzione di garanzia diretta del credito. La forma più diffusa è quella delle polizze vita abbinate a contratti di mutuo che vengono di solito collocate presso la clientela tramite Banche o altri intermediari finanziari. Il legislatore e gli Organi di Garanzia (ISVASS) si sono occupati di recente della regolamentazione di tali contratti assicurativi, ad esempio regolamentando il diritto del soggetto mutuatario che abbia anticipatamente estinto il mutuo ad ottenere la parte di premio relativa al servizio non goduto. Nel presente atto, il consumatore agisce per ottenere la somma corrispondente al servizio non goduto (sub specie di parte del premio pagato in un'unica soluzione) a seguito del rifiuto in via stragiudiziale ricevuto dalla compagnia. FormulaTRIBUNALE CIVILE DI .... [1] ATTO DI CITAZIONE Per il Sig. .... [2], nato a .... il ...., residente in .... alla via .... n. ...., C.F. ...., elettivamente domiciliato in .... alla via .... n. .... [3] presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. .... [4] che lo rappresenta e difende in virtù di procura in calce del presente atto, il quale dichiara di voler ricevere le comunicazioni al n. di fax .... [5] o all'indirizzo di posta elettronica .... @ .... [6] espongono quanto segue FATTO [7] 1) in data .... /.... /.... il Sig. .... stipulava con la banca .... il contratto di finanziamento n. .... (doc. 1), per la somma di Euro ...., da restituire in ....rate mensili da Euro ....ciascuno, al fine di .... 2) al contratto di finanziamento accedeva una polizza assicurativa (doc. 2) a protezione delle somme erogate, stipulata per il caso di morte, invalidità, malattia o licenziamento del soggetto finanziato, in relazione alla quale il Sig. .... corrispondeva il complessivo importo di Euro ...., quale unico premio idoneo a garantire la copertura assicurativa per tutta la durata del finanziamento; 3) in data .... /.... /.... il Sig. .... riusciva a estinguere anticipatamente il contratto di finanziamento, versando le restanti rate in un'unica soluzione, per la somma complessiva di Euro ...., come risulta dalla documentazione versata in atti; 4) in ragione dell'estinzione del contratto di finanziamento il Sig. ...., con lettera raccomandata a/r del .... (doc. 3) richiedeva alla .... Ass.ni la restituzione della parte di premio assicurativo versato per la copertura assicurativa relativa agli ultimi .... mesi di durata del contratto di finanziamento, nel frattempo estinto. Tale richiesta restava, tuttavia, inevasa; 5) in data .... l'istante, a mezzo del procuratore costituito, ha depositato presso l'Organismo di mediazione territorialmente competente l'istanza di mediazione, ma il tentativo di conciliazione non è andato a buon fine (doc. 4); DIRITTO 1) Sulla estinzione anticipata del finanziamento cui accede una polizza assicurativa In caso di estinzione anticipata del finanziamento viene meno la ragione giustificativa della polizza assicurativa accessoria, stipulata per il caso di morte, invalidità, malattia o licenziamento del soggetto finanziato. Pertanto, in ragione dell'estinzione anticipata del finanziamento viene meno, altresì, l'obbligo di pagare per i periodi successivi i premi dell'assicurazione eventualmente contratta a protezione della restituzione delle somme erogate. Secondo l'Arbitro bancario Finanziario è configurabile un diritto restitutorio/risarcitorio del cliente nei confronti della banca finanziatrice in relazione al premio versato per l'eventuale polizza assicurativa collegata al finanziamento. E invero, trova applicazione l'Accordo siglato nel 2008 tra l'Associazione Bancaria Italiana (ABI) e l'Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA) che impegna la banca a restituire al cliente la parte di premio assicurativo relativa al periodo residuo del finanziamento, per il quale il rischio coperto dall'assicurazione è cessato proprio in conseguenza dell'estinzione anticipata del mutuo [8]. In argomento, pare utile ricordare che l'art. 22, comma 15-quater, del d.l. n. 179/2012, convertito, con modificazioni, nella