Memoria ex 183, comma 6, c.p.c. su accordo Card e la partecipazione dell'impresa gestionaria e della debitrice.InquadramentoIl Governo Italiano ha emanato, in data 18 luglio 2006, il d.P.R. n. 254/2006, con cui sono state stabilite le norme di regolamentazione del sistema di risarcimento diretto in ambito Responsabilità Civile Automobilistica. In sostanza, il d.P.R. n. 254/2006 ha provveduto a dare attuazione agli artt. 149 e 150 del d.lgs. 7 settembre 2005, n. 209 con i quali è stata introdotta per legge – differentemente dal passato - una procedura di risarcimento diretto dei danni da incidente stradale non nei confronti delle imprese assicuratrici dei civili responsabili ma verso l' impresa assicuratrice del danneggiato medesimo. L'adesione alla convenzione CARD (Convenzione tra Assicuratori per il Risarcimento Diretto), obbligatoria per le imprese assicuratrici con sede legale in Italia ( art. 2 d.P.R. cit.) e facoltativa per le imprese con sede legale in altri Stati membri dell'Unione europea che operano nel territorio della Repubblica, ai sensi degli articoli 23 e 24 del cod.ass., determina l'elargizione del risarcimento del danno in favore del danneggiato (in presenza dei presupposti) da parte dell'impresa assicuratrice del danneggiato stesso e non del responsabile civile, e la regolamentazione dei rapporti economico-contabili tra le due imprese a mezzo di una cd. stanza di compensazione. In realtà, la compagnia che ha provveduto al pagamento diretto del danno non recupera esattamente la stessa somma corrisposta al danneggiato ma un importo “prefissato”, in base a costi medi e coi meccanismi stabiliti da una convenzione (franchigie e decurtazioni) ed, in particolare, secondo la tabella emanata per la prima volta in data 25 gennaio 2007. I costi di gestione della convenzione sono posti a carico delle imprese assicuratrici aderenti, compreso il versamento annuale di una polizza fideiussoria non inferiore ad Euro 300.000,00 annui (art. 6), mentre le imprese aderenti si obbligano ad attivare tutti i collegamenti e i flussi informatici necessari a comunicare con le altre imprese, con ANIA e con l'ente gestore della stanza di compensazione (art.2) ed
Con l'atto in commento, la compagnia “gestionaria” del sinistro per conto della compagnia assicuratrice del veicolo danneggiante in base alla convenzione “CARD”, illustra in diritto ( nella sede a ciò deputata: memoria ex art. 183 comma 6 c.p.c. I termine) le ragioni che rendono possibile il suo intervento in luogo della mandante contestata, invece, dall'attore e consistenti: 1) nell'esistenza di una previsione di legge (d.P.R. 18 luglio 2006 n. 254) obbligatoria per le assicurazioni con sede legale in Italia; 2) nella previsione dell'art. 77 c.p.c. estensibile al caso di specie; 3) nella facoltatività – e non obbligatorietà – dell'azione del danneggiato nei confronti della compagnia assicuratrice del responsabile civile. FormulaTRIBUNALE DI .... MEMORIA EX ART. 183, COMMA 6, N. 1, C.P.C. R.G.... Giudice .... Udienza .... PER Assicurazione .... , in persona del legale rapp.te p.t., con l'Avv. .... - convenuta CONTRO il Sig. .... rappresentato e difeso dall'Avv. .... - attore NONCHÉ il Sig. .... contumace - convenuto ********* Con atto di citazione, notificato il ...., il Sig. .... conveniva in giudizio la compagnia assicurativa .... nella qualità di assicuratrice del danneggiante, per ottenere il risarcimento dei danni ex d.lgs. 7 settembre 2005 n. 209 art. 148 derivanti dal sinistro stradale avvenuto in data ...., in località .... In punto di fatto specificava che, nelle suddette circostanze di tempo e di luogo, l'automobile di sua proprietà, modello ...., targata ...., veniva urtata da quella condotta e di proprietà del Sig. .... modello ...., targata ...., che non si fermava al segnale di “STOP”, in tal modo violando le norme sulla precedenza. Per tale ragione chiedeva il risarcimento dei danni patrimoniali che quantificava in Euro .... In data ...., si costituiva lì Assicurazioni .... compagnia assicuratrice del danneggiato – attore, in qualità di mandataria dell'impresa assicuratrice