Atto di citazione per risarcimento del danno per lesioni di lieve entità derivanti da sinistro stradaleInquadramentoLa liquidazione del danno biologico non è rimessa all'equità del giudice ai sensi dell'art. 1226 c.c. ma è disciplinata dall'art. 139 d.lgs. n. 209/2005 - cod. ass., ove si tratti di una lesione micropermanente poiché inferiore al 9% (cfr. Trib. Napoli I, 18 novembre 2016, n. 12581). Nell'atto in commento l'attore, vittima di un tamponamento, chiede attivando la tutela ordinaria e codicistica, al proprietario del veicolo danneggiante ed in solido alla sua compagnia assicuratrice, il risarcimento del danno biologico permanente e temporaneo, ex art. 139 cod. ass., con adeguata personalizzazione entro i limiti previsti dalla norma con riconoscimento di una distinta voce per danno morale soggettivo, non ritenendo adeguata, proprio perché incompleta di tale ultima voce, la proposta stragiudiziale della compagnia. FormulaTRIBUNALE DI .... [1] ATTO DI CITAZIONE Per il Sig. .... [2], nato a .... il ...., residente in .... alla via ....n. ...., C.F. ...., elettivamente domiciliato in .... alla via .... n. .... [3] presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. .... [4] che lo rappresenta e difende in virtù di procura in calce del presente atto, il quale dichiara di voler ricevere le comunicazioni al fax .... [5] o all'indirizzo di posta elettronica .... [6] espongono quanto segue. PREMESSO CHE [7] 1) In data .... alle ore .... in loc. ...., l'odierno attore alla guida dell'autovettura .... targa .... di sua proprietà, ....si trovava a percorrere via ....proveniente da ....e con direzione in.... 2) Giunto all'altezza del civico ....di via ...., il Sig. ....arrestava la propria marcia per esigenze di traffico. 3) In detto frangente la .... tg. .... condotta dall'odierno istante veniva violentemente urtata nella propria parte posteriore dalla parte anteriore dell'autovettura ....tg .... condotta da .... e assicurata presso la.... 4) Stante la suddetta dinamica del sinistro, peraltro risultante da rapporto della polizia stradale intervenuta sul luogo, appare inconfutabile la responsabilità esclusiva del convenuto nella causazione del sinistro, il quale ha violato l'art. 149, comma 1 Codice della strada, oltre che le regole dell'ordinaria prudenza. 5) A seguito della collisione, l'odierno attore lamentava dolori.... 6) Accompagnato presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale .... di ...., venivano diagnosticati all'attore ...., come risultante da ...., depositata in atti e apposito verbale del Pronto soccorso (doc. 2) 7) Il giorno seguente, sottoposto a visita specialistica .... veniva diagnosticata all'attore .... e ne veniva disposto il ricovero dal ....al ....(doc. 3). 8) Dalle suddette lesioni sono residuati esiti di carattere permanente, come indicato nella relazione medico legale del Dott. ....(doc. 4) . 9) A seguito dell'incidente, del ricovero in Ospedale e della successiva degenza, il Sig. .... continuava a presentare depressione del tono dell'umore e disagio interiore. 10) L'autovettura dell'istante, inoltre, a seguito del forte impatto, subiva ingenti danni alla carrozzeria e alla meccanica, come si evince dalla documentazione fotografica e dal preventivo di riparazione versati in atti (doc. 5 e doc. 6) 11) Con lettera raccomandata del .... ricevuta il .... (doc. 7) l'attore provvedeva a mettere in mora, ai sensi e per gli effetti dell' art. 145 d.lgs. n. 209/2005, la Compagnia assicuratrice del danneggiante la quale, a seguito di perizia effettuata dal proprio medico di fiducia, si dichiarava disposta a risarcire all'istante la somma di Euro.... 12) Stante l'incongruità della somma offerta, l'attore, a mezzo del sottoscritto procuratore, con lettere raccomandata del .... (doc. 8), provvedeva ad invitare il ....e la .... Ass. ni al procedimento di negoziazione assistita; la richiesta, tuttavia, rimaneva inevasa. IN DIRITTO 1) Sulla quantificazione del danno biologico di lieve entità In primo luogo deve osservarsi