Atto di opposizione con domanda di risarcimento del danno per responsabilità professionaleInquadramentoCon l'atto di citazione in opposizione il cliente chiede la revoca del decreto ingiuntivo notificato dal professionista per ottenere il pagamento del proprio compenso, lamentandone l'inadempimento ai doveri professionali ed invocando la perdita del diritto di costui al compenso e il proprio diritto al risarcimento del danno FormulaTRIBUNALE DI... 1 ATTO DI CITAZIONE IN OPPOSIZIONE 2 PER Il Sig.... (C.F....) 3 , nato a... il.../.../19... residente in... alla via... n...., rappresentato e difeso dall'Avv.... 4 (C.F....) 5 , con domicilio eletto in..._ alla via... n.... presso lo studio dell'Avv.... fax... 6 , PEC:...@..., giusta procura... 7 espone in FATTO Con l'atto di citazione notificato in data.../.../... il Sig.... conveniva in giudizio, innanzi al Giudice di Pace di..., la Sig.ra... al fine di ottenere il risarcimento danni subiti a causa di un sinistro stradale..., e la sua impresa assicuratrice per la R.C.A....; Il Sig.... affidava l'incarico professionale di difesa in detto giudizio all' Avv.... del foro di... alla sua prima esperienza professionale; La causa veniva regolarmente iscritta a ruolo, assumeva n. R.G...., e veniva designato quale G.D.P. il Dott...., con prima udienza fissata per il giorno...; In data... si costituivano in giudizio la Sig.ra col patrocinio dell'Avv.... e l'impresa assicuratrice con il patrocinio dell'Avv...., contestando entrambe le partigenericamente gli assunti dell'odierno attore. Nel corso del predetto giudizio, venivano esaminati i testi delle parti ed espletata una consulenza tecnica d'ufficio; Dall'istruttoria erano emerse le seguenti circostanze: -Il sinistro si era verificato esclusivamente a causa della condotta colposa della convenuta che, nel tentativo maldestro di superare il veicolo di proprietà dell'attore, che la precedeva, lo aveva violentemente tamponato, spingendolo contro il muretto di delimitazione della sede stradale; -I gravi danni riportati dall'autovettura del Sig.... nella parte posteriore e nella fiancata laterale destra erano compatibili con la dinamica del sinistro e dunque da esso interamente dipendenti; -il CTU quantificava il danno patrimoniale subito dall'attore in €..., oltre al fermo tecnico del mezzo; Il Sig.... provvedeva al pagamento delle spese di CTU, poste provvisoriamente a carico della parte istante, pari ad Euro ...; All'udienza del... la difesa dei convenuti contestava soltanto genericamente le risultanze della CTU e il Sig. G.D.P. rinviava all'udienza del... per la discussione; In data..., la Sig.ra... decedeva; All'udienza del..., chiamata per la discussione, il procuratore costituito della Sig.ra... comunicava l'intervenuto decesso della propria assistita - producendo a tal uopo idonea documentazione - e il Sig. G.D.P., Dott...., dichiarava l'interruzione del processo ex art. 300 c.p.c. L'Avv...., procuratore del Sig...., nell'occasione sostituito da un praticante dello studio, non provvedeva a comunicare al proprio assistito tale circostanza e riassumeva il giudizio interrotto nei confronti degli eredi della Sig.ra... oltre il termine di tre mesi ex art. 305 c.p.c., onde, fissata l'udienza per la prosecuzione e sollevata dai convenuti eccezione di estinzione, il GdP dichiarava l'estinzione del processo ex art. 307, comma 3, c.p.c. Essendo decorso il termine biennale 8 dall'introduzione del predetto giudizio, si verificava l'effetto estintivo del diritto risarcitorio del Sig...., atteso il maturare della prescrizione 9 . Pertanto, il Sig.... vedeva frustrato il proprio diritto ad ottenere il ristoro economico per i danni materiali subiti in conseguenza del sinistro stradale per causa imputabile esclusivamente alla negligenza professionale del proprio difensore; Invece di rimediare al proprio macroscopico errore professionale, l'avv.... con lettera racc.ta del... ricevuta il... diffidava l'attore al pagamento dei propri compensi professionali nella misura di €..., oltre accessori, come da parcella allegata; L'attore, riscontrando la missiva, rappresentava di nulla dovere al difensore in considerazione della negligente e dannosa