l. n. 221/2012, stabilisce che ”nei contratti di assicurazione connessi a mutui e ad altri contratti di finanziamento, per i quali sia stato corrisposto un premio unico il cui onere è sostenuto dal debitore/assicurato, le imprese, nel caso di estinzione anticipata o di trasferimento del mutuo o del finanziamento, restituiscono al debitore/assicurato la parte di premio pagato relativo al periodo residuo rispetto alla scadenza originaria, calcolata per il premio puro in funzione degli anni e della frazione di anno mancanti alla scadenza della copertura nonché del capitale assicurato residuo”. Facendo applicazione di tali coordinate ermeneutiche appare evidente la illegittimità del rifiuto della .... Ass.ni di corrispondere all'istante la somma di Euro ...., quale premio assicurativo pagato per un periodo residuo del finanziamento, per il quale il rischio coperto dall'assicurazione è cessato proprio in conseguenza dell'estinzione anticipata del mutuo. Tanto premesso, l'attore, come rappresentato e difeso, CITA La .... Ass.ni (C.F. ..../ P.I. ....), in persona del suo legale rapp.te p.t., con sede in ...., Via ...., n. ...., a comparire dinanzi al Tribunale di Civile di ...., nella nota sede, Sez. e Giudice designandi, all'udienza che ivi sarà tenuta il giorno ...., ore di rito, con l'invito a costituirsi, ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 166 c.p.c., nel termine di 20 giorni prima dell'udienza indicata nel presente atto oppure di quella fissata, ai sensi dell'art. 168-bis, ultimo comma, c.p.c. dal Giudice designato, con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini implica le decadenze di cui all'art.167 c.p.c. e, inoltre, con avviso che in caso di mancata costituzione si procederà in sua contumacia per ivi sentir accogliere le seguenti CONCLUSIONI Voglia l'On.le Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza: Condannare la .... Ass.ni alla restituzione della somma di Euro ...., oltre interessi legali e rivalutazione, in favore del Sig. ...., a titolo di premio assicurativo corrisposto per un periodo in cui la polizza ha cessato di operare a causa dell'estinzione anticipata del mutuo. Con vittoria di spese, competenze ed onorari di giudizio. IN VIA ISTRUTTORIA Formulando sin d'ora ogni più ampia riserva di articolazione dei mezzi istruttori, nei termini di cui all'art. 183, comma 6, nn. 2 e 3, c.p.c., si offrono in comunicazione, mediante deposito, i seguenti documenti: 1. contratto di finanziamento; 2. contratto di assicurazione; 3. lettera raccomandata a/r del ..../..../....; 4. verbale negativo di mediazione Ai sensi della Legge n. 488 del 23 dicembre 1999 e successive modifiche, dichiarano che il valore della presente domanda è di valore indeterminato. Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA AD LITEM Nella qualità, conferisco il potere di rappresentanza e difesa, in ogni fase, stato e grado del giudizio ed atti inerenti, conseguenti e successivi, ivi compresa l'eventuale fase esecutiva ed il giudizio di opposizione, all'Avv. ...., ivi compreso il potere di proporre domande riconvenzionali, chiedere provvedimenti cautelari, chiamare terzi in causa, farsi sostituire, transigere, conciliare, abbandonare il giudizio e rilasciare quietanze. L'autorizzo, ai sensi dell'art. 13 d.l. n. 196/2003, ad utilizzare i dati personali per la difesa dei miei diritti e per il perseguimento delle finalità di cui al mandato, nonché a comunicare ai Colleghi i dati con l'obbligo di rispettare il segreto professionale e di diffonderli esclusivamente nei limiti strettamente pertinenti all'incarico conferitoLe. Ratifico sin d'ora il Suo operato e quello di eventuali Suoi sostituti. Eleggo domicilio presso il Suo studio in ....