Comparsa di costituzione con richiesta di differimento dell'udienza per chiamata del terzo per responsabilità professionale

Giovanna Nozzetti
aggiornata da Francesco Agnino

Inquadramento

Costituendosi in giudizio evocato dal cliente che ne invoca la responsabilità per inadempimento contrattuale, l'avvocato ne contesta i presupposti asserendo di aver agito con la dovuta diligenza e preannuncia la chiamata in garanzia del proprio assicuratore.

Formula

TRIBUNALE DI ....

R.G. N. .... G.I. DOTT. ....

COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA E CHIAMATA DI TERZO IN CAUSA 1

del Sig. .... (C.F. ....) 2, nato a .... il ..../..../...., residente in .... alla via .... n. ...., rappresentato e difeso dall'Avv. .... 3 (C.F. ....) 4, con domicilio eletto in .... alla via .... n. .... presso il suo studio ...., fax .... 5, PEC: ....@...., giusta procura .... 6

-convenuto-

CONTRO

Il Sig. ...., rappresentato e difeso come in atti

-attore-

PREMESSO

Con l'atto di citazione notificato il ...., il Sig. .... ha convenuto innanzi al Tribunale di .... l'odierno comparente al fine di vederlo condannato al risarcimento dei danni subiti a causa della soccombenza in cui era incorso nel giudizio dal medesimo incoato innanzi al Tribunale di ....Ha esposto a tal fine:

Di aver convenuto in giudizio, innanzi al Tribunale di ...., la Sig.ra .... e la compagnia assicurativa .... al fine di ottenere il risarcimento danni subiti a causa di un sinistro stradale avvenuto in .... alla via .... in data ....alle ore ....circa;

Di aver affidato l'incarico professionale di difesa in detto giudizio all' Avv. ....del foro di ....;

Che, nella contumacia della responsabile del sinistro, si era costituita l'impresa assicuratrice la quale aveva contestato la verificazione del sinistro e il coinvolgimento della propria assicurata oltre alle pretese risarcitorie della parte attrice;

Che la causa era stata decisa il .... con la sentenza n. .... con cui il Tribunale aveva parzialmente accolto le domande attoree, ritenendo non provato il danno patrimoniale da lucro cessante, derivante dalla riduzione della capacità reddituale, e liquidando a titolo risarcitorio una somma ampiamente inferiore a quella richiesta;

Che dalla parte motiva della sentenza risultava evidente che il mancato riconoscimento del danno patrimoniale futuro era dipeso dalla mancata allegazione delle buste paga e delle dichiarazioni fiscali che avrebbero potuto documentare la riduzione del reddito in conseguenza dei postumi permanenti residuati al sinistro;

Che pertanto, era ragionevole ritenere che, ove il proprio difensore avesse svolto l'attività professionale con la dovuta diligenza, producendo i documenti necessari, l'esito del giudizio sarebbe stato diverso e più vantaggioso;

Che l'errore professionale del difensore gli aveva impedito di ottenere il ristoro del danno economico sofferto a causa del sinistro, pari ad Euro ...., corrispondente alla riduzione del reddito che si sarebbe protratta per la residua vita lavorativa;

Che essendo quella omessa un'attività di facile esecuzione, la diligenza del professionista andava valutata secondo il parametro fissato dall'art. 1176 c.c..

Con il presente atto l'Avv. .... si costituisce in giudizio al fine di resistere alle avverse domande, in quanto infondate, come emergerà dai seguenti

MOTIVI

Contrariamente a quanto superficialmente sostenuto dalla controparte, l'operato dell'odierno comparente è stato connotato dal rispetto dei canoni della correttezza e della diligenza professionale e dal compimento di tutte le attività idonee al raggiungimento del risultato desiderato dal cliente, com'è dimostrato dal fatto che la Sig. .... ha ottenuto la condanna del responsabile del sinistro e dell'impresa assicuratrice al pagamento del cospicuo importo di Euro ....quale risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali conseguiti all'incidente.

Per costante giurisprudenza, dal contratto d'opera intellettuale discendono esclusivamente obbligazioni di mezzi e non di risultato, in quanto il professionista si impegna a prestare la propria opera per realizzare il risultato ma non a conseguirlo; il contenuto dell'obbligazione del professionista coincide quindi con la diligenza che egli è tenuto ad osservare nello svolgimento della propria attività.

