Memoria ex 183, comma 6, c.p.c. per danno derivati da sottoscrizione delle polizze index linked

Maria Carolina De Falco
aggiornata da Alessia Longo

Inquadramento

Le polizze index linked rientrano, unitamente alle unit linked, nel ramo III di cui all'art. 2 cod.ass., che le definisce come i contratti di assicurazione sulla vita, di nuzialità e natalità, le cui prestazioni principali sono direttamente collegate al valore di quote di organismi investimento collettivo del risparmio o di fondi interni (unit linked) ovvero a indici o altri valori di riferimento (index linked).

Le polizze linked, pertanto, costituiscono contratti assicurativi caratterizzati dalla diretta dipendenza delle prestazioni al valore di un'entità di riferimento.

Relativamente alle polizze unit linked, l'entità del capitale o della rendita dipende dai risultati della gestione di uno o più fondi di investimento che possono essere interni, cioè costituiti dalla stessa compagnia all'interno delle riserve matematiche afferenti le polizze in esame e denominati fondi assicurativi, o esterni, cioè fondi comuni di investimento .

Nelle polizze index linked, al pari delle polizze unit, la prestazione cui è tenuto l'assicuratore non è predeterminata nell'ammontare al momento della conclusione del contratto, ma varia in funzione del valore di obbligazioni strutturate ovvero di strumenti finanziari il cui rendimento dipende dall'andamento di uno o più indici del mercato finanziario.

Ulteriore tratto distintivo delle polizze in esame è dato dalla circostanza che alla loro conclusione non si perviene in qualunque momento, ma solo in concomitanza con l'emissione delle obbligazioni strutturate ad esse sottostanti e alla necessità di misurare, da una data precisa fino alla scadenza del contratto, la variazione dell'indice o degli indici finanziari cui tali obbligazioni sono ancorate.

Conclusa l'operazione di emissione delle obbligazioni strutturate, non è più possibile, infatti, per gli assicurati sottoscrivere le polizze index linked, salvo che la compagnia e la sua rete distributiva, non riuscendo a provvedere ad un loro integrale collocamento, non consentano ai risparmiatori di sottoscriverle corrispondendo successivamente un premio di entità superiore rispetto a quello inizialmente determinato.

Con la presente memoria ex art. 183 comma 6 c.p.c. I termine, la parte attrice illustra e precisa le proprie tesi difensive all'esito delle difese della banca/intermediaria.

In particolare, a fronte dell'assimilazione del prodotto acquistato dal cliente ad un contratto di assicurazione sulla vita ( che escluderebbe sia la sottoscrizione del contratto quadro che l'obbligatorietà della prestazione informativa ex art. 23 T.U.I.F.), la parte attrice chiarisce che il prodotto acquistato era di natura finanziaria in quanto il suo valore era direttamente agganciato all'andamento di alcuni fondi di investimento, con trasferimento del rischio dall'assicuratore all'assicurato.

Insiste, pertanto, nella declaratoria di nullità del contratto per difetto di forma e nella domanda di risarcimento dei danni pari alla restituzione delle somme investite, e nel guadagno in caso di investimento delle stesse in titolo dello Stato Italiano.

Formula

TRIBUNALE DI ....

R.G.... Giudice .... Udienza ....

MEMORIA EX C.P.C. ART. 183, COMMA 6, N. 1.

PER

il Sig. .... rappresentato e difeso dall'Avv. ....

- attore –

CONTRO

Società di Assicurazione .... in persona del legale rapp.te p.t., con l'Avv. ....

Banca .... in persona del legale rapp.te p.t., con l'Avv. ....

- convenute –

*********

Con atto di citazione, notificato il ...., il Sig. .... conveniva in giudizio dinanzi al Tribunale di .... la compagnia assicurativa e l'Istituto di credito per ivi sentirle condannare, previo accertamento della nullità della polizza quadriennale Index linked denominata .... , stipulata in data .... con l'Assicurazione ed emessa in data .... dalla Banca.... alla restituzione della somma di euro .... versata contestualmente alla sottoscrizione, oltre al risarcimento dei danni che determinava in euro ...., pari a quanto avrebbe guadagnato se avesse investito la detta somma in titoli di Stato.

