Atto di citazione per inadempimento di tutela legale da parte della dell'assicuratoreInquadramentoIl Codice delle Assicurazioni disciplina il contratto di tutela legale avente ad oggetto – dietro pagamento del premio – l'obbligo da parte della compagnia di offrire, in caso di necessità, tutela giudiziaria all'assistito. L'inadempimento della prestazione oggetto dell'obbligazione assunta dall'assicuratore lo obbliga al risarcimento dei danni consistenti nella rifusione delle spese subite a causa del giudizio e delle conseguenze direttamente connesse alla condotta negligente della controparte. Nel caso del presente atto, l'assicurato si duole dell'inadempimento della compagnia all'obbligo di offrire la tutela legale a seguito delle richieste inviate e chiede il risarcimento dei danni che individua nell'intera soccombenza processuale causata dal ritardo della difesa assunta in autonomia. FormulaGIUDICE DI PACE DI ..../TRIBUNALE DI .... [1] ATTO DI CITAZIONE PER il Sig. .... nato a ...., il ...., C.F. ...., residente in ...., via .... [2], rappresentato e difeso, come da procura in calce (oppure, a margine) del presente atto, dall'Avv. ...., C.F. ... [3], presso il cui studio elettivamente domicilia in .... [4] Si dichiara di volere ricevere tutte le comunicazioni relative al presente procedimento al Fax n...., ovvero all'indirizzo PEC. ... [5] CONTRO Assicurazioni, C.F./P.I. ...., in persona del legale rapp.te, con sede legale in ...., via .... PREMESSO [6] CHE - in data ...., l'istante, esercente la professioni di ...., si recava presso l'agenzia assicurativa di ...., via ...., per stipulare specifica polizza di tutela legale; - a seguito della prospettazione di varie offerte, il Sig. .... decideva di stipulare la polizza numero ...., per cui a fronte del pagamento del premio annuale di euro ...., la compagnia si impegnava a prendere a suo carico le spese legali peritali, occorrenti all'assicurato per la difesa dei relativi interessi in sede giudiziale, in ogni tipo di procedimento, o in sede extragiudiziale, soprattutto allo scopo di conseguire il risarcimento di danni subiti o per difendersi contro una domanda di risarcimento avanzata nei suoi confronti (documento 1); - a norma dell'articolo .... delle condizioni generali di contratto, l'assicurato si impegnava a comunicare, mediante lettera raccomandata a/r, eventuali domande risarcitorie, nel termine di giorni .... dalla relativa richiesta (documento 2); - a norma dell'articolo ...., la compagnia assicurativa, pervenuta la denunzia da parte dell'assicurato, nel termine di giorni ...., era tenuta a comunicare a quest'ultimo il nominativo del legale per la relativa difesa in giudizio; - in data ...., perveniva al Sig. .... raccomandata a/r avente ad oggetto la richiesta risarcitoria derivante da una presunta responsabilità professionale nell'espletamento di un incarico (documento 3). Di tal guisa, il Sig. ...., nei termini stabiliti dalla polizza, in data ...., provvedeva a comunicare con lettera raccomandata a/r, tale ultima circostanza, in tal modo adempiendo al suo onere contrattuale (documento 4). Tuttavia, la compagnia assicurativa non dava alcun riscontro alla citata missiva; - in data ...., perveniva all'istante formale atto di citazione, con il quale si richiedeva il risarcimento dei danni, quantificati complessivamente in euro ...., per il grave inadempimento del Sig. .... nell'espletamento dell'incarico professionale di cui sopra (documento 5); - in data ...., l'attore provvedeva immediatamente e nei termini previsti dal contratto di assicurazione ad avvisare mediante lettera raccomandata a/r la compagnia (documento 6). Anche in tale occasione, la convenuta ometteva di dare riscontro, così come da polizza del ....; - per tale ragione il Sig. ...., onde potersi difendere in giudizio, conferiva mandato ad litem all'Avv. .... (documento 7). Tuttavia la costituzione in giudizio da parte dell'istante, a causa dell'inadempimento contrattuale della compagnia convenuta, avveniva oltre i termini di legge, in tal modo dovendo subire le relative e conseguenti preclusioni processuali; - con sentenza numero ...., depositata il ...., il Tribunale di ...., condannava il Sig. .... al pagamento della somma di euro .... a titolo di risarcimento danni per colpa professionale, oltre spese accessorie e legali (documento 8); - per l'attività legale espletata dal suo legale, il Sig. .... corrispondeva allo stesso la somma di Euro .... (documento 9); - con raccomandata a/r del ...., il Sig. .... chiedeva alla compagnia il rimborso di quanto corrisposto per la sua difesa legale, oltre il risarcimento dei conseguenti danni per inadempimento contrattuale, che quantificava in complessivi euro .... (documento 10). Anche tale richiesta rimaneva inevasa; - senza esito rimaneva anche l'istanza di negoziazione assistita [7] formulata ai sensi del Decreto Legge 12 settembre 2014 n. 132, articoli 2 e 3 per mezzo di racc. a/r del .... (documento 11); - sussiste il diritto del Sig. .... ad ottenere il rimborso di quanto corrisposto per la sua difesa legale, oltre il risarcimento dei danni ai sensi del c.c. art. 1218. A tal proposito è bene ricordare che il Codice delle Assicurazioni all'art. 173 definisce l'assicurazione di tutela legale come