(indicare la città), via ....n. .... Dichiaro di essere stato informato ai sensi dell'art. 4, comma 3, del d.lgs. n. 28/2010 della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20 del medesimo decreto, come da specifico atto separato. Luogo e data .... Sig. .... È autentica Firma Avv. .... In materia assicurativa la competenza per territorio segue i criteri ordinari dettati dagli artt. 18,19,20 e 28 del codice di procedura civile con la concorrenza- salvo diversi accordi tra le parti - del foro del convenuto (sede della persona giuridica), della conclusione del contratto o della esecuzione della prestazione. Nel caso in cui, però, la controversia venga instaurata o sia diretta verso una persona fisica che rivesta la qualità di consumatore, prevale il foro individuato sulla scorta della residenza di quest'ultimo, di natura inderogabile (c.f.r. Cass. III, n. 9922/2010 per cui «Nelle controversie tra consumatore e assicurazione, la competenza è del giudice del luogo in cui il cittadino risiede o ha eletto domicilio nelle controversie. È vessatoria, quindi, la clausola che prevede una diversa località come sede del foro competente, anche se coincidente con uno di quelli individuabili sulla base del funzionamento dei vari criteri di collegamento stabiliti dal codice di procedura civile per le controversie che hanno origine da un contratto»). [2] In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., dalla l. n. 111/2011). [3] L'elezione di domicilio nel Comune in cui ha sede il Tribunale adito è obbligatoria: essa individua il luogo legale ove effettuare le comunicazioni e notificazioni inerenti al processo: artt. 165 e 170 c.p.c. [4] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. [5] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c.. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, come modificato dalla disposizione testè ricordata, «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax .... ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà». [6] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. 90/2014 conv., con modif., dalla l. n. 114/2014. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. e dall'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014, conv. con modif., dalla l. n. 114/2014. [7] L'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto costituenti le ragione della domanda dell'attore rappresenta un elemento essenziale della citazione. L'indicazione della causa petendi, e cioè del titolo della domanda, è richiesto dall'art. 163 comma 3, n. 4 c.p.c. Tuttavia solo la mancanza dell'indicazione dei fatti posti a fondamento della domanda produce la nullità della citazione a norma dell'art. 164, comma 4, c.p.c. [8] Cfr. ABF decisioni n. 808/2011, n. 2573/2011, n. 1142/2011, n. 2091/2011, n. 2142/2011 e n. 4147/2012. CommentoPremessa Le polizze vendute in abbinamento a mutui e prestiti (c.d. PPI, Payment Protection Insurance) hanno lo scopo di fornire una copertura assicurativa al consumatore per l'eventualità che questi non sia in grado di restituire il prestito. Solitamente le banche e gli altri intermediari finanziari chiedono la stipulazione di un contratto di assicurazione per rilasciare un mutuo immobiliare o un finanziamento al consumo. I PPI generalmente sono pacchetti che comprendono coperture vita e danni prestate da differenti imprese di assicurazione appartenenti allo stesso gruppo. I rischi coperti, a seconda dei casi, sono: ⋅ il decesso; ⋅ le perdite pecuniarie conseguenti a perdita di impiego; ⋅ l'infortunio e/o la malattia del cliente finanziato; ⋅ la perdita o la riduzione del valore del bene finanziato (es. immobile) per incendio o altre cause. In linea di principio il fenomeno delle polizze abbinate a finanziamenti da parte di banche e altri intermediari finanziari si inquadra nell'ambito dell'autonomia negoziale dei privati di adottare figure negoziali atipiche ex art. 1322 c.c. Ed invero dette polizze in astratto appaiono suscettibili di realizzare sia l'interesse dell'assicurato - mutuatario, sia quello dell'istituto finanziatore. Tipologie di polizze abbinate a finanziamenti Gli schemi negoziali connessi alla garanzia del credito sono variamente articolati e rispondono a singole esigenze del mutuatario o dell'istituto mutuante. Una delle ipotesi negoziali è quella in cui la banca che stipula il contratto di finanziamento agisce anche da intermediario