In particolare, l'assicurato rilevava la nullità del contratto sottoscritto per difetto dell'elemento volitivo del contraente exc.c. artt. 1325, n. 1, e 1418, comma 2, configuratosi nella sostanza come investimento finanziario, ma denominato “polizza di assicurazione sulla vita - index linked” e prospettato dal promotore finanziario della banca come comune assicurazione. Altresì, sosteneva la vessatorietà exc.c. artt. 1469 bis, comma 2, n. 10, e 1469 quinquies, comma 2, n. 3, e dunque l'inefficacia, della dichiarazione dalla stessa sottoscritta, contenuta nella proposta, con cui affermava di aver ricevuto il fascicolo informativo e di averne preso conoscenza, poiché tale proposta era formata solo da 3 fogli, senza contenere il regolamento contrattuale.

Altresì, domandava la nullità del negozio così come sancito dal T.U.F., art. 23, posto che l'operazione in questione, ricondotta alla categoria dei “prodotti finanziari”, difettava del “contratto quadro”. In via subordinata, l'assicurata chiedeva l'annullabilità del contratto exc.c. artt. 1439 e 1429, essendo stata convinta a sottoscrivere l'investimento obbligazionario sotto il nome fittizio di polizza assicurativa.

Infine, previo accertamento della relativa responsabilità, chiedeva la condanna in solido al risarcimento del danno subito, ai sensi del c.c. artt. 1337, 2043 e 2049 c.c..

In data ...., si costituivano la convenuta, la quale chiedevano rigettarsi integralmente la domanda poiché assolutamente infondata in fatto ed in diritto.

In particolare le stesse deducevano di aver rispettato tutti gli obblighi imposti dalla normativa di settore in materia di assicurazione; specificamente ritenevano non gravanti su di loro il dovere di far sottoscrivere il documento sui rischi generali di investimento al Sig. .... atteso il carattere chiaramente assicurativo e non finanziario della polizza sottoscritta, sicchè la disciplina applicabile alla fattispecie concreta non era quella prevista in materia di intermediazione finanziaria, bensì quelle in tema di assicurazioni.

All'udienza del ...., il Giudice concedeva i termini di cui al c.p.c. art. 183, comma 6, rinviando la causa al giorno ....

Con il presente atto il Sig. .... come sopra, nel riportarsi ai propri scritti difensivi ed alla documentazione allegata e nell'impugnare tutto quanto ex adverso dedotto, prodotto ed eccepito, alla luce delle considerazioni svolte da parte avversa nell'atto di costituzione, ritiene opportuno svolgere le seguenti considerazioni in

DIRITTO

Come già evidenziato nell'atto di citazione, va ribadito che le polizze vita linked sono considerate, dalla maggioranza della dottrina e dalla giurisprudenza, strumenti prettamente finanziari che si differenziano dai prodotti assicurativi tradizionali in quanto il loro rendimento è “agganciato” ad una attività finanziaria sottostante, sussistendo un collegamento tra l'aspettativa finale di capitale-rendita dell'assicurato e l'andamento degli indici sottostanti. Quest'ultimi sono rappresentati da quote di fondi di investimento (UNIT-LINKED) oppure da indici di borsa o panieri azionari (INDEX-LINKED). La variabilità di detti elementi sottostanti determina una condizione di incertezza per l'investitore il quale potrebbe vedere subita una perdita più o meno consistente sulla base dell'andamento.

Al di là delnomen iurisattribuito, quindi, è proprio il “fattore di rischio”, a determinare la sostanziale differenza tra le polizze in esame e quelle tradizionali vita, poiché in queste ultime il rischio è assunto dall'assicuratore, mentre nelle linked è trasferito all'assicurato 1.

....A tal riguardo la giurisprudenza ha chiarito che le polizze unit linked, a differenza delle assicurazioni sulla vita di tipo tradizionale, prevedono prestazioni flessibili collegate all'andamento di fondi di investimento, rientrando in tal modo pienamente nella categoria dei “prodotti finanziari emessi da imprese di assicurazione” e ad esse applicandosi le disposizioni del T.U.F. artt. 21 e 23. L'intermediario finanziario non può prestare il servizio di collocamento di polizze unit linked se non sulla base di un contratto scritto (il contratto-quadro o contratto di intermediazione finanziaria) previsto a pena di nullità dal citato art. 23.