esecuzione del mandato professionale, formulava espressa diffida al risarcimento dei danni tutti subiti, quantificati in Euro..., e formulava invito alla stipula della convenzione di negoziazione assistita ai sensi dell'art. 3 d.l. n. 132/201410 ; L'avv.... ometteva di riscontrare detto invito e, con ricorso depositato il..., chiedeva emettersi ingiunzione di pagamento per l'importo di Euro ... oltre accessori, a titolo di compensi professionali; Con decreto n.... del... notificato il... il G.U. del Tribunale di... ha ingiunto al sig.... il pagamento dell'importo di Euro... e delle spese del procedimento monitorio liquidate in Euro.... Avverso detto decreto il sig.... propone OPPOSIZIONE per le seguenti ragioni in DIRITTO Nel caso che ci occupa, sussiste la responsabilità contrattuale dell'avvocato convenuto, ai sensi e per gli effetti degli artt. 1176, comma 2, 1218 e 2230 c.c., atteso che lo stesso, secondo i canoni di ordinaria diligenza professionale riferibili ad un soggetto aventi le medesime capacità ed attitudini professionali, a seguito della dichiarazione di interruzione del processo, ex art. 300 c.p.c., non ha provveduto alla tempestiva riassunzione del giudizio nei confronti degli eredi della Sig.ra... (tra l'altro impersonalmente e presso l'ultimo domicilio del de cuius, ex art. 303, comma 2, c.p.c., essendo decorso meno di un anno dalla data della morte dello stesso), determinando l'estinzione del giudizio recante n. R.G.... del G.D.P. di..., ex art. 307, comma 3, c.p.c. e, al contempo, l'estinzione del diritto di credito per prescrizione. Pertanto, di fatto, il Sig.... ha visto frustrato il diritto ad ottenere il risarcimento dei danni subiti in conseguenza per colpa esclusiva del convenuto. Ed infatti, una tempestiva riassunzione del giudizio recante n. . R.G.... del G.D.P. di... avrebbe, con elevata probabilità, condotto ad una sentenza di accoglimento delle istanze attoree per le motivazioni di cui in premessa, attesa l'evidente contrarietà della condotta di guida della sig.ra... ai precetti fissati negli artt. 148 e 149 CdS e la non evitabilità dell'urto da parte dell'attore, attinto da tergo mentre procedeva a velocità moderata all'interno della propria corsia. Per tale ragione, il convenuto non ha alcun diritto al compenso per aver svolto la prestazione professionale in modo gravemente negligente procurando al cliente il danno della perdita della possibilità di conseguire il risarcimento dovutogli. Legittimo è dunque il rifiuto del pagamento da parte dell'odierno opponente ai sensi dell'art. 1460 c.c. a fronte dell'inutilità della prestazione ricevuta. Non sono pertanto dovute da parte dell'opponente le somme ingiunte col decreto opposto che andrà conseguentemente revocato. E' invece il sig.... ad aver diritto al risarcimento dei danni subiti a causa della contrarietà della prestazione del convenuto ai doveri professionali, dell'incuria e della negligenza che ne hanno contraddistinto l'operato. Trattandosi di responsabilità di natura contrattuale, ai fini della quantificazione della pretesa risarcitoria vengono in rilievo le disposizioni degli artt. 1223 e ss. c.c., onde la richiesta risarcitoria dovrà essere quantificata, salvo diversa determinazione dell'adito Tribunale ed anche all'esito di eventuale CTU, come segue: a)Euro... a titolo di risarcimento che l'odierno attore avrebbe ricevuto in caso di esito favorevole del giudizio, con accoglimento della domanda giudiziale; b)Euro... a titolo di spese per l'iscrizione a ruolo del procedimento estinto e per quelle di CTU anticipate, come liquidate nell'ordinanza del... del Giudice di pace di... oltre interessi legali; Per quanto sopra, il Sig...., come sopra rappresentato, difeso e domiciliato, con il presente atto CITA L'Avvocato... (C.F....), nato a... il.../.../..., domiciliato in... alla via... n.... - cap.... a comparire innanzi al Tribunale di..., Giudice e sezione a designarsi, all'udienza del giorno..., soliti locali, ora di rito e col prosieguo, con l'invito a costituirsi nel termine di venti giorni prima dell'udienza indicata ai sensi e nelle forme stabilite dall'art. 166 c.p.c. ed a comparire all'udienza indicata, dinanzi al