Atto di citazione dopo infruttuosa azione diretta ex art. 144 cod. ass.InquadramentoIl d.lgs. n. 209/2005 ha radicalmente riformato e riorganizzato tutta la normativa in materia assicurativa, tanto che all'attualità per azione diretta del danneggiato di un sinistro, la casistica si limita solamente a 2 espresse ipotesi menzionate dalla legge: le assicurazioni di responsabilità civile (l'art. 144 appunto: cfr. Cass. III, n. 26019/2011) e la legge sulla caccia (cfr. Formula sulla responsabilità incidenti di caccia). Questo significa che, qualora una persona venga coinvolta in un sinistro, potrà richiedere il risarcimento alla compagnia assicurativa della persona che quel sinistro ha causato, solo se è vittima di un incidente stradale o viene colpita durante una battuta di caccia. Solo in questi due casi, la Compagnia assicurativa dovrà rispondere alla richiesta di risarcimento di danni dirette nei confronti del suo assicurato. La norma è adita più frequentemente, nell'ipotesi tipica di passeggero trasportato in veicolo non di sua proprietà, il quale potrà richiedere avverso la compagnia assicurativa del veicolo tutti i danni che nel sinistro ha subito. Altra ipotesi, frequente è quella del passante investito da un veicolo a motore: in tal caso la Compagnia assicurativa di quest'ultimo risponderà dei danni da esso causati a terze persone fino al massimale. Secondo la previsione del codice al di sotto di questa somma non potrà opporre eccezioni, salvo rivalersi poi contro il proprio assicurato. Con la disciplina introdotta dal nuovo Codice delle Assicurazioni si crea, di fatto, una terza ipotesi: quella del trasportato vittima di sinistro a bordo di veicolo non di sua proprietà ma con sinistro causato da un altro veicolo. In questo caso il trasportato potrà chiamare in causa la compagnia del veicolo su cui era a bordo o rivalersi direttamente contro la compagnia della vettura che ha causato il sinistro. Con l'atto in commento la proprietaria del motociclo danneggiato a causa di uno scontro stradale, in forza dell'art. 144 d.lgs. n. 209/2005 cod. ass. chiama in giudizio - dopo aver invano proposto la procedura di negoziazione assistita - la compagnia assicuratrice del responsabile civile - unitamente a quest'ultimo - per ottenere il risarcimento dei danni a cose. Si tratta di un'azione facoltativa - unitamente all'azione ex art. 149 d.lgs. n. 209/2005 - cod. ass. ed all'azione ex art. 2054 c.c. - che vede quale contradditore la compagnia assicuratrice del danneggiato - che vede quale litisconsorte necessario il proprietario del veicolo danneggiante. FormulaGIUDICE DI PACE DI .... [1] ATTO DI CITAZIONE La Sig.ra ...., nata a .... il .... (C.F. ....), residente in .... alla via .... n. .... [2], elett.te dom.ta in .... presso lo studio dell'Avv. .... [3] (C.F. ....) [4], che la rappresenta e difende in virtù di procura in calce al presente atto e che dichiara di voler ricevere le comunicazioni relative all'instaurando procedimento al numero di fax .... [5] o all'indirizzo di posta elettronica certificata .... [6] PREMESSO CHE [7] 1. la Sig.ra .... è proprietaria di una moto ...., tg. .... (v. estratto cronologico PRA, all. n. 1), assicurata per la r.c. con la Società....; 2. in data ...., alle ore .... circa, in ...., tale moto, condotta dal figlio .... (nato a .... il .... ), mentre procedeva, a velocità moderata, sulla strada ...., con direzione di marcia verso ...., all'altezza del ...., nell'impegnare una curva sinistrorsa impattava frontalmente contro l'autoveicolo ...., tg. ...., il quale, proveniente a fari spenti dall'opposta corsia di marcia, nell'impegnare anch'essa la curva, procedendo eccessivamente a ridosso della linea di mezzadria, invadeva, con la sua fiancata sinistra, la corsia percorsa dalla moto guidata dal Sig. ....e di proprietà dell'odierna attrice; 3. tale vettura è risultata di proprietà e condotta dal giovane, neopatentato, sig. ...., (nato a .... il .... ) (v. estratto cronologico PRA, all. n. 2) ed all'epoca assicurata per la r.c. con la ....spa; 4. a causa del violento impatto il conducente della moto rovinava al suolo e la moto di proprietà dell'istante veniva sbalzata in avanti ed andava a finire nell'altra corsia, riportando ingenti danni a: telaio, carter motore, forcella, cerchio anteriore, dischi freno, pneumatico, pinze freno, strumentazione e telaietto strumentazione, carenatura sx e dx e superiore, faro anteriore e supporto faro, impianto elettrico, radiatore e serbatoi acqua, collettori di scarico, terminale di scarico, vari indicatori di direzione, piastre di sterzo, blocchetto di accensione, forcellone posteriore, specchietti, comandi e leve al manubrio, pompa freno anteriore (v. n. .... fotografie attestanti i danni, all. n. 3), 