Pertanto, il contratto di assicurazione unit linked è nullo ove privo, a monte, di un contratto-quadro che regoli il collocamento dei prodotti finanziari presso il cliente sottoscrittore. Dalla nullità contrattuale discende la mancanza di una causa attributiva dei premi versati e il diritto alla ripetizione dei medesimi, a titolo di indebito oggettivo exc.c. art. 2033. Trattandosi di prestazioni esecutive del contratto stipulato con l'intermediario finanziario, obbligato alla ripetizione è il medesimo, anche se i premi sono stati corrisposti direttamente alla società emittente il prodotto finanziario. 2

Inoltre, la banca che non ottemperi agli obblighi di cui al T.U.F. obblighi di trasparenza ed informazione è responsabile in solido con la compagnia assicurativa nel caso di nullità del prodotto Index Linked3.

Le polizze unit linked sono dunque caratterizzate da una componente causale mista: finanziaria ed assicurativa.  Ove sia prevalente la causa finanziaria, la parte qualificata come assicurativa deve rispondere ai principi dettati dal codice civile, delle assicurazioni e della normativa secondaria ad essi collegata, con particolare riferimento al rischio demografico rispetto al quale il giudice di merito deve valutare l'entità della copertura assicurativa, desumibile dall'ammontare del premio versato dal contraente rispetto al capitale garantito, dall'orizzonte temporale e dalla tipologia dell'investimento (così Corte appello Ancona sez. I, 03/05/2023, n.723).

Inoltre, attesa la natura finanziaria delle polizze vita linked, è applicabile ad esse la disciplina relativa ai valori mobiliari.

L'assicurazione sulla vita c.d. mista, contenente l'impegno dell'assicuratore al pagamento di un capitale o di una rendita, a seconda se l'assicurato sia ancora in vita ovvero prima della scadenza prefissata se l'assicurato sia deceduto prima, persegue una duplice finalità, previdenziale e di capitalizzazione. Qualora, il pagamento delle prestazioni assunte dall'assicuratore sia subordinato alla solvibilità del soggetto emittente il titolo strutturato, il rischio finanziario è integralmente accollato al contraente/assicurato al quale non è garantito, né un rendimento minimo, né la restituzione parziale del premio corrisposto. La natura finanziaria delle polizze vita linked ne comporta l'assoggettamento alla regolamentazione stabilita dal TUF per i valori mobiliari. Tribunale Pisa, 18/04/2023, n.569.

CONCLUSIONI

Alla luce di tutto quanto testè evidenziato, si insiste affinchè l'Ill.mo Giudice adito voglia accogliere la domanda, così come formulata nell'atto di citazione.

Con vittoria di spese, diritti ed onorari di causa ed attribuzione.

Luogo e data ....

Firma Avv. ....

[1] [1] Corte di Appello di Bologna, sentenza 28 luglio 2016 n. 1396.

[2] [2] Tribunale di Salerno sentenza 24 maggio 2016.

[3] [3] Tribunale di Firenze sentenza 25 giugno 2015 n. 2327.

Commento

Natura giuridica

Il principale dilemma interpretativo riguardante l'istituto in parola è quello della riconducibilità dello stesso ai contratti di assicurazione sulla vita ed alla regolamentazione codicistica di pertinenza.

Come è noto, infatti, il contratto di assicurazione sulla vita è caratterizzato dalla struttura aleatoria e della funzione previdenziale: secondo autorevole dottrina, per essere inquadrato quale contratto di assicurazione sulla vita, qualsivoglia negozio stipulato da un'impresa di assicurazioni deve (a) contemplare un rischio demografico, ossia prevedere una oggettiva ed apprezzabile variabilità della prestazione di una delle parti in ragione della durata della vita umana; (b) garantire all'assicurato una prestazione certa, qualora si verifichi l'evento (morte o sopravvivenza) contemplato, di ammontare tale da far fronte alle esigenze previdenziali.