l'incongruità della somma offerta dalla società convenuta ...., la quale nel liquidare il danno non patrimoniale ha tenuto conto del solo grado di invalidità permanente, omettendo di valutare l'incidenza negativa che le lesioni riportate hanno avuto sulle attività quotidiane (c.d. inabilità assoluta o parziale) dell'istante. Ai fini della quantificazione del danno biologico derivante da lesioni di lieve entità si applica l'art. 139 cod. ass., il quale prevede espressamente i criteri di liquidazione delle microinvalidità (dall'1% al 9%) derivanti dai sinistri conseguenti alla circolazione di veicoli e di natanti. Il suddetto articolo, nel prevedere tali criteri, distingue tra danno biologico permanente e danno biologico temporaneo, il quale può, a sua volta, essere totale e parziale. Quanto al danno biologico permanente, l'art. 139 prevede che il danno sia calcolato in base all'applicazione a ciascun punto percentuale di invalidità del relativo coefficiente e ridotto con il crescere dell'età del soggetto, in ragione dello 0, 5% per ogni anno a partire dall'undicesimo anno di età. Nel caso di specie, come da documentazione versata in atti, a seguito del sinistro l'attore, ha riportato una ...., cui corrisponde una invalidità permanente del.... Ne deriva che, avendo l'attore l'età di ...., questi ha diritto alla somma di Euro .... con riferimento all'invalidità permanente. Quanto al danno biologico temporaneo, l'art. 139 cod. ass. prevede che al danneggiato competa un importo di Euro 39,37 per ogni giorno di inabilità assolta, mentre in caso di inabilità inferiore al 100% la liquidazione avvenga in misura corrispondente alla percentuale di inabilità riconosciuta per ciascun giorno. Nel caso di specie, l'attore è stato ricoverato presso .... dal .... al ....; dei quali .... in condizione di assoluta inabilità e ....in condizione di inabilità parziale. Pertanto, compete all'attore anche la somma di Euro ....a titolo di danno biologico temporaneo. 2) Sul danno morale Deve osservarsi, inoltre, come la somma offerta all'attore dalla convenuta società risulti incongrua anche perché non valuta la sofferenza psicofisica derivatagli per effetto del sinistro stradale. Nel caso di specie, a seguito del sinistro l'attore pativa sofferenze di tipo morale consistenti nel turbamento causato dall'evento violento e traumatico, dallo sconvolgimento derivante dal ricovero in ospedale, nonché dall'abbattimento morale e dal disagio interiore legati al vedersi costretto a letto per un lungo periodo. Com'è noto, pur in assenza di automatismi, la Corte di cassazione, con la sentenza a Sezioni Unite n. 29191 del 2008, afferma l'ontologica autonomia e quindi risarcibilità del danno morale in aggiunta al danno biologico. Ogni qual volta il danno non patrimoniale derivante dall'illecito si sostanzia in un diverso tipo di sofferenza, non si produce, per ciò solo, una inammissibile duplicazione risarcitoria. Ne deriva che, attesa la non sovrapponibilità dei pregiudizi derivanti dalla lesione dell'integrità psico-fisica lamentata dall'attore e di quelli di tipo morale da questi sofferti, anche il danno morale va risarcito se adeguatamente provato; prova che, come ripetutamente affermato dalla giurisprudenza, può ben avvenire mediante presunzioni [8]. L'art. 139, comma 3, cod. ass. prevede che, qualora la menomazione abbia causato una sofferenza psicofisica di particolare intensità, l'importo può essere aumentato fino ad un quinto (20%) “con equo e motivato apprezzamento delle condizioni soggettive del danneggiato”. Ciò posto, nel caso di specie può ritenersi che il pregiudizio morale patito dall'attore debba quantificarsi nella percentuale di ...., da calcolarsi sulla somma di quanto dovuto dai convenuti a titolo di invalidità permanente e invalidità temporanea. 3) Sul danno patrimoniale Come risultante da documentazione versata in atti, infine, compete all'attore il risarcimento dei danni patrimoniali ex art. 1223 c.c. derivanti sia dalle spese mediche sostenute per le visite specialistiche e durante la degenza, sia dalle spese di riparazione dell'autovettura. Tutto ciò premesso l'attore, come in epigrafe rappresentato, difeso e domiciliato CITA Il Sig. ....