5. l'ammontare complessivo dei suindicati danni sarebbe di valore tale da rendere sicuramente antieconomica la riparazione del motoveicolo in questione e, pertanto, l'istante, in conformità con quanto previsto dalla giurisprudenza sul punto [8], limita la sua domanda risarcitoria al valore di mercato della moto al momento dell'incidente, in ogni caso entro e non oltre Euro 5.000.000 e comunque nei limiti della competenza per valore del giudice adito; 6. l'incidente in questione si è verificato a causa della colpevole condotta del conducente dell'autovettura ...., essendo quest'ultimo responsabile per aver omesso di accendere i fari della sua auto in orario notturno, per aver guidato, senza alcuna giustificazione, a ridosso della linea di mezzadria e per averla parzialmente superata con la parte anteriore sinistra della sua vettura, invadendo la corsia opposta; 7. l'odierna istante provvedeva, in una con il figlio, a richiedere il risarcimento di tutti i danni subiti a causa dell'incidente in questione al suindicato responsabile civile ed alla sua compagnia assicurativa (v. raccomandata a.r. del ...., n. ...., ricevuta dai destinatari rispettivamente in data ....e ...., all. n. 4); 8. Stante l'incongruità della somma offerta, l'attore, a mezzo del sottoscritto procuratore, con lettere raccomandata del .... (doc. 8), provvedeva ad invitare il .... e la .... Ass. ni al procedimento di negoziazione assistita [9]; la richiesta, tuttavia, rimaneva inevasa. 9. Ciò nonostante la compagnia che assicurava l'auto .... per la responsabilità civile automobilistica non provvedeva a formulare congrua offerta risarcitoria in favore della odierna attrice, la quale ha, pertanto, interesse ad adire l'autorità giudiziaria per ottenere il risarcimento di tutti i danni subiti a causa dell'incidente de quo Tutto ciò premesso la Sig.ra ...., come sopra dom.ta rapp.ta e difesa, CITA 1) il Sig. ...., nato a ....il ...., residente in ....alla via ....n. ....; 2) la Società .... (C.F. ....), in persona del legale rapp.te p.t., dom.to per la carca presso la sede legale in ...., via .... n. ....; a comparire innanzi al Giudice di Pace di .... - Giudice a designarsi - all'udienza del giorno ...., soliti locali, ora di rito, con l'invito a costituirsi nei modi e termini di legge e con l'avvertenza che la costituzione oltre detti termini comporterà le decadenze di legge e, in caso di mancata costituzione, si procederà in loro contumacia, per sentir accogliere le seguenti CONCLUSIONI 1. accertare e dichiarare l'esclusiva responsabilità dei conducenti dell'auto ...., tg. ...., nella causazione del sinistro di cui in premessa; 2. per l'effetto, condannare il proprietario dello stesso, Sig. ...., e la convenuta compagnia di assicurazioni garante per la r.c.a., .... spa, in via solidale o ciascuno per quanto di propria ragione, al risarcimento di tutti i danni arrecati alla moto di proprietà della Sig.ra .... che saranno accertati in corso di causa, eventualmente anche in via equitativa, oltre interessi legali e rivalutazione monetaria, dall'incidente al soddisfo, comunque entro il limite di valore del giudice adito; 3. condannare i convenuti, in solido o ciascuno per quanto di propria ragione, alla refusione delle spese di lite. IN VIA ISTRUTTORIA Sin da ora l'istante: I) chiede ammettersi prova per testi sulle circostanze di fatto di cui ai capi “2 e 4” del presente atto di citazione - i quali si intendono preceduti dalla locuzione “vero è che” - indicando a testi: ⋅ ...., ⋅ ....; II) deposita copia dei seguenti documenti: 1. libretto di circolazione moto attorea, 2. estratto cronologico PRA autoveicolo ...., tg. ...., 3. n. .... fotografie attestanti i danni alla moto della Sig.ra ...., 4. lettera raccomandata a.r. n. .... del ....- L'attrice dichiara che il valore del presente procedimento è ricompreso nello scaglione fino Euro 5.200,00 e, pertanto, verserà in sede di iscrizione a ruolo un contributo unificato pari ad Euro .... Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA AD LITEM Io sottoscritta Sig.ra .... (C.F. ....), nata a .... il .... e residente in .... alla via ...., informata ai sensi dell'art. 4, comma 3, del d.lgs. n. 28/2010 della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20 del medesimo decreto, con la presente conferisco incarico all'Avv. .... (C.F. ....) a rappresentarmi e difendermi nel giudizio da promuovere dinanzi al Giudice di Pace di ...., ivi comprese le fasi esecutive e di impugnazione che da questo conseguono, con ogni più ampia facoltà di legge; a tal uopo conferisco, altresì, al nominato procuratore ogni facoltà di legge, comprese quelle di conciliare, incassare, quietanzare, rinunziare e transigere, con promessa di rato e fermo del suo operato; lo autorizzo, infine, al trattamento dei miei dati personali, conformemente alle norme del d.lgs. n. 196/2003 e limitatamente alle finalità connesse all'esecuzione del presente mandato. Eleggo domicilio presso il suo studio in .... alla via ...., n. .... Luogo e data .... Sig. ........ È autentica Firma Avv. .... [1] Il foro stabilito dall'art. 20 c.p.c., per le cause relative a diritti di obbligazione concorre con i fori generali di cui agli art. 18 e 19 c.p.c. e l'attore può liberamente scegliere di adire uno dei due fori generali, oppure il foro facoltativo dell'art. 20 c.p.c. La norma - infatti - stabilisce che per le cause relative a diritti di obbligazione (tra le quali rientrano anche le obbligazioni scaturenti da responsabilità extracontrattuale) è anche competente il giudice del luogo in cui è sorta o deve eseguirsi la obbligazione. In particolare, in tema di obbligazioni nascenti da fatto illecito, l'azione di risarcimento sorge nel luogo in cui l'agente ha posto in essere l'azione produttiva del danno (forum commissi delicti) e in relazione a tale luogo deve essere determinata la competenza territoriale ex art. 20 c.p.c. (Cass. II, n. 13223/2014). [2] In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con modif., dalla l. n. 111/2011) [3] L'elezione di domicilio nel Comune in cui ha sede il Tribunale adito è obbligatoria: essa individua il luogo legale ove effettuare le comunicazioni e notificazioni inerenti al processo: artt. 165 e 170 c.p.c. [4] L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione sopra citata. [5] L'indicazione del numero di fax dell'avvocato è prevista dall'art. 125 c.p.c. come modificato dalla disposizione citata sub nota 2. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, come modificato dalla disposizione testè ricordata, «Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax .... ovvero qualora la parte ometta di indicare il codice fiscale .... il contributo unificato è aumentato della metà». [6] A partire dal 18 agosto 2014, gli atti di parte, redatti dagli avvocati, che introducono il giudizio o una fase giudiziale, non devono più contenere l'indicazione dell'indirizzo di PEC del difensore: v. art. 125 c.p.c. e art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002, modificati dall'art. 45-bis d.l. n. 90/2014 conv., con modif., dalla l. n. 114/2014. [7] L'esposizione dei fatti e degli elementi di diritto costituenti le ragione della domanda dell'attore rappresenta un elemento essenziale della citazione. L'indicazione della causa petendi, e cioè del titolo della domanda, è richiesto dall'art. 163 comma 3, n. 4 c.p.c. Tuttavia solo la mancanza dell'indicazione dei fatti posti a fondamento della domanda produce la nullità della citazione a norma dell'art. 164, comma 4, c.p.c. [8] v. ex ultimis Cass. n. 9367/2014. [9] È obbligatorio il ricorso alla procedura di negoziazione assistita e costituisce condizione di procedibilità della domanda giudiziale) nelle ipotesi in cui la somma pretesa non superi l'importo di 50.000 Euro (art. 3 d.l. n. 132/2014, conv. con modif. in l. n. 162/2014) e dovrà essere prodotta la relativa documentazione. Va, in proposito, ricordato che la negoziazione è prescritta, quando si intende proporre in giudizio una domanda di pagamento a qualsiasi titolo di somme non eccedenti 50.000 euro, ad eccezione delle controversie assoggettate alla disciplina della c.d. mediazione obbligatoria (in altri termini, la procedura di negoziazione assistita non opera quando è prevista la mediazione obbligatoria). Ebbene, quest'ultima non è prescritta in subiecta materia, se si fa eccezione per il risarcimento del danno derivante da responsabilità medica. In ogni caso, la negoziazione non è condizione di procedibilità della domanda giudiziale (e, quindi, è sempre e solo volontaria) per le controversie concernenti obbligazioni contrattuali derivanti da contratti conclusi tra professionisti e consumatori (art. 3 l. n. 162/2014). CommentoLa legittimazione passiva e litisconsorzio necessario Posto che l'art. 144 d.lgs. n. 209/2005cod. ass., stabilisce testualmente: “il danneggiato ha azione diretta per il risarcimento del danno nei confronti dell'impresa di assicurazione del responsabile civile...” e che “Nel giudizio promosso contro l'impresa di assicurazione è chiamato anche il responsabile del danno”, ne discende la previsione di un litisconsorzio necessario tra responsabile civile e la propria impresa di assicurazioni. La previsione è da intendersi nel senso che “chi deve essere chiamato nel processo dal danneggiato...