il contratto con il quale l'impresa di assicurazione, verso pagamento di un premio, si obbliga a prendere a carico le spese legali peritali o a fornire prestazioni di altra natura, occorrenti all'assicurato per la difesa dei suoi interessi in sede giudiziale, in ogni tipo di procedimento, o in sede extragiudiziale, soprattutto allo scopo di conseguire il risarcimento di danni subiti o per difendersi contro una domanda di risarcimento avanzata nei suoi confronti, purché non proposta dall'impresa che presta la copertura assicurativa di tutela legale. Con il contratto in parola in buona sostanza la legge ha voluto fornire all'assicurato un mezzo di tutela garantendo, dietro il pagamento di un premio, le prestazioni necessarie alla difesa dei sui interessi in sede giudiziale e/o stragiudiziale. Tanto opportunamente premesso, va senza dubbio rilevato il grave inadempimento contrattuale da parte della convenuta compagnia. Quest'ultima, infatti, ha apertamente violato gli articoli .... delle condizioni generali di contratto, riferite alla polizza numero ...., sottoscritta dall'istante. Invero, malgrado il Sig. .... si fosse attivato nei termini e nei tempi previsti dalla convenzione per denunciare il sinistro, la compagnia ometteva di adempiere alle sue obbligazioni, in tal modo lasciando il Sig. .... privo di un'adeguata difesa extragiudiziale e giudiziale; tant'è che quest'ultimo era costretto a conferire specifico mandato per la sua difesa nel giudizio ad R.G...., incardinato innanzi al Tribunale di ...., conclusosi con sentenza del ...., numero ...., di condanna al risarcimento dei danni. Tali ultime circostanze attribuiscono al Sig. .... il diritto ad ottenere da parte della compagnia assicurativa il pagamento della somma di Euro ...., pari a quanto corrisposto all'Avv. .... per la sua difesa legale. Parimenti va affermato il suo diritto al risarcimento dei danni ex c.c. art. 1218, consistente nellaviolazione di uno specifico dovere derivante dalla polizza di tutela legale stipulata in data .... Invero, la convenuta compagnia ha colposamente, ovvero in maniera negligente, disatteso tutte le obbligazioni derivanti dalla suddetta polizza. Tale inadempimento ha di fatto precluso al Sig. .... una efficiente e completa tutela legale, tanto che, come evidenziato sopra, quest'ultimo era costretto a costituirsi in giudizio in ritardo, subendo le preclusioni processuali ed accollandosi una sentenza di condanna. Di talché il Sig. .... ha subito, quale conseguenza dell'inadempimento contrattuale, una grave perdita patrimoniale, consistente nell'esborso economico dovuto a titolo risarcitorio alla luce della sentenza numero ...., del ...., del Tribunale di .... Di talché l'istante ha diritto al risarcimento dei danni ex c.c. art. 1218 determinati in Euro ...., oltre accessori di legge. Tutto ciò premesso, il Sig. ...., come sopra rappresentato, difeso e domiciliato, CITA Assicurazioni., C.F./P.I. ...., in persona del legale rapp.te, con sede legale in ...., via .... a comparire innanzi: - al Giudice di Pace di ...., all'udienza del ...., ore di rito, con l'invito a costituirsi nel termine e nelle forme stabilite dalla legge e che, in difetto, si procederà in sua contumacia; - all'Ill.mo Tribunale di ...., Giudice istruttore designando ai sensi dell'art. 168 bis c.p.c., all'udienza del ...., ore di rito, con invito ex art. 163 c.p.c. a costituirsi, nelle forme e nei modi di cui all'art. 166 c.p.c., 20 giorni prima dell'udienza su indicata, ovvero di quella fissata a norma dell'art. 168 bis, ultimo comma, c.p.c., e con l'avvertimento che la costituzione oltre i suddetti termini comporterà le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c. e che, non costituendosi, si procederà, ugualmente, in sua contumacia, per ivi sentire accogliere le seguenti conclusioni: - accertata e dichiarata la responsabilità ex art. 1218 c.c. della convenuta, condannare quest'ultima al pagamento della somma di euro .... a titolo di rimborso per quanto corrisposto al suo legale per la difesa legale, e della somma di euro .... a titolo di risarcimento dei danni, oltre accessori di legge. Con vittoria di spese ed onorari ed attribuzione in favore del procuratore antistatario. IN VIA ISTRUTTORIA (indicazione dei mezzi istruttori di cui si intende valere): (ESEMPIO) Si chiede, inoltre, di essere ammesso alla prove per testimoni sulle circostanze indicate in premessa/in punto di fatto, dal numero .... al numero ...., preceduti dalla locuzione “Vero è che”, ovvero sulle seguenti circostanze (formulare i capi di prova preceduti dalla locuzione “Vero che...”)