(C.F. ....), residente in .... via .... n. .... e la ....Ass.ni (C.F./P.I.), in persona del suo legale rappresentante p.t., con sede in ...., via ....n ...., a comparire innanzi al Tribunale di < ...., nell'udienza del ...., ora di rito, dinanzi al Giudice Istruttore che sarà designato ai sensi dell'art. 168-bis c.p.c., con l'invito a costituirsi nel termine di almeno venti giorni prima della suddetta udienza ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 166 c.p.c., con l'avvertimento che la costituzione oltre il suddetto termine implica le decadenze di cui agli artt. 167 e 38 c.p.c. e che, in difetto di costituzione, si procederà in sua contumacia, per sentir accogliere le seguenti CONCLUSIONI Voglia il Tribunale adito, respinta ogni contraria istanza ed eccezione, voglia così provvedere: — accertare e dichiarare l'esclusiva responsabilità del conducente dell'autovettura .... tg. .... in ordine alla produzione del sinistro descritto in premessa e, per l'effetto, — condannare, in solido tra loro, la ...., in persona del legale rappresentante p.t., e ...., in qualità di proprietario dell'autovettura .... tg. .... al risarcimento del danno non patrimoniale subito dall'attore, quantificato complessivamente nella somma di .... (di cui Euro .... a titolo di danno biologico e .... a titolo di danno morale); — nonché al pagamento della somma di Euro ....a titolo di danni patrimoniali. Con vittoria di spese, competenze e onorari del giudizio. IN VIA ISTRUTTORIA Chiede ammettersi prova testimoniale sui seguenti capitoli di prova e per i testi a fianco di ciascuno indicati: Si allegano: 1) rapporto della polizia stradale di ....; 2) verbale di Pronto soccorso e successiva documentazione medica 3) Relazione medico legale del Dott. .... 5) Racc. a/r datata ....ex art. 145 e 148 d.lgs. n. 209/2005; 6) lettera del ....della Compagnia di assicurazione; 7) Racc. a/r datata ....di invito alla negoziazione assistita; 8) doc. fotografica dell'autovettura condotta dall'attore; 9) documentazione spese mediche sostenute 10) fattura delle spese di riparazione; Ai sensi dell'art. 14, comma 2, d.P.R. n. 115/2002 si dichiara che il valore del presente procedimento è di Euro.... Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA Io sottoscritto ...., nato a ...., il ...., conferisco procura all'Avv. ...., affiché mi rappresenti e difenda nel giudizio di imputazione di cui al presente atto. Dichiaro altresì di avere ricevuto informativa ex d.lgs. n. 28/2010, così come novellato a seguito della conversione del d.l. n. 69/2013, relativamente ai procedimenti per i quali è obbligatorio esperire il tentativo di mediazione e relativamente ai benefici fiscali connessi con tale procedimento, nonché di aver ricevuto l'informativa ai sensi degli artt. 2 e segg. del d.l. n. 132/2014, convertito con modifiche dalla l. n. 162/2014, della possibilità di ricorrere alla convenzione di negoziazione assistita da uno o più avvocati disciplinata dagli art. 2 e ss. del suddetto d.l. Eleggo domicilio, ai fini del presente giudizio, presso il suo studio professionale in .... alla via ...., e gli conferisco, altresì, ogni più ampia facoltà di legge. Acconsento, infine, al trattamento dei dati personali per l'espletamento del mandato conferito, ai sensi del d.lgs. n. 196/2003. Luogo e data .... Sig. .... È autentica Firma Avv. .... [1] Il foro stabilito dall'art. 20 c.p.c., per le cause relative a diritti di obbligazione concorre con i fori generali di cui agli artt. 18 e 19 c.p.c. e l'attore può liberamente scegliere di adire uno dei due fori generali, oppure il foro facoltativo dell'art. 20 c.p.c.. La norma - infatti - stabilisce che per le cause relative a diritti di obbligazione (tra le quali rientrano anche le obbligazioni scaturenti da responsabilità extracontrattuale) è anche competente il giudice del luogo in