del convenuto (danneggiante), in forza del mandato di rappresentanza alla medesima conferito sulla scorta del c.p.c. art. 77 e del d.P.R. 18 luglio 2006 n. 254, attuativo del d.lgs. 7 settembre 2005 n. 209, artt. 149 e 150. Nel merito la medesima compagnia chiedeva rigettarsi la domanda poiché infondata in fatto e diritto. Il responsabile civile, Sig. .... benché ritualmente e regolarmente citato, rimaneva contumace. Alla prima udienza del ...., la difesa dell'attrice eccepiva l'inammissibilità di tale costituzione, deducendo la nullità del suddetto mandato di rappresentanza per illiceità della causa, ex art. 1343 c.c., perché volto ad eliminare la facoltà concessa al danneggiato di agire direttamente contro l'assicuratore del responsabile civile e, pertanto, da considerarsi negozio in frode alla legge, ex art. 1344 c.c., costituendo il mezzo per eludere una norma imperativa come il d.lgs. 7 settembre 2005 n. 209, art. 144, che prevede l'azione diretta del danneggiato contro l'assicuratore per la RCA del veicolo ritenuto responsabile. All'esito, il Giudice concedeva i termini di cui al c.p.c. art. 183, comma 6, rinviando la causa al giorno .... Con il presente atto l'Assicurazione.... come sopra, nel riportarsi ai propri scritti difensivi ed alla documentazione allegata e nell'impugnare tutto quanto ex adverso dedotto, prodotto ed eccepito, alla luce delle considerazioni svolte da parte avversa all'udienza del ...., ritiene opportuno svolgere le seguenti considerazioni in DIRITTO Come già anticipato nella comparsa di costituzione e risposta, con il suindicato D.P.R. 18 luglio 2006 n. 254 sono state stabilite le norme di regolamentazione del sistema di risarcimento diretto in ambito Responsabilità Civile Automobilistica, dando in tal modo attuazione al d.lgs. 7 settembre 2005, n. 209, agli artt. 149 e 150, con i quali è stata introdotta per legge una procedura di risarcimento diretto dei danni da incidente stradale. L'adesione alla convenzione CARD, obbligatoria per le imprese assicuratrici con sede legale in Italia, determina l'elargizione del risarcimento del danno in favore del danneggiato direttamente da parte dell'impresa assicuratrice del medesimo e non del responsabile civile, e la regolamentazione dei rapporti economico-contabili tra le due imprese a mezzo di una cd. stanza di compensazione. Tanto premesso è stato da affermato che, in occasione di un sinistro stradale, è ammissibile la costituzione in giudizio dell'impresa assicurativa gestionaria in nome e per conto della debitrice sulla scorda del cd. “mandato Card”. Secondo la Corte di Cassazione l'assicurazione del danneggiato può costituirsi sia in proprio, sia quale mandataria dell'assicurazione del danneggiante. In sostanza, qualora le assicurazioni – così come nel caso di specie - si siano rilasciate reciproco e irrevocabile mandato ex art. 77 c.p.c. – accordo CARD - affinché la Compagnia gestionaria del sinistro assuma la difesa in nome e per conto della Compagnia del danneggiante in tutte le cause intentate contro di essa, è lecito che l'assicurazione del danneggiato si costituisca in giudizio in vece dell'assicurazione del danneggiante. L'assicurazione gestionaria, dunque, si può costituire in giudizio non in proprio, ma solo quale mandataria dell'assicurazione del danneggiante, ai sensi del art. 77 c.p.c. (rappresentanza processuale volontaria); il nostro ordinamento giuridico riconosce, infatti, a ciascun soggetto la facoltà di conferire a un terzo (chiunque esso sia) il potere di agire e difendersi in giudizio a tutela di un diritto proprio. Invero, in tema di rappresentanza processuale, il potere rappresentativo, con relativa facoltà di nomina dei difensori e conferimento di procura alle liti, può essere riconosciuto soltanto a colui che sia investito di potere rappresentativo di natura sostanziale in ordine al rapporto dedotto in giudizio. Il potenziale conflitto tra la posizione di garante dell'assicurato e di rappresentante del garante del danneggiante si risolve sul piano della valutazione della condotta contrattuale della compagnia del danneggiato, problematica