Seguendo tale posizione, la mancanza del primo requisito, invero, si traduce nella mancanza di una situazione oggettiva di rischio (art. 1895 c.c.) e, quindi, della aleatorietà del contratto che, se voluta o accettata dalle parti al momento della stipulazione, non rende nullo lo stesso ma rescinde il legame tra il perseguimento della funzione previdenziale e il congegno aleatorio - fondato, nelle (più frequenti) ipotesi in cui è incerta la prestazione dell'impresa, su un esborso dell'assicurato certo (premio) di entità inferiore rispetto a quello incerto rappresentato, appunto, dalla somma promessa dall'impresa — che, come si è detto, connota lo schema assicurativo; dalla mancanza, poi, del secondo requisito - garanzia di restituzione del premio versato o garanzia inferiore al premio versato (c.d. garanzia parziale) – consegue l'assenza della funzione previdenziale.

Così, la recente giurisprudenza di merito per cui, per il secondo profilo, “Le polizze unit linked che prevedono la prestazione dell'assicuratore determinata a posteriori sulla base dei risultati degli investimenti dei premi corrisposti dal sottoscrittore escludendo la garanzia di rimborso dell'intero premio ma prevedendo una garanzia parziale, non possono essere qualificate come prodotti puramente finanziari ma costituiscono prodotti a componente mista, assicurativa e finanziaria” (Tribunale Milano, 16 aprile 2015, n. 30127; ma vedi anche Tribunale Parma I, 10 agosto 2010, n. 1107 per cui “Non può definirsi "polizza vita" un contratto che preveda un investimento finanziario non finalizzato a soddisfare principalmente bisogni di carattere previdenziale. Per aversi una funzione di tutela previdenziale e, quindi, per potersi qualificare come polizza vita, il contratto deve prevedere quale obiettivo minimo, in caso di decesso, la conservazione integrale del capitale, dato che la previsione di un rimborso, in caso di morte, in misura inferiore al capitale versato è incompatibile con lo strumento della assicurazione sulla vita quale forma di assicurazione privata”; sulla stessa linea Trib. Trani, 11 marzo 2008, Trib. Salerno, 7 luglio 2009; Trib. Milano, 12 febbraio 2010; Trib. Busto Arsizio, 6 novembre 2009).

Tanto che si può così sintetizzare: nelle ipotesi di polizze variabili del ramo III senza garanzia o con garanzia parziale di restituzione del capitale manca, tout-court, la funzione previdenziale e, quindi, si è innanzi ad un negozio finanziario, di puro investimento; nelle ipotesi di polizze variabili del ramo III con garanzia della restituzione dell'intero capitale, è preservata in parte la funzione previdenziale, ma al di fuori dal meccanismo assicurativo: dunque, è configurabile un prodotto finanziario di risparmio con una causa mista anche previdenziale; nelle polizze variabili del ramo III con garanzia della restituzione dell'intero capitale e di un apprezzabile rendimento viene, infine, realizzata la funzione previdenziale e si è innanzi ad un contratto misto, con prevalente funzione assicurativa e con una componente finanziaria di investimento (cfr. Tribunale Napoli, 17 aprile 2013, n. 5060).

Quanto alla mancanza del primo requisito, poi, la stessa giurisprudenza di merito ha affermato che “Qualora si volesse ritenere che nel caso in cui, nell'ambito di una polizza sulla vita index linked la prestazione dell'assicuratore non sia legata ad un evento attinente alla durata della vita umana, ma al valore di strumenti finanziari assunti quale riferimento, la causa del contratto deve ritenersi estranea a quella tipica del contratto di assicurazione, divenendo del tutto irrilevante il nomen iuris attribuito al contratto dalle parti, con la conseguenza che ad esso devono essere applicate le norme relative alla intermediazione finanziaria” (cfr. Tribunale Bari IV, 04 luglio 2012, n. 2414 ; Tribunale Venezia, 24 giugno 2010).