nei confronti del cliente nella vendita del prodotto assicurativo - costruito da un'impresa assicurativa legata alla banca da rapporti commerciali - percependo una commissione di distribuzione calcolata in base al valore del premio. In questa tipologia negoziale il vantaggio della banca è individuato nella percezione della commissione, laddove i beneficiari della polizza sono esclusivamente mutuatari, mentre la garanzia per il credito della banca consiste in una ragionevole ma generica aspettativa che, in caso di sinistro, i beneficiari utilizzeranno l'indennizzo a favore della banca e a tutela del loro investimento. Lo schema negoziale di più diffusa applicazione, però, è quello volto a garantire la banca in modo specifico e diretto: la banca non opera solo quale distributrice del prodotto, bensì, in forza di una specifica clausola contrattuale (c.d. appendice di vincolo cfr. infra) è anche la beneficiaria della prestazione (copertura assicurativa) prevista al verificarsi del sinistro. In altri casi, ancora le polizze sono contratte direttamente e in anticipo dall'istituto finanziatore con la compagnia di assicurazioni. In questa terza tipologia negoziale la banca è, dunque, parte contraente e non intermediario, in nome di tutti i clienti che sottoscrivono con la stessa contratti di credito e che aderiscono alla polizza con apposita convenzione a latere, in tal modo limitandosi a prestare il loro consenso alla individuazione del finanziatore e beneficiario della copertura. Da una parte, in questo modo il cliente mutuatario mette al riparo il suo patrimonio da azioni esecutive da parte del soggetto che eroga il finanziamento e risparmia costi relativi alla costituzione di mezzi di garanzia più tradizionali; dall'altra parte, gli enti finanziatori possono aumentare la propensione alla concessione di crediti, riducendo impatti negativi sul portafoglio prestiti. Collegamento negoziale tra contratto di mutuo e contratto di finanziamento. L'appendice di vincolo. L'estinzione anticipata del finanziamento Quanto alla natura delle polizze in oggetto, le stesse rientrano nell'ambito delle assicurazioni sulla vita, come confermato dal riferimento legislativo di cui all'art. 28 l. n. 27/2012 (che menziona proprio tale tipologia di contratto assicurativo) la cui ratio è quella di tutelare l'istituto di credito contro il rischio che si verifichi un evento, quale la morte, inerente alla persona del cliente assicurato che renda impossibile l'adempimento. Beneficiario di tali tipi di polizze è l'istituto bancario e ciò in virtù della sopra ricordata clausola c.d. di vincolo. Centrale, infatti, nell'inquadramento dell'istituto delle polizze abbinate ai finanziamenti nell'ambito del cd. “collegamento negoziale” è proprio tale tipologia di clausola. Invero, «La clausola del contratto di assicurazione che attribuisce al finanziatore della somma utilizzata per l'acquisto del bene assicurato il diritto di soddisfarsi, nel caso di furto, sull'eventuale indennità dovuta dall'assicuratore (cd. appendice di vincolo) crea un collegamento tra il contratto di assicurazione ed il contratto di finanziamento che estende ad ognuno gli effetti dell'invalidità della sopravvenuta inefficacia o della risoluzione dell'altro, senza pregiudicare la loro autonomia ad ogni altro effetto, sicché, in caso di furto della cosa acquistata con il finanziamento, il pagamento, in virtù dell'appendice di vincolo, dell'indennizzo al finanziatore ha l'effetto di ridurre il credito del finanziatore verso l'utilizzatore, che rimane obbligato per l'eccedenza, in base all'autonomo e distinto contratto di finanziamento» (cfr. Cass. III, n. 25610/2015; per il caso del contratto di leasing: Cass. III, n. 20743/2004). In particolare, la presenza nel contratto di assicurazione di una clausola che stabilisce il diritto dell'istituto finanziatore dell'acquisto di un bene in leasing a potersi soddisfare sull'indennizzo spettante in caso di furto del bene in luogo dell'utilizzatore comporta in capo a quest'ultimo il difetto della legittimazione