cui è sorta o deve eseguirsi la obbligazione. In particolare, in tema di obbligazioni nascenti da fatto illecito, l'azione di risarcimento sorge nel luogo in cui l'agente ha posto in essere l'azione produttiva del danno (forum commissi delicti) e in relazione a tale luogo deve essere determinata la competenza territoriale ex art. 20 c.p.c. (Cass. II, n. 13223/2014). [2] In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., dalla l. n. 111/2011). [3] L'elezione di domicilio nel Comune in cui ha sede il Tribunale adito è obbligatoria: essa individua il luogo legale ove effettuare le comunicazioni e notificazioni inerenti al processo: artt. 165 e 170 c.p.c. [4] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c.. [5] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c.. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, come modificato dalla disposizione testè ricordata, «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà». [6] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., dalla l. n. 114/2014. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. e dall'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014, conv. con modif., dalla l. n. 114/2014. [7] L'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto costituenti le ragione della domanda dell'attore rappresenta un elemento essenziale della citazione. L'indicazione della causa petendi, e cioè del titolo della domanda, è richiesto dall'art. 163 comma 3, n. 4 c.p.c. Tuttavia solo la mancanza dell'indicazione dei fatti posti a fondamento della domanda produce la nullità della citazione a norma dell'art. 164, comma 4, c.p.c. [8] Ex multis Cass. S.U. 29191/2008; Cass. III, n. 17209/2015; Cass., III, n. 339/2016. CommentoPremessa Il Codice delle Assicurazioni Private una volta definito il danno biologico (c.f.r. formule sul Danno biologico permanente e Danno biologico temporaneo), offre due strumenti liquidatori: uno rappresentato dall'art. 138 destinato alla liquidazione delle menomazioni di non lieve entità (postumi superiori al 9%) e l'altro, previsto dall'art. 139, riservato alla liquidazione dei danni alla persona di lieve entità (non superiori al 9%). Anzi è stato precisato da una parte della giurisprudenza di merito (Trib. Massa, 9 novembre 2016, n. 1030) che gli artt. 138 e 139 d.lgs. n. 209/2005, offrono una specifica definizione normativa al danno da lesione del diritto inviolabile alla salute e consentono come tali un collegamento normativo diretto con l'art. 2059 c.c. Per entrambe le categorie di danno derivanti dalla circolazione stradale sono previste dalle invocate norme tabelle uniche per tutto il territorio nazionale, anche se all'attualità è in vigore solo la tabella per le lesioni di lieve entità, con gli aggiornamenti secondo periodicità fisse a cura del Ministero dello Sviluppo Economico (il decreto ministeriale vigente all'atto della redazione del presente testo è stato pubblicato in data 19 luglio 2016). La tabella prevista dall'art. 139 cod. ass. prevede valori crescenti al crescere dei punti di invalidità ed al decrescere dell'età della vittima, ed incarnando una disposizione legislativa speciale non lascia spazio in questo preciso ambito alle tabelle di origine giurisprudenziali [c.f.r. Trib. Ravenna, 9 aprile 2016, n. 434 “In tema di risarcimento del danno derivante da circolazione stradale è erronea l'applicazione della tabella del tribunale di Milano quando si tratta di una lesione micro permanente. In tal caso si ha violazione e disapplicazione dell'art. 139 d.lgs. n. 209/2005 il quale, diversamente, prevede, per la liquidazione del danno biologico da lesioni di lieve entità (sotto i 9 punti), specifici criteri di calcolo e di valore sia quanto all'invalidità permanente che all'inabilità totale e parziale, norma da applicarsi obbligatoriamente per i sinistri stradali avvenuti successivamente alla sua entrata in vigore (1 gennaio 2006)”]. Quanto all'ambito applicativo temporale, di recente una parte della giurisprudenza di merito, fondando sulla