... A tal fine si indicano come testimoni i Sig.ri: 1) il Sig.... residente in....; 2) il Sig. .... residente in .... Si allegano i documenti 1), 2), 3), 4) e 5) indicati nella narrativa del presente atto, riservandosi di produrne altri con le memorie di cui all'art. 183, co. 6, c.p.c., la concessione dei cui termini sin da ora viene richiesta. Ai sensi del d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115 e successive modificazioni, si dichiara che il valore del presente procedimento è pari ad Euro .... e, pertanto, all'atto di iscrizione a ruolo della causa, viene versato un contributo unificato pari ad Euro ..... Luogo e data.... Firma Avv.... PROCURA Io sottoscritto.... nato a.... il.... conferisco procura all'Avv. .... affiche mi rappresenti e difenda nel giudizio di imputazione di cui al presente atto. Dichiaro altresì di avere ricevuto informativa ex d.lgs. n. 28/2010, così come novellato a seguito della conversione del d.l. n. 69/2013, relativamente ai procedimenti per i quali è obbligatorio esperire il tentativo di mediazione e relativamente ai benefici fiscali connessi con tale procedimento, nonché di aver ricevuto l'informativa ai sensi degli artt. 2 e segg. del d.l. 13 settembre 2014, n. 132, convertito con modifiche dalla l. 10 novembre 2014 n. 162, della possibilità di ricorrere alla convenzione di negoziazione assistita da uno o più avvocati disciplinata dagli art. 2 e segg. del suddetto d.l. Eleggo domicilio, ai fini del presente giudizio, presso il suo studio professionale in.... alla via.... e gli conferisco, altresì, ogni più ampia facoltà di legge. Acconsento, infine, al trattamento dei dati personali per l'espletamento del mandato conferito, ai sensi del d.lgs. n. 196/2003. Luogo e data.... Sig. .... E' autentica Firma Avv. .... [1] In materia assicurativa la competenza per territorio segue i criteri ordinari dettati dagli artt. 18, 19, 20 e 28 del codice di procedura civile con la concorrenza- salvo diversi accordi tra le parti – del foro del convenuto ( sede della persona giuridica), della conclusione del contratto o della esecuzione della prestazione. Nel caso in cui, però, la controversia venga instaurata o sia diretta verso una persona fisica che rivesta la qualità di consumatore, prevale il foro individuato sulla scorta della residenza di quest'ultimo, di natura inderogabile (cfr. Cass. III, n. 9922/2010 per cui “Nelle controversie tra consumatore e assicurazione, la competenza è del giudice del luogo in cui il cittadino risiede o ha eletto domicilio nelle controversie. È vessatoria, quindi, la clausola che prevede una diversa località come sede del foro competente, anche se coincidente con uno di quelli individuabili sulla base del funzionamento dei vari criteri di collegamento stabiliti dal codice di procedura civile per le controversie che hanno origine da un contratto”). [2] In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. 6 luglio 2011, n. 98, conv., con modif., dalla l. 15 luglio 2011, n. 111). [3] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata. [4] L'elezione di domicilio nel Comune in cui ha sede il Tribunale adito è obbligatoria: essa individua il luogo legale ove effettuare le comunicazioni e notificazioni inerenti al processo: artt. 165 e 170 c.p.c. [5] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3 bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., dalla legge n. 114/2014. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. e dall'art. 13, comma 3 bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014, conv. con modif., dalla legge n. 114/2014. [6] L'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto costituenti le ragione della domanda dell'attore rappresenta un elemento essenziale della citazione. L'indicazione della causa petendi, e cioè del titolo della domanda, è richiesto dall'art. 163 comma 3, n. 4 c.p.c. Tuttavia solo la mancanza dell'indicazione dei fatti posti a fondamento della domanda produce la nullità della citazione a norma dell'art. 164, comma 4, c.p.c. [7] E' obbligatorio il ricorso alla procedura di negoziazione assistita e costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale) nelle ipotesi in cui la somma pretesa non superi l'importo di 50.000 euro (art. 3 d.l. n. 132/2014, conv. con modif. in l. n. 162/2014) e dovrà essere prodotta la relativa documentazione. Va, in proposito, ricordato che la negoziazione è prescritta, quando si intende proporre in giudizio una domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti 50.000 Euro, ad eccezione delle controversie assoggettate alla disciplina della c.d. mediazione obbligatoria (in altri termini, la procedura di negoziazione assistita non opera quando è prevista la mediazione obbligatoria). Ebbene, quest'ultima non è prescritta in subiecta materia, se si fa eccezione per il risarcimento del danno derivante da responsabilità medica. In ogni caso, la negoziazione non è condizione di procedibilità della domanda giudiziale (e, quindi, è sempre e solo volontaria) per le controversie concernenti obbligazioni contrattuali derivanti da contratti conclusi tra professionisti e consumatori (art. 3 legge n. 162/2014). CommentoPremessa Secondo la definizione dell'art. 173 del Codice delle Assicurazioni: “1. L'assicurazione di tutela legale e' il contratto con il quale l'impresa di assicurazione, verso pagamento di un premio, si obbliga a prendere a carico le spese legali peritali o a fornire prestazioni di altra natura, occorrenti all'assicurato per la difesa dei suoi interessi in sede giudiziale, in ogni tipo di procedimento, o in sede extragiudiziale, soprattutto allo scopo di conseguire il risarcimento di danni subiti o per difendersi contro una domanda di risarcimento avanzata nei suoi confronti, purché non proposta dall'impresa che presta la copertura assicurativa di tutela legale. 