ad agire per conseguire il pagamento del suddetto indennizzo dall'istituto assicuratore. Infatti, sulla scorta del collegamento negoziale esistente tra il contratto di assicurazione e quello di finanziamento, il finanziatore pur non assumendo la qualità di “assicurato” ha comunque diritto di percepire l'indennizzo dovuto all'utilizzatore-contraente assicurato. A fronte di tale previsione negoziale, la compagnia assicurativa ha quindi ragione di negare il diritto dell'utilizzatore ad incassare l'indennizzo, trattandosi di credito di cui è titolare, in via esclusiva la società di leasing sulla base del suddetto vincolo contrattuale (cfr. Trib. Bari II, n. 667, 24 febbraio 2009). In definitiva, il contratto di finanziamento si pone quale antecedente logico-giuridico del contratto di assicurazione nel quadro di un'operazione economica unitaria di rafforzamento del credito: ciò che ha fatto sì che in giurisprudenza sia stato riconosciuto “un collegamento tra il contratto di assicurazione e il contratto di finanziamento” (cfr. Cass. III, n. 11706/2009; ex multis, ABF Milano, 13 settembre 2013, n. 4743, p. 5; ABF Napoli, n. 3415 del 2013; ABF Roma, 18 febbraio 2013, n. 912; in giurisprudenza, sia pure da diverse angolature, la regola del collegamento tra il contratto di assicurazione e il contratto di finanziamento è stata confermata da Cass. III, n. 11706/2009, nonché da Cass., n. 20743/2004; Cass. III, n. 7021/1995). Tale collegamento negoziale si riverbera, in particolar modo sulla sorte del contratto di assicurazione del mutuo in caso di sua anticipata estinzione. In argomento, pare utile ricordare come fatto nell'atto che si commenta che l'art. 22, comma 15-quater, del d.l. n. 179/2012, convertito, con modificazioni, nella l. 17.12.2012, n. 221, stabilisce che «nei contratti di assicurazione connessi a mutui e ad altri contratti di finanziamento, per i quali sia stato corrisposto un premio unico il cui onere è sostenuto dal debitore/assicurato, le imprese, nel caso di estinzione anticipata o di trasferimento del mutuo o del finanziamento, restituiscono al debitore/assicurato la parte di premio pagato relativo al periodo residuo rispetto alla scadenza originaria, calcolata per il premio puro in funzione degli anni e della frazione di anno mancanti alla scadenza della copertura nonché del capitale assicurato residuo». Ancor prima dell'intervento normativo in parola, l'Accordo siglato nel 2008 tra l'Associazione Bancaria Italiana (ABI) e l'Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA) che impegnava le banche a restituire al cliente la parte di premio assicurativo relativa al periodo residuo del finanziamento, per il quale il rischio coperto dall'assicurazione è cessato proprio in conseguenza dell'estinzione anticipata del mutuo (ABF decisioni n. 808/2011, n. 2573/2011, n. 1142/2011, n. 2091/2011, n. 2142/2011 e n. 4147/2012). Così anche la giurisprudenza di merito, che ha affermato che «ln caso di estinzione anticipata di un contratto di mutuo per l'acquisto della prima casa, la polizza assicurativa accessoria per i rischi sull'immobile si scioglie dal giorno in cui l'assicuratore riceve dal mutuatario la richiesta di restituzione di quota-parte del premio» (GdP Genova, 23 gennaio 2009; GdP Bari, 30 gennaio 2011, n. 705). Alcune linee guida formatesi nel panorama giurisprudenziale sull'argomento sono: 1) Quando il regolamento negoziale non consente la chiara individuazione della natura delle commissioni va riconosciuta la rimborsabilità pro quota delle commissioni versate anticipatamente dal consumatore (Decisione ABF - Collegio di Milano n. 571 del 30 gennaio 2014), poiché - in caso contrario - verrebbero pregiudicate quelle esigenze di trasparenza ed informazione su cui la Banca d'Italia ha, più volte, richiamato l'attenzione (Comunicazione del 10 novembre 2009 e del 7 luglio 2011). 