Ebbene, l'Avv. .... ha tempestivamente e diligentemente informato la propria assistita della necessità di dimostrare che, in seguito al sinistro, ella era stata costretta a ridurre le proprie ore di lavoro a causa della maggiore affaticabilità e a documentare adeguatamente la contrazione del proprio reddito; e, tuttavia, sebbene più volte sollecitata (vds. le e-mail del .... e del .... ; allegati nn. .... ), la Sig. .... ha omesso di fornirgli i documenti e gli altri elementi di prova prima della maturazione delle preclusioni istruttorie. Le buste paga sono, infatti, pervenute presso il proprio studio soltanto il ...., quando ormai il termine di cui all'art. 183 co. 6 n. 2 c.p.c., era decorso; e non ha mai fornito i CUD del biennio anteriore al sinistro e degli anni successivi.

La mancata dimostrazione della riduzione della capacità reddituale della cliente è dunque interamente addebitabile all'inerzia di quest'ultima.

Non è poi affatto probabile che la pretesa risarcitoria sarebbe stata accolta ove supportata documentalmente, avendo l'impresa assicuratrice eccepito che la riduzione dell'orario di lavoro aveva riguardato contestualmente più dipendenti addetti alle medesime mansioni, in coincidenza con .... ed avendo dedotto sul punto una specifica prova testimoniale.

Mancano dunque la prova della non rispondenza dell'attività giudiziale alle regole imposte dalla natura della prestazione e del nesso eziologico col danno lamentato.

Le domande attrici andranno pertanto interamente rigettate e, stante la temerarietà dell'azione, l'attrice dovrà essere condannata al risarcimento del danno procurato al convenuto per effetto dell'infondata iniziativa giudiziale avversaria, da liquidarsi equitativamente ai sensi dell'art. 96 ult. comma c.p.c. Non può trascurarsi che il convenuto è un professionista stimato, che esercita quotidianamente la sua attività dinanzi a questo Ufficio giudiziario, e che la pendenza stessa della lite è, per il medesimo, fonte di imbarazzo e di ....professionale.

CHIAMATA DI TERZO IN CAUSA

Senza recesso alcuno dalle superiori argomentazioni e nella non temuta ipotesi di accertamento di una qualsivoglia responsabilità del convenuto, va evidenziato che quest'ultimo, all'epoca dei fatti, intratteneva la polizza n. .... (all. .... ) con la società ...., cui ha prontamente denunciato il sinistro con lettera racc.ta a.r. del ....ricevuta il ....

L'Avv. .... dichiara pertanto che intende procedere alla chiamata in causa della predetta società per essere da questa garantito in relazione all'eventuale condanna che dovesse subire all'esito dell'odierno giudizio.

Si conclude pertanto chiedendo che

Voglia il Tribunale di ....

1) preliminarmente disporre lo spostamento della prima udienza allo scopo di consentire la citazione del terzo nel rispetto dei termini dell'art. 163 bis c.p.c. ....

2) Nel merito, ritenere e dichiarare le domande attrici infondate e sfornite di prova e, conseguente, rigettarle integralmente;

3) Condannare l'attrice al risarcimento del danno ex art. 96 ult. co. c.p.c., da liquidarsi equitativamente in misura non inferiore al triplo del contributo unificato versato per l'iscrizione a ruolo della causa;

4) In via di mero subordine, ridurre l'ammontare del danno richiesto in proporzione dell'effettiva probabilità di accoglimento delle ragioni della sig.ra ....nel procedimento n. .... svoltosi innanzi al Tribunale di ....;

5) Ritenere e dichiarare comunque l'obbligo della Società .... di tenere indenne il convenuto delle somme che fosse eventualmente tenuta a pagare all'attrice in dipendenza dell'odierno giudizio, condannando la società assicuratrice al pagamento diretto in favore della Sig.ra ....

6) Con vittoria delle spese e dei compensi del presente giudizio, oltre accessori nella misura di legge.

A fini istruttori, si depositano i seguenti documenti in copia:

1) Copia e mail del ....;

2) Copia e- mail del ....;

3) atto di citazione dinanzi al Giudice di pace ....