2. Qualora l'assicurazione di tutela legale sia prestata cumulativamente con altre assicurazioni, con un unico contratto, il suo contenuto, le condizioni contrattuali ad essa applicabili ed il relativo premio debbono essere indicati in un'apposita distinta sezione del contratto”. La definizione contenuta nella norma appena citata riproduce sostanzialmente – e salvo alcune irrilevanti variazioni - quella precedentemente introdotta in attuazione della direttiva CEE n. 87/344 – dell'art. 1 del d.lgs. n. 393/1991 e successivamente dall'art. 44 d.lgs. n. 175/1995. Quanto alla natura del contratto si tratta di ipotesi definibili anomale in cui l'impresa di assicurazione promette di fornire all'assicurato — direttamente o tramite terzi — una prestazione in natura avente ad oggetto l'attività materiale o intellettuale necessaria per soddisfare le esigenze che possono manifestarsi a seguito dell'accadimento dell'evento futuro ed incerto previsto, e non direttamente ed esclusivamente una somma di denaro. Diversamente, infatti, dai contratti assicurativi veri e propri ( art. 1 lett. ss) Cod. Ass.), caratterizzati dalla prestazione dell'impresa in termini economici (totali o parziali) di fronte al verificarsi di un evento futuro ed incerto di natura dannosa (assicurazione contro i danni) o attinenti alla vita umana ( assicurazione sulla vita), il contratto di assicurazione di polizza legale rientra legislativamente tra i contratti non assicurativi inclusi nell'oggetto sociale delle imprese di assicurazione, ma di natura peculiare quali quelli aventi ad oggetto “prodotti finanziari” ( art. 1 comma 1 lett. wbis cod.ass.), quelli in cui le prestazioni dell'assicuratore sono direttamente collegate alla redditività o al valore di fondi collettivi di investimento esteri o interni ( Unit linked) o a indici azionari o altri valori di riferimento ( Index Linked) o ancora quale il contratto di capitalizzazione ( artt. comma 1 ramo V vita) o, infine, quali le polizze cauzionali o fideiussorie assimilate nella sostanza al contratto autonomo di garanzia. Il carattere prevalente di tali contratti di servizi rispetto alla natura tipica del contratto di assicurazione – fermo restando il carattere aleatorio comune – è quello per cui, mentre in questi ultimi prevale la prestazione di dare ( pagamento di una somma di denaro quale indennizzo o capitale o rendita), nei primi la prestazione cui l'assicuratore si obbliga è di facere. Orbene, mentre tale natura è stata ritenuta, condivisibilmente, dalla dottrina che si è occupata della questione, estranea ai contratti di assicurazione sulla vita ( art. 1882 c.c.; art. 8 Reg. Isvap n. 29/09; art. 1919 c.c.), viceversa sono state ritenute connaturate ai contratti di assicurazione contro i danni anche prestazioni accessorie di facere quali la facoltà di intervenire direttamente nella fase temporale tra la verificazione del sinistro e la manifestazione delle conseguenze dannose ( art. 1914 c.c.) tanto da consentire di ritenere ugualmente di natura assicurativa anche l'interesse dell'assicurato ad una prestazione di facere sia essa preventiva o successiva alla verificazione del danno. La prima importante implicazione di tale ripartizione ( contratti assicurativi e contratti non assicurativi conclusi con imprese di assicurazione) è ravvisabile nel difetto di applicabilità ai secondi del blocco di norme codicistiche ( art. 1882 e ss.), ma esclusivamente delle norme previste dal Codice delle Assicurazioni ( art. 165 e ss.; art. 182 e ss. d.lgs. n. 209/2005). L'assicurazione di assistenza Per meglio comprendere la natura del contratto di tutela legale, appare opportuno analizzare l'altra fattispecie prevista dall'art. 175 d.lgs. n. 209/2005 – cod.ass., ovvero il contratto di assicurazione di assistenza. Con esso l'impresa assume l'impegno, verso pagamento di un premio, di fornire all'assicurato aiuto, immediato e nei limiti di quanto convenuto nella polizza, in caso di necessità derivante dal verificarsi di un evento causale e non previsto. Il contratto potrà prevedere un aiuto materiale ( mediante assistenza di personale o attrezzature proprie o di terzi) o in denaro. I caratteri peculiari di tale tipologia contrattuale, e che lo accomunano per certi versi a quelli peculiari del contratto di assicurazione, sono la copertura di un rischio ( quello del verificarsi dell'evento imprevisto quale la situazione di difficoltà, emergenza o pericolo) e la soddisfazione del bisogno a costo parziale, ossia mediante la corresponsione di un premio inferiore al costo della prestazione integrale ( il che lo distingue da un contratto di assistenza o di soccorso). La conferma di tale approccio proviene dalla lettura dell'art. 5 del Regolamento ISVAP 29/2009 secondo cui «le prestazioni in natura di assistenza tecnica e sanitaria remunerate in forma diversa dal premio anticipato calcolato su basi tecnico-assicurative, offerte a domanda dell'utente anche in assenza di fortuità dell'evento generatore del bisogno, sono considerate servizi non assicurativi». La prestazione dell'assicuratore in tali casi deve essere caratterizzata ( e così prescrive l'art. 4 del Reg. Isvap n. 12/2008 in tema di obbligo di centrale operativa) da un notevole grado di specializzazione e dalla capacità di un intervento capillare ed immediato rispetto all'evento occorso