è unicamente il proprietario del veicolo o natante....la partecipazione al giudizio del conducente, potrebbe perseguire solo scopi di natura probatoria, estranei all'istituto del litisconsorzio necessario” (Cass. S.U., n. 4055/1984 in ordine al similare istituto dell'art. 18 l. n. 990/1969). D'altronde, “Nei giudizi proposti ai sensi dell'art. 18 l. n. 990/1969 (oggi abrogato e trasfuso nell'art. 144 d.lgs. n. 209/2005), gli stessi fatti che determinano la responsabilità e la condanna del danneggiante costituiscono la fonte dell'obbligazione risarcitoria dell'assicuratore, comportando una situazione di litisconsorzio necessario tra entrambi tali soggetti e il terzo danneggiato e impedendo che si pervenga a decisioni differenziate in ordine ai rapporti tra responsabile e danneggiato, da un lato, e danneggiato e assicuratore, dall'altro” (Cass. III, n. 18772/2016). Da ultimo è stato definitivamente assodato che “Il proprietario del veicolo assicurato deve essere, quale responsabile del danno, chiamato in causa come litisconsorte necessario nel giudizio promosso dal danneggiato contro l'assicuratore con azione diretta, in deroga al principio della facoltatività del litisconsorzio in materia di obbligazioni solidali, trovando detta deroga giustificazione nell'esigenza di rafforzare la posizione processuale dell'assicuratore, consentendogli di opporre l'accertamento di responsabilità al proprietario del veicolo, quale soggetto del rapporto assicurativo, ai fini dell'esercizio dei diritti nascenti da tale rapporto” (Cass. III, n. 23706/2016). Il disposto di cui all'art. 144 cod. ass. prevede anche che esercitare in Italia la R.C.A. obbligatoria, spetta alla Compagnia di assicurazione del veicolo o del natante del responsabile civile, quindi impresa italiana o anche straniera ma con autorizzazione espressa. Espletata l'azione, la domanda nei confronti della Compagnia potrebbe essere rigettata per carenza di legittimazione passiva. In tal senso, la Suprema Corte ha statuito che “quando, promossa azione risarcitoria per danni da sinistro stradale, sia stata rigettata la domanda nei confronti dell'assicuratore, dichiarandosene la carenza di legittimazione passiva, e, previa separazione delle domande, si sia provveduto alla prosecuzione della causa nei confronti del proprietario del mezzo, la compagnia assicuratrice non è litisconsorte necessaria nel giudizio per risarcimento dei danni da circolazione di veicoli, competendo peraltro al solo proprietario dell'autovettura tale posizione processuale” (Cass. III, n. 13671/2014). Come anticipato il responsabile civile (ex art. 18 l. n. 990/1969 ed ora art. 144 cod. ass.) è soltanto il proprietario del veicolo che ha causato il danno, individuabile grazie ai pubblici registri . Ipotesi derogatorie a tale previsione sono: — il caso di veicolo concesso in usufrutto, nel qual caso litisconsorte necessario sarà l'usufruttuario (art. 2054, comma 3, c.c.); — il caso in cui il veicolo sia stato venduto prima del sinistro con patto di riservato dominio, nel qual caso litisconsorte necessario sarà l'acquirente (art. 2054, comma 3, c.c.); — il caso in cui il veicolo sia stato concesso in leasing, nel qual caso litisconsorte necessario sarà l'utilizzatore (art. 91 cod. strada; cfr. Cass. III, n. 14635/2014 per cui “in tema di responsabilità da circolazione stradale obbligato in solido ex art. 2054 c.c. con il conducente del veicolo concesso in locazione finanziaria è l'utilizzatore del veicolo e non il proprietario concedente, vertendosi, ai sensi degli artt. 91 e 196 del d.lgs. n. 285/1992, in ipotesi di responsabilità alternativa e non concorrente, ed avendo solo l'utilizzatore la disponibilità giuridica del bene e quindi la possibilità di vietarne la circolazione. Ne discende che litisconsorte necessario nell'azione diretta contro l'assicuratore in caso di danni da circolazione di veicoli, ex art. 23 della l. n. 990/1969 (”ratione temporis” applicabile), è esclusivamente il “lessee” (utilizzatore) e non il “lessor” (concedente), al pari dell'usufruttuario e dell'acquirente con patto di riservato dominio, con esclusione del proprietario concedente, né assume rilievo che l'utilizzatore sia moroso nel pagamento dei canoni di leasing”); — l'ipotesi in cui il veicolo abbia circolato prohibente domino, nel qual caso litisconsorte necessario sarà il conducente, non essendo configurabile in tal caso una responsabilità civile del proprietario (combinato disposto degli artt. 2054, comma 3, ultimo periodo, e 122, comma 3, cod. ass. e ciò per interruzione del nesso di causalità tra evento e danno : cfr. Cass. III, n. 23450/2018 “Il comportamento stradale tenuto dal conducente di un veicolo senza guida di rotaie (cui detto veicolo sia stato affidato da un soggetto non tenuto per legge a rispondere solidalmente col conducente dei danni prodotti dalla circolazione), il quale di sua esclusiva iniziativa disponga il trasporto, rigorosamente interdetto dalla legge, di un terzo sul veicolo affidatogli, e conduca detto veicolo su strada, in tale assetto, senza rispettare le regole della circolazione stradale positivamente imposte dalla legge, sì da determinare, proprio in ragione di tale condotta gravemente imprudente, la verificazione del sinistro dedotto in giudizio, deve ritenersi tale da costituire, ai sensi dell'art. 41 c.p., causa sopravvenuta (al comportamento del soggetto affidante il veicolo) di per sé sola idonea a determinare l'evento di danno, sì da escludere il ricorso di alcun rapporto di causalità tra evento di danno e la condotta del soggetto affidante non tenuto per legge a rispondere solidalmente col conducente dei danni prodotti dalla circolazione.