Giudice designato ai sensi dell'art. 168 bis c.p.c., con avvertenza che, in mancanza della sua costituzione entro i suddetti termini, si verificheranno le decadenze di cui agli artt. 38 e 167 c.p.c. e, in mancanza, si procederà, anche in sua contumacia, per ivi sentire accogliere le seguenti CONCLUSIONI 1)accertare e dichiarare la responsabilità da inadempimento per violazione della diligenza professionale dell'Avv...., per le ragioni tutte di cui al presente atto, nei confronti del Sig.... 2)accertare e dichiarare che alcun compenso è dovuto all'Avv.... per l'attività espletata nell'ambito del procedimento n.... e, per l'effetto, revocare il decreto ingiuntivo n.... emesso in data..., notificato all'ingiunto il...; 3)condannare l'Avv._ ... al risarcimento dei danni sofferti dal Sig...., quale conseguenza immediata e diretta del dedotto inadempimento, che si quantificano in complessivi Euro ... , oltre interessi, ovvero in via subordinata, condannare il convenuto al pagamento in favore del Sig.... di quella diversa somma che il Tribunale adito dovesse ritenere comunque dovuta ed accertata a titolo di risarcimento del danno, se del caso anche a mezzo CTU estimativa ovvero, in via di estremo subordine, in via equitativa; 4)condannare, infine, l'Avvocato... alla refusione delle spese e competenze del presente giudizio, oltre accessori nella misura di legge. Con riserva di formulare le istanze istruttorie nei termini di cui all'art. 183 comma 6 c.p.c., che sin d'ora si richiedono. Si depositano i seguenti documenti in copia: 1)messa in mora del...; 2)invito alla negoziazione assistita del...; 3)Atto di citazione 4)relazione CTU; 5)ordinanza di interruzione del giudizio rubricato sub n. R.G.... del G.D.P. di ...; 6)ordinanza del GdP di..., del..., di estinzione del processo ex art. 308 c.p.c. Ai sensi e per gli effetti del D.P.R. n. 115/2002, si dichiara che il valore del presente procedimento è pari ad Euro ... Luogo e data___________ Firma Avv.______________ PROCURA AD LITEM Il sottoscritto Sig.... (C.F.:...), nato a... il... e residente in... alla Via..., informato ai sensi dell'art. 4, comma 3, del d.lgs. n. 28/2010 della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20 del medesimo decreto 11 , con la presente conferisco incarico all'Avv.... (C.F.:...) a rappresentarmi e difendermi nel giudizio da promuovere dinanzi al Giudice di Pace / Tribunale di..., ivi comprese le fasi esecutive e di impugnazione che da questo conseguono, con ogni più ampia facoltà di legge; a tal uopo conferisco, altresì, al nominato procuratore ogni facoltà di legge, comprese quelle di conciliare, incassare, quietanzare, rinunziare e transigere, con promessa di rato e fermo del suo operato; lo autorizzo, infine, al trattamento dei miei dati personali, conformemente alle norme del d.lgs. n. 196/2003 e limitatamente alle finalità connesse all'esecuzione del presente mandato. Eleggo domicilio presso il suo studio in... alla Via..., n..... ________, lì... Sig.... E' autentica Firma Avv.... [1] [1] La competenza per valore spetta al Giudice di Pace ove la somma richiesta sia inferiore ad euro cinquemila. Competente per territorio è il Tribunale o il Giudice di Pace del luogo in cui il convenuto ha la residenza o il domicilio e, se questi sono sconosciuti, quello del luogo in cui il convenuto ha la dimora ai sensi dell'art. 18 c.p.c. In alternativa è competente, ai sensi dell'art.20 c.p.c., il giudice del luogo in cui è sorta o deve eseguirsi l'obbligazione [2] [2] Nelle controversie in materia di liquidazione dei compensi spettanti all'avvocato, l'opposizione avverso il decreto ingiuntivo ottenuto dal professionista per prestazioni giudiziali civili deve proporsi nelle forme del rito speciale delineato dall'art. 14 d. lgs. 150/2011 (rito sommario di cognizione) allorchè si controverta esclusivamente sul quantum della pretesa e non anche sull'an debeatur; viceversa in caso di contestazione sull'esistenza del rapporto di clientela, sulla natura giudiziale dei compensi, ovvero quando con riconvenzionale del cliente venga introdotto un nuovo e diverso petitum, l'opposizione deve essere proposta con atto di citazione ai sensi dell'art. 645 c.p.c. (vds. sulla questione Cass. II, n. 21554/2014; Cass. n. 10609/2014; Cass. n. 876/2012; Cass. n. 21261/2010; vds. anche Corte cost. n. 65/2014. Tuttavia, vds. più recentemente,Cass. VI, n. 548/2017; Cass. n. 4002/2016) [3] [3] Ai sensi dell'art. 23, comma 50, d.l. 6 luglio 2011, n. 98, conv., con modif., nella l. 15 luglio 2011, n. 111, in tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio. [4] [4] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3- bis, d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. 