all'assicurato. Alcuni, sulla scorta delle differenze tra rischio dell'assicurazione contro i danni e rischio dell'assicurazione di assistenza hanno inteso attribuire a quest'ultima una natura tipica e distinta da quella dell'assicurazione. Sarebbe, infatti, autonomo e distinto il rischio tutelato ( una situazione di difficoltà, di pericolo, di necessità che non necessariamente contempla una diminuzione economica in luogo di un evento idoneo a provocare danni economici) nonché anche la prestazione resa dall'assicuratore ( una prestazione altamente specializzata fornita da una struttura organizzata all'intervento rapido e capillare in luogo di una prestazione pecuniaria alla cui base sarebbe sufficiente l'esistenza di una struttura economico- finanziaria in grado di farvi fronte). Ne discenderebbe, secondo la più avveduta dottrina, la qualificazione di un contratto autonomo di carattere aleatorio che integrerebbe, da un lato, i caratteri del contratto di assicurazione contro i danni e, dall'altro, quello dell'appalto di servizi, distinto dai contratti di assistenza o di soccorso, caratterizzati, invece, dal cd. costo intero e dall'assenza di aleatorietà. Assimilabile al contratto di assicurazione di assistenza ( ovvero tale da condividerne la natura) è il contratto di soccorso stradale concluso ai sensi dell'art. 346 co. 2 lett. b) da alcune imprese – la più nota è l'Automobil Club- con cui a fronte di una rata annuale, l'iscritto ha diritto all'assistenza gratuita in caso di casi di veicoli rimasto in panne. L'assicurazione di tutela legale L'assicurazione di tutela legale ha una funzione sociale in quanto contribuisce a rendere effettivo il diritto di difesa costituzionalmente previsto, garantendo la possibilità di difendere i propri diritti in Tribunale anche a coloro che non hanno grandi disponibilità economiche ma non versano nella situazione prevista dalla legge per accedere al patrocinio a spese dello Stato. Essa può assumere secondo la definizione dell'art. 173 d.lgs. n. 209/2005- Cod. Ass. due forme distinte: 1) la prima in cui la società di assicurazione si obbliga, verso il pagamento di un premio, a farsi carico delle spese legali o peritali dell'assicurato, che configura un'ipotesi tipica di assicurazione contro i danni sub specie di assicurazione del patrimonio ( o contro il sorgere di un debito); 2) la seconda in cui – più propriamente riconducibile alla tipologia dei contratti non assicurativi conclusi dalle imprese di assicurazione – l'impresa si assume l'impegno di fornire all'assicurato, in proprio o tramite terzi le prestazioni ( di facere) necessarie alla difesa degli interessi dell'assicurato in sede giudiziale o stragiudiziale. Esso presenta quali caratteristiche peculiari la garanzia di un rischio ( l'insorgenza di una res litigiosa ossia la minaccia di un proprio diritto) e il costo parziale, ovvero il pagamento a carico dell'assicurato di un premio di ammontare considerevolmente inferiore al pagamento intero della prestazione del legale. Secondo alcuni sarebbe proprio il tipo di rischio tutelato dalla convenzione a diversificare il contratto di assicurazione legale da quello di assistenza, visto che, intanto, si tratterebbe della scelta dell'assicurato di agire in giudizio per ottenere il risarcimento di un danno o della facoltà di difendersi da un'analoga iniziativa altrui e, poi, ove pure si trattasse di fornire una prestazione di facere altamente specializzata, essa non avrebbe i caratteri dell'immediatezza o della tempestività. Ne discende che, anche nell'ipotesi in cui la impresa si dovesse assumere l'obbligo di fornire prestazioni occorrenti per la difesa giudiziale e/o stragiudiziale e non solo quello di rimborsare le spese processuali subite dall'assicurato, a prevalere sarebbe la natura di contratto di assicurazione contro i danni rivolto, come è noto, a preservare il patrimonio del cliente, laddove la gestione della lite, non avendo un esito certo rispetto a tale diminuzione patrimoniale, arricchisce la tipologia contrattuale ma non la qualifica. Da ultimo la Corte di Giustizia Europea nella sua funzione di indirizzo agli Stati nell’interpretazione delle direttive comunitarie ha incluso tra l’oggetto del contratto di assicurazione legale anche le spese per mediazione giudiziale e/o stragiudiziale, chiarendo che “L'art. 201 par..1, lett. a), direttiva 2009/138/Ce, in materia di accesso ed esercizio delle attività di assicurazione e di riassicurazione (solvibilità II), deve essere interpretato nel senso che la nozione di «procedimento giudiziario» di cui a tale disposizione, include un procedimento di mediazione giudiziale o stragiudiziale in cui un giudice sia o possa essere coinvolto, tanto al momento dell'avvio di tale procedimento quanto successivamente alla conclusione di quest'ultimo. rgo l'assicurato è libero di nominare un legale di fiducia anche in questa procedura e nelle altre modalità di risoluzione stragiudiziale dei conflitti, il quale sarà pagato dall'assicurazione”( Corte giustizia UE sez. III, 14/05/2020, n.667). In giurisprudenza ed in dottrina, poi, si è posto il quesito se si possano ravvisare analogie tra il contratto di assicurazione legale stipulato da una compagnia assicuratrice e il contratto di prestazione d'opera