natura di norma sostanziale ha ritenuto applicabile la norma in parola anche ai sinistri avvenuti anteriormente alla sua entrata in vigore, per i quali non fosse stato ottenuto alcun risarcimento (Trib. Napoli, 5 maggio 2016, n. 1516). La recente giurisprudenza si è pronunciata in merito all'ambito applicativo degli strumenti liquidatori in parola: i criteri di liquidazione del danno biologico previsti dall'art. 139 cod. ass., per il caso di danni derivanti da sinistri stradali, costituiscono oggetto di una previsione eccezionale, come tale insuscettibile di applicazione analogica al di fuori dei casi espressamente previsti da detta norma (Cass. III, n.25922/2023) . Insorgenza del danno: età e cessazione della malattia Per il calcolo dell'invalidità permanente di lieve entità, si è sempre ritenuto sufficiente incrociare i dati della tabella dell'età e del punto di invalidità risultante dagli accertamenti medico-diagnostici emersi in corso di giudizio. Senonché, da un approfondimento giurisprudenziale che ha avuto corso dal 2012 in poi, è stato puntualizzato che «In tema di danno biologico, la cui liquidazione deve tenere conto della lesione dell'integrità psicofisica del soggetto sotto il duplice aspetto dell'invalidità temporanea e di quella permanente, quest'ultima è suscettibile di valutazione soltanto dal momento in cui, dopo il decorso e la cessazione della malattia, l'individuo non abbia riacquistato la sua completa validità con relativa stabilizzazione dei postumi. Ne consegue che il danno biologico di natura permanente deve essere determinato soltanto dalla cessazione di quello temporaneo, giacché altrimenti la contemporanea liquidazione di entrambe le componenti comporterebbe la duplicazione dello stesso danno» ( Cass. III, n. 3121/2017; Cass. III, n. 10303/2012) D'altronde la conclusione discende dalla semplice considerazione per cui «Il danno biologico di natura permanente deve essere determinato soltanto dalla cessazione di quello temporaneo, perché altrimenti la contemporanea liquidazione di entrambe le componenti comporterebbe la duplicazione dello stesso danno» (Cass. n. 10303/2012 cit.). L'obbligo di accertamento clinico strumentale. Le modifiche normative ex comma 3- ter e 3-quater art. 32 d.l. n. 1/2012 Il comma 3ter dell'art. 32 del d.l. n. 1/2012, conv., con modificazioni, nella l. n. 27/2012 ha aggiunto al comma 2 dell'articolo 139 del codice delle assicurazioni private di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, il seguente periodo: «In ogni caso, le lesioni di lieve entità, che non siano suscettibili di accertamento clinico strumentale obiettivo, non potranno dar luogo a risarcimento per danno biologico permanente”, mentre il comma 3-quater ha puntualizzato che “Il danno alla persona per lesioni di lieve entità di cui all'articolo 139 del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, è risarcito solo a seguito di riscontro medico legale da cui risulti visivamente o strumentalmente accertata l'esistenza della lesione». Da ultimo la legge n. 124 del 4 agosto 2017 ha aggiunto al comma 2 dell'art. 139 la non liquidabilità a titolo di risarcimento dei danni biologici permanenti neanche delle lesioni di lieve entità che non siano suscettibili di accertamento visivo, con riferimento alle lesioni – quali le cicatrici – oggettivamente riscontrabili senza l'ausilio di strumentazioni. Le norme appena citate hanno si sono ispirate all'esigenza di obiettivizzazione dei criteri di individuazione e qualificazione del danno alla persona: invero, «In tema di danno derivante dalla circolazione dei veicoli, il danno alla salute di modesta entità va accertato e valutato dal medico-legale e dal giudice secondo criteri di assoluta e rigorosa scientificità, senza che sia possibile fondare l'affermazione dell'esistenza del danno stesso sulle sole dichiarazioni della vittima, ovvero su supposizioni, illazioni, suggestioni, ipotesi: deve pertanto ritenersi risarcibile anche il danno i cui postumi non siano “visibili” ovvero non siano