90/2014 conv., con modif., nella legge n. 114/2014. [5] [5] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione citata sub nota 3. [6] [6] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione citata sub nota 3. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, come modificato dalla disposizione testè ricordata,«Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale ... il contributo unificato è aumentato della metà». [7] [7] La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine della citazione. Nell'ipotesi di scelta di deposito telematico della citazione (art. 16-bis comma 1-bis d.l. n. 179/2012) occorrerà indicare la seguente dicitura: «giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto di citazione ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.». [8] [8] Ai sensi dell'art. 2947 co. 2 c.c. il diritto al risarcimento del danno prodotto dalla circolazione dei veicoli di ogni specie si prescrive in due anni. [9] [9] L' estinzione del processo (sia o meno dichiarata dal giudice) elimina l'effetto permanente dell' interruzione della prescrizione prodotto dalla domanda giudiziale ai sensi dell'art. 2945, comma 2, c. c., ma non incide sull'effetto interruttivo istantaneo della medesima, con la conseguenza che la prescrizione ricomincia a decorrere dalla data di detta domanda. [10] [10] L'invito a stipulare una convenzione di negoziazione assistita è obbligatorio per le domande di pagamento, a qualsiasi titolo, di somme non eccedenti cinquantamila euro, ai sensi dell'art. 3 del d.l. 12 settembre 2014 n. 132. [11] [11] In tema di attività professionale svolta da avvocati, mentre la procura "ad litem" è un negozio unilaterale col quale il difensore viene investito del potere di rappresentare la parte in giudizio, il contratto di patrocinio è un negozio bilaterale col quale il professionista viene incaricato di svolgere la sua opera secondo lo schema negoziale proprio del mandato. Ai fini della conclusione del contratto di patrocinio, non è indispensabile il rilascio di una procura "ad litem", essendo questa necessaria solo per lo svolgimento dell'attività processuale, e non è richiesta la forma scritta, vigendo per il mandato il principio di libertà di forma. CommentoL'oggetto della prestazione intellettuale dell'avvocato Il conferimento dell'incarico professionale determina la instaurazione, tra le parti, di un rapporto di natura contrattuale che impegna l'avvocato ad una prestazione d'opera intellettuale nei confronti del cliente (art. 2230 c.c.). Il prestatore d'opera, in questo caso, assume l'obbligazione di svolgere la propria attività professionale, compiendo gli atti difensivi ed esponendo le ragioni del cliente, in vista di ottenerne l'esame e l'accoglimento; l'oggetto della sua obbligazione è quello di assicurare all'assistito non già la vittoria in giudizio, bensì la migliore difesa possibile dei suoi diritti (Cass. n. 5325/1993; Cass. n. 4044/1994). La condotta tenuta dal difensore dev'essere, pertanto, valutata non sulla base del risultato ottenuto, bensì avendo riguardo alla diligenza impiegata per conseguirlo, sì che l'inadempimento si sostanzia nella contrarietà della condotta professionale al parametro della diligenza tecnica previsto dal secondo comma dell'art. 1176 c.c., che è la diligenza del professionista di media attenzione e preparazione. Ne consegue che l'ambito della responsabilità contrattuale, ai sensi degli artt. 1218 e 1176 c.c., coincide tendenzialmente con i casi di incuria o di ignoranza di disposizioni di legge o di orientamenti giurisprudenziali consolidati (Cass. n. 14936/2012) nell'espletamento del mandato; viceversa, rispetto