professionale con tariffa a forfait oppure quello concluso con gli enti legittimati a fornire ai propri associati e/ o aderenti un servizio di consulenza legale. Secondo la buona parte della giurisprudenza di merito e di legittimità anche risalente nel tempo (Cass., n. 1827/1960; Trib. Perugia, 11 luglio 2011; Cass. S.U., n. 326/1963; Cass., n. 1043/1981), sebbene in entrambe queste ultime tipologie contrattuali sia ravvisabile un carattere di aleatorietà tipico anche della ipotesi in commento, il contratto di opera professionale con tariffa a forfait se ne discosterebbe perché intuitus personae ( a differenza della tipologia in commento in cui la persona del professionista scelto dall'assicurazione è irrilevante), mentre nel contratto di assistenza e consulenza legale fornito da enti associativi o patronati con cui questi si assumono l'impegno – dietro il versamento della quota associativa - di assistere il consociato nelle controversie giudiziale e stragiudiziali, prevarrebbe, più che il carattere aleatorio, il carattere mutualistico e non sinallagmatico e quello accessorio rispetto ad altre prestazioni di assistenza che tipizzano il rapporto associativo. La disciplina dettata dall'art. 174 Cod. Ass. La disciplina del contratto di assicurazione per la tutela legale è sintetizzata nella disposizione dell'art. 174 d.lgs. n. 209/2009 Cod. Ass. che prevede una serie di tutele a garanzia dell'assicurato quali: 1) La previsione espressa all'interno del contratto, per cui qualora l'assicurato necessiti dell'assistenza di un professionista per la difesa o la rappresentanza dei propri interessi in un procedimento giudiziario o amministrativo oppure nel caso di conflitto di interessi con l'impresa stessa, abbia la facoltà di scelta del professionista, purché quest'ultimo sia abilitato secondo la normativa applicabile; 2) La previsione espressa della possibilità, in caso di disaccordo sulla gestione del sinistro di adire l'autorità giudiziaria nominare un arbitro che provvederà secondo equità; Non e' necessario, invece, che le condizioni di contratto prevedano espressamente la medesima facoltà quando sono cumulativamente soddisfatte le seguenti condizioni: a) l'assicurazione di tutela legale e' limitata a controversie derivanti dall'utilizzazione di veicoli stradali nel territorio della Repubblica; b) la medesima e' collegata ad un contratto di assicurazione di assistenza da prestare in caso di incidente o guasto relativamente allo stesso veicolo; c) ne' l'impresa di assicurazione della tutela legale ne' l'impresa di assicurazione dell'assistenza esercitano il ramo della responsabilità civile. In queste ultime ipotesi, qualora l'impresa assicuri per la tutela legale entrambe le parti della controversia, queste devono essere assistite e rappresentate da avvocati, o altri soggetti abilitati dalla legislazione vigente, indipendenti dall'impresa di assicurazione. Infine, la norma prevede un obbligo di richiamo per iscritto in capo all'assicuratore delle facoltà previste a tutela dell'assicurato ( scelta del legale; ricorso all'arbitro o all'autorità giudiziaria), ogni qualvolta sorga un conflitto di interessi tra l'assicurato e l'impresa di assicurazione o esista disaccordo in merito alla gestione dei sinistri. I conflitti di interessi tra le parti del rapporto assicurativo di tutela legale L'art. 173 d.lgs. n. 209/2009- cod.ass. esclude, infatti, l'operatività della polizza nel caso di difesa in un giudizio risarcitorio avanzato contro l'assicurato proprio da parte dell'impresa assicuratrice con cui ha concluso il contratto di assicurazione. La disposizione in esame è stata oggetto di contrasti in ordine alla necessità della sua esplicazione, in considerazione del fatto che nella precedente normativa tale chiosa non era espressa. Invero, da un lato, si ritiene che la precisazione non fosse indispensabile in quanto desumibile dalla stessa natura del contratto assicurativo vista l'evidente situazione conflittuale che si verrebbe a creare nel caso in cui l'assicuratore, avendo intentato una causa avverso l'assicurato per il risarcimento del danno, fosse anche costretto a pagargli le spese di lite. La novità della disposizione sarebbe, invece, apprezzata sotto il profilo della possibile lettura estensiva ovvero anche alle ipotesi in cui sia l'assicurato ad agire in via risarcitoria contro l'assicuratore. Viceversa, una parte della dottrina ritiene che la disposizione non fa altro che far emergere una possibile posizione ulteriore di conflittualità rispetto a quella contemplata nell'art. 174 cod.ass. e che si concretizzerebbe né più e ne meno in una limitazione della responsabilità – in caso di vittoria dell'assicuratore – dell'assicurato verso la sua controparte contrattuale ex art. 1229 c.c. Rapporti con l'art. 1917 comma 3 c.c. e con il patto di gestione della lite. Altra ipotesi di esclusione dell'applicabilità della disciplina delle assicurazioni di tutela legale è quella prevista dall'art. 163 d.lgs. n. 209/2009- Cod. Ass. comma 2 per cui “La disciplina di cui al presente capo non si applica alle assicurazioni di tutela legale che concernono controversie derivanti dall'utilizzazione di navi marittime o connesse comunque a tale utilizzazione ed all'attività' esercitata dall'impresa