Per conciliare la struttura dell'azione diretta con il rispetto della ragionevole durata del processuale è stato, altresì, affermato che “Il rispetto del principio costituzionale della ragionevole durata del processo impone al giudice di evitare comportamenti che siano di ostacolo ad una sollecita definizione dello stesso e si traducano in un inutile dispendio di energie processuali e di formalità non giustificate dalla struttura dialettica del processo e, in particolare, dall'effettivo rispetto del principio del contraddittorio, espresso dall'art. 101 c.p.c.: pertanto, nel giudizio avente ad oggetto l'azione diretta proposta dal soggetto danneggiato in un sinistro stradale nei confronti dell'assicuratore del responsabile, ai sensi degli artt. 18 e 23 della legge n. 990 del 1969, qualora sia stata chiesta la condanna del solo assicuratore, va esclusa, in sede di legittimità, la necessità dell'integrazione del contraddittorio nei confronti del proprietario del veicolo, rimasto contumace in primo e secondo grado, atteso che l'integrazione del contraddittorio, pur prevista dalle norme sopracitate, si risolverebbe esclusivamente in un pregiudizio per le parti costituite senza produrre alcuna concreta contrazione dei diritti sostanziali e processuali della parte esclusa”. (Cass. III, n. 4342/2010). Nel caso di responsabilità derivante dalla circolazione dei veicoli, pertanto, “la qualità di “assicurato” può essere rivestita soltanto dalle persone la cui responsabilità civile potrebbe sorgere per effetto della circolazione del mezzo: e quindi il conducente, il proprietario o le altre persone indicate dal terzo comma dell'art. 2054 c.c.” (cfr. Cass. III n. 25421/2014 che ha anche precisato che “Nel giudizio di risarcimento del danno proposto dalla vittima di un sinistro stradale nei confronti dell'assicuratore del responsabile, non sussiste litisconsorzio necessario ai sensi dell'art. 18 della legge 24 dicembre 1969, n. 990 (oggi art. 144 del d.lgs. n. 209/2005) con lo stipulante il contratto di assicurazione che sia persona diversa tanto dal proprietario quanto dal conducente del veicolo”). Esclusioni Vi sono altre azioni che non vengono contemplate nell'art.144 cod. ass., essendo collocate altrove dal Codice delle Assicurazioni, per le quali il proprietario del veicolo danneggiante non è da considerarsi litisconsorte necessario: 1) l'azione diretta del terzo danneggiato avverso impresa di assicurazione del veicolo a bordo del quale era trasportato, ai sensi dell'art. 141 cod. ass.; 2) l'azione diretta dell'ente gestore dell'assicurazione sociale contro la Compagnia assicurativa del veicolo o natante danneggiante, ex art. 142; 3) l'azione diretta del proprietario-danneggiato e conducente-danneggiato contro Impresa assicuratrice del proprio veicolo, ex art. 149, in quanto a esercitarla è direttamente il soggetto assicurato, anche se si tratta di persona diversa dal contrante. La legittimazione attiva La legittimazione attiva al risarcimento dei danni da circolazione di veicoli ex art. 144 cod. ass. spetta, come da consueta interpretazione, al proprietario del veicolo danneggiato. Ma il proprietario non è l'unico legittimato. Invero, “In materia di risarcimento del danno derivato da circolazione stradale, anche il detentore di un'autovettura intestata ad un terzo ha titolo e legittimazione a pretendere il risarcimento dei danni subiti dal veicolo in conseguenza di un incidente derivante dalla circolazione ex art. 2054 c.c., sebbene non ne sia il proprietario, sempre che dimostri, però, che tali danni abbiano inciso anche nella propria sfera patrimoniale, in virtù di un titolo che lo rendeva responsabile verso il proprietario dell'autovettura. Pertanto, affinché tale domanda possa essere accolta, l'attore deve fornire la prova di aver già sostenuto le spese per la riparazione del veicolo stesso, o, in caso di sua completa distruzione, di aver già risarcito al proprietario l'equivalente pecuniario, sì che quest'ultimo non possa pretendere di essere ancora risarcito dal terzo danneggiante” (App. Roma, III, 