che non interferisce sui presupposti di legge di cui all' art. 77 c.p.c.. [1] Pertanto, stante l'orientamento della Corte Costituzionale sulla facoltatività dell'azione diretta, che non esclude che le assicurazioni si accordino tra loro in tema di gestione dei sinistri, con il conferimento del mandato irrevocabile tramite la sottoscrizione della Convenzione CARD, l'assicurazione gestionaria si può costituire in giudizio non in proprio, ma solo quale mandataria dell'assicurazione del danneggiante. Di talché la assoluta infondatezza dell'eccezione riportata a verbale dall'attore all'udienza del .... CONCLUSIONI Alla luce di tutto quanto testè evidenziato, si insiste affinchè l'Ill.mo Giudice adito voglia accogliere rigettare la domanda, così come da comparsa di costituzione e risposta. Con vittoria di spese, diritti ed onorari di causa ed attribuzione. Luogo e data .... Firma Avv. .... [1] Cass. S.U., n. 20408/2016. CommentoLa gestione della controversia giudiziale da parte dell'impresa gestionaria. Posizioni a confronto. La questione processualmente più controversa che ha accompagnato l'attuazione nelle aule di giustizia dell'Accordo Card, è stata quella dell'ammissibilità dell'intervento dell'assicurazione del danneggiato nel processo promosso contro il responsabile del fatto e della sua assicurazione. Invero, l'articolo 149 del Codice risolve, al sesto comma, solamente la problematica relativa all'intervento dell'impresa di assicurazione del veicolo del responsabile, nel senso che la stessa "può chiedere di intervenire in giudizio e può estromettere l'altra impresa, riconoscendo la responsabilità del proprio assicurato". Il Codice, però, nulla dispone, invece, circa l'intervento in esame dell'impresa assicuratrice del danneggiato nel giudizio proposto nei confronti del responsabile civile. La premessa logico giuridica della problematica, apparentemente esclusivamente processuale, è la cosiddetta alternatività della procedura di indennizzo diretto come chiarita dalla Corte Costituzionale, secondo la quale il nuovo sistema di risarcimento diretto non consente di ritenere escluse le azioni già previste dall'ordinamento in favore del danneggiato, precisando che "l'azione diretta contro il proprio assicuratore è configurabile come una facoltà, e quindi un'alternativa all'azione tradizionale per far valere la responsabilità dell'autore del danno" (Corte cost. n. 180/2009). Orbene, sulla scorta della stessa, in un primo momento la giurisprudenza di merito si era attestata su una posizione negativa rispetto all'ammissibilità dell'intervento. Sosteneva, infatti, tale filone che “Il “mandato” CARD è espressamente conferito per i sinistri “rientranti nell'applicazione dell'art. 149″. Ne consegue che se il danneggiato opta per la procedura cosiddetta ordinaria ex art. 148 C.d.A. la fattispecie non rientra nell'ambito di applicazione di questa diversa azione. Il mandato, peraltro, è espressa derivazione di una altrettanto illegittima premessa, ovvero che la procedura di risarcimento diretto ex art. 149 C.d.A. è considerata dalle imprese come “obbligatoria”: premessa che, invece si pone in illegittimo contrasto con l'art. 149 C.d.A. come costituzionalmente interpretato dall'Alta Corte” (Trib. Bologna, 16 aprile 2014 n. 20563). Né poteva essere invocato l'istituto della delegazione cumulatoria non liberatoria ex art. 1268 c.c. in quanto, sotto il profilo sostanziale, tale artificio avrebbe avuto l'effetto di frustrare il diritto del danneggiato di rivolgersi al responsabile, così come previsto dalla Corte Costituzionale, il che escluderebbe che l'interesse dell'assicuratore all'intervento possa ritenersi meritevole di tutela. L'ammissibilità dell'intervento, poi, avrebbe determinato l'anomalia derivante dalla situazione di evidente conflitto di interesse ove il convenuto responsabile proponesse, a sua volta, domanda risarcitoria riconvenzionale nei confronti dell'attore e della sua compagnia di assicurazione, con eventuale intervento in causa dell'originale convenuta e, dunque, con la presenza di entrambe le assicurazioni, sia in