2) Ogni qualvolta il contratto distingue in modo analitico e puntuale le commissioni up front (attività istruttoria del contratto, assistenza del cedente sino all'erogazione del finanziamento, ricerca della soluzione finanziaria più idonea al proprio interesse) da quelle recurring (spese applicate anticipatamente in un'unica soluzione a fronte di prestazioni godute per l'intera durata del contratto), vanno rimborsate pro - quota unicamente le commissioni recurring e non quelle up front (Decisione ABF - Collegio di Milano n. 1242 dell'11 febbraio 2016). 3) L'inserimento nel contratto di una clausola di irripetibilità degli oneri in caso di estinzione anticipata è stata ritenuta ingiustificata dal punto di vista oggettivo nella natura delle attività cui tali oneri si riferiscono e poco giustificabile dal punto di vista economico, oltre che vessatoria (Decisione ABF - Collegio di Roma n. 3136 del 30 aprile 2016; cfr. Trib. Parma, sent., n. 2991 del 27 novembre 2015 che la clausola prevista contrattualmente avente ad oggetto l'irripetibilità dei costi e commissioni a seguito dell'estinzione anticipata, poiché vessatoria ai sensi dell'art. 33, comma 2, lettera b) del Codice del Consumo (d.lgs. n. 206/2005) alla stregua del quale «si presumono vessatorie fino a prova contraria le clausole che hanno per oggetto, o per effetto, di (....); b) escludere o limitare le azioni o i diritti dei consumatori nei confronti del professionista o di un'altra parte in caso di inadempimento totale o parziale o di inadempimento inesatto da parte del professionista». In quanto vessatoria, detta clausola e, dunque, inopponibile al consumatore e la nullità può essere rilevata dal Giudice; 4) È inibito «L'uso di clausole opache che non consentano al cliente di identificare la diversa natura delle attività riferibili a dette commissioni, con la conseguente indeterminatezza delle somme effettivamente ripetibili in sede di estinzione anticipata. In presenza di clausole siffatte, è stato sempre riconosciuto il diritto al rimborso delle somme quantificate in applicazione di un criterio proporzionale alla vita residua del finanziamento, estinto anticipatamente» (cfr., ABF Collegio di Napoli, dec. nn. 1720; 408/2012; 359; 349; 197/2011; ABF Collegio di Roma Decisione N. 841 del 12 febbraio 2013).Di recente la pronuncia della Corte di Giustizia Europea dell'11 settembre 2017 (causa C-383/18), ha definitivamente comportato, in tema di estinzione anticipata del finanziamento il superamento della distinzione tra costi up front e recurring stabilendo che il diritto del consumatore alla riduzione del costo totale del finanziamento in caso di rimborso anticipato (di cui all'art. 16, § 1, della direttiva 2008/48/CE recepito con l'attuale art. 125-sexies, comma 1, T.U.B.) include tutti i costi posti a carico del consumatore. Dopo alcuni tentennamenti iniziali (Trib. Napoli 22 novembre 2019 n. 10489 che aveva ritenuto non immediatamente operativa l'opinione della Corte), anche la giurisprudenza di merito e quella dell'Arbitro finanziario ( Arbitro Bancario e Finanziario – Collegio Centrale del 10 dicembre 2019) si sono adeguati all'efficacia vincolante delle pronunce del Supremo Organo Giurisdizionale Europeo. Il recente quadro normativo. Le novità introdotte dalla legge Concorrenza 2017, l. 4 agosto 2017 n. 124 Le principali criticità poste in evidenza di recente anche da una “Lettera congiunta della ABI e della Banca d'Italia” del 26 agosto 2015 sono individuabili nel fatto che le polizze abbinate a mutui e prestiti, sebbene non obbligatorie per legge o per contratto, sono di fatto imposte dalla banca e dagli intermediari finanziari al cliente quale condizione per accedere al mutuo o al prestito; le polizze sono vendute quasi esclusivamente in forma di premio unico, da pagare anticipatamente all'atto dell'accensione del mutuo o prestito e il premio viene di norma aggiunto all'importo finanziato e le relative rate di restituzione vengono incluse in quelle complessive, producendo ulteriori interessi a beneficio della banca (o dell'intermediario finanziario). Sotto il primo profilo la condotta di alcune banche che, sebbene presentassero come facoltativa la sottoscrizione da parte di consumatori di coperture assicurative