all'interpretazione di norme e alla risoluzione di questioni opinabili, sulle quali si siano registrati contrasti in dottrina e giurisprudenza, la responsabilità del professionista va limitata ai casi di dolo o colpa grave, ai sensi dell'art. 2236 c.c. L'obbligo della diligenza qualificata impone, altresì, all'avvocato di assolvere, sia all'atto del conferimento del mandato che nel corso del suo svolgimento, anche ai doveri di sollecitazione, dissuasione ed informazione del cliente, al fine di renderlo edotto delle conseguenze del compimento o del mancato compimento degli atti del processo, di rappresentargli le situazioni di fatto o di diritto ostative al raggiungimento del risultato e i rischi di insuccesso insiti nell'iniziativa giudiziale (Cass. III, n. 8312/2011), di richiedergli gli elementi conoscitivi e i documenti, in suo possesso, necessari o utili alla conduzione della difesa, di evitare di ingenerare irragionevoli affidamenti. Alla stregua di tali principi, sono state ritenute contrarie al dovere di diligenza incombente sul professionista, senza che, con riguardo a queste ultime, fossero ravvisabili le "speciali difficoltà tecniche" di cui all'art. 2236 c.c.: a) la tardiva notifica dell'opposizione a decreto ingiuntivo ovvero la sua mancata iscrizione a ruolo che ne abbiano determinato l'inammissibilità (Cass. n. 15861/2010); b) il mancato invio di una lettera di disdetta da un contratto di locazione, in tempo utile per garantire al cliente il conseguimento della disponibilità di un immobile; c) l'omessa o tardiva riassunzione del processo in seguito ad un evento interruttivo cui sia conseguita l'estinzione del processo e, con essa, la perdita del diritto del cliente o il colpevole ritardo nel suo soddisfacimento; d) la mancata formulazione di un'eccezione di prescrizione; e) la mancata partecipazione all'udienza di convalida dello sfratto; f) l'omessa proposizione dell'impugnazione della sentenza sfavorevole con conseguente sua irrevocabilità (Cass. n. 4781/2013). Trattasi di situazioni accomunate dalla particolare connotazione della negligenza del professionista, concretatasi nell'omissione di atti dovuti, per lo più soggetti a termini perentori. Tuttavia, anche in caso di controversie di notevole difficoltà e tali da esporre il cliente ad un elevato rischio di soccombenza, l'attività difensiva deve essere svolta con diligenza al fine di limitare od escludere il pregiudizio riconducibile alla posizione del cliente, anche sollevando le eccezioni relative ad eventuali errori di carattere sostanziale o processuale della controparte. Pertanto, il difensore può non accettare una causa per la quale prevede già dall'inizio la soccombenza del suo assistito, ma non può accettarla e, poi, disinteressarsene del tutto, con il pretesto che trattasi di una causa destinata all'insuccesso (c.d. causa 'persa' ab initio), senza nemmeno attivarsi per trovare una soluzione transattiva, essendo tale comportamento comunque doveroso ove si accetti di difendere una causa rischiosa per il proprio cliente. In caso di assoluta inerzia del difensore viene, conseguentemente, a configurarsi la sua responsabilità professionale, avendo comunque esposto il cliente all'incremento del pregiudizio iniziale, se non altro a causa delle spese processuali a cui lo stesso va incontro, per la propria difesa e per quella della parte avversa (Cass. III, n. 15717/2010). Infine, anche la scelta di una determinata strategia processuale (ad es. l'aver omesso di proporre un ricorso per accertamento tecnico preventivo o una domanda cautelare ante causam) può essere foriera di responsabilità purché la sua inadeguatezza al raggiungimento del risultato perseguito dal cliente sia valutata dal giudice di merito 'ex ante' e non 'ex post', sulla base dell'esito del giudizio. Il diritto al risarcimento del danno da responsabilità professionale si prescrive nell'ordinario termine decennale che inizia a decorrere dal momento in cui si è prodotto, nella sfera patrimoniale del creditore della prestazione che si assume omessa o negligentemente eseguita, il pregiudizio causato dal colpevole inadempimento del professionista e, nel caso in cui la percezione di