proprio, sia nel loro reciproco interesse a parti invertite (cfr.: Giudice Pace Bologna, 5 aprile 2013, n. 1688; Giudice Pace Fidenza, sent. 24 gennaio 2012, n. 34; Giudice Pace Torino, 28 novembre 2011, n. 10842; Giudice Pace Torino, 18 aprile 2011, n. 3781; Trib. Torino, sent. 22 gennaio 2013, n. 389; Trib. Milano n. 8157/14 secondo cui “se l'assicuratore del danneggiato, nell'ipotesi in cui quest'ultimo abbia agito contro l'assicuratore del responsabile, non è assoggettato ad alcuna obbligazione risarcitoria, né ad una obbligazione nei confronti dell'altro assicuratore, è da escludere che possa intervenire nel giudizio, non potendo far valere diritti relativi all'oggetto o dipendenti dal titolo dedotto in causa”). Una diversa posizione inaugurata da una nota sentenza del Tribunale di Milano X, 28 ottobre 2011, n. 13052, a seguito di un dotto ed approfondito inquadramento dell'istituto dell'indennizzo diretto ha, viceversa, ritenuto l'ammissibilità dell'intervento proprio sulla scorta dell'applicabilità dell'istituto della delegazione cumulativa non liberatoria (art. 1268 c.c.) avversata dall'altra posizione giurisprudenziale. Invero, secondo il Tribunale meneghino, “In tema di rappresentanza processuale, in occasione di un sinistro stradale al quale risulta applicabile la procedura di risarcimento diretto è ammissibile la costituzione in giudizio dell'impresa assicurativa gestionaria in nome e per conto della debitrice in quanto il rapporto tra le due compagnie assicuratrici integra la fattispecie della delegazione cumulativa non liberatoria (art. 1268 c.c.). Non costituisce un ostacolo all'inquadramento della fattispecie nella delegazione la circostanza che nella CARD siano regolati debiti futuri. La delegazione può infatti avere a fondamento sia preesistenti rapporti obbligatori, sia rapporti che sono fonte di crediti non ancora liquidi ed esigibili, ovvero altresì crediti futuri (Cass. 9470/2004)”. Precisa la Corte che, secondo la Convenzione C.A.R.D., la compagnia assicuratrice del danneggiante può assumere la veste di “gestionaria, quando il risarcimento viene effettuato, in tutto o in parte, per conto dell'impresa assicuratrice del veicolo civilmente responsabile del sinistro" ovvero "di debitrice quando, i danni provocati dal proprio assicurato responsabile vengono risarciti per suo conto da un'altra impresa che avrà diritto ad essere rimborsata secondo la quota di responsabilità attribuibile al proprio assicurato" e questa costituisce la premessa per qualificare il rapporto come di delegazione cumulativa, in cui si assiste ad una modificazione del soggetto passivo del rapporto obbligatorio che può comportare la successione di un nuovo debitore al debitore originario (nel caso di delegazione liberatoria) ovvero l'affiancarsi ad esso di un nuovo debitore con un conseguente rafforzamento della garanzia patrimoniale del creditore. Nell'ambito del rapporto di provvista (rapporto tra delegante e delegato) diverse sono le ragioni che possono indurre il terzo delegato ad assumere il debito del delegante, ovvero a provvedere (nel caso di delegatio solvendi) al pagamento del debito originariamente assunto dal delegante e, nel caso in esame, tale assunzione avviene, come sopra esposto, in ragione della sottoscrizione della CARD. La conseguenza di tale impostazione è quella per cui “Nella predetta delegazione titolata, il delegato può opporre al delegatario le eccezioni relative al rapporto di provvista (tra le due assicurazioni) e di valuta (tra assicurazione e assicurato danneggiato)” (Giudice pace Piacenza, 11 aprile 2012, n. 282; Trib. Palermo, 18 giugno 2012, n. 176). Il recente arresto della Suprema Corte di Cassazione n. 20408/16. Da ultimo, la Suprema Corte di Cassazione ha avallato, con una decisione non massimata (n. 20408/2016), l'orientamento di ammissibilità dell'intervento. Partendo dal profilo strettamente processuale, la Corte di Cassazione – aderendo all'impostazione del Giudice di prime cure – in un caso di intervento della compagnia della impresa del danneggiato in un giudizio “ordinario” iniziato dal danneggiato nei