9 gennaio 2007, n. 44). Si tratta di applicare nel caso specifico, la consolidata impostazione giurisprudenziale che afferma come il diritto al risarcimento del danno spetti anche a colui che, pur non essendo proprietario del veicolo, si trovi, per circostanze contingenti, ad esercitare un potere soltanto materiale sulla cosa e che, dal danneggiamento della stessa, possa risentire un pregiudizio patrimoniale, indipendentemente dal diritto − reale o personale − che abbia all'esercizio di quel potere (così anche Cass. III, n. 10843/1997; Cass. III, n. 14232/1999). L'attribuzione anche al non proprietario dell'azione risarcitoria ex art. 2054 c.c., comporta che lo stesso soggetto rivesta anche la qualifica di danneggiato ai sensi della disciplina sull'assicurazione obbligatoria per la r.c.a. (ora trasfusa nel Codice delle assicurazioni private), con la conseguenza che egli sarà titolare dell'azione diretta di cui all'attuale art. 144 d.lgs. n. 209/2005 (per una fattispecie di specifico riconoscimento della legittimazione all'esercizio dell'azione diretta nei confronti dell'istituto assicuratore del danneggiante, in favore del non proprietario, si veda Cass. III, n. 4003/2006). Correlazioni tra l'art. 144 e 2054 c.c. Secondo la dottrina dominante e riconfermata a più riprese dalla giurisprudenza, non esiste conflitto tra l'azione diretta prevista dall'art. 144 del Codice delle Assicurazioni e quella prevista all'art. 2054 del Codice Civile. Il soggetto danneggiato avrà, dunque, entrambe le possibilità, anche cumulativamente, di esperire le azioni. Questo orientamento ha chiaramente un riflesso immediato sul litisconsorzio necessario e sulla disciplina dell'azione risarcitoria, visto che in ogni caso, l'azione per il risarcimento dei danni, causati da circolazione veicolo e natanti per cui è previsto obbligo di assicurazione, può proporsi nel termine dell'art. 145 d.lgs. n. 209/2005cod. ass., ovvero dopo che siano decorsi dunque 60 giorni in caso di danni a cose, 90 in casi di lesioni, spatium deliberandi che decorre dal giorno in cui il danneggiato ha avanzato la propria richiesta risarcitoria stragiudiziale. Orientamento costante giurisprudenziale, prevede che l'azione diretta nei confronti del proprio assicuratore e l'azione ordinaria civile sono tra loro alternative ma non escludenti, e non violano per questo i principi costituzionali in materia di diritto alla difesa e giusto processo (Corte cost. n. 180/2009; Corte cost., n. 192/2010). Secondo le pronunce appena citate, infatti, “Il sistema del risarcimento diretto non viola i principi costituzionali in materia di diritto di difesa e giusto processo in quanto l'azione diretta nei confronti del proprio assicuratore ha carattere alternativo e non preclude l'azione ordinaria di responsabilità civile”, nonché “La procedura di risarcimento diretto dei danni prodotti da sinistro intervenuto fra veicoli a motore assicurati per la responsabilità civile obbligatoria prevista dall'art. 149 cod. ass., deve essere intesa nel senso che garantisce la facoltà per il danneggiato di optare per la proposizione della detta azione nei confronti della propria assicurazione e non concretizza, quindi, un obbligo in tal senso. Un'interpretazione costituzionalmente orientata della norma lascia emergere, infatti, come la stessa permetta al danneggiato di proporre l'azione, nei casi disciplinati dal suddetto articolo, non solo nei confronti della propria assicurazione, ma anche verso l'assicurazione del responsabile civile ex art. 144 e ss. cod. ass., come anche personalmente nei confronti di quest'ultimo ex art. 2054 c.c.”. Proprio per questo è prassi comune che, accanto all'azione diretta contro il proprio assicuratore, sia ormai esperibile anche l'azione ex art. 2054 c.c. che consente di agire contro la compagnia del responsabile civile. In altre parole, il danneggiato, ai sensi della normativa in vigore, pur inoltrando regolare richiesta di risarcimento alla propria compagnia, potrà, in caso di fallimento della trattativa stragiudiziale, introdurre il giudizio con la procedura che ritiene più adatta al suo scopo: verso il solo soggetto/compagnia danneggiante (ex art. 2043 c.c.), verso il proprio assicuratore (ex art. 149 cod. ass.) o con la vocatio in ius del danneggiante e del suo assicuratore (ex art. 144 cod. ass.). La fonte di tale “varietà” di azioni si può rinvenire nella direttiva 2005/14/CE, che obbliga gli Stati Membri a predisporre un sistema che consente alle persone lese da un sinistro di avvalersi di azioni dirette nei confronti della Compagnia che assicuri contro la responsabilità civile il soggetto “colpevole” del sinistro. L'esperimento dell'azione diretta o dell'azione ex art. 2054 c.c. ha i suoi risvolti anche