suscettibili di accertamenti “strumentali” a condizione che l'esistenza di essi possa affermarsi sulla base di una ineccepibile e scientificamente inappuntabile criteriologia medico legale» (c.f.r. Trib. Rimini, 26 febbraio 2016, n. 279). Dopo un'iniziale disorientamento della dottrina e della giurisprudenza con riguardo all'ambito di applicazione delle due norme (soprattutto sull'obbligatorietà di una diagnosi strumentale delle lesioni di lieve entità), ed all'esito di una lettura logica ed in combinato disposto delle stesse, si è giunti alla conclusione per cui «La risarcibilità del danno biologico di lieve entità derivante da sinistri stradali richiede un accertamento strumentale nei casi in cui sussistano dubbi ai fini del riconoscimento della lesione biologica mentre è sufficiente, in ogni altro caso, un dato clinico obiettivo, purché scientificamente compatibile e adeguatamente connesso all'evento lesivo» (Trib. Padova, 20 ottobre 2016, n. 2892; Giudice pace Torino, III, 24 maggio 2013, n. 3463: si pensi all'area dei disturbi che estrinsecano con delle alterazioni strumentali, ma che non sono rilevabili clinicamente od obiettivamente, o viceversa all'area dei disturbi psico-reattivi che è caratterizzata dal fatto che gli stessi non sono dimostrabili strumentalmente ma solo ricorrendo ad un esame clinico). Con la conclusione da ultimo chiarita dalla Suprema Corte di Cassazione dell'intercambiabilità degli strumenti diagnostici per cui «I commi 3-ter e 3-quater dell'art. 32 d.l. n. 1/2012 sono da leggere in correlazione alla necessità, di cui agli art. 138 e 139 cod. ass. che il danno biologico sia “suscettibile di accertamento medico-legale”, esplicando entrambe le norme i criteri scientifici di accertamento e valutazione del danno biologico tipici della medicina legale, siccome conducenti ad un'”obiettività” dell'accertamento stesso, che riguardi sia le lesioni che i relativi postumi» (Cass. III, n. 18773/2016: a conferma di tale alternatività, cfr. Cass. VI, n. 22066/18 per cui “In tema di liquidazione del danno alla persona a seguito di sinistro stradale, l'art. 139, comma 2, cod. ass., come modificato dal comma 3-ter dell'art. 32 d.l. 24 gennaio 2012, n. 1, conv., con modificazioni, in l. 24 marzo 2012 , n. 27, deve essere interpretato nel senso che la risarcibilità del danno biologico permanente, ferma restando la necessità di un accertamento medico-legale da compiersi in modo rigoroso e sulla base di criteri oggettivi, non può essere esclusa sulla base della sola circostanza che la lesione non risulti documentata da un referto strumentale per immagini. (Nel caso di specie, la S.C. ha cassato con rinvio la sentenza del giudice di merito, che aveva negato al ricorrente il risarcimento del danno correlato all'invalidità permanente sulla base dell'asserita necessità di un accertamento clinico strumentale, da intendere quale referto di diagnostica, considerando il semplice riscontro visivo del medico legale sufficiente solo per la risarcibilità del danno da invalidità temporanea ). Le norme in parola hanno anche ricevuto l'avallo della Corte Costituzionale che con le sentenze n. 235/2014 e n. 242/2015 ha dichiarato manifestamente inammissibili le questioni di legittimità costituzionali delle dette norme con gli art. 2,24 e 32 della Costituzione, nella parte, in cui escluderebbero il risarcimento del danno biologico permanente per le lesioni di lieve entità non suscettibili di accertamento clinico strumentale obiettivo e subordinano il risarcimento del danno alla persona per lesioni di lieve entità al riscontro medico legale da cui risulti visivamente o strumentalmente accertata l'esistenza della lesione. L'estensione alla liquidazione del danno di lieve entità da responsabilità medica La legge 8 novembre 2012, n. 189 stabilisce all'art. 3 che il danno biologico conseguente all'attività dell'esercente una professione sanitaria è risarcito sulla base delle tabelle di cui agli artt. 138 e 139 del d.lgs. 7 settembre 2005, n. 209 (cd. “Codice delle