confronti del responsabile civile e della sua compagnia assicuratrice, ha rinvenuto la fonte dell'intervento nel combinato disposto dell'art. 77 c.p.c. e della Convenzione CARD. Invero, precisa la Corte che “in tema di rappresentanza processuale, il potere rappresentativo, con la correlativa facoltà di nomina dei difensori e conferimento di procura alla lite, può essere riconosciuto soltanto a colui che sia investito di potere rappresentativo di natura sostanziale in ordine al rapporto dedotto in giudizio, sicchè, in difetto, è esclusa la legittimati ad processum del rappresentante e il relativo accertamento - attenendo alla verifica della regolare costituzione del rapporto processuale - può essere effettuato anche d'ufficio in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello di legittimità, con il solo limite del giudicato sul punto” (Cass. n. 16274/2015). Né potrebbe ritenersi che tale mandato possa essere tacciato di nullità perchè sarebbe volto ad eliminare la facoltà concessa al danneggiato di agire direttamente contro l'assicuratore del responsabile civile, visto che la compagnia del danneggiato agisce quale mandataria (gestionaria) dell'impresa del danneggiante, a tutela di un diritto di quest'ultima e non in proprio, tanto che le conseguenze di un'eventuale sentenza di condanna si produrrebbero solo nella sfera giuridica della prima. In linea con tale arresto è anche la recentissima decisione della Suprema Corte di Cass. III, n.10816/2019, per cui “In tema di risarcimento del danno da incidente stradale, è ammissibile la costituzione in giudizio dell'assicuratore del danneggiato, in posizione antagonista con il medesimo, sulla base del mandato cd. "card" o "di rappresentanza", in forza del quale l'assicuratore del danneggiato può operare come mandatario di quello del responsabile del sinistro”( Cass. III, n.10816/2019). L'esclusione delle spese di lite. Nella procedura di risarcimento diretto, le spese legali sono escluse ex lege dal novero dei danni risarcibili da parte delle compagnie di assicurazione (art. 9 d.P.R. n. 254/06). La non risarcibilità delle spese di assistenza legale stragiudiziale si basa su una presunzione iuris et de iure di mancanza di nesso causale tra l'illecito di cui all'art. 2054 c.c. e la necessità, per il danneggiato, di rivolgersi ad un legale. Quali conseguenze remote ed indirette dell'illecito, tali spese non sono risarcibili per il principio secondo cui ogni assicurato di media diligenza, tramite il proprio assicuratore, è in grado di ottenere il giusto risarcimento senza necessità di avvalersi dell'assistenza tecnico – giuridica di un professionista. Nonostante la ratio della procedura del c.d. “indennizzo diretto”,ex art. 149 d.lgs. n. 209/2005 e il d.P.R. n. 254/2006, escluda la risarcibilità delle spese stragiudiziali affrontate dal danneggiato da sinistro stradale, in giurisprudenza si è affermato il contrario sulla base della considerazione che le spese relative all'assistenza tecnica nella fase stragiudiziale costituiscono danno patrimoniale dell'illecito da sinistro stradale, secondo il principio della regolarità causale (art. 1223 c.c.). Il danneggiato ha diritto a farsi assistere stragiudizialmente dal proprio legale di fiducia o dallo studio tecnico di incidentistica stradale e di richiedere l'indennizzo delle consequenziali spese affrontate in loco, indipendentemente dal fatto che costui si sia avvalso o meno della procedura del c.d. “indennizzo diretto”. Egli ha diritto sia all'intervento legale che a quello tecnico - peritale che si rendono necessari talvolta non solo per la complessità e la novità della disciplina, ma anche per garantire un contraddittorio equilibrato tra le parti coinvolte nella fase stragiudiziale, ove si consideri sia l'incompetenza tecnica del danneggiato sia il potere economico e l'organizzazione professionale più forte delle società di assicurazioni. Ciò vale anche come principio generale a tutela del consumatore, onde colmare lo squilibrio contrattuale tra le parti rinvenibile nei contratti conclusi tra consumatore e professionista (quali i