Comparsa di costituzione e risposta in tema di risarcimento danni proposta da socio nei confronti di una s.r.l. e del suo amministratoreInquadramentoAvendo ricevuto la notifica dell'atto di citazione con il quale il socio di una s.r.l. ha agito in giudizio nei confronti suoi e della società, pretendendo il risarcimento dei danni asseritamente subìti a causa della perdita di valore della partecipazione sociale, l'amministratore unico si costituisce, deducendo che il danno lamentato dall'attore è conseguenza indiretta del preteso suo inadempimento, che incide direttamente sul patrimonio sociale e solo in maniera mediata sul valore della quota sociale. FormulaTRIBUNALE DI .... SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA D'IMPRESA COMPARSA DI COSTITUZIONE E RISPOSTA [1] PER La Sig.ra .... (C.F. .... [2] ), nata a .... il ..../..../...., residente in .... alla via .... n. ...., rappresentata e difesa dall'Avv. .... (C.F. .... ), con domicilio eletto in .... alla via .... n. .... presso lo studio dell'Avv. ...., giusta procura in calce al presente atto e reso su foglio separato, dichiarando di voler ricevere tutte le comunicazioni e gli avvisi di cui agli artt. 133 comma 3, 134 comma 3, 170 comma 4 e 176 comma 2 c.p.c., anche al seguente numero di fax ...., ovvero al seguente indirizzo PEC: ....@ .... [3] -convenuta- CONTRO Il Sig. ...., rappresentato e difeso dall'Avv. .... -attore- E La società ....s.r.l., in persona del legale rapp.te p.t. [4], -convenuta- 1. Con atto notificato in data ...., il Sig. .... conveniva in giudizio dinanzi al Tribunale di ...., sezione specializzata in materia d'impresa, il Sig. .... quale amministratore della .... s.r.l. in carica dal ....al .... 2. Assumeva l'attore di aver patito un grave danno, da perdita di valore della quota di partecipazione sociale, a seguito della condotta asseritamente negligente dell'odierno convenuto, il quale, pur avendo disponibilità finanziarie (“di cassa”) sufficienti, non avrebbe provveduto a pagare le imposte, con applicazione in danno della società di sanzioni ed interessi da parte dell'Agenzia delle Entrate. 3. Pertanto, l'attore chiedeva, ex art. 2476, comma 6, c.c., che il Sig. .... fosse condannato a risarcirgli gli asseriti danni patiti per l'importo di Euro .... Con il presente atto si costituisce in giudizio il convenuto per chiedere il rigetto delle domande attoree, essendo le stesse palesemente infondate, per i seguenti MOTIVI La norma di cui all'art. 2476, co. 6, c.c. tutela il diritto al risarcimento del socio di s.r.l. che abbia patito un danno immediato e diretto a seguito dell'operato dell'amministratore. Nel caso di specie, invece, il danno lamentato dall'attore è conseguenza indiretta del preteso inadempimento dell'amministratore, che incide direttamente sul patrimonio sociale ed in maniera mediata sul valore della quota sociale. Tali evidenze privano di alcun fondamento la domanda attorea. Per quanto sopra, il Sig....., come sopra rappresentato, difeso e domiciliato, con il presente atto CONCLUDE Affinché l'On.le Tribunale adito voglia: 1. Rigettare la domanda attorea, in quanto destituita di fondamento giuridico, per i motivi tutti di cui al presente atto; 2. Con vittoria della spese di lite. Con riserva di formulare le istanze istruttorie nei termini di cui all'art. 183, comma 6 c.p.c., che sin d'ora si richiedono. Si depositano i seguenti documenti in copia: 1) Atto di citazione; 2) Visura sulla società; Ai sensi e per gli effetti del d.P.R. n. 115/2002, si dichiara che il presente atto non contiene domande riconvenzionali né istanze di chiamata di terzi in causa, onde non sconta alcun contributo unificato. Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA AD LITEM Il sottoscritto Sig. .... (C.F. ....), nato a .... il .... e residente in .... alla via ...., informato ai sensi dell'art. 4, comma 3, del d.lgs. n. 28/2010 della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20 del medesimo decreto, con la presente conferisco incarico all'Avv. .... (C.F. ....) a rappresentarmi e difendermi nel giudizio da promuovere dinanzi al Tribunale di ...., sezione specializzata in materia di impresa, ivi comprese le fasi esecutive e di impugnazione che da questo conseguono, con ogni più ampia facoltà di legge; a tal uopo conferisco, altresì, al nominato procuratore ogni facoltà di legge, comprese quelle di conciliare, incassare, quietanzare, rinunziare e transigere, con promessa di rato e fermo del suo operato; lo autorizzo, infine, al trattamento dei miei dati personali, conformemente alle norme del d.lgs. n. 196/2003 e limitatamente alle finalità connesse all'esecuzione del presente mandato. Eleggo domicilio presso il suo studio in ....alla via ...., n. .... Luogo e data .... Sig. .... È autentica Firma Avv. .... Il contenuto della comparsa di costituzione e di risposta è disciplinato dall'art. 167 c.p.c. Per le indicazioni da effettuare nel corpo della comparsa deve farsi riferimento all'art. 125 c.p.c. Il convenuto deve costituirsi a mezzo del procuratore, o personalmente nei casi consentiti dalla legge, almeno settanta giorni prima dell'udienza di comparizione fissata nell'atto di citazione, depositando in cancelleria il proprio fascicolo contenente la comparsa di cui all'articolo 167 con la copia della citazione notificata, la procura e i documenti che offre in comunicazione. Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come sostituito dall' art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197 , che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti. In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il C.F., oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. 6 luglio 2011, n. 98, conv., con modif., dalla l. 15 luglio 2011, n. 111). [2] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. 98/2011, conv. con modif. dalla legge n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8, d.l. 193/2009 conv. con modif. dalla legge n. 24/2010. [3] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., dalla legge n. 114/2014. L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. e dall'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014, conv. con modif., dalla legge n. 114/2014. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. cit., «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ...ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà». [4] Nella società a responsabilità limitata, il singolo socio è legittimato, giusta l'art. 2476, comma 3, c.c., ad esercitare, come sostituto processuale, l'azione di responsabilità spettante alla società, nei cui confronti, pertanto, deve essere integrato il contraddittorio, quale litisconsorte necessaria (Cass. I, n. 10936/2016). In siffatta evenienza, la società, in quanto litisconsorte necessario, non può essere rappresentata dallo stesso soggetto convenuto con l'azione di responsabilità esercitata in sua vece: a pena di conflitto di interessi con il suo rappresentante legale, anche solo potenziale, deve, dunque, essere nominato un curatore speciale ai sensi dell'art. 78, comma 2, c.p.c. non essendo necessario l'accertamento dei sintomi dell'effettività del conflitto. CommentoL'azione individuale di risarcimento del danno attribuita ai singoli soci nei confronti degli amministratori dall'art. 2395 c.c. ovvero, quanto alle società a responsabilità limitata, dall'art. 2476, comma 6, c.c., è di natura aquiliana (costituendo un'applicazione dell'ipotesi disciplinata dall'art. 2043 c.c.), ma è connotata da profili di specialità rispetto alla previsione generale dell'art. 2043 c.c., in considerazione della qualità del soggetto danneggiato e del soggetto danneggiante, e presuppone, oltre al compimento di atti gestori dolosi o colposi, la produzione di un danno direttamente incidente sul patrimonio personale del singolo socio. L'azione esige, quindi, che il pregiudizio non sia il mero riflesso dei danni eventualmente recati al patrimonio sociale (giacché l'art. 2395 c.c. esige che il singolo socio sia stato danneggiato «direttamente» dagli atti colposi o dolosi dell'amministratore, mentre il diritto alla conservazione del patrimonio sociale appartiene unicamente alla società), ma si tratti di danni direttamente causati al socio come conseguenza immediata della condotta degli amministratori. Pertanto, né l'inattività dell'assemblea, né la perdita del capitale sociale e né l'inadempimento contrattuale posto in essere dall'amministratore integrano, di per sé, i presupposti della disposizione, in quanto la prima inerisce al mero funzionamento degli organi sociali e non comporta necessariamente un danno alla società o al socio, mentre il capitale è un bene della società e non dei soci, i quali dalle perdite subiscono soltanto un danno riflesso a causa della diminuzione di valore della propria partecipazione, ed, infine, ad esempio, il mancato rimborso della somma presa a mutuo dalla società può comportare la responsabilità dell'amministratore soltanto quando derivi da un illecito colposo o doloso dell'organo nell'inadempimento del mutuo (Cass. I, n. 15220/2010). Tale responsabilità postula, inoltre, fatti illeciti direttamente imputabili a comportamento colposo o doloso degli amministratori medesimi, come si evince, fra l'altro, dall'utilizzazione dell'avverbio “direttamente” (Cass. I, n. 21130/2008). Grava sull'attore fornire rigorosa prova sia del danno concretamente subito, sia della natura colposa o addirittura dolosa della condotta dell'amministratore, sia del nesso causale esistente tra condotta ed evento, dal momento che, altrimenti, qualora il danno prospettato risulti essere mera conseguenza riflessa del danno patito dalla società, si esce dalla previsione invocata. Pertanto, a fronte dell'inadempimento contrattuale di una società di capitali, la responsabilità risarcitoria degli amministratori nei confronti dell'altro contraente non deriva automaticamente da tale loro qualità, ma richiede, ai sensi dell'art. 2395 c.c., la prova di una condotta dolosa o colposa degli amministratori medesimi, del danno e del nesso causale tra questa e il danno patito dal terzo contraente. Ad esempio, il socio deve dimostrare di aver dovuto corrispondere l'importo di una sanzione amministrativa a lui comminata (si pensi al caso in cui, all'esito di accertamento fiscale