assicurazioni private”). Trattasi, invero, di disposizione normativa di natura sostanziale (finalizzata, infatti, alla determinazione quantitativa del risarcimento spettante a coloro che abbiano subito danni cagionati da soggetti esercenti una professione sanitaria), entrata in vigore in data 11 novembre 2012, ai sensi dell'art. 16 della stessa legge in cui essa risulta contenuta e, dunque, nel caso in cui essa sia entrata in vigore prima che si tenesse udienza di precisazione delle conclusioni, alcun dubbio può sussistere circa la necessità della sua applicazione ( Cass. III, n. 9678/1997; Cass. sez. lav., n. 8965/1991). Il problema del cd. danno morale. Il metodo della personalizzazione. Rinvio alla formula sul Danno morale La fissazione di un tetto limite all'aumento del cd. danno biologico previsto dall'art.139 (massimo 1/5) in base all'”equo e motivato apprezzamento delle condizioni soggettive del danneggiato” ha generato all'indomani della sua fissazione (già intervenuta con l'art. 5 della l. n. 57/2001 e l'art. 3 del d.l. n. 70/2000) la problematica del limite della risarcibilità del danno alla persona (ovvero del ripudio di limiti fissi al potere reintegratorio del risarcimento dei danni) e della inclusione nella percentuale di aumento del solo danno biologico o anche di altre voci di ristoro, travagliata tematica che negli anni si è intersecata con il ruolo svolto dal cd. danno morale nell'ambito del danno non patrimoniale della persona. Invero, su tali questioni si sono fronteggiate dopo le Sezioni Unite del 2008, che com'è noto hanno galvanizzato la figura del danno non patrimoniale togliendo cittadinanza nel diritto risarcitorio ad autonome categorie di danno (ritenute analoghe e della medesima natura), due tesi contrapposte. La prima che ha incluso il danno cd. morale nel danno biologico e che - in base al principio dell'integralità del danno alla persona - ha previsto come correttivo del mero dato tabellare la personalizzazione massima del 20% di quest'ultimo valore (c.f.r. Cass. III, n. 12408/2011). Un secondo orientamento (prevalente nella successiva giurisprudenza di merito: c.f.r. Trib. Milano V n. 2334/2009; Trib. Bologna, III, 29 gennaio 2009), invece, secondo il quale al danno biologico quale espressione del corrispettivo del diritto alla salute debba affiancarsi «un'adeguata personalizzazione della liquidazione di quest'ultimo che tenga conto della sofferenza morale da considerarsi provata in base semplice inferenza presuntiva tenuto conto del sentimento normalmente percepito da un soggetto che subisce lesioni personali”, con conseguente limitazione dell'aumento del 20% esclusivamente con riguardo all'aspetto dinamico relazionale, anche tenuto conto della circostanza che “all'epoca della emanazione della suddetta normativa era pacifica l'autonoma risarcibilità del danno morale» ( sul punto vedi anche Cass. III n. 19816/2010; Cass. III, n. 22585/2013). Anche di recente le due posizioni sono ancora distintamente rinvenibili nella giurisprudenza di merito e di legittimità. Del primo orientamento è espressione ad esempio la sentenza del Trib. Napoli, X, 15 dicembre 2014, n. 16471 per cui «La liquidazione del danno biologico va determinata sulla scorta di un criterio equitativo (tenuto conto della caratteristica del danno stesso), con applicazione dei criteri di cui all'art. 139 cod. ass., riportando gli importi relativi ai punti di invalidità come aggiornati dal decreto del Ministero Sviluppo economico del 20 giugno 2014. Palesemente non meritevoli dalla tutela risarcitoria, invocata a titolo di danno esistenziale, sono i pregiudizi consistenti in disagi, fastidi, disappunti, ansie ed ogni altro tipo di insoddisfazione concernente gli aspetti più disparati della vita quotidiana che ciascun conduce nel contesto sociale, ai quali ha prestato tutela invece la giustizia di prossimità. Non vale, per dirli risarcibili, invocare diritti del tutto immaginari, come il diritto alla qualità della vita, allo stato di benessere, alla serenità: in