sulla configurazione del litisconsorzio necessario. Infatti è stato chiarito che il litisconsorzio tra assicuratore e responsabile del danno, ai sensi dell'art. 23 della l. n. 990/1969, sussiste nell'ipotesi di esercizio dell'azione diretta nei confronti dell'assicuratore ai sensi dell'art. 18 dell'anzidetta legge “e non in quella in cui il danneggiato agisce direttamente ed esclusivamente nei confronti del responsabile del danno. In tale ultimo caso, se il responsabile chiami in garanzia l'assicuratore, attesa l'autonomia sostanziale del rapporto confluito nel processo per effetto della chiamata, la domanda proposta dall'attore non si estende automaticamente al terzo ma tale estensione deve essere espressamente richiesta” (cfr. Cass. III, n. 26421/2008 in cui, in relazione a fattispecie anteriore all'entrata in vigore del d.lgs. n. 209 del 2005, in applicazione del riportato principio, la S.C. ha cassato la sentenza impugnata affermando che, a fronte di due distinti ed autonomi rapporti processuali domanda di risarcimento del danno ex art. 2054 c.c. proposta dall'attrice nei confronti del responsabile civile e domanda di garanzia spiegata da quest'ultimo nei confronti della società assicuratrice senza che l'attrice avesse esteso alla stessa la domanda già formulata nei confronti del convenuto, riguardando la necessità di integrare il contraddittorio nei confronti dell'impresa designata esclusivamente il rapporto processuale responsabile civile-assicuratore, eventuali vizi relativi alla chiamata in causa dell'impresa designata rilevavano solo nella autonoma controversia tra il convenuto e l'assicuratore ma erano privi di conseguenze quanto alla diversa controversia tra l'attrice e il convenuto; nello stesso senso anche Cass. III, n. 13955/2007: “Il litisconsorzio previsto all'art. 23 della legge n. 990 del 1969 ha carattere processuale ed unilaterale; la partecipazione al giudizio del responsabile del danno è necessaria solo quando il danneggiato proponga azione diretta nei confronti dell'assicuratore, mentre, ove eserciti l'azione ordinaria ex art. 2054 c.c. nei confronti del danneggiante o del proprietario del veicolo senza citare l'assicuratore, questi non assume la veste di litisconsorte necessario e potrà quindi essere pretermesso, fermo il potere del convenuto o del giudice di chiamarlo in causa ai sensi degli artt. 106 e 107 c.p.c.; qualora, invece, il danneggiato abbia agito nei confronti dell'assicuratore citando anche il responsabile del danno e si accerti il difetto di legittimazione passiva dell'assicuratore, il giudice non deve integrare il contraddittorio nei confronti dell'impresa legittimata ma rigettare la domanda”. La figura del soggetto assicurato Dal punto di vista strettamente processuale “Nell'assicurazione della responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli, le posizioni dell'assicuratore e dell'assicurato sono inscindibili rispetto al terzo danneggiato. Ne consegue che l'assicurato è legittimato ad impugnare la sentenza che abbia rigettato l'azione diretta del danneggiato nei confronti dell'assicuratore, anche se sia rimasto contumace in primo grado ed anche se non abbia formulato alcuna domanda di manleva nei confronti dell'assicuratore” (Cass. n. 3621/2014). Ed ancora, “La responsabilità solidale - sia pure atipica - che sussiste tra il responsabile di un sinistro stradale ed il suo assicuratore della r.c.a. comporta che, ove il giudice d'appello, accogliendo il gravame del primo, riduca l'ammontare del danno liquidato dal giudice di primo grado, tale decisione produce i suoi effetti anche nei confronti dell'assicuratore” (Cass. III, n. 23735/2009). L'efficacia nei confronti della compagnia della confessione del responsabile civile e del conducente Come chiarito sin qui, nei giudizi proposti ai sensi dell'art. 18 della legge 24 dicembre 1969, n. 990 (oggi abrogato e trasfuso nell'art. 144 d.lgs. n. 209/2005), gli stessi fatti che determinano la responsabilità e la condanna del danneggiante costituiscono la fonte dell'obbligazione risarcitoria dell'assicuratore, comportando una situazione di litisconsorzio necessario tra entrambi tali soggetti e il terzo danneggiato ed impedendo che si pervenga a decisioni differenziate in ordine ai rapporti tra responsabile e danneggiato, da un lato, e danneggiato ed assicuratore, dall'altro. Ne consegue che la dichiarazione confessoria, contenuta nel modulo di constatazione amichevole di incidente, resa dal responsabile del danno proprietario del veicolo assicurato, non ha valore di piena prova nemmeno nei confronti del solo confitente, ma deve essere liberamente apprezzata dal giudice, dovendo trovare applicazione la norma di cui all'art. 2733, terzo comma, c.c., secondo la quale, in caso di