contratti assicurativi). I profili controversi del sistema del risarcimento del danno diretto nella legislazione comunitaria. L'obbligatorietà della partecipazione delle imprese italiane all'Accordo CARD ha suscitato, in alcuni, dubbi di compatibilità del sistema con le norme in materia di concorrenza e di tutela del consumatore dettate dalla Comunità Europea. Invero, da un lato, la normativa in parola creerebbe sperequazioni tra le imprese italiane e quelle comunitarie che hanno attività in Italia, in quanto imporrebbe solo alle prime di sottostare ai costi di gestione dell'accordo con evidente abbassamento dei profitti, e, dall'altro, imporrebbe un trattamento deteriore ai consumatori/danneggiati italiani, ad esempio, sotto il profilo dell'esclusione del rimborso delle spese legali (art. 9 del d.P.R. n. 254/2006), in contrasto con la direttiva 2004/80/CE del 29 aprile 2004, art. 3. Sotto il profilo dell'obbligatorietà dei costi, ciò determinerebbe, sempre secondo una parte della dottrina, una barriera all'accesso del mercato assicurativo, limitando la concorrenza anche laddove impone tariffe assicurative, non in virtù della legge della domanda e dell'offerta, quanto piuttosto in virtù di costi medi standardizzati sul costo dei sinistri sostenuto dalla totalità delle imprese aderenti, così come previsto al punto 4 del medesimo articolo 13. Altro profilo pericoloso, a parere di quanti hanno analizzato il sistema, è quello della sperequazione informativa. Infatti, poiché nel comitato tecnico che deve stabilire i costi medi di compensazione vi sono anche rappresentanti delle medesime imprese assicuratrici, queste saranno a conoscenza dei costi medi sostenuti dalle compagnie assicuratrici concorrenti e su questi, anziché sul mercato, potranno calcolare le proprie tariffe alterando così la concorrenza. Invero, "la diffusione generalizzata fra i principali operatori di uno scambio di informazioni precise e a cadenze ravvicinate" è in grado di "alterare sensibilmente la concorrenza in essere fra gli operatori economici. In tale ipotesi, infatti, la messa a disposizione regolare e frequente delle informazioni concernenti il funzionamento del mercato ha l'effetto di rivelare periodicamente, a tutti i concorrenti, le posizioni sul mercato e le strategie dei vari concorrenti" (Cfr. Tribunale di Primo Grado CE, Causa T-34/92 -Fiatagri U.K. Ltd. and New Holland Ford Ltd / Commissione “Trattori agricoli”-, sent. del 27 ottobre 1994). Per tale motivo, un siffatto scambio di informazioni è contrario alle regole di concorrenza, in quanto, considerata la sua periodicità e il suo carattere sistematico, rende ancor più prevedibile, per un determinato operatore, il comportamento dei suoi concorrenti, riducendo o annullando del tutto il grado di incertezza sul funzionamento del mercato che, in assenza di tale scambio di informazioni, sarebbe esistito e che alimenta, di fatto, il mercato e la concorrenza. Merita di essere segnalata una recente ed illuminata decisione della giurisprudenza di legittimità che in ottemperanza al principio della massima tutela del trasportato gli consente di agire direttamente verso l'assicurazione del veicolo su cui viaggiava anche se l'assicurazione dell'altro veicolo non aderisce al cd CARD ( cfr. Cass. III, n.1279/2019 per cui “In tema di risarcimento del danno da incidente stradale, la persona trasportata può avvalersi dell'azione diretta nei confronti dell'impresa di assicurazioni del veicolo sul quale viaggiava al momento del sinistro anche se quest'ultimo sia stato determinato da uno scontro in cui sia rimasto coinvolto un veicolo assicurato con una compagnia che non abbia aderito alla convenzione tra assicuratori per il risarcimento diretto, c.d. CARD, atteso che l'art. 141 del d.lgs. n. 206 del 2005, di derivazione comunitaria, assegna una garanzia diretta alle vittime dei sinistri stradali in un'ottica di tutela sociale che fa traslare il "rischio di causa" dal terzo trasportato, vittima del sinistro, sulla compagnia assicuratrice del trasportante”). indirizzo confermato di recente da Cass.Civ., sez. III, n.1161/20). |