A seconda, dunque, dell'atteggiarsi dei requisiti tipici del contratto di assicurazione sulla vita nell'ambito delle polizze unit linked e index linked, sarà possibile verificare la reale causa del contratto e l'assimilabilità, o meno, alla causa assicurativa (cfr. Cass. III  n. 7577/2020) “La qualificazione di un contratto (nonché l'interpretazione della volontà delle parti) come rientrante in una fattispecie oppure no, è operazione rimessa al giudice di merito, la quale è demandato di stabilire se la polizza, al di là del nomen iuris dato dalle parti, sia da considerarsi come polizza assicurativa sulla vita oppure come strumento finanziario con rischio esclusivo a carico dell'assicurato; o in alternativa come un contratto che presenti gli elementi dell'uno o dell'altro tipo. Questa attività interpretativa è rimessa alla discrezionalità del giudice di merito, e se adeguatamente motivata, non è censurabile in Cassazione”).

Ad esempio in ordine alla forma del contratto cd. unit linked la Cass. III,  n. 3707/2018 è intervenuta puntualizzando che “Ai fini della validità di un contratto c.d. unit linked, il quale si sostanzia in un investimento finanziario in forma di polizza vita, non è richiesto il consenso in forma scritta dell'assicurato, ai sensi dell'art. 1919, comma 2, c.c., qualora questi coincida con il beneficiario”, mentre in ordine alla causa e natura del medesimo contratto la giurisprudenza di merito la App. Roma  III, 31 luglio 2017, n. 5204 ne sancisce la natura assicurativa ( “La polizza index linked, benché contenente una componente finanziaria, resta una polizza assicurativa sulla vita, che esclude qualsiasi rischio finanziario a carico dell'assicurato”), nel senso che se lo schema giuridico delle polizze "Index Linked" è quello di un contratto di assicurazione sulla vita, è corretto affermare che tale contratto è caratterizzato dalla certezza della prestazione prevista alla scadenza della polizza (capitale minimo liquidabile alla scadenza) e dalla funzione di garanzia del risparmio e che deve ritenersi escluso qualsiasi rischio finanziario a carico dell'assicurato-contraente.

Solo di recente la Suprema Corte di Cassazione ha tracciato un quadro più lineare in ordine alla natura delle polizze united linked specificando che “Il contratto di assicurazione sulla vita è tale solo qualora rechi la garanzia della conservazione del capitale alla scadenza. In difetto, il suddetto contratto deve considerarsi un investimento finanziario, con la conseguente applicazione del t.u.f. e del regolamento Consob. Infatti, se il rischio è posto interamente in capo al soggetto assicurato, si ricade in una fattispecie contrattuale diversa dall'assicurazione sulla vita ove l'intermediario è tenuto a rispettare le regole di leale comportamento previste dalla normativa. Inoltre, la natura speculativa e non assicurativa del prodotto comporta una diversa applicazione della disciplina in ambito successorio e fiscale (Cass. III, n. 10333/2018).

La Corte nella vicenda portata al suo vaglio sottolinea come il giudice, per accertare se l'impresa emittente abbia violato le regole di leale comportamento previste dalla specifica normativa, debba interpretare il contratto e valutare se si tratti di una polizza sulla vita o di un negozio di investimento. Tale interpretazione - che sfugge al sindacato di legittimità - deve avvenire tenendo presente che: se il rischio avente ad oggetto un evento dell'esistenza dell'assicurato è assunto dall'assicuratore, si tratta di una polizza vita;se  il rischio di “performance” è per intero addossato all'assicurato, si rientra nell'ambito degli strumenti finanziari. Un'ipotesi di rischio esclusivamente in capo all'assicurato si ravvisa qualora il costo della copertura per il caso di morte sia detratto dal premio netto ovvero al beneficiario non siano garantiti né un rendimento minimo, né la restituzione del valore nominale del capitale versato al verificarsi dell'evento morte.

Una delle dirette conseguenze dell'inquadramento delle polizze united linked nei contratti finanziari è la loro sequestrabilità e pignorabilità.