di assicurazione della responsabilità civile per resistere all'azione dei danneggiati ai sensi dell'articolo 1917 del codice civile”. Invero, non può negarsi che figura affine al contratto di assicurazione di tutela legale è proprio la previsione dell'art. 1917 comma 3 c.c. ( cfr. Rinvio alla Formula sull' Assicurazione della responsabilità civile) secondo la quale “Le spese sostenute per resistere all'azione del danneggiato contro l'assicurato sono a carico dell'assicuratore nei limiti del quarto della somma assicurata. Tuttavia, nel caso sia dovuta al danneggiato una somma superiore al capitale assicurato, le spese giudiziali si ripartiscono tra assicuratore e assicurato in proporzione del rispettivo interesse”. Ora, è facile comprendere che, mentre nell'ambito del contratto di assicurazione della tutela legale il rischio garantito è il cd. “bisogno di tutela legale” o “il sorgere di una controversia giudiziale o extra- giudiziale” e la prestazione di un servizio è resa in via principale, nella architettura dell'art. 1917 comma 3 c.c. le spese del giudizio, nel quale sia condannato l'assicurato in favore del danneggiato vittorioso, integrano la prestazione dell'assicuratore e vanno fatte rientrare nel massimale di polizza. Secondo una recente decisione di merito, “Occorre distinguere il patto di gestione della lite dalla cd “garanzia di tutela legale”. Il patto di gestione della lite è un negozio atipico ed accessorio al contratto di assicurazione, in base al quale l'assicuratore, a fronte di un evento che coinvolge la responsabilità civile dell'assicurato nei confronti di terzi, assume, fino a quando ne abbia interesse, la gestione diretta della vertenza di danno, arrogando a sé, tutti i diritti e le azioni spettanti all'assicurato, tra cui quello di nominare legali o tecnici esperti. In tale ambito l'assicuratore agisce come un mandatario senza rappresentanza nell'interesse di entrambe le parti contraenti: ivi infatti, l'assicuratore, nel tutelare l'assicurato, tutela anche se stesso, riservandosi la facoltà di sostenere i costi del contenzioso che egli abbia deciso di seguire in via diretta. Istituto diverso è invece quello regolato dall'art. 173 del codice delle assicurazioni private (cd assicurazione di tutela legale). Tale norma stabilisce che “l'assicurazione di tutela legale è il contratto con il quale l'impresa di assicurazione, verso il pagamento di un premio, si obbliga a prendere a carico le spese legali peritali o a fornire prestazioni di altra natura, occorrenti all'assicurato per la difesa dei suoi interessi in sede giudiziale, in ogni tipo di procedimento, o in sede extragiudiziale, soprattutto allo scopo di conseguire il risarcimento dei danni subiti o per difendersi contro una domanda di risarcimento avanzata nei suoi confronti, purché non proposta dall'impresa che presta la copertura assicurativa di tutela legale. Il successivo art. 174 prevede espressamente che l'assicurato abbia la facoltà di scelta del professionista, purché quest'ultimo sia abilitato secondo la normativa applicabile. Ciò significa, quindi, che nei casi in cui sia stata prevista la cd. tutela legale, è preclusa all'assicuratore la possibilità di sindacare detta scelta dell'assicurato, se non eccependo la carenza del titolo abilitativo in capo al professionista designato”( Tribunale Piacenza, 29/05/2019, n.327). Orbene, accanto alla posizione abbastanza diffusa che individua in termini di netta alternatività l'ambito di operatività dei due istituti sulla scorta dell'esigenza – sottesa alla normativa in parola – di evitare una duplicazione delle prestazioni assicurative o nella sussistenza di un interesse dell'assicuratore precipuo dell'assicuratore, altra parte degli studiosi hanno, invece, qualificato l'ambito di applicazione degli stessi in termini di integrazione e ciò in quanto la regolamentazione della sovrapposizione delle diverse coperture assicurative è già prevista ai sensi dell'art. 1910 c.c. Trova, allora, spazio la disciplina degli art. 163 e ss. anche per la disciplina del rimborso delle spese legali, ad esempio laddove lo stesso non riguardi solo le spese legali tout court, ma anche quelle di gestione del sinistro e di consulenza, laddove tra le parti sia stato convenuto un patto di gestione della lite ( cfr. Cass. III, n. 1872/2006 per cui “Il patto con cui l'assicuratore assume la gestione della lite configura un negozio atipico accessorio al contratto di assicurazione, costituendo un mezzo attraverso il quale viene data esecuzione al rapporto stesso. Ne consegue che il diritto che l'assicurato esercita, in forza del patto suddetto, di essere tenuto indenne dalla pretesa risarcitoria fatta valere nei suoi esclusivi confronti dal danneggiato per la somma eccedente il massimale di polizza, trova titolo nel contratto assicurativo”). D’altronde, è stato anche chiarito – in termini di integrazione tra i due istituti – che “Se la medesima polizza copre contemporaneamente sia il rischio di responsabilità civile, sia quello di tutela legale, le spese sostenute dall'assicurato per resistere alla domanda risarcitoria contro di lui proposta dal terzo danneggiato rientrano nella prima copertura e non nella seconda, fino al limite del 25% del massimale, ai sensi