4) relazione del CTU con relativo computo danni causati dall'infiltrazione;

5) sentenza n. .... del GdP di ...., notificata presso l'Avv. ....in data ....;

Si chiede inoltre ammettersi prova testimoniale con la sig. .... residente in .... via .... sulle seguenti circostanze:

1) vero è che, nell'anno ...., ero la segretaria dell'Avv. ....e ho conosciuto la Sig.ra ....;

2) vero è, su richiesta dell'Avv. ...., nel periodo compreso tra il .... e il .... ho telefonicamente contattato la Sig.ra .... invitandola a portare in studio le buste paga relative ai mesi di .... e le dichiarazioni fiscali relative agli anni ....;

3) vero che sono solita annotare sulla mia agenda questo tipo di solleciti telefonici;

4) vero che dalla consultazione dell'agenda ho verificato di aver effettuato due telefonate alla sig.ra .... il giorno ....e il giorno ....;

5) vero è che in entrambe le occasioni la Sig.ra .... mi ha risposto che avrebbe provveduto quanto prima trovandosi fuori città;

6) vero è che, non avendo ottenuto riscontro, su incarico dell'Avv. ...., ho personalmente inviato alla sig.ra .... le comunicazioni e mail datate .... e .... che riconosco in quelle che mi vengono esibite (allegati ....e ....);

7) vero è che soltanto nel mese di .... la Sig.ra .... ha fatto pervenire le buste paga che le avevo richiesto e non anche le dichiarazioni dei redditi.

Con riserva di formulare ulteriori istanze istruttorie, anche in esito alla condotta della controparte, nei termini di cui all'art. 183 comma 6, c.p.c., che sin d'ora si richiedono.

Luogo e data....

Firma Avv. ....

PROCURA AD LITEM

Il sottoscritto Sig. .... (C.F.: .... ), nato a .... il .... e residente in .... alla via ...., informato ai sensi dell'art. 4, comma 3, del d.lgs. n. 28/2010 della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20 del medesimo decreto, con la presente conferisco incarico all'Avv. .... (C.F. .... ) a rappresentarmi e difendermi nel giudizio da promuovere dinanzi al Giudice di Pace/Tribunale di ...., ivi comprese le fasi esecutive e di impugnazione che da questo conseguono, con ogni più ampia facoltà di legge; a tal uopo conferisco, altresì, al nominato procuratore ogni facoltà di legge, comprese quelle di conciliare, incassare, quietanzare, rinunziare e transigere, con promessa di rato e fermo del suo operato; lo autorizzo, infine, al trattamento dei miei dati personali, conformemente alle norme del d.lgs. n. 196/2003 e limitatamente alle finalità connesse all'esecuzione del presente mandato. Eleggo domicilio presso il suo studio in ....alla via ...., n. ....

Luogo e data ....

Sig. ....

È autentica

Firma Avv. ....

[1]  Il convenuto deve costituirsi a mezzo del procuratore, o personalmente nei casi consentiti dalla legge, almeno settanta giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione, depositando in cancelleria il proprio fascicolo contenente la comparsa di cui all'articolo 167 con la copia della citazione notificata, la procura e i documenti che offre in comunicazione. Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come sostituito dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti".

Inoltre, il convenuto che intenda chiamare in causa un terzo deve, a pena di decadenza, costituirsi a mezzo del procuratore o personalmente nei casi consentiti dalla legge, almeno venti giorni prima dell'udienza fissata nell'atto di citazione, o almeno dieci giorni prima nel caso di abbreviazione dei termini a norma del secondo comma dell'art. 163-bis c.p.c., ovvero almeno venti giorni prima dell'udienza fissata ai sensi dell'art. 168-bis c.p.c., depositando il proprio fascicolo contenente la comparsa di risposta di cui all'art. 167 c.p.c., farne dichiarazione nella medesima comparsa e chiedere contestualmente al Giudice lo spostamento della prima udienza allo scopo di con sentire la citazione del terzo nel rispetto dei termini di cui all'art. 163-bis c.p.c., come previsto dall'art. 269 comma 2 c.p.c.

[2] [2] Ai sensi dell'art. 23, comma 50, d.l. 6 luglio 2011, n. 98, conv., con modif., nella l. 15 luglio 2011, n. 111, in tutti gli atti introduttivi di un giudizio, compresa l'azione civile in sede penale e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio.

[3] [3] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002 modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., nella legge n. 114/2014.

[4] [4] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c..

[5] [5] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c.. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. 115/2002, come modificato dalla disposizione testè ricordata, «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà».

[6] [6] La procura può essere apposta in calce o a margine della citazione (art. 83 c.p.c.). Può anche trattarsi di una procura generale alle liti, i cui estremi vanno in tal caso menzionati. In questo caso è preferibile produrre copia della procura. La procura speciale, invece, può essere apposta in calce o a margine della citazione. Nell'ipotesi di scelta di deposito telematico della citazione (art. 16-bis comma 1-bis d.l. n. 179/2012) occorrerà indicare la seguente dicitura: «giusta procura allegata mediante strumenti informatici e apposta in calce al presente atto di citazione ai sensi dell'art. 83 comma 3 c.p.c.».