eseguito dalla G.d.F., che abbia ritenuto l'esistenza di costi indeducibili esposti dalla società, gli siano state applicate sanzioni amministrative sul presupposto dell'intervenuta percezione di utili d'impresa non dichiarati da parte del medesimo), ovvero di non aver percepito utile di sorta (Trib. Piacenza, 25 maggio 2015, n. 414). In particolare, in ipotesi di bilancio contenente indicazioni inveritiere, che si assumano aver causato l'affidamento del terzo circa la solidità economica-finanziaria della società e la decisione del medesimo di contrattare con essa, il terzo che agisca per il risarcimento del danno avverso l'amministratore che abbia concorso alla formazione del bilancio asseritamente falso è onerato di provare non soltanto tale falsità, ma anche, mediante qualsiasi mezzo di prova, il nesso causale tra il dato falso e la propria determinazione di concludere il contratto, da cui sia derivato un danno in ragione dell'inadempimento della società alle proprie obbligazioni (Cass. I, n. 17794/2015). Così costituisce danno diretto, che legittima la proposizione di un'azione individuale di responsabilità nei confronti degli amministratori, quello risentito nella propria sfera patrimoniale da chi, per effetto di una inveritiera rappresentazione di bilancio, abbia acquistato per un determinato prezzo azioni di una società aventi, in realtà, valore nullo (Cass. I, n. 13766/2007). In generale, un danno non può considerarsi giuridicamente riflesso quando tale possibilità non sussista, come per i danni arrecati alla sfera personale del socio (diritto all'onore o alla reputazione) o per taluni danni patrimoniali - come quelli derivanti dalla perdita di opportunità personali, economiche e lavorative, o dalla riduzione del cd. merito creditizio - i quali vanno risarciti al socio dal terzo responsabile (così Cass. I, n. 27733/2013, in una fattispecie relativa a comportamenti illeciti tenuti da istituti bancari nei confronti di società partecipate dai soci danneggiati, e poi fallite). La mancata percezione degli utili e la diminuzione di valore della quota di partecipazione non costituiscono danno diretto del singolo socio, poiché gli utili fanno parte del patrimonio sociale fino all'eventuale delibera assembleare di distribuzione e la quota di partecipazione è un bene distinto dal patrimonio sociale, la cui diminuzione di valore è conseguenza soltanto indiretta ed eventuale della condotta dell'amministratore (Cass. I, n. 22573/2014; Cass. I, n. 8359/2007). In caso di “pessima gestione” della compagine societaria, invece, spetta alla società e non al singolo componente chiedere il risarcimento (Cass. n. 15220/2010, cit.). L'azione risarcitoria spettante al singolo socio o al terzo direttamente danneggiati da atti colposi o dolosi degli amministratori prescinde dalla circostanza che il pregiudizio sia stato arrecato dagli amministratori nell'esercizio, o non, delle loro incombenze e sia riconducibile a inadempimento della società o ad atto compiuto dagli amministratori nell'interesse della società stessa (Cass. II, n. 14121/2014). Invero, la società, per il principio dell'immedesimazione organica, risponde civilmente degli illeciti commessi dall'organo amministrativo nell'esercizio delle sue funzioni, richiedendosi unicamente che l'atto stesso sia, o si manifesti, come esplicazione dell'attività della società, in quanto tenda al conseguimento dei fini istituzionali di questa, e tali responsabilità si aggiunge, ove ne ricorrano i presupposti, a quella degli amministratori, prevista dall'art. 2395 c.c. In quest'ottica, la responsabilità risarcitoria dell'amministratore di una società di capitali nei confronti dei soci e dei terzi non è in alcun modo dipendente, sul piano logico, da quella, di natura contrattuale, eventualmente fatta valere nei confronti della società, così come questa seconda non presuppone l'accertamento di quella (Cass. I, n. 14558/2008). È opportuno evidenziare che la responsabilità degli amministratori di società di capitali, prevista dall'art. 2395 c.c., nei confronti dei soci direttamente danneggiati da un loro atto, si estende, ai sensi delle regole generali, alla società, ancorché l'atto dannoso sia stato compiuto con dolo o abuso di potere e non rientri nella competenza degli amministratori, bensì dell'assemblea, essenziale essendo soltanto che l'atto stesso sia e si manifesti come esplicazione dell'attività della società, ossia tenda al conseguimento dei fini istituzionali di questa (Cass. I, n. 25946/2011). Peraltro, l'art. 2395 c.c. è applicabile indipendentemente dalla possibilità di esperire anche azione contro la società. Il danno derivante dall'acquisto avvenuto sulla base di informazioni scorrette (si pensi alla diffusione di informazioni scorrette che abbiano determinato l'acquisto delle azioni) è pari alla differenza tra l'importo impiegato nell'investimento e quello ricavato all'esito del relativo disinvestimento (Trib. Roma 27 ottobre 2014). Il dies a quo di decorrenza della prescrizione quinquennale va collocato nel giorno in cui l'errore eventualmente commesso è stato percepibile all'esterno secondo la ordinaria diligenza. |