dell'art. 1917 c.c., comma 3. Ne consegue che eventuali clausole limitative del rischio, contrattualmente previste per la sola assicurazione di tutela legale, sono inopponibili all'assicurato che domandi la fusione delle spese di resistenza ai sensi del citato art. 1917 c.c. (Cass. VI, n. 3011/21). Il profilo più rilevante dal punto di vista pratico in ordine a tale spazio di integrazione tra gli istituti è quello che riguarda la facoltà dell'assicurato di scelta del legale in caso di patto di gestione della lite ( ad integrazione della previsione di legge dell'art. 1971 comma 3) e di contratto di assicurazione di tutela legale. Invero, come supra precisato il comma 2 dell'art. 174 stabilisce la facoltà di scelta del professionista da parte dell'assicurato nel caso in cui sorga conflitto di interessi con l'assicurazione oppure quando non sia possibile definire la controversia insorta in ambito stragiudiziale, nel senso che solo ravvisando uno spazio di integrazione tra gli istituti in parola potrà estendersi anche al patto di gestione della lite la disciplina tipica della norma invocata. A tal proposito giova rammentare che “La clausola del contratto di assicurazione che impone all'assicurato che voglia farsi rimborsare le spese legali di utilizzare il procuratore designato dalla Compagnia, non appare vessatoria e quindi nulla. Invero non limita il diritto di difesa né la possibilità di avvalersi di qualunque procuratore. Solo limita il rimborso delle spese al fatto (libero e volontario) di avvalersi di un legale di fiducia della Compagnia. In questo senso la clausola contrattuale non incide sul fondamentale diritto alla difesa, ma semplicemente contiene la copertura assicurativa sulle spese legali collegandola alle modalità di scelta del procuratore alle liti” (Trib. Padova, sez. II, 28 dicembre 2005, n. 3270; argomenta anche da Cass. VI, n. 23180/2016; Trib. Monza, 17 febbraio 2003,). Sul punto anche se in una decisione risalente ( Cass. III,n. 4276/1976), la Suprema Corte di Cassazione ha chiarito che l'inadempimento dell'assicurato dell'impegno a conferire all'assicuratore un mandato ad litem «con il conseguente esonero dell'assicuratore dal rimborso delle spese di difesa, non può ravvisarsi nella semplice circostanza che il primo abbia nominato un proprio difensore [...], occorrendo indagare sul comportamento dell'assicuratore successivo alla comunicazione di tale nomina [...], al fine di stabilire se l'assicuratore medesimo abbia inteso far valere il patto di gestione della lite, ovvero preferito ratificare la nomina effettuata dall'assicurato, o comunque rinunciare ai diritti derivanti gli dal patto. Quando si verifichino queste ultime ipotesi, l'assicuratore non può esimersi dall'onere delle spese di difesa, secondo i criteri dettati dall'art. 1917 terzo comma, cod. civ., ciò anche in caso di contraria clausola di polizza, stante l'invalidità della medesima, ai sensi dell'art. 1932 c.c., ove pregiudichi i diritti riconosciuti all'assicurato dal citato terzo comma dell'art. 1917 c.c.». In definitiva e seguendo la dottrina maggioritaria, se l'assicuratore decide di valersi della clausola contrattuale che gli riserva la facoltà di gestire la lite insorta per effetto della domanda risarcitoria del danneggiato, allora potrà anche contestare di essere tenuto per spese di legali non da esso incaricati ma scelti autonomamente dall'assicurato. Per contro, laddove l'assicuratore non assuma la gestione della lite o vi rinunci per qualsivoglia motivo, non sarà concesso ad esso assicuratore di rifiutarsi di intervenire nel pagamento delle spese affrontate, visto il suo obbligo di tenere indenne l'assicurato stesso dalle richieste del danneggiato e dunque anche di opporsi alle medesime. Non pare d'altronde inesatto riconoscere che in tal caso le spese affrontate dall'assicurato finiscono per essere state effettuate anche nell'interesse dell'assicuratore. Diverso è ovviamente il caso in cui l'assicurato si sia rifiutato di far gestire la lite poiché sarebbe possibile per l'assicuratore invocare l'eccezione di inadempimento previsto dall'art. 1460 c.c. sempreché, beninteso, il suo rifiuto di accollarsi le spese, avendo riguardo a tutte le circostanze del caso, risulti conforme a buona fede. Rimborso delle spese stragiudiziali nella procedura di indennizzo diretto. Rinvio alla formula “Atto di citazione per mancato indennizzo diretto da parte compagnia assicuratrice” Solo per affinità di tematica, si segnala in questa sede con rinvio alla relativa formula, la pronuncia della Suprema Corte - Cass. III, n. 11154/2015- che in tema di rimborsabilità delle spese stragiudiziali nell'ambito della procedura di indennizzo diretto della r.c.a. ha chiarito che “Ai fini della risarcibilità delle spese erogate ai professionisti quel che rileva non è la qualifica del precettore (si al medico e no all'avvocato) ma la loro effettiva necessità: debbono essere sempre risarcite le spese legali qualora il sinistro presenti particolari difficoltà giuridiche ovvero qualora il soggetto leso non abbia ricevuto la dovuta assistenza ai sensi dell'art. 9, comma 1, d.P.R. n. 254/2006 dal proprio assicuratore. È irrisarcibile la spesa del legale quando, invece, il sinistro è di pronta e facile soluzione”. |