aventi quale beneficiario l'istituto erogante, di fatto subordinavano la concessione di finanziamenti alla relativa stipula (pratiche di c.d. bundling), è stata considerata come una pratica scorretta ai sensi del Codice del Consumo (d.lgs. n. 206/2005) da parte dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che è intervenuta attivando i propri poteri sanzionatori, mentre diverse sono state le disposizioni di rango primario e secondario (oltre che di rango comunitario) che si sono occupate della materia, così sintetizzabili: ⋅ DIR./2002/92/CE sulla intermediazione assicurativa; ⋅ D.lgs. 209/05 Codice delle Assicurazioni private (CAP): in particolare gli artt. 120 comma 3 e 183 i quali dispongono determinate regole di comportamento in capo all'intermediario assicurativo prevedendo, rispettivamente, (i) con riferimento alla fase precontrattuale, il dovere di proporre o consigliare al cliente un prodotto adeguato alle esigenze di quest'ultimo, illustrando altresì le caratteristiche essenziali del contratto sotteso a tale prodotto, (ii) con riferimento alla fase di offerta ed esecuzione del contratto, l'obbligo di tenere un comportamento conforme a regole di diligenza, correttezza e trasparenza nonché di acquisire dai contraenti le informazioni necessarie a valutare le loro esigenze assicurative, operando in modo che siano sempre adeguatamente informati; ⋅ Reg. ISVAP 5/2006 - Disciplina dell'attività di intermediazione assicurativa e riassicurativa, il quale dispone in materia di condizioni all'esercizio dell'attività di intermediazione assicurativa, ai requisiti di onorabilità e professionalità richiesti agli addetti e alle norme di comportamento, gestione dei conflitti di interessi, trasparenza e tutela del cliente; ⋅ Reg. ISVAP 35/2010 - Disciplina degli obblighi di informazione e della pubblicità dei prodotti assicurativi, il quale dispone con riguardo alla restituzione del premio non goduto in caso di estinzione anticipata del finanziamento, nonché all'obbligo di comunicazione di tutti i costi a carico del consumatore con indicazione delle provvigioni percepite dall'intermediario; ⋅ Provv. ISVAP 2946/2011, il quale a modifica dell'art. 48 del Reg. ISVAP 5/2006 dispone il divieto per gli intermediari di assumere contemporaneamente il ruolo di beneficiario/vincolatario delle prestazioni assicurative e quello di intermediario del relativo contratto; ⋅ Reg. ISVAP 40/2012, il quale dispone in materia di contenuti minimi del contratto, strumentali al confronto tra i diversi preventivi da consegnare al cliente in caso in cui l'erogazione del finanziamento sia subordinato alla stipula della polizza vita; ⋅ Lettera al mercato IVASS del dicembre 2013 che in materia di valutazione di adeguatezza ha sollecitato gli operatori a prevederla anche per le polizze collettive (struttura tipicamente utilizzata per le polizze PPI), nonché previsto l'obbligo di proporre al cliente solo prodotti allo stesso adeguati; ⋅ Provv. Banca d'Italia del 9/2/2011 - Trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari, il quale ha previsto l'obbligo di assicurare al Cliente un'informazione corretta, chiara ed esauriente che agevoli la comprensione delle competenze, dei rischi, dei costi dei prodotti offerti e che consenta di prendere una decisione informata e consapevole in merito alla conclusione del contratto, nonché - limitatamente al credito al consumo - il diritto del cliente a un'equa riduzione del costo complessivo del credito in caso di estinzione anticipata parziale, garantendo pertanto anche la restituzione in misura proporzionale delle quote di premio della polizza abbinata riferibili al periodo non goduto (sul punto si veda Arbitro bancario finanziario Napoli, 24 maggio 2011, n. 1071); ⋅ L. 214/2011 di conversione del Decreto Salva Italia che ha modificato l'art. 21 comma 3-bis del Codice del Consumo disponendo che “è considerata scorretta la pratica commerciale di una banca, di un istituto di credito o di un intermediario finanziario che, ai fini della stipula di un contratto di mutuo, obbliga il