Commento

Rientra nell'ambito delle competenze specifiche dell'attività professionale dell'avvocato e dei doveri di diligenza cui tale attività deve essere improntata, a norma dell'art. 1176 c.c., commi 1 e 2 e art. 2236 c.c., la consapevolezza che la mancata prova degli elementi costitutivi della domanda espone il cliente alla soccombenza. Il difensore deve essere altresì consapevole del fatto che il cliente normalmente non conosce, o non è in grado di valutare, regole e tempi del processo; natura dei documenti e delle prove che debbono essere sottoposti al giudice per vincere la causa; possibilità o meno di raggiungere l'obiettivo con gli elementi di cui dispone, ecc..

Sotto tutti questi aspetti egli deve essere guidato e indirizzato dall'avvocato, che gli deve fornire le necessarie informazioni, anche per consentirgli di valutare i rischi insiti nell'iniziativa giudiziale (cfr. sul tema, Cass. III, n. 14597/2004; Cass. III, n. 24544/2009, fra le tante).

Tale essendo il quadro di riferimento, la mancata indicazione al giudice delle prove indispensabili per l'accoglimento della domanda, così come l'omessa citazione di un testimone decisivo è di per sè manifestazione di negligenza del difensore, salvo che egli dimostri di non avere potuto adempiere per fatto a lui non imputabile (art. 1218 c.c.), o di avere svolto tutte le attività che nella particolare contingenza gli potevano essere ragionevolmente richieste allo scopo (art. 1176 c.c.).

È, pertanto, onere dell'avvocato dimostrare di avere sollecitato al cliente la comunicazione dei nominativi dei testimoni, in tempo utile per poterli inserire tra i mezzi di prova, e la consegna tempestiva della documentazione probatoria sì da poterla utilizzare in giudizio. Ed eventualmente dimostrare di aver chiesto al Giudice di rimettere in termini la parte assistita ai fini della produzione documentale, nella ricorrenza dei presupposti previsti dall'art. 153 comma 2 c.p.c.

Con riguardo, invece, alle attività puramente materiali, sebbene connesse alla difesa giudiziale, non può farsi carico al professionista delle conseguenze della loro omissione quando sia stato il cliente ad assumerne espressamente l'onere, anche se su sollecitazione del difensore e al solo fine di agevolarne l'attività, specie se prestata gratuitamente (Cass. n. 1605/2012 relativamente al mancato deposito, presso l'allora Conservatoria RR.II. della nota di trascrizione della domanda giudiziale cui, per espressa volontà dei clienti, avrebbero dovuto provvedere essi stessi).

In proposito, spunti interessanti emergono riflettendo circa l'applicabilità dell'art. 1227 c.c. nell'ipotesi di concorso di colpa del cliente nella produzione del danno. Si è osservato come sia certamente onere del cliente fornire al difensore le informazioni e svolgere le attività riconducibili alla propria sfera giuridica ovvero svolgere le attività propedeutiche all'attività giuridica che sarà poi compito dell'avvocato espletare (Cass. VI, n. 11699/2012); e tuttavia proprio il dato testuale della richiamata disposizione consente di escludere, da un canto, che la responsabilità dell'avvocato possa essere negata per il fatto che il mezzo tecnico o la strategia processuale (ad. Es. la rinuncia ad una consulenza tecnica o ad una prova decisiva) erronei siano stati sollecitati dal cliente, in quanto la scelta della linea difensiva è di esclusiva competenza dell'avvocato e la sua condivisione da parte del cliente ne postula la completa e puntuale informazione in ordine ai costi, ai vantaggi, e alle possibili conseguenze, dall'altro che tra i doveri di correttezza del cliente possa esservi l'assunzione di costi o rischi eccessivi (Cass. II, n. 7618/1997).

Anche nel caso in cui l'attività omessa riguardi la deduzione e l'assunzione delle prove costituende ovvero la produzione in giudizio di quelle precostituite, l'affermazione della responsabilità del professionista postula pur sempre l'allegazione e la prova - il cui onere grava sul cliente - che al diligente compimento dell'attività istruttoria omessa sarebbero conseguiti effetti più vantaggiosi per l'assistito e dunque che l'omissione sia stata causalmente generatrice di un danno.

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