In tema di impignorabilità ed insequestrabilità delle polizze "vita" il Tribunale di Parma, con la decisione della sezione I del 10 agosto 2010, n. 1107, ha dichiarato che le polizze "index linked" sono assoggettabili a pignoramento, non potendosi applicare alle medesime l'eccezione di cui all'art. 1923 c.c., in quanto la causa giuridica di tali polizze non è assicurativa, di garanzia, ma trattasi, in maniera prevalente, di prodotti finanziari a tutti gli effetti che possono essere riscattati in qualsiasi momento e nulla garantiscono per l'assicurato, nemmeno il recupero del valore investito, contrariamente a quanto si verifica per le polizze vita tradizionali.

Viceversa propriamente in tema di polizze index liked, ai fini della definizione della causa tipica del contratto, “Nelle polizze unit linked, caratterizzate dalla componente causale mista (finanziaria e assicurativa sulla vita), anche dove sia prevalente la causa 'finanziaria', la parte qualificata come 'assicurativa' deve comunque rispondere ai principi dettati dal codice civile, dal codice delle assicurazioni e dalla normativa secondaria ad essi collegata, con particolare riferimento alla ricorrenza del rischio demografico rispetto al quale il Giudice di merito deve valutare l'entità della copertura assicurativa che, avuto riguardo alla natura mista della causa contrattuale, dovrà essere vagliata con specifico riferimento all'ammontare del premio versato dal contraente, all'orizzonte temporale ed alla tipologia dell'investimento” (Cass. III, n. 6319/2019) .

Obblighi contrattuali dell'assicuratore, intermediario e promotore

Per quanto attiene agli obblighi di trasparenza ed informazione cui sono tenute le imprese assicurative nella offerta delle polizze del ramo III, il regolamento Isvap 26 maggio 2010, n. 35, concernente la disciplina degli obblighi di informazione e della pubblicità dei prodotti assicurativi, di cui al titolo XII del codice delle assicurazioni, ha escluso che alle polizze linked si applichino le disposizioni concernenti gli obblighi di informativa precontrattuale e, tra queste, in particolare, l'obbligo per le imprese di consegnare il fascicolo informativo. Pertanto, le imprese assicurative che emettono polizze linked sono ora sottoposte esclusivamente alla disciplina del d.lg. del 24 febbraio 1998, n. 58 (Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria) che, come è noto, è stato modificato dalla legge sulla tutela del risparmio e dal successivo decreto correttivo, per effetto dei quali i prodotti finanziari emessi dalle imprese assicurative sono soggetti alla disciplina della offerta al pubblico e del prospetto informativo.

Inoltre, alle polizze del ramo III si applicano gli artt. 21 e 23 del t.u.f. che, come è noto, enunciano i criteri generali di prestazione dei servizi di investimento e alcune regole relative alla fase precontrattuale, di perfezionamento e di esecuzione dei contratti; l'art. 30 del t.u.f., concernente l'offerta fuori sede dei prodotti finanziari, se collocati da soggetti abilitati, e l'art. 32, comma 2, del t.u.f., relativo alla promozione e al collocamento a distanza dei prodotti finanziari.

A tale normativa si aggiunge, con finalità integrativa ed attuativa, quella contenuta nei provvedimenti Consob: il Regolamento 29 ottobre 2007, n. 16190, successivamente modificato dalla delibera n. 16736 del 18 dicembre 2008 (c.d. Regolamento Intermediari), il cui libro VI è specificamente dedicato ai prodotti finanziari emessi dalle imprese assicurative, ed il Regolamento 14 maggio 1999, n. 11971 da ultimo modificato dalle delibere n. 17326 del 13 maggio 2010 e n. 17389 del 23 giugno 2010 (c.d. Regolamento Emittenti).

Quest'ultimo provvedimento è stato integrato dalla Consob attraverso la delibera del 3 maggio 2007, n. 15915 con la quale l'autorità di vigilanza ha introdotto l'obbligo, per le imprese assicurative che intendano effettuare una offerta avente ad oggetto le polizze linked ed i contratti di capitalizzazione, di redigere il prospetto informativo.

La ratio degli interventi in esame è stata quella di uniformare il mercato assicurativo a quello bancario e mobiliare e di apprestare, per il sottoscrittore di un prodotto assicurativo con prevalente connotazione finanziaria, il medesimo corredo di tutele riconosciute all'investitore dal testo unico della finanza.