litisconsorzio necessario, la confessione resa da alcuni soltanto dei litisconsorti è, per l'appunto, liberamente apprezzata dal giudice” (Cass. III, n. 3567/2013; Cass. III, n. 18772/16). Viceversa, “In tema di risarcimento del danno derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, la confessione proveniente da un soggetto litisconsorte facoltativo, qual è il conducente danneggiante non proprietario del veicolo, rispetto all'assicuratore ed al proprietario dello stesso, é liberamente apprezzabile dal giudice nei riguardi di costoro in applicazione dell'art. 2733, terzo comma, c.c., mentre ha valore di piena prova nei confronti del medesimo confidente, come previsto dall'art. 2733, secondo comma, c.c.” (Cass. VI, n. 24187/2014). Diversamente, “Nel giudizio di risarcimento dei danni derivanti da sinistro stradale, la confessione resa in sede di interrogatorio formale dal proprietario e conducente del veicolo ritenuto responsabile del sinistro, convenuto contumace, responsabile civile e, dunque, litisconsorte necessario rispetto alla compagnia di assicurazioni ex art. 144, comma 3, d.lgs. n. 209 del 2005, non può di per sé assurgere a fondamento dell'accoglimento della domanda attorea nei confronti di nessuno dei due convenuti/litisconsorti necessari. Le dichiarazioni rese da uno dei litisconsorti necessari in sede di interrogatorio formale sono, invero, liberamente apprezzabili dal giudice ex art. 116 c.p.c., non potendo esse assumere il valore di prova legale a sfavore degli altri per l'impossibilità di estendere alla parte non confidente la forza vincolante della confessione (Tribunale Nola I, 29/07/2019, n.17499). Infatti, nel caso in cui la vittima di un sinistro stradale convenga cumulativamente in giudizio l'assicuratore del responsabile, il proprietario ed il conducente del veicolo, quest'ultimo non è un litisconsorte necessario ma solo facoltativo, e la domanda eventualmente proposta nei suoi confronti è scindibile dalle altre. Pertanto, se la sentenza di primo grado venga impugnata solo nei confronti dell'assicuratore e del proprietario, ed il giudice d'appello ordini la notificazione del gravame anche al conducente, tale ordine deve ritenersi impartito in base all'art. 332 c.p.c., e non in base all'art. 331 dello stesso codice, con la conseguenza che, in caso di inottemperanza a tale ordine, non può essere pronunziata l'estinzione dell'intero giudizio, ma, in applicazione del secondo comma del suddetto art. 332, il giudizio sulla domanda diretta deve essere definito in base all'appello (Cass. III, n. 18242/2008). La “prova” della copertura assicurativa In tema di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli, qualora l'esistenza del rapporto assicurativo venga contestata da parte dell'assicuratore, il danneggiato è tenuto a fornire la prova della presenza del contrassegno sul veicolo danneggiante in quanto idoneo a far presumere, fino a prova contraria, l'esistenza del rapporto assicurativo. Anche in caso di targa di prova è sufficiente accertarne l'avvenuto utilizzo senza che sia opponibile al terzo danneggiato l'eventuale suo uso in violazione di legge (cfr. Cass. III, n. 23313/2007; ma si veda anche Cass. III, n. 7738/2007: “In materia di risarcimento danni da incidente stradale, è onere del danneggiato che agisca contro il danneggiante e la compagnia assicuratrice di questi procedere ad una corretta identificazione della stessa e la prova dell'avvenuto rilascio del certificato assicurativo e dell'avvenuto pagamento del premio può essere fornita con ogni mezzo, anche avvalendosi di testimonianze (nella specie, la S.C. ha cassato, perché contenente una motivazione meramente apparente, la sentenza del giudice di pace che aveva rigettato la domanda del danneggiato non riconoscendo rilievo probatorio alla dichiarazione testimoniale, con la quale il testimone riferiva di aver visto, sulla macchina danneggiante, il contrassegno della compagnia assicurativa evocata in giudizio dal danneggiato)”. In una isolata pronuncia, la Suprema Corte di Cassazione ha assunto in tema che “L'assicuratore della responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli, ove intenda opporre al terzo danneggiato l'inesistenza del rapporto assicurativo, ha l'onere di sollevare la relativa contestazione sin dal momento della ricezione della richiesta scritta di risarcimento di cui all'art. 145 cod. ass. (ovvero, in precedenza, di cui all'art. 22 l. n. 990/1969), alla quale sia allegato il modulo di denuncia di sinistro di cui all'art. 143 cod. ass. Ove ciò non faccia, né la relativa contestazione sia formulata nella comparsa di costituzione e risposta, resta precluso all'assicuratore eccepire in corso di causa l'inesistenza del contratto” (Cass. III, n. 23614/2012). |