definitiva il diritto ad essere felici. Al danno biologico va riconosciuta portata tendenzialmente omnicomprensiva confermata dalla definizione normativa adottata dal d.lgs. n. 209/2005. Definitivamente accantonata la figura del cd. danno morale soggettivo, la sofferenza morale, senza ulteriori connotazioni in termini di durata, integra pregiudizio non patrimoniale. Deve tuttavia trattarsi di sofferenza soggettiva in sé considerata, non come componente di un complesso pregiudizio non patrimoniale» (ma vedi anche App. Milano, IV, 5 maggio 2015, n. 1759; Trib. Torre Annunziata, II, 5 gennaio 2016, n. 26; Cass. sez. lav., n. 23793/2015). Del secondo orientamento, invece, sono espressione la sentenza Trib. Bari, 5 febbraio 2015, n. 502 per cui «Nel caso di lesioni micropermanenti, il cosiddetto danno morale non può che essere risarcito in via autonoma, non rientrando esso nella nozione di legge del danno biologico. A tal fine deve considerarsi che nei valori monetari disciplinati dall'art. 139 Codice delle Assicurazioni, il legislatore non abbia affatto tenuto conto anche del danno conseguente alle sofferenze fisiche e psichiche patite dalla vittima; di conseguenza il giudice, operando una lettura costituzionalmente orientata degli artt. 139 Codice delle Assicurazioni e 2059 c.c., deve garantire comunque l'integrale risarcimento del danno alla salute procedendo ad “adeguata personalizzazione” del danno non patrimoniale, e liquida una somma ulteriore che ristori integralmente il pregiudizio subito dalla vittima» (c.f.r. anche Trib. Salerno, II, 17 maggio 2016, n. 2195; Trib. Reggio Emilia, II, 19 agosto 2015, n. 1142). Di recente la Corte Costituzionale, sembra - nel confermare la legittimità costituzionale dell'art.139 cod. ass. - aver aderito a tale secondo orientamento, affermando che «La definizione del danno biologico offerta dagli artt. 138 e 139 cod. ass. è meno ampia di quella che definisce la categoria del danno non patrimoniale, atteso che l'accertamento medico legale sottostante alla elaborazione dei parametri delle micropermanenti non tiene conto della sofferenza fisica e soprattutto non tiene conto della sofferenza psichica. D'altra parte, non si dubita che il carattere unitario della categoria del danno non patrimoniale non precluda la possibilità che venga riconosciuto un importo aggiuntivo idoneo a compensare gli ulteriori pregiudizi» (sentenza n. 234/2015), tanto che non è risultata fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 139 d.lgs. 7 settembre 2005 n. 209 (Codice delle Assicurazioni Private), sollevata da alcuni giudici del merito, secondo i quali la norma consentirebbe la fissazione di un limite al risarcimento del danno alla persona senza un adeguato contemperamento dei vari interessi in gioco. Resta la circostanza, che sia se inteso quale personalizzazione che quale voce autonoma, il danno cd. morale necessita di prova anche presuntiva (Cass. III, n. 339/2016). Solo di recente la legge n. 124 del 4 agosto 2017 sembra- e salvo maggiori approfondimenti scientifici – aver aderito alla prima delle sue impostazioni, ovvero a quella che, anche previa personalizzazione del danno, ritenga esaustiva la liquidazione del danno tabellare ex art. 139 d.lgs. n. 209/2005 -Codice delle Assicurazioni Private. La legge in parola ha, infatti, modificato il menzionato art. 139 Codice delle Assicurazioni Private sostituendo il precedente comma 3 con la seguente previsione: “qualora la menomazione accertata incida in maniera rilevante su specifici aspetti dinamico-relazionali personali documentati e obiettivamente accertati ovvero causi o abbia causato una sofferenza psico-fisica di particolare intensità, l'ammontare del risarcimento del danno può essere aumentato dal giudice, con equo e motivato apprezzamento delle condizioni soggettive del danneggiato, fino al 20 per cento. L'ammontare complessivo del risarcimento riconosciuto ai sensi del presente articolo è esaustivo del risarcimento del danno non patrimoniale conseguente a lesioni fisiche”. |