Tuttavia, in ragione della natura assicurativa dell'ente emittente le polizze linked e i contratti di capitalizzazione e della necessità di ottemperare alle prescrizioni dettate dalla legislazione comunitaria e nazionale in materia di assicurazione sulla vita, per quanto concerne le modalità di avvio dell'offerta di prodotti finanziari assicurativi, non è stato previsto un regime autorizzatorio del prospetto, ma un obbligo di comunicazione alla Consob dell'offerta, contestualmente al suo avvio, e la pubblicazione del prospetto informativo.

Anche prima dell'introduzione della nuova normativa, però, la Suprema Corte di Cassazione aveva posto l'accento sugli obblighi informativi dell'assicuratore come espressione dei principi vigenti in materia contrattuale ai sensi degli art. 1175,1337 e 1375 c.c. (cfr. Cass. III, n. 8412/2015; Cass. III, n. 6061/2012 per cui “In materia di contratto di assicurazione, l'assicuratore come il proprio intermediario o promotore) ha il dovere primario di fornire al contraente una informazione esaustiva, chiara e completa sul contenuto del contratto, oltre quello di proporgli polizze assicurative realmente utili alle sue esigenze, integrando la violazione di tali doveri una condotta negligente ex art. 1176, secondo comma, c.c.” (ma vedi contra Trib. Milano, 16 aprile 2015, n. 30127).

Nello stesso senso, ancor prima, la Suprema Corte di Cassazione aveva così statuito, “In tema di contratto di assicurazione sulla vita stipulato prima dell'entrata in vigore della l. n. 262/20052 e del d.lgs. n. 303/2006, nel caso in cui sia stabilito che le somme corrisposte dall'assicurato a titolo di premio vengano versate in fondi d'investimento interni o esterni all'assicuratore, che, alla scadenza del contratto o al verificarsi dell'evento in esso dedotto, l'assicuratore sarà tenuto a corrispondere all'assicurato una somma pari al valore delle quote del fondo mobiliare al momento stesso (polizze denominate unit linked), il giudice di merito, al fine di stabilire se l'impresa emittente, l'intermediario ed il promotore abbiano violato le regole di leale comportamento previste dalla specifica normativa e dall'art. 1337 c.c., deve interpretare il contratto, e tale interpretazione non è censurabile in sede di legittimità se congruamente e logicamente motivata, al fine di stabilire se esso, al di là del nomen iuris attribuitogli, sia da identificare come polizza assicurativa sulla vita (in cui il rischio avente ad oggetto un evento dell'esistenza dell'assicurato è assunto dall'assicuratore) oppure si concreti nell'investimento in uno strumento finanziario (in cui il rischio di performance sia per intero addossato all'assicurato(cfr. Cass. III, n. 6061/2012; ma anche Corte appello Torino, 16 novembre 2009).

Dunque, prima ancora della normativa che ha esteso anche alle polizze in parola la regolamentazione sui prodotti finanziari, il mancato rispetto degli obblighi informativi, in ordine alla tipologia di strumento di riferimento, determinava la responsabilità precontrattuale dell'intermediario (“Qualora in una polizza "index linked" sia contemplato un evento attinente alla durata della vita umana, ma dal regolamento contrattuale si evinca che la prestazione dell'assicuratore è legata unicamente al valore di strumenti finanziari assunti come riferimento, al contratto si applicano le norme relative all'intermediazione finanziaria, con la conseguenza che va condannato al risarcimento del danno subito dal cliente l'intermediario che, nella fase delle trattative relative alla stipulazione di tale polizza, non abbia adempiuto all'obbligo di informare il cliente circa l'esistenza di un conflitto di interessi” Trib. Parma, 30 gennaio 2012; in pari modo Trib. Viterbo, 3 aprile 2015, n. 306; Trib. Gela, 2 marzo 2013 per cui “Le polizze unit o index linked sono prodotti finanziari e non assicurativi, perciò l'assicuratore, anche prima della riforma del 2006, ha gli stessi oneri di chi li colloca sul mercato: deve ottenere il consenso informato del cliente ed astenersi dal proporgli investimenti sconvenienti”).

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