detto danno non sia manifesta o evidente, non già dalla data del compimento dell'azione o dell'omissione lesiva, bensì dal momento in cui la produzione del danno si è manifestata all'esterno, divenendo oggettivamente percepibile e riconoscibile (Cass. 16658/2007; Cass. 10493/2006; vds. anche Cass. n. 5504/2012; Cass. n. 12666/2003). Il nesso causale Il difensore, che svolge la propria attività in modo negligente o con colpa grave ovvero con dolo, è inadempiente alla obbligazione che gli deriva dalla conclusione del contratto di prestazione d'opera intellettuale: ciò, però, non basta perché ne sia affermata la responsabilità, giacché questa, a norma dell'art. 1218 c.c., presuppone che dall'inadempimento sia derivato un danno. L'onere di provare l'esistenza del danno (non solo la soccombenza, ma anche il ritardo nella realizzazione del diritto o un maggior aggravio di spese) e il nesso causale tra la insufficiente o inadeguata o negligente attività del professionista e il pregiudizio grava sul cliente (Cass. III, n. 17016/2015; Cass. II, n. 25895/2016; Cass. II, n. 16690/2014; Cass. II, n. 11901/2002). A tal fine, trattandosi, per lo più, di causalità omissiva, occorre la individuazione della condotta alternativa dovuta (e omessa) secondo il parametro della diligenza professionale e la prova, anche presuntiva, che la condotta, ove tempestivamente e correttamente tenuta, avrebbe evitato o anche solo ridotto l'effetto pregiudizievole subito dal cliente ovvero consentito di ottenere il medesimo risultato più rapidamente (Cass. n. 17506/2010), secondo un criterio di ragionevole probabilità fondato su un giudizio probabilistico ex ante (c.d. prognosi postuma) (Cass. III, n. 2638/2013; Cass. III, n. 11548/2013). Spetta, invece, al professionista, al fine di andare esente da responsabilità o di mitigarne le conseguenze, dimostrare che il risultato vantaggioso è mancato per fatto a sé non imputabile (ad esempio, per l'incuria o la negligenza dello stesso assistito ovvero per circostanze imponderabili, indipendenti dalla propria attività defensionale) ovvero che l'impegno intellettuale richiesto fosse superiore a quello mediamente esigibile e tale da giustificare un'attenuazione della responsabilità, o ancora che l'attività omessa non avrebbe prodotto alcun risultato utile per l'assistito né avrebbe elevato l'aspettativa delusa a chance giuridicamente rilevante. Il danno risarcibile Nei casi in cui il risultato utile, possibile e atteso dal cliente sia mancato del tutto (com'è nel caso di soccombenza, ossia di integrale rigetto delle pretese giudiziali), viene meno il diritto del professionista alla percezione del compenso per l'attività rivelatasi inutile e il cliente è legittimato ad opporgli l'exceptio inadimpleti contractus ai sensi dell'art. 1460 c.c. purché la violazione dei doveri professionali abbia inciso negativamente sui suoi interessi, essendo contrario a buona fede l'esercizio del potere di autotutela ove non sia pregiudicata la "chance" di buon esito del giudizio (Cass. II, n. 11304/2012). Il professionista è altresì esposto all'obbligo di risarcire il cliente dei danni che costituiscano conseguenza del proprio inadempimento professionale, ai sensi dell'art. 1223 c.c., danni che possono consistere anche nella perdita di quanto l'assistito avrebbe conseguito in caso di esito favorevole del giudizio (ovvero nella irrecuperabilità di un credito) e nelle spese inutilmente sostenute (App. Milano n. 4682/2015). In particolare, nel caso in cui la responsabilità del difensore discenda dal mancato esercizio del diritto entro il termine prescrizionale, il danno che il professionista deve risarcire alla parte consiste nel pregiudizio economico che questa subisce a causa del mancato accoglimento della domanda per estinzione del diritto determinata dal decorso del termine (Cass. II, n. 10454/2002). L'incertezza dell'esito della vicenda processuale, ove non impedisca del tutto la formulazione di un giudizio prognostico favorevole al cliente, non esclude l'obbligazione risarcitoria ma incide esclusivamente sul quantum debeatur, che va rapportato alla percentuale che esprime la probabilità (chance) di vittoria della lite. |