cliente alla sottoscrizione di una polizza assicurativa erogata dalla medesima banca, istituto o intermediario”; ⋅ l. n. 221/2012 di conversione del Decreto Crescitalia il quale ha esteso l'obbligo di rimborso del premio non goduto anche alle polizze collocate prima dell'entrata in vigore del Regolamento ISVAP n. 35/2010 e abbinate a finanziamenti oggetto di estinzione anticipata totale dopo l'entrata in vigore della legge; ⋅ Prot. ABI-ASSOFIN del 30 novembre 2013 relativo all'offerta di polizze accessorie ai finanziamenti, il quale ha promosso la diffusione di buone pratiche nell'offerta ai consumatori di coperture assicurative facoltative ramo vita o miste, accessorie ai finanziamenti. Vi è da segnalare l'assenza di una norma che sanzioni la violazione di tali disposizioni con la nullità del contratto, e l'applicazione, ove possibile, della sostituzione delle clausole legali ai sensi dell'art. 1339 c.c. Da ultimo la legge Concorrenza 2017, l. 4 agosto 2017 n. 124 ha modificato anche l'art. 28 della l. n. 24/2012 (Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività) l'obbligo per gli intermediari assicurativi, le banche, gli istituti di credito di accettare senza apportare variazioni la polizza che il cliente dovesse presentare, reperendola sul mercato, connessa o accessoria all'erogazione del mutuo, sebbene la stessa dovrà contenere gli elementi minimi corrispondenti a quelli richiesti dalla banca erogatrice (comma 1); la facoltà di recesso entro 60 giorni dalla stipula della polizza connessa al mutuo, ove proposta dalla banca, dall'istituto di credito o dagli intermediari finanziari, comunque sostituibile con una presentata dal cliente, il tutto previa adeguata informazione dello stesso (comma 2 bis); l'obbligo delle banche, degli intermediari finanziari e degli istituti di credito di informare il richiedente il finanziamento della provvigione percepita e dell'ammontare della provvigione pagata dalla compagnia assicurativa all'intermediario, in termini sia assoluti che percentuali sull'ammontare complessivo (comma 3 bis). Spese assicurative e tasso usura Secondo l'orientamento della giurisprudenza di legittimità «Ai fini dell'applicazione dell'art. 644 c.p. e dell'art. 1815, comma 2, c.c., si intendono usurari gli interessi che superano il limite stabilito dalla legge nel momento in cui essi sono promessi o comunque convenuti, a qualunque titolo, quindi anche a titolo di interessi moratori» (in termini, Cass. n. 350/2013; Cass. n. 5324/2003) e della Corte costituzionale. Inoltre, ai sensi dell'art. 2, comma 1, della l. n. 108/1996, il tasso effettivo globale medio debba ricomprendere: «le commissioni, le remunerazioni a qualsiasi titolo e le spese, escluse quelle per imposte e tasse. Ne discende che, ai fini dell'accertamento dell'usurarietà del mutuo, occorre fare riferimento - oltre al tasso previsto per gli interessi moratori - anche ad ogni altra spesa e commissione quali, a titolo meramente esemplificativo, le spese di istruttoria, le eventuali assicurazioni stipulate a garanzia del finanziamento (Trib. Busto Arsizio, 12/03/2013) nonché le commissioni per anticipata risoluzione del contratto. A tal proposito, le Istruzioni della Banca d'Italia dell'agosto del 2009 specificano che al fine del calcolo dei TEG bisogna considerare, in particolare, oltre alle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e le spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate all'erogazione del credito, anche «le spese per assicurazioni o garanzie intese ad assicurare il rimborso totale o parziale del credito ovvero a tutelare altrimenti i diritti del creditore (ad es. polizze per furto e incendio sui beni concessi in leasing o in ipoteca), se la conclusione del contratto avente ad oggetto il servizio assicurativo è contestuale alla concessione del finanziamento ovvero obbligatoria per ottenere il credito o per ottenerlo alle condizioni contrattuali offerte, indipendentemente